NdA:
NOTA IMPORTANTE: so che l'episodio da cui comincio ("il
peggior ricordo di Piton", quinto libro della Rowling)
è ambientato al quinto anno, ma ho deciso di spostarlo nel
sesto, per non annoiare troppo i lettori (che spero ci saranno) con un
anno in più da scrivere.
ciao
popolo di fanfic!!! sono
nuova, e ho deciso di cominciare a scrivere questa fic un po' per
divertirmi, un po' per una sfida con me stessa... ho deciso di provare
a scrivere la storia di Lily e James perchè dal quinto libro
della Rowling (prima volta in cui sono apparsi come attori e non
presenze fumogene di cui tutti parlano e nessuno sa niente) mi
hanno affascinato terribilmente. come fanno due persone che si odiano a
innamorarsi? che unione di caratteri ha creato l'Harry che conosciamo
tanto bene? eccetera eccetera
Vabbé, vi sto rompendo troppo, vi lascio alla fic, spero che
vi piaccia...
CAPITOLO 1
DOPO
GLI ESAMI
Scritto
da Rowling:
"Bene" disse James che sembrava furibondo."Bene..." (...)
"Chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?"
Scritto
da me:
Le
lacrime rigavano il volto di Lily mentre la vista le si annebbiava
sempre più. Ormai riusciva solo a intravedere i contorni
confusi e sfocati di quel paesaggio che le era tanto familiare.
Centinaia di vesti da mago le sfilavano davanti, ma lei non riusciva a
distinguere i diversi visi degli studenti che si aprivano in due ali
mentre correva via; e sinceramente neanche le importava più
di tanto.
Tutto
aveva cominciato a girarle attorno e sentiva le gambe tremare sotto di
se.
Quello
che percepiva più di tutto e sempre con maggior chiarezza
era il dolore, si allargava come uno scroscio d’acqua
continuo e implacabile che sommergeva ogni altra emozione, senza
risparmiare nulla.
Lily
ormai non riusciva più a vedere niente, ma conosceva
così bene il parco di Hogwarts che le gambe la guidavano da
sole verso il suo rifugio preferito nei momenti di sconforto.
Presto
arrivò a una vecchia quercia ai cui piedi c’era
una conca che si adattava perfettamente alla sua schiena.
Si
affrettò a sedersi prima che le gambe la tradissero, si
abbracciò le ginocchia con le braccia, affondando il viso
tra le pieghe della veste e lasciò scorrere le lacrime.
Non
erano certo le parole di Potter ad aver turbato Lily. Non
l’avevano affatto stupita.
Idiota,
arrogante, presuntuoso che non era altro, capace solo di scherzare.
No,
era l’offesa, quell’orrenda offesa che le trillava
nelle orecchie a ogni respiro, a ogni lacrima.
Quell’offesa
terribile, odiosa per tutti i babbani.
E
da chi era stata pronunciata?
Da
quelle che una volta credeva le labbra di un amico, il miglior
confidente che avesse mai avuto.
Come,
come aveva potuto?
Schifosa
Mezzosangue.
Quell’offesa
era uscita dalle labbra di Severus Piton.
Doloroso
più che mai, odiosi come non le erano mai sembrati, i
ricordi felici cominciarono a invadere la mente di Lily.
Severus
ragazzino che le svelava l’esistenza di Hogwarts, i pomeriggi
passati insieme a discutere sulla magia; le passeggiate intorno al
lago; i dialoghi sui professori, e ancora , e ancora, e
ancora…
Schifosa
Mezzosangue.
Un
gemito.
Oddio,
come faceva male.
Le
ultime lacrime caddero. Poi, piano, piano, vennero rimpiazzate.
E
se il dolore era stato una cascata scrosciante, la rabbia divenne una
foresta in fiamme.
Come
aveva osato?
Odioso
Serpeverde. Offendere lei! Una Grifondoro!
Gliel’avrebbe
fatta vedere lei, a Piton!
E’
finita! Mai, mai più piangerò per lui!
E
mai più l’avrebbe fatto.
Lily
stava fissando il faggio di fronte a se meditando ancora vendetta,
quando sentì un suono leggero che si avvicinava.
Un
fruscio di foglie smosse, uno scalpiccio di passi, qualche rametto
spezzato e apparve Mary, con i lunghi capelli castani che si muovevano
al vento.
