Catherina: Il Frammento di Specchio.

di Mordekai
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"Lo specchio non capta altro se non altri specchi, e questo infinito riflettere è il vuoto stesso. "

Era una notte limpida e fresca, una flebile luce perlacea filtrava dalla finestra di camera mia. In lontananza sentivo le onde del mare infrangersi contro gli scogli della costa di Helmsvarna, la mia città natale. Ero avvolta nelle mie enormi coperte rosso rubino, prima di sentire qualcuno svegliarmi bruscamente:

"Signora Catherina, la prego, prenda le sue cose e mi segua."

"Woodrow? Che accade?"

"Le spiegherò tutto a tempo debito Signora."- mi rispose Woodrow, con leggero nervosismo e agitazione. Lo vedevo osservare attraverso la finestra con la fronte corrugata e la cosa iniziava a preoccuparmi. Mi vestii rapidamente con il vecchio vestito azzurro cucito da mia nonna, presi il ciondolo di mia madre e Elve, il mio persiano e corsi nell'androne. Lì c'erano i miei genitori, ma non appena scesi l'ultimo scalino, le finestre esplosero e da lì entrarono strane creature dagli occhi bluastri luminosi, simili a degli sciacalli.

"Prendete la ragazza, ha il frammento. Uccidete gli altri."- disse una delle bestie.

"Non osate toccare mia figlia, maledetti!"- urlò mio padre brandendo un bastone e colpì uno di loro, facendolo scomparire in una nube di fumo.

"Scappa Catherina! Scappa!"- urlò mia madre. Corsi da Woodrow, ma trovai solo la mia finestra aperta. Corsi fuori e trovai il mio maggiordomo ad attendermi a braccia aperte:

"La prego Signora Catherina, salti. Non indugi o sarà tardi."

La mia mente era offuscata, il mio cuore batteva incontrollabile e l'adrenalina scorreva nelle mie vene con rapidità. Tutte e tre le cose mi provocarono un giramento di testa e senza rendermene conto, caddi. Sentii delle braccia afferrarmi al volo. Woodrow mi aveva salvata da una caduta rovinosa. Sentivo solo il suo respiro affannoso per un breve periodo, quando venimmo investiti da una fragorosa esplosione. Una colonna di luce cianotica perforò il cielo e la terra, dividendo la mia casa e quel che la circondava in mille frammenti. Era magnifico e terrificante contemporaneamente, fin quando non venimmo risucchiati dalla colonna di luce, così gli alberi, il mare e gli scogli.

Restai stretta al mio maggiordomo e a Elve, mentre la luce abbagliante ci faceva rimbalzare da una parte all'altra del cielo, come una frenetica trottola fino a che non perdemmo i sensi. Ricordo solo un urlo angosciante e un ruggito feroce squarciare il mio udito.
 
Mi svegliai urlando.





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