Titolo:
Dearly beloved
Autore:
Liberty89
Genere:
Fluff, Sentimentale
Rating: Verde
Personaggi:
Riku, Sora, Kairi, OC
Avvertimenti:
One-shot, Missing Moments, Post-KH2
Note dell'autrice:
Buonsalve! Piccolo postaggio notturno che vede i nostri eroi dopo il
filmato finale di Kingdom Hearts II. Stiamo sempre tutti a pensare alla
mamma di Sora e alla cena in sua attesa che ormai avrà su le
ragnatele... e i genitori di Riku? Come reagirà il nostro
eroe al ritorno a casa? E sua madre? A voi il giudizio, come sempre :3
Si ringraziano Paolino
e la fragolina
di bosco per il sostegno e i suggerimenti x3
Buona lettura!
Disclaimer: i personaggi e
l'ambientazione non mi appartengono. La fic non è stata
scritta a scopo di lucro.
Dearly beloved
Kingdom Hearts 3D - Dearly
Beloved The Next Awakening ver.
Finalmente erano tornati a casa. Dopo più di un anno,
finalmente avevano rimesso piede sulle bianche spiagge delle Destiny
Islands.
Riku alzò lo sguardo al cielo sfumato dai colori del
tramonto e sollevò un braccio per salutare gli amici a bordo
della gummiship. Kairi lo imitò, mentre Sora
agitò entrambe le braccia con energia, combattendo la
tristezza per quell'arrivederci che sarebbe potuto durare per molto
tempo. Quando la nave rossa e gialla non divenne nient'altro che un
puntino luminoso nell'imbrunire, i tre diedero le spalle al mare e si
avviarono verso il centro cittadino.
Si fecero avanti a passo sostenuto, in silenzio, ognuno perso nei
propri pensieri, finché l'unica ragazza non
scattò davanti ai due amici per stringerli a sé e
posare la fronte sulle loro.
-Bentornati a casa.- mormorò con un sorriso, per poi saltare
indietro. -Domani vengo a trovarvi!- avvertì, prima di
imboccare il sentiero di sinistra in direzione della casa del Sindaco.
I ragazzi annuirono e la salutarono con un cenno quando lei si
girò un'ultima volta, il viso sorridente illuminato dalla
gioia, poi ripresero il loro cammino sul sentiero di destra. La casa
del castano era già in vista dopo pochi passi ed egli si
fermò, prendendo un respiro tremante.
L'argenteo cercò il suo sguardo e quando riuscì a
incrociarlo si sorprese di vederlo tinto di timore e insicurezza. -Hai
paura?-
-Un po'… Quella sera sono uscito dalla mia finestra e
poi… - Sora deglutì a vuoto, tornando a guardare
la propria dimora in cui si accesero le luci al piano inferiore.
-Vedrai che andrà tutto bene.- assicurò il
custode della Via per l'Alba. -È tua madre. Magari ti
rimprovererà e non ti farà più uscire
per il resto della tua vita…-
-Grazie tante.- commentò l'altro, incamminandosi di nuovo.
-…ma ti amerà sempre. Ne sono sicuro.-
-Mh, lo stai dicendo davvero solo a me?- chiese Sora, posando la mano
sul cancelletto di legno e tornando a fissare l'amico negli occhi
acquamarina, trovandoli sgranati.
Riku trattenne il fiato per un istante, per poi cedere sotto il peso
dell'ansia che aveva iniziato a crescergli in petto da quando erano
entrati in paese. Vedere le case sfilare accanto a sé gli
aveva fatto realizzare all'improvviso che i suoi genitori non lo
vedevano da più di un anno e il pensiero di mostrarsi
davanti a loro così cambiato e con le cicatrici degli errori
compiuti marchiate nel suo animo aveva cominciato a spaventarlo.
-Andrà tutto bene, Riku.- disse il castano, mettendogli una
mano sulla spalla.