S’inginocchiò
davanti a Lily e vedendole gli occhi di un verde stupefacente gonfi e
rossi di pianto enunciò con la massima serietà:
“Piton è proprio un coglione”.
Lily
sorrise.
Mary
trovava sempre il modo di tirarla su di morale, con quella schiettezza
che aveva fatto di lei la sua migliore amica.
“Sprechi
il tuo tempo a piangere per lui, sai” continuò,
più seria.
“…quando
potresti benissimo festeggiare insieme a me la fine del penultimo
esame”.
“Lo
so,” replicò Lily con la voce ancora un
po’ spezzata, “ma non posso fingere che non mi
abbia ferito”.
“Nessuno
te lo chiede. Dai…” esclamò alzandosi
“andiamo a fare una passeggiata vicino al lago”.
Tirò
su Lily con la forza e cominciarono a incamminarsi.
Dopo
un attimo di silenzio, Mary aggiunse: “se ti fa sentire
meglio, Potter ha umiliato Piton davanti a tutti”.
“Secondo
te, avere conferma di quanto Potter sia detestabile, mi fa sentire
meglio?” chiese ironica Lily.
“No.
Era tanto per dire, e poi potresti anche lasciarti andare. Un
po’ di sana cattiveria non ha mai fatto male a
nessuno…”.
Lily
fece un sorrisino triste. Forse avrebbe davvero dovuto riderci sopra.
Ma
lei non era così cattiva.
Una
nuova fitta le trapassò il cuore.
No.
Era sicuramente troppo presto.
A
quel punto Mary si fermò di botto, guardò Lily
dritta negli occhi, sorrise e la abbracciò forte.
“Per
fortuna ci sei tu”.
Il
miglior giocatore di Quiddich di tutta Hogwarts se ne stava seduto
sulla sua poltrona preferita, davanti al fuoco debole della sala comune
di Grifondoro.
Ormai
dentro non c’era più nessuno.
Era
solo.
Per
chi lo conoscesse, questo era un fatto piuttosto insolito,
perché James Potter non stava mai solo.
Mai.
Era
sempre accompagnato dai suoi tre migliori amici, i Malandrini, o al
limite dal solo Sirius.
Ma
vista l’ora, non c’erano dubbi sul fatto che
fossero ormai tutti a letto, certo era tardi, ma James non aveva alcuna
intenzione di dormire.
Aspettava
Lily.
Le
sue parole continuavano a bruciargli dentro da quel pomeriggio.
Mi
dai la nausea.
Mai
era stata così esplicita. Fino a quel momento, Lily aveva
sempre risposto alle sue provocazioni con occhiate di fuoco o ironia
spinosa.
Mai
aveva reso così palese il suo disgusto per lui.
Perché era così.
Lei
lo odiava, le faceva schifo.
Forse il suo problema era l'impulsività ... anche quel
giorno, non avrebbe mai tolto le mutande a Mocciosus se non fosse stata
l'ira a dominarlo. Le parole di Lily che bruciavano come
acido sulla pelle.
Come avrebbe potuto dirle che lui provava ben altri sentimenti?
Dove
avrebbe trovato, ora, il coraggio di confessarle quanto era importante
per lui?
Ma
James era deciso a provarci, o almeno a chiederle il perché
di tutto quell’odio.
Mai
come allora gli era sembrata così lontana, e mai un loro
rapporto gli era sembrato più improbabile. Odio e amore,
così diversi.
James
si stropicciò stancamente gli occhi. Ma allora
perché era rimasto tutto il pomeriggio in sala comune? Se
lei lo odiava, cosa poteva guadagnarci a ricevere altri insulti?
Niente.
Proprio niente. L’unico motivo era che ormai la vita di James
era completamente e irrimediabilmente condizionata dalla presenza di
Lily.
Cosa
decideva se fermarsi in sala comune o salire in camera?
Se
Lily era lì, restava anche lui.
Perché
alcune volte il cacciatore si trovava a gironzolare in biblioteca?
Se
Lily era lì, era un buon motivo.
E
così via.
James
era uno dei più apprezzati fra le ragazze di Hogwarts, era
alto, popolare, carismatico, con i capelli neri perennemente in
disordine che gli davano quell’aria da adorabile ribelle a
cui nessuna sapeva resistere.
