David Queen e il ritorno della Notte

di moonknight
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Ci affidiamo alla fortuna (e in questo siamo bravi) per trovare il primo pezzo

Notammo che si era fatta sera quando uscimmo dal giardino della Casa Bianca, e decidemmo così di andare a cenare da qualche parte. Approdammo in un Mc Donald poco lontano, forse uno dei più grandi Mc che abbia mai visto in vita mia. Chiariamo, a New York sono tantissimi i fast food e la maggior parte sono di dimensioni spropositate, ma raramente mi capitava di mangiare fritto o hamburger 25% carne e 75% non-lo-voglio-sapere. La struttura in sé era a due piani: quello di sotto era formato dalle cucine, pochi metri quadri di macchinari e freezer stipati con decine di addetti, poi c’era una vastissima superficie di tavoli, tavolini e banconi, una marea di sedie a non finire e tante, tantissime persone, così tante che sembrava di essere ad un concerto degli AC/DC. Le due parti del piano, poi, erano separate dalle casse, cinque o sei, così poche per tutta quella gente, ma che avevano la stessa funzione di argini di contenimento. Il piano di sopra era relativamente più calmo, diviso in due ali speculari di tavoli e banconi inchiodati al terreno e alle pareti, con al centro le scale che lo collegavano al pian terreno. Robert prese un hamburger a tre strati che definì “delizioso”, Hope ed io chiedemmo un panino con la cotoletta senza salse, probabilmente stavamo andando sul sicuro. Circondammo il tutto con delle patatine fritte, bevemmo delle bibite annacquate e durante il pasto decidemmo sul da farsi. - Chirone ci ha detto che probabilmente i pezzi si trovano su monumenti di importante valore storico, ma qui a Washington potrebbero essere tantissimi. - cominciò Hope. Robert si guardò intorno, scrutando pensieroso il cielo scuro dalla finestra accanto al nostro tavolo, poi parlò, senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte, per quanto fosse possibile vederlo: - Direi che abbiamo un 50 e 50, e credetemi, me ne intendo. Il pezzo che cerchiamo, potrebbe trovarsi o al Lincoln Memorial, magari proprio sulla statua, oppure al Washington Monument, sull’obelisco. Io, direi di fare così, - disse tirando fuori lo stesso dado del combattimento - pari Lincoln Memorial, dispari Washington Monument. Che ne dite? - Hope ed io ci guardammo un po’ spaesati e incuriositi, ma non avendo idee migliori, accettammo con un cenno del capo. Il ragazzo ci sorrise, chiuse il dado nella mano pronunciando in silenzio alcune parole, probabilmente una preghiera alla madre per far sì che ci consigliasse bene, e poi lo lanciò sul tavolo.

Non credo fossi abbastanza preparato a quello che vidi, perché sulla faccia superiore c’era un bel 43, mentre una proiezione olografica mostrava il Washington Monument in blu pochi centimetri sopra il dado, con la punta di oro. Per un momento mi immaginai Robert ad un compito in classe a lanciare i dadi o a fare testa o croce per rispondere ai vari quesiti, cosa che probabilmente faceva spesso. - Allora credo che dovremmo agire stanotte, così da non destare troppi sospetti. - concluse il moro con il suo solito sorrisetto, recuperando il dado dal tavolo unto. Anche stavolta, non avendo nulla da obiettare ci accontentammo di un cenno, e uscimmo per respirare un po’ di aria fresca e dirigerci verso il parco dove sapevamo ci avrebbe aspettato un’importante sfida.


ANGOLO AUTORE
Buon anno a tutti, semidei! La ricerca del primo pezzo è ormai ufficialmente iniziata, abbiamo scoperto uno dei poteri del nostro figlio di Tyche e siamo quasi sicuri su dove andare. Rimanete qui, adesso vi pubblico il secondo capitolo della settimana, recensite in tanti, commenti positivi e negativi, voglio assolutamente sapere cosa ne pensate. Buona giornata a tutti,
-Moonknight





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