“Di
cosa stavate parlando quella
volta?”
Bilbo
sbatté le palpebre, alzando
lo sguardo. Teneva l’indice sulla riga della pagina che stava
leggendo, avendo
la vaga impressione che avrebbe potuto continuare il libro minimo dieci
minuti
dopo se tutto fosse andato bene.
“Ti
riferisci a me e…?”
“Thorin.”
Arricciò
il naso, constatando che la lettura era rimandata direttamente al
giorno
successivo. Sapeva più che bene quanto Dwalin tenesse a
Thorin, e se c’era
qualcosa che lo turbava sarebbe rimasto giorno e notte a parlarne.
“Temo
di non capire a quale volta
tu…”
“Prima
della battaglia.”
Sospirò,
chiudendo il libro,
spostandolo più in là. Si mise comodo,
incrociandole braccia sul tavolo. Si era
affezionato a tutti loro, anche a Dwalin. Anche se quando faceva
l’enigmatico
gli rendeva un poco difficile la vita.
“Dwalin,
ci sono stati diversi
momenti, e se permetti io…”
“Quando
sono venuto a comunicare a Thorin la situazione fuori Erebor.”
Bilbo
avvertì il suo tono farsi
un poco impaziente, sbattendo le palpebre. Per fortuna capì
a quale episodio si
riferisse, almeno la conversazione poteva procedere.
“Oh,
di un ghianda che ho trovato
nel giardino di Beorn durante il nostro viaggio.”
Il
nano arcuò le sopracciglia,
piegando appena il capo, facendo intuire che era piuttosto perplesso a
riguardo. Bilbo di rimando sospirò piano, chiedendosi
perché mai quella sera fosse
rimasto in biblioteca a leggere invece di tornare come sempre nelle sue
stanze.
“Avevo
la ghianda in mano, d’accordo?
Thorin è sbucato all’improvviso e mi ha chiesto di
mostrargli cosa stessi
guardando. Io allora alla fine gli ho fatto vedere, spiegandogli che
avrei
voluto piantare la ghianda nel mio giardino a Casa Baggins. Un giorno
l’avrei
vista crescere e mi sarei ricordato ogni cosa di questa avventura.
Soprattutto,
quanto fortunato fossi stato a tornare a casa.”
Dwalin
ascoltò il discorso, o
almeno cosi pareva. La sua espressione non era mai cambiata di una
virgola, e
lo hobbit cominciò a sospettare che non gli credesse o che
fosse deluso nell’aver
scoperto l’argomento di discussione che tanto desiderava
sapere.
“Tutto
qui?”
Bilbo
serrò appena le labbra,
arricciando di più il naso.
“Tutto
qui. E sappi che Thorin si
è mostrato molto più entusiasta di te alla
notizia.”
Dwalin
assunse d’improvviso un’espressione
ilare, mostrando quasi un piccolo sorriso di scherno.
“Oh,
guarda che sono serio! Mi ha
sorriso per tutto il tempo!”
Quelle
parole fecero svanire il
ghigno dalla bocca del nano, facendo sentire Bilbo soddisfatto di aver
ottenuto
quel risultato.
“Sorriso?”
“Certamente.
E se devo essere specifico, lo ha fatto più
volte ed erano tutte sincere.”
Il
nano sbatté le palpebre, guardandolo incredulo.
“Ho
visto Thorin sorridere come tu stai dicendo solo ai suoi
nipoti e a Dìs.”
Fu
il turno di Bilbo di sbattere le palpebre, tenendo le
labbra schiuse.
“Ma…
anche a te sorride… e a Balin!”
“Di
certo non in continuazione come hai appena detto tu ora.
E poi in quel momento era ancora sotto l’influsso della
malattia dell’oro… e
ora vengo a sapere che ti sorrideva! ”
Bilbo
sentì vagamente le guance scaldarsi, ostentando
però un’espressione
tranquilla.
“Beh,
sarà stato un caso.”