Molte
sembravano perdere l’uso della parola quando James era nelle
vicinanze, perché lei no? La risposta arrivò da
sola, con una tale naturalezza da sembrare molto più che
ovvia nella mente tormentata del ragazzo.
Perché
lei era ironica, pungente, fantastica, inimitabile e anche
perché se non fosse così, James non ne sarebbe
così irrimediabilmente attratto.
Era
per questo che lui non sarebbe mai stato capace di instaurare una
relazione seria con nessuna che non fosse lei.
Era
per questo che, insieme a Sirius, era il più famoso (e
ambito!) casanova di tutta Hogwarts, quello che tutte le ragazze
speravano di conquistare.
Eppure
per lui i loro baci appassionati erano un passatempo, non una passione,
e le notti infuocate passate in loro compagnia non avevano altro fine
che il successivo commento con Sirius.
Invece,
appena James vedeva Lily, il cuore ( lo stesso che ora gli pulsava
dolorosamente per le sue parole) cominciava a battergli forte e gli
saliva dalla parti del pomo d’Adamo se lei guardava dalla sua
parte.
Improvvisamente
James cominciò a chiedersi se quel cuore, che aveva subito
così tante pugnalate negli ultimi tre anni, avrebbe retto
un’altra occhiata sprezzante da parte di lei.
Decise
di no, così preferì andare a prendere il suo
mantello dell’invisibilità, per guardarla senza
essere visto.
Fece
le scale di volata, per paura che Lily arrivasse mentre lui era di
sopra, quando entrò, si fermò a guardare i suoi
amici che dormivano.
Codaliscia,
come suo solito, si era rannicchiato in un angolo del letto. Era steso
di fianco, con le gambe piegate sotto la pancia e la coperta sopra la
testa, benché fosse una calda notte di giugno.
Assomigliava
molto a quel topo in cui si trasformava tutti i mesi con la luna piena,
anche il suo respiro era irregolare e ansioso.
Accanto
al suo, c’era il letto di Remus, anche lui si era spinto in
un lato del letto ma a pancia sotto e teneva un braccio sotto la testa.
Il
cuscino era stato spinto da una parte, dimenticato.
Completamente
diverso era Sirius e, nel vederlo, James dovette soffocare una
risatina. Era steso senza coperte nel centro. Indosso aveva solo i
boxer, le braccia e le gambe larghe penzolavano fuori dal letto e dalla
bocca spalancata fuoriusciva un russare non propriamente silenzioso.
James
ne distolse lo sguardo e si diresse verso il suo letto accanto alla
finestra. Aprì il baule e lo colpì leggermente
con la bacchetta, sussurrando “Forium” e si
aprì un cassettino segreto, dentro vi era nascosto il
mantello, la cosa più preziosa che James possedeva. Nel
tirarlo fuori, però, cadde dal baule una piccola fotografia
animata. Si affrettò a raccoglierla ma si
soffermò a osservarla.
Risaliva
all’anno precedente mentre i ragazzi si stavano salutando
prima di salire sull’espresso di Hogwarts. James aveva
portato la macchina fotografica per scattare qualche foto ai suoi
amici, che non avrebbe rivisto per tutta l’estate.
Aveva
approfittato dell’occasione per scattarne una di nascosto a
Lily, che era proprio dietro di loro.
Non
guardava certo l’obbiettivo, ma rideva con le sue amiche e
scuoteva i capelli, che lanciavano riflessi al sole estivo.
Non
era una bella foto, ma era l’unica immagine di lei che aveva.
James
la richiuse dentro lo scomparto segreto. Non voleva che la
vedesse nessuno, perché non si era mai confessato con i suoi
amici, timoroso dei loro commenti. James uscì velocemente e
mentre scendeva le scale indossò il mantello.
Si
era appena seduto fissando i ceppi consumati del focolare, quando
sentì il quadro aprirsi e delle voci sussurrare.
James
balzò in piedi, come se al posto del cuscino morbido di
velluto rosso ci fosse un porcospino.
“…
io invece alla domanda quattordici ho risposto che la pietra
è il bezoar” stava dicendo Mary, preoccupata.
“Ma
no!” dissentì Lily “ è
l’Aretaria, non ricordi? Lumacorno l’ha nominata
almeno due volte quest’anno, dicendo che oltre ad avere
proprietà curative ne ha anche di terapeutiche se tritata
con agrifoglio”.
