Tutto Accadde In Un Secondo

di esme123
(/viewuser.php?uid=699495)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Capitolo 3

 

“Non potete farlo!! È ancora una bambina”
“Deve essere addestrata per completare il progetto”
“Ma ha solo cinque anni!! Non sarà mai capace di completare l’addestramento!”
“Il progetto deve essere completato prima che il soggetto compia sedici anni quindi dobbiamo iniziare immediatamente!!”
“NON LE PERMETTERÒ DI UCCIDERLA IN QUESTO MODO!”
“DOTTORESSA MAR MI LASCI IMMEDIATAMENTE”
Dei colpi di pistola.
Del sangue sul pavimento.
Un urlo disperato.

La ragazza si alzò di scatto respirando faticosamente e stringendo un pugno al petto.
Perché, nonostante siano passati anni, continuava a fare qual maledetto incubo?
Perché non riusciva a dimenticare? PERCHÉ??
Sentiva il suo cuore battere all’impazzata.
Doveva assolutamente calmarsi, quindi decise di fare dei respiri profondi.
-Solitamente aiutano- si disse fra sé e sé.
Continuò a fare respiri profondi fino a che non si calmò. Solo allora si accorse che qualcosa non andava.
Era seduta su qualcosa di comodo.
Abbassò lo sguardo capendo che era seduta su un divano.
Ma come ci era arrivata lì? I militari l’avevano presa?.
Rabbrividì al pensiero per poi scuotere leggermente la testa.
No, non era possibile.
Loro non sarebbero stati così clementi da metterla su un divano.
Si guardò le gambe, confusa, notando che erano completamente fasciate.
Istintivamente si guardo il resto del suo corpo notando che era completamente fasciata.
Qualcuno… l’aveva curata? Si era preoccupato per lei?.
Ancora più confusa di prima, decise di alzarsi per esplorare quel posto ma una voce la fece girare di scatto prima che facesse qualsiasi movimento.
“Ben svegliata!” la voce proveniva dall’altra parte della stanza dove le luci erano spente, non permettendo così alla ragazza di capire chi era.
“Ti senti bene?” continuò la voce incominciando ad avvicinarsi mostrando così il suo aspetto.
Era… una tartaruga?
La ragazza strizzò gli occhi credendo di aver visto male.
Invece aveva visto benissimo.
Era una tartaruga gigante con una maschera azzurra e due occhi color mare. Le sorrideva cercando evidentemente di tranquillizzarla.
“Ti senti bene?” ripeté la tartaruga aspettando una risposta.
La ragazza fece un cenno di capo facendolo sorridere ancora più apertamente.
“Ne sono contento” disse poi incamminandosi verso la ragazza.
“Mi chiamo Leonardo ma mi puoi chiamare Leo” continuò la tartaruga alzando il braccio verso di lei.
La ragazza non si mosse per qualche secondo per poi stringere la “mano” di Leo con titubanza e tenendo alzata la guardia in caso di attacco.
Non si fidava per niente di lui.
“Invece tu come ti chiami?”.
La ragazza si bloccò improvvisamente con gli occhi spalancati.
Nessuno le aveva mai chiesto come si chiamava.
Solitamente veniva chiamata ‘Progetto 2103’.
Andò in panico per qualche secondo, ma poi un ricordò.
Solo una persona la chiamava in modo diverso.
La chiamava...
“Angela. Mi chiamo Angela Black”
ANGOLO AUTRICE
Ciaoo vi è piaciuto il capitolo?? Spero proprio di sì ^^ se ho fatto qualche errore ditemelo per favore così posso migliorare ^^
Ci vediamo nel prossimo capitolo!!!
Bye!!!
Esme123




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3359202