“E
il cavallo?”
“Era
matto!”
“Quante
smorfie, e il
cuoco poverello...”
“Gettato
nel
ruscello...”
“Ma
che guaio!”
“Da
marmocchi!”
“Tuo
padre ti guardava
con certi occhi...”
лошадь с ума
Anastasia
adorava
cavalcare.
Suo
padre aveva tentato di
dissuaderla in ogni modo, ma lei continuava ad insistere; montava su
quel suo cavallo matto -e tuttavia, il suo preferito- e cavalcava
spensierata nell'enorme giardino dei Romanov.
Dimitri,
uno dei più
giovani servitori della famiglia reale, spesso si distraeva nel
guardarla dalla finestra delle cucine, che affacciava su uno spiazzo
del giardino. A volte rischiava addirittura di tagliarsi mentre pelava
le patate.
Il
cuoco lo malediceva,
imponendogli la concentrazione; la cena dello zar non si
cucinerà
da sola!, gli urlava.
Dimitri
nascondeva una
smorfia, tornava ad abbassare il volto e impugnava meglio il
coltello.
Fuori
dalla finestra, la
principessa Anastasia continuava a cavalcare. Il vento le sferzava il
viso e le scompigliava i capelli; l'orlo del suo vestito ondeggiava
ad ogni salto del cavallo, e le sue guance erano rosse dal
divertimento.
A
vederla in quel modo,
allegra e disordinata, sembrava quasi una bambina qualsiasi.
Ma,
a ben guardare...il
cavallo, i vestiti e gli occhi azzurri, tipici della famiglia reale,
non avrebbero potuto insinuare alcun dubbio nella mente di nessuno;
Anastasia era una principessa. Vivace, turbolenta e testarda, forse,
ma pur sempre una principessa.
E
a Dimitri, vestito di
stracci e abituato al freddo delle cucine, era concesso solo
guardarla di sottecchi.
Fu
uno schiaffo sulla nuca
a riportare Dimitri con i piedi per terra; il ragazzino si
voltò,
massaggiandosi la zona lesa con una smorfia e incontrando lo sguardo
arrabbiato del cuoco.
“Alzati”
fece quello,
prendendolo senza delicatezza da sotto un braccio e sollevandolo di
peso, “devi arrampicarti a cogliere quelle mele.”
Indicò
un albero molto
alto dalla finestra, appena fuori dal giardino dei Romanov. Dimitri
spalancò la bocca- il cuoco doveva essere impazzito.
“Quell'albero
è troppo
alto!” protestò, tentando di divincolarsi mentre
il cuoco lo
trascinava fuori con una mano e portava un grande cesto di legno con
un'altra, ignorandolo.
Dimitri
si zittì soltanto
quando passò vicino alla principessa, che
rallentò la sua corsa nel
vederli camminare. Si sentì arrossire ed abbassò
il viso,
sentendosi un nulla di fronte a quella bambina così ricca e
fortunata; un semplice sguattero dinanzi alla futura zarina di
Russia.
Smise
di opporre
resistenza, al punto che il cuoco lasciò la presa. Dimitri
non osò
voltarsi, quando superò Anastasia, ma sentiva ancora i suoi
occhi su
di sé.
Improvvisamente,
sembrava
essersi dimenticato anche dell'arduo compito che gli era stato
assegnato.
Il
cuoco lo afferrò dal
retro della maglia, tirandolo indietro. “Siamo arrivati,
marmocchio” lo avvisò, indicandogli l'albero di
mele con l'altra
mano.
Dimitri
deglutì. Osservò
il ruscello lì accanto -si chiese se, cadendo dall'albero,
avrebbe
potuto salvarsi.
Il
rumore di zoccoli
lontani lo indusse a prendere fiato. Si rimboccò le maniche
rattoppate e iniziò ad arrampicarsi tentativamente.
Nel
frattempo, Anastasia,
lontana dai suoi occhi, osservava la scena. Non aveva molte occasioni
di entrare in contatto con altre persone; le sarebbe piaciuto,
però,
trovarsi altri amici oltre ai suoi familiari.
Si
diede della stupida,
scuotendo la testa. Le principesse non diventano amiche degli
sguatteri.
Ma,
non c'era niente di
male ad avvicinarsi un po', giusto? Avrebbe solo assistito alla scena
e poi sarebbe tornata nell'elegante giardino che circondava il
Palazzo.
Riprese
a cavalcare in
quella direzione, sussurrando dolci rassicurazioni al suo cavallo
affinché rallentasse il passo.
Dimitri,
nel frattempo,
stringeva i denti e si afferrava coraggiosamente ad un grosso ramo,
la fronte già sudata e i piedi incerti sulla corteccia
dell'albero.
Il cuoco ancora lo incitava.
Finalmente
arrivò ad un
arbusto alto abbastanza da poter cogliere senza difficoltà
le mele
mature.
Sedendosi
per trovare un
equilibrio, Dimitri prese a lanciarle al cuoco con delicatezza,
affinché non si ammaccassero. Quando sollevò gli
occhi per cercare
altre mele, vide Anastasia guardarlo e avvicinarsi lentamente.