James
si avvicinò a loro respirando pesantemente, non parlavano di
lui ma dell’esame di Pozioni. Non avrebbe saputo dire se ne
fosse felice o meno.
“Guarda,
c’è un libro sul tavolo” disse Lily
indicandone uno a destra del camino.
“Di
chi è?”
“Sicuramente,
qualcuno che studiava stamattina l’ha lasciato qui”.
Mary
si avvicinò veloce al tavolo, prese il libro e, dopo un
attimo di esitazione, lesse:” Questo libro appartiene a Peter
Minus”.
“Peter
Minus?” ripeté Lily, il disprezzo nella voce.
“E’ amico di Potter, lascialo
lì”.
Mary
si piantò di fronte all’amica con
un’espressione combattuta fra l’esasperato e il
divertito. “Ma si può sapere che ti ha fatto quel
ragazzo?”
“Cosa
mi ha fatto? È un arrogante, vanesio,
egocentrico…”
Mary
sorrise furbamente: “Se, se, sarà che la nostra
Lily, sotto, sotto, parla male ma in realtà, forse, questo
Potter non lo odia poi così tanto…”
“Mary!
Ma che diavolo dici?” , Lily nel dirlo si
imporporò tutta.
Mary
sghignazzò soddisfatta. “Ah, ah! Ti ho
beccato!!”
James
era perfettamente immobilizzato, o per meglio dire, pietrificato nel
suo angolino. Che piega che aveva preso il discorso!
“Non
ci pensare neanche!” protestò Lily,
l’imbarazzo evidente nella voce.
“Uhm,
uhm… facendo un discorso puramente ipotetico”
cominciò Mary.
“puramente…”
sottolineò Lily, sospettosa.
“se
James perdesse tutti i suoi lati negativi…”
“Stai
andando in un’ipotesi decisamente irreale, Mar.”
“…
comunque sia, tu gli parleresti?” concluse la ragazza
candidamente.
“In
questo surreale universo parallelo, si, gli parlerei. Soddisfatta,
ora?”
“Certo,
certo…” affermò Mary con le mani dietro
la schiena e l’aria perfettamente angelica.
Le
due ragazze salirono la scala dei dormitori femminili, lasciando James
al buio e immerso nel silenzio totale.
Dopo
una manciata di secondi, gli ingranaggi del suo cervello ricominciarono
a ruotare e a formare pensieri di senso compiuto, mentre il cercatore
cercava di riprendersi dallo shock della conversazione appena udita.
Beh,
ora ne so molto più di prima.
E
con la netta impressione che la giornata non fosse andata proprio male,
James si diresse nel proprio dormitorio fischiettando.
°°°°°°
I
pochi giorni che rimanevano prima delle vacanze estive passarono in un
battibaleno sia per Lily che per James. Infatti, dopo l’esame
di Trasfigurazione, entrambi dedicarono tutte le energie
nell’oziare e cercando di divertirsi il più
possibile.
Lily,
da parte sua, si impegnò completamente nel cercare di
ignorare Piton ogni qualvolta lui le rivolgeva parola e, nel
caso non potesse evitarlo, gli rispondeva con la massima freddezza.
Inizialmente,
Lily credeva che sarebbe stato difficile, eppure fu sorpresa della
facilità con cui il pensiero di lui stesse lontano dalla sua
mente. Dopo quel primo (e unico) sfogo lacrimoso, il ricordo di Severus
non le provocò più rimpianto. Anzi, si
sentì incredibilmente leggera, perché sapeva che
finalmente aveva preso una decisione nei suoi riguardi, e sentiva con
chiarezza lampante che era quella giusta. Paradossalmente, lui
dimostrò di essere di ben altra opinione, cercando di farle
continuamente cambiar giudizio su di lui. (NdA come si
ricorderà chi ha letto l’ultimo libro della
Rowling)
Lily,
invece, era ben sicura e, quando continuò a vedere il suo
ex-amico in compagnia dei ben noti Mangiamorte, non ebbe più
alcun dubbio.
Aveva
finalmente capito qual era il posto di Severus Piton e qual era il
proprio.
Lei
aveva finalmente aperto gli occhi e dato ascolto alle tante voci che le
avevano detto chi fosse realmente Piton. Cosa di cui Mary non smetteva
di vantarsi, continuando a ripetere: “Comunque, io, te
l’avevo detto.”
Da
quel giorno, il pensiero di Severus Piton smise di tormentare Lily per
sempre.