“Io
non credo proprio… si è affezionato a te, ma non
credevo
così tanto. Chissà cosa sarebbe successo se non
vi avessi interrotto.”
Bilbo
deglutì, cominciando a battere impercettibilmente le
dita sul legno del tavolo. Se lo era domandato tante volte. Forse
sarebbe
riuscito a farlo guarire prima e non avrebbe rischiato seriamente la
vita
contro Azog. Magari avrebbe avuto il tempo per organizzare un attacco
migliore,
Fili e Kili non avrebbero riportato le ferite che hanno impiegato
settimane a
guarire, e…
“Perché
non glielo chiedi?”
“Prego?”
Domandò
con voce un poco acuta, schiarendosi poi la gola.
Dwalin
lo guardò perplesso, probabilmente chiedendosi se
avesse la testa altrove.
“Il
perché del suo comportamento. Se non sai una cosa, basta
chiedere.”
Disse
con tono ovvio, allargando appena le braccia,
provocando un piccolo senso d’irritazione in Bilbo. I nani su
certe cose la
facevano fin troppo semplice.
“Non
credo sia il caso. Magari Thorin nemmeno se lo ricorda.”
“Che
cosa non dovrei ricordarmi?”
Bilbo
sgranò appena gli occhi, sobbalzando, avvertendo la
sedia dondolare un poco. Girò il volto, notando Thorin sulla
soglia che li
stava osservando. I capelli erano liberi dalla corona, segno che per
quel giorno
aveva finito con i doveri da Re, infatti vestiva con abiti meno
sfarzosi.
“Ah,
Thorin! Giusto in tempo! Ho chiesto al ragazzo di cosa
parlavate quella volta che vi avevo interrotto, prima della battaglia.
Mi ha
detto che ti spiegava qualcosa su quella ghianda che aveva raccattato
da
qualche parte.”
Bilbo
sbuffò, guardando un poco male Dwalin.
“Mi
ha raccontato che gli hai sorriso per tutto il tempo, ma
non ha la minima idea del perché. Avanti hobbit, ora puoi
chiederglielo.”
Bilbo
si passò le mani sul viso,assumendo un’espressione
mista tra l’esaurimento nervoso e la vergogna.
Azzardò una sbirciatina verso
Thorin, che nel frattempo si era avvicinato, vedendolo sorpreso da
quella
domanda. Sicuramente non rammentava e aveva fatto una delle
più brutte
figuracce in sua presenza. Sospirò, ricordandosi di portare
sempre i libri in
camera d’ora in poi, e in casi estremi di scegliere un tavolo
appartato e in un
orario in cui ci fosse qualcuno. Non come in quel momento che erano
solo loro
tre e stavano seduti vicino all’ingresso.
“Ricordo.
Se vuoi saperlo, Mastro Baggins, possiamo
parlarne. Anche se ero venuto a cercare te, Dwalin. Balin richiede la
tua
presenza negli uffici reali.”
Bilbo
vide Dwalin alzare gli occhi al cielo, farfugliando
così una piccola risatina. Si Sentì subito
squadrare dal nano, facendo allora
finta di niente, mettendo su un calmo sorriso.
“Alla
sua età non dovrebbe trattenersi a fare i conti fino a
quest’ora. Meglio che vada a dargli una mano,
sì.”
Si
alzò, stiracchiandosi, salutando Thorin e facendo un
cenno a Bilbo, uscendo dalla biblioteca.
Lo
hobbit tirò un sospiro di sollievo, tenendo il naso un
poco arricciato. Dopo qualche istante in cui vigeva il silenzio, Thorin
occupò
il posto lasciato libero dal nano, sedendosi composto.
“Sono
sorpreso nel sapere che stavate parlando di un
argomento simile.”
“Non
dirlo a me, credevo di poter finire di leggere un libro
fino a un quarto d’ora fa.”
Thorin
rise appena a quelle parole, lasciando poi un gentile
sorriso sulle fini labbra.
“Mi
dispiace che tu sia stato interrotto. Ma se vuoi finire
il discorso, io sono libero.”