La
sua bocca si spalancò
e sentì un'ondata di vergogna travolgerlo. Si sentiva un
ragazzo di
strada in piena regola, a raccogliere mele dagli alberi per sfamarsi,
sperando di non essere colto sul fatto, come faceva prima di lavorare
a corte...
“Ragazzo!”
urlò il
cuoco, furioso. “Vuoi muoverti?”
Il
suo vocione spaventò
il cavallo, che si impennò e quasi fece cadere a terra
Anastasia. La
ragazzina tentò di calmare il cavallo, ma quello
continuò a
scalciare e a muoversi come un matto, nitrendo, fino a calciare
persino il cuoco -che finì nel ruscello- e far cadere la
stessa
principessa sull'erba.
“Principessa!”
esclamò
Dimitri, scendendo in tutta fretta dall'albero, rischiando di
ruzzolare giù più di una volta. Porse una mano ad
Anastasia senza
neanche pensarci, mentre il cavallo galoppava impazzito verso il
Palazzo.
“Vi
siete fatta male?”
domandò, sentendo le guance infuocarsi di imbarazzo. La
principessa
prese la sua mano -il cuore di Dimitri accelerò i suoi
battiti- e il
ragazzino la tirò su, tentando di essere delicato.
“Sto
bene” rispose
lei, lasciandosi rimettere in piedi e alzando gli occhi nei suoi.
Sbatté le palpebre, come sorpresa di vederlo, e Dimitri
schiuse le
labbra, colto dallo stupore.
Anastasia
era la bambina
più bella che avesse mai visto.
“Come
ti chiami?”
chiese lei, senza lasciare la sua mano.
La
domanda arrivò alle
orecchie di Dimitri con qualche secondo di ritardo.
“Io” mormorò,
“io, io mi chiamo-”
Fu
allora che un nuovo
suono attirò l'attenzione di entrambi, mentre il cuoco si
rimetteva
in piedi.
“Anastasia!”
chiamò
lo Zar Nicola, in groppa al suo cavallo, e tenendo le redini di
quello di Anastasia con una mano. Il suo sguardo era già
severo, ma
la sua espressione si indurì ulteriormente quando i suoi
occhi si
abbassarono sulle mani della figlia e di Dimitri ancora in contatto.
Anastasia
si rese conto
solo allora della gravità delle sue azioni, e
lasciò la mano di
Dimitri arrossendo. Dimitri abbassò la testa, sperando di
non essere
punito per la sua arroganza; permettersi di tenere la mano all'erede
al trono di Russia...
“Tu!”
gridò il cuoco,
bagnato dalla testa ai piedi, facendo per avventarsi sul ragazzino e
fermandosi per la sorpresa non appena vide lo zar. “Vostra
altezza”
mormorò, “vogliate scusarmi, questo
ragazzo-”
“Sono
stata io, padre”
lo interruppe Anastasia, vedendo lo sguardo dello zar posarsi
rabbioso su Dimitri. “Non sono riuscita a tenere a bada il
mio
cavallo. Lo ha colpito, ed è finito nel ruscello.”
Dimitri
rimase senza
parole, e anche il cuoco non seppe cosa dire. Lo zar Nicola, invece,
prese subito parola.
“Ti
ho già rimproverato
altre volte, Anastasia. Questo cavallo non fa per te.”
“Mi
dispiace, padre. Non
succederà più.”
Lo
zar sospirò, fin
troppo affezionato alla figlia per insistere. Anastasia sorrise,
furba. “Ma padre, un'ultima cavalcata, giusto fino al
Palazzo...galopperò al tuo fianco, senza fretta, lo
prometto!”
propose, sorridendo innocentemente.
Lo
zar rise, lanciandole
uno sguardo divertito. Non disse nulla, ma lasciò le redini
del suo
cavallo e fece già per voltarsi, mentre un enorme sorriso si
apriva
sul viso di Anastasia.
La
ragazzina montò in
sella con un gesto agile, e Dimitri la osservò imbambolato.
Quando
lei si voltò per
rivolgergli un sorriso accennato, si sentì arrossire dalla
testa ai
piedi.
Salve
♥
Spero
che la mia storia vi sia piaciuta. Sono qui solo per fare qualche
precisazione!
L'intera vicenda mi è stata ispirata dalle frasi
che ho riportato in alto, ed avviene chiaramente nel passato di
Anastasia; se vi interessasse, le frasi fanno parte della canzone se
io lo posso fare. Ho rivisto Anastasia
esattamente ieri, e
ho immediatamente deciso che avrei scritto qualcosa. Quindi
aspettatevi che pubblichi altro molto presto
E il
titolo è tutt'altro che romantico; vuole semplicemente dire,
perlomeno stando a google traduttore, “cavallo matto”.
AHAHAHAH
Vi
saluto, popolo di efp! E sappiate che tramo nell'ombra e mi rivedrete
in questa sezione. (?)
Seele
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