Così,
Lily scoprì una voglia di vivere nuova e intensa, che
insieme al vecchio amico si era vista costretta a soffocare,
perché lui aveva sempre amato restare al chiuso e al buio e
Lily l’aveva sempre seguito. Una nuova e inaspettata gioia la
coglieva nel sentire il sole sulla pelle e l’acqua che le
accarezzava le gambe; anche le cose più semplici, come
correre a perdifiato sulla riva del lago e farsi schiaffeggiare dal
vento, le parevano sensazioni diverse e più intense di
quanto si fosse mai aspettata. Il petto era ormai privo di un peso che
l’ aveva oppressa ormai da troppi anni, così
abituato a sopportarlo che si era scordato della sua presenza.
Era
il peso del dover prendere una scelta, e ormai Lily l’aveva
fatta.
Ora
era felice, incredibilmente felice, e la ragazza decise di dar ascolta
a questa sua nuova vivacità stando con le sue amiche tutto
il tempo e ridendo a crepapelle per la minima cosa.
Mary,
naturalmente, e le altre sue migliori amiche: Alice e Amelia, si erano
accorte del nuovo stato d’animo di Lily e ne avevano
perfettamente compreso il motivo. Da vere amiche, non ne avevano fatto
parola, ma la assecondavano in ogni iniziativa e, diciamolo, la
preferivano decisamente così che quella Lily sempre un
po’ più cupa e imbronciata a cui erano abituate.
Spesso, come qualsiasi ragazze normali di sedici anni si trovavano a
fare dei dialoghi stupidi e a prendersi bonariamente in giro.
“Ragazze,
ho deciso, adesso vado da Frank e gli dico che mi piace!”
proferì Alice un bel pomeriggio mentre erano tutte e quattro
stese sull’erba.
All’istante
le tre ascoltatrici risposero con un:
“Ooooooooooooh!!!”
“Almeno
smetti di stressarci ogni santissimo giorno!”
proseguì Lily, provocando le risatine delle compagne.
“Ah,
tante grazie!” rispose un’Alice molto scocciata.
“Ma
dai, Lil, cerca di capirla, è innamorata!”
cercò di aiutarla Amelia, la più romantica.
“Si,
si, innamorata...” fece Mary, sadica, “vi dico io
di cos’è innamorata Ali! Di quel bel posteriore
che si ritrova Paciock!”.
Da
lì si scatenò il caos. Lily scoppiò in
una risata così fragorosa che presto le costole cominciarono
a dolerle in una maniera assurda. Amelia strillò un:
“Mar!” scandalizzato. Alice si imporporò
sia di rabbia sia di imbarazzo e minacciò:
“Comincia a correre!!”.
Ridendo
come una pazza, Mary si alzò di scatto e l’altra
prese a inseguirla per tutto il parco, facendo beare dello spettacolo
le due amiche.
Alla
fine, Alice ebbe la meglio e si lanciò sopra Mary, cercando
di strozzarla.
“Ahi!
Ah,ah,ah! Dai Ali scherzavo! Ih,ih,ih! Però devi ammettere
che …”
“Cosa?”
“Beh
… è ben dotato!”
“Ma
va*, Mar!”.
E
cose di questo genere …
Inoltre,
questa nuova vivacità aveva scatenato verso di lei molto
interesse da parte del popolo maschile di Hogwarts, che aveva
cominciato a considerare Lily Evans diversamente.
Si
sa, la felicità dona un nuovo splendore al viso delle
persone, e il suo era diventato di una bellezza considerevole per chi
lo guardava. Gli occhi verdi erano meravigliosi con quella
brillantezza, la risata era serena e contagiosa, il corpo agile e
adulto. Di tutto ciò si era reso conto in particolare Ernie
Smith, Tassorosso, classico tipo tutto muscoli niente cervello. Siccome
Smith era una persona che non si faceva molti scrupoli,
prestò dimostrò il suo interesse in modo palese
alla ragazza.
Ora,
potete trovare tutte le ragioni che vi aggradano: ormoni in circolo,
impetuosità adolescenziale, attrazione fisica …
fatto sta che nel giro di due giorni si erano ritrovati fidanzati.
Comunque,
bisogna sapere che questo era l’aspetto meno gradito, per le
tre amiche di Lily, della sua inusuale felicità. Ma di buon
grado, decisero di accettare Smith fra di loro, sperando che
quell’assurda cotta finisse presto.