“Aspetta…
vuoi dire che ricordi?”
“Credevo
avessi intuito che non dimentico mai le cose,
Mastro Baggins.”
Bilbo
si morse piano la lingua, cercando di ponderare meglio
che cosa dire.
“Sì,
scusami. Uhm.. Allora. Volevo sapere… se puoi dirmelo
ovviamente, se c’era un motivo per il quale sembravi felice
in quel momento. Mi
sorridevi. E io so che non era facile per te con tutto quello che stava
succedendo. Avrei voluto parlarti proprio di questo se non fosse
arrivato
Dwalin. Lo so che è un po’ tardi adesso, ma non mi
sono mai azzardato a pensare
che potessi avere il diritto di parlare con te dopo quello che ho
fatto. Lo so
che siamo amici, ma ho notato che la mia presenza ti reca un
po’ di disagio. Con
questo non voglio assolutamente intendere che mi hai chiesto di restare
qualche
mese qui solo per mera gratitudine, so che ci siamo… voglio
dire… salvati a
vicenda nel corso di questa avventura non per dovere, ma per
amicizia.”
Parlò
senza mai fare delle pause, sentendo la gola un poco
bruciare.
Thorin
aveva ascoltato in silenzio, osservandolo per tutto
il tempo.
“La
colpa è mia. Ho sempre avuto il timore di affrontare
certi discorsi con te. Dopo quello che ti ho
fatto…”
“Non
eri tu. La malattia, lo sai.”
Lo
interruppe con tono serio, guardandolo.
Thorin
sospirò piano, chinando appena il capo. Quel discorso
lo avevano già affrontato, ma certe colpe erano difficili da
mandare giù.
“Quel
giorno mi stavi salvando, Mastro Baggins. Esattamente
come hai fatto le altre volte. Ero totalmente cieco di fronte alla
malattia. Ma
tu… i tuoi modi semplici e gentili, il tuo
sguardo…”
Bilbo
sbatté le palpebre, sentendo un senso di disagio.
“Cosa…
cosa aveva il mio sguardo che non…”
“Niente.
Assolutamente niente. Era perfetto. Per questo
sorridevo.”
Lo
hobbit schiuse di più le labbra, stupito.
“Cielo.”
Balbettò
quasi senza rendersene conto, non sapendo cos’altro
dire, provocando una calda risata da parte del nano.
“Chiedo
perdono se non ho detto cosa gradita.”
“No!
Voglio dire, lo è! Graditissima. Da vero hobbit
rispettabile!”
Thorin
appoggiò il mento sulla mano, inclinando un poco il
viso.
“Posso
azzardare allora a dire un’altra cosa?”
“Sì,
certo!”
Rispose
con un poco di entusiasmo, pensando che Thorin gli
stesse facendo i complimenti più belli che avesse mai
ricevuto in vita sua.
“Non
era solo il tuo sguardo a essere perfetto, Bilbo.”
Mormorò,
socchiudendo gli occhi, sfregando appena la morbida
barba sulle dita.
Lo
hobbit sgranò gli occhi, realizzando il senso di quella
frase,
prendendo a picchiettare nervosamente le dita sul tavolo con
più enfasi,
emettendo una risata un poco acuta.
“Troppo
gentile, io non… perche ti riferivi a me, vero? Altrimenti
dimmelo subito che cambio risposta.”
Thorin
rise roco e divertito, allungando la mano libera
verso la sua, sfiorandogli le dita.
“
È da tempo che volevo provare…”
“Provare
cosa?”
Chiese
subito, trattenendo appena il fiato a sentire la mano
calda e ruvida di Thorin accarezzare delicatamente la propria.
“A
vedere se certe azioni e parole potessero farti piacere o
recarti fastidio. Non conosco le usanze di voi hobbit quando
desiderate…”
Non
concluse la frase, abbassando il tono della voce,
limitandosi a guardare Bilbo negli occhi.
Bilbo
gli strinse piano le dita, allungando il busto verso
di lui senza nemmeno accorgersene.