Insomma,
Lily aveva cominciato a vivere di nuovo.
Che
altro poteva mancare nella vita di una sedicenne?
Solo
una stranezza le impediva di distrarsi come avrebbe voluto per il resto
del tempo che le rimaneva. Quella stranezza aveva un nome, e anche un
cognome!
James
Potter.
Lily
non riusciva a capacitarsi di come una persona potesse cambiare dal
giorno alla notte in quella maniera. Infatti, James Potter aveva preso
a ignorarla, e la cosa la lasciava non poco esterrefatta.
Nei
corridoi, prima non c’era occasione che lui non perdesse per
rivolgerle parola o farsi notare, ora, le passava accanto, silenzioso,
senza neanche farle un cenno con la mano o una strizzata
d’occhio.
All’inizio,
Lily si era a dir poco rallegrata della lieta novità, ma
piano, piano si era ritrovata a volgere sempre di più lo
sguardo verso lui e la sua piccola banda, i Malandrini. Ovviamente,
fino a quel giorno non si era mai disturbata a farlo perché
era sicurissima che James l’avrebbe degnata della sua
“regal” presenza.
Naturalmente,
non che ci fossero grandi differenze nel suo comportamento: scherzava,
rideva e faceva l’idiota con i suoi amici come al solito. A
tavola poi, si comportavano davvero come dei bambini, per , Lily ne era
certa, farsi notare. Si tiravano addosso pezzi di cibo in
continuazione, si rovesciavano addosso caraffe di succo di zucca, si
abbuffavano come animali e facevano un tale chiasso da coprire ogni
altro rumore in Sala Grande. L’unico tra quel branco di
idioti, degno di attenzione era Remus.
Remus
si poteva considerare l’unico e insostituibile amico maschio
di Lily. Si erano conosciuti al terzo anno e ormai passavano un sacco
di tempo insieme. Lui era gentile, dolce e premuroso, con un carattere
così amabile che Lily aveva presto cominciato a definirlo il
suo migliore amico. L’unica sua pecca era davvero quella di
frequentare gentaglia come il signor Potter.
Lily
gli aveva spesso domandato cosa ci trovasse in loro e l’unica
risposta soddisfacente che mai avesse ottenuto era stata:
“Sono diversi da come credi, Lily, sono dei veri amici.
Dovresti conoscerli meglio, ti piacerebbero sicuramente.”
Ma
lei non aveva mai sperimentato ciò che le consigliava Remus,
e non aveva più ripensato alla sua opinione sui malandrini.
Fino ad ora.
Forse
era davvero cambiato?
Ma
James si passava una mano sui capelli e giocherellava con un boccino
come al solito, eppure ignorava Lily.
Ma
che diavolo gli era preso? Troppo spesso si era posta questa domanda.
Troppo spesso secondo la sua personalissima regola del
“non-pensare-mai-a-Potter-se-non-per-mandarlo-al-diavolo”.
Certamente, Lily si sarebbe buttata in un pozzo, affogata nel lago,
uccisa con il gas, tagliata le vene e buttata sotto mille elefanti
piuttosto che ammetterlo, soprattutto a se stessa, ma quelle scaramucce
quotidiane cominciavano a mancarle.
Il
sorriso furbetto e il viso sottile facevano capolino troppo spesso nei
suoi pensieri, circondati da un alone di misero.
Naturalmente,
Lily non l’avrebbe mai potuto sapere, ma c’era una
precisa ragione per cui James Potter aveva iniziato la sua metamorfosi.
E
non avrebbe mai potuto sapere che era stata lei in persona, con quel:
“Si, gli parlerei”, ad averla messa in
atto.
FINE PRIMO CAPITOLO
Che dire, spero vi sia piaciuto!!!
mi raccomando, recensite numerosi sia per critiche che per complimenti
(spero ci saranno), spero che i vostri consigli mi aiuteranno.
spero di aggiungere presto il nuovo capitolo.
Questo capitolo è dedicato ad ARIADNA (no, non è
un errore è proprio scritto così) che mi ha
attribuito il nick name Tugs (che odio dalla bellezza di 4 anni, ma che
ho imparato ad apprezzare).
Sei sempre e comunque la mia best friend, anche se spesso, molto
spesso, spessissimo
mi rompi le palle in maniera indescrivibile...
Tugs**
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