“Io…
desidero. Qualunque cosa tu stia intendendo, la
desidero.”
Mormorò,
sentendosi fieramente un Took. Sarebbe rimasto più
che volentieri un Took a vita se questo significava condividere certi
momenti
con Thorin.
Il
nano sorrise sincero, lasciando libero il mento, potendo
così portare la mano sul viso di Bilbo, strofinando il
ruvido pollice sulla pelle
appena sotto la mascella. Si alzò piano in piedi, ottenendo
più libertà di
movimento, chinando il volto verso quello di Bilbo, tenendo le labbra a
sfiorare
quasi le sue.
“Permettimi
d’insegnarti la mia lingua…”
Bilbo
trattenne il respiro, rilasciandolo solo a quelle
parole.
“Davvero?”
Thorin
sorrise in risposta, portando la bocca ad appoggiarsi
appena sulla sua.
“La
prima lezione prevede due termini molto
importanti…”
Bilbo
socchiuse gli occhi, annuendo appena con fare
distratto, sentendo il caldo respiro di Thorin mescolarsi al proprio.
“Azyungal.”
Sussurrò
Thorin, premendo piano le labbra, provocandogli uno
spasmo, facendogli inclinare di più il volto e avvertire la
morbida barba
sfregare sulla propria mascella.
“Azyungal.”
Ripeté
in automatico, osservando con piacere gli occhi di
Thorin farsi appena lucidi.
“Ghivashel.”
Soffiò
la seconda, strusciando la bocca sulla sua,
racchiudendo appena il labbro inferiore tra i denti.
Bilbo
mugolò piano, chiudendo le palpebre.
“Ghivashel.”
Ripeté
con una piccola urgenza, per poi premere le labbra,
succhiandogli appena quello superiore.
Thorin
gli circondò il viso tra le mani, iniziando finalmente
un agognato bacio, facendogli schiudere le labbra, assaporando
l’interno della
sua bocca. Lo hobbit teneva il viso il più vicino possibile
al suo, premendo la
punta del naso su quello ben delineato di Thorin, beandosi di quel
dolce e intenso
bacio, la sensazione di umido che gli riempiva i sensi.
Stettero
probabilmente diversi minuti a baciarsi in quella
maniera calda e travolgente, non accorgendosi di Dwalin che era tornato
per
sottoporre a Thorin una faccenda che non tornava né a lui
né a Balin. Appena
realizzò ciò che stava succedendo, superato il
momento iniziale di
sbigottimento, accostò piano la porta d’entrata,
facendo marcia indietro.
Tornò
giù negli uffici, il passo un poco traballante e non
sicuro come sempre.
“Che
cosa ha detto Thorin?”
Gli
domandò il fratello, sventolando appena il pezzo d carta
che li stava facendo dannare.
“Thorin
è occupato. Molto occupato. Glielo chiederemo
domani.”
Balin
arcuò le sopracciglia, guardandolo.
“Non
aveva più impegni stasera.”
“Ne
ha trovato uno che lo terrà indaffarato fino a domani
mattina minimo.”
Replicò,
per poi passarsi le mani sul volto, emettendo una
risata grassa e divertita, provocando un’espressione confusa
da parte dell’altro
nano.
“Vorrei
raccontarti
tutto fratello, ma credimi che Thorin vorrebbe la mia testa.
Farà lui l’annuncio.”
“Di
quale annuncio stai parlando?”
Dwalin
in risposta rise ancora, prendendo posto sulla sedia
vicino alla scrivania, scuotendo la testa.
“Avevi
ragione tu, Balin. Quell’hobbit è proprio pieno di
risorse.”
Il
nano fece per domandare ancora spiegazioni, sentendosi
però strappare dalle mani il foglio incriminato, guardando
perplesso il
fratello minore lasciarsi andare alle risate più liberatorie
della sua vita.
Sospirò,
osservando la pila di fogli lì davanti.
Per quella sera, poteva anche andarsene a
dormire.
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