Il ragazzo sbatté le palpebre un paio di volte, sorpreso nel
sentirsi rivolgere le proprie parole, poi sorrise grato e
abbracciò l'amico, annuendo.
-Allora… ci vediamo domani?- tentennò il minore,
chiudendosi il cancello alle spalle.
-Certo.- rispose l'argenteo, salutandolo con un cenno della mano. -A
domani.-
Aveva compiuto solo qualche passo e dalla casa appena lasciata proruppe
un grido di gioia in cui riuscì a distinguere molto bene il
nome del custode della Catena Regale. Per lui era andato tutto bene.
Cacciandosi le mani in tasca, Riku proseguì per la propria
strada e in una manciata di minuti scorse la sua casa. Avvicinandosi,
notò che era rimasta tale e quale al giorno della sua
partenza: il rosso del tramonto ne colorava le mura lignee e l'edera
che vi correva sopra fino al tetto, dal comignolo di pietra usciva un
leggero filo di fumo e le luci erano accese. Oltrepassò il
cancello e lo steccato, richiudendo la porticina con naturalezza, e si
stupì quando si accorse di trovarsi già di fronte
alla porta d'ingresso.
Deglutì a vuoto e alzò il pugno destro, esitando
un istante prima di colpire il legno con le nocche. Risuonarono tre
colpi secchi, che alle sue orecchie sembrarono gli spari di un cannone,
poi un passo affrettato colmò il silenzio, insieme a una
voce femminile -che pensava non avrebbe mai più sentito- che
chiedeva chi fosse. Non ebbe però il tempo di farsi divorare
dall'ansia e assecondare la voglia di correre a nascondersi,
perché l'uscio si aprì e le sue paure si
sciolsero come neve al sole, sostituite da una nostalgia travolgente.
Sua madre era più bella di quanto ricordasse, identica
all'ultima volta che si erano visti, tranne per i capelli -argentei
come i suoi-, ora lunghi e trattenuti in una treccia posata sulla
spalla sinistra. Gli occhi verdi lo studiarono incuriositi per un
momento, poi brillarono di riconoscimento e si sgranarono.
Il ragazzo inghiottì altra saliva, stringendo i pugni lungo
i fianchi, senza mai fuggire lo sguardo della donna che lo osservava
dal basso -ormai era più alto di lei.
-Ciao… mamma…-
Lasciata la presa sulla maniglia, la donna gli si avvicinò
per prendergli il volto tra i palmi e percorrerne i tratti con le dita
fini e un poco ruvide, segnate dalla vita casalinga. Gli
scostò la frangia lunga e lesse le sue iridi chiare come un
libro aperto, scoprendone pagine nuove e inaspettate, ma indubbiamente
appartenevano a suo figlio, il suo bambino.
Lo abbracciò con dolcezza, posandogli una mano sulla nuca
per avvicinarlo ancora di più.
-Bentornato.- disse, sentendo la gioia più pura nascerle in
petto nel momento in cui il giovane ricambiò la stretta.
Riku si strinse alla donna come a un'ancora di cui non credeva di aver
tanto bisogno. Come aveva fatto a non sentire la sua mancanza in quel
lungo e periglioso anno? Serrò gli occhi con forza, cercando
di trattenere le lacrime che minacciavano di scorrergli sul viso. Tutta
l'ansia, la tensione, la paura, il terrore per le reazioni che avrebbe
potuto ricevere da sua madre erano diventate un solo grande nodo, che
nonostante si fosse sciolto poco prima, faceva ancora sentire tutto il
proprio peso, lì al centro del petto, dove il suo cuore
batteva con così tanto vigore da farsi sentire fin nelle
orecchie. Nonostante gli errori e le colpe scritti nei suoi occhi, sua
madre gli voleva bene. Lo amava così tanto da non
interessarle dove fosse stato in tutti quei mesi, né che
vita avesse condotto, le importava solo che fosse finalmente tornato da
lei.
Quando sciolse l’abbraccio, Riku la vide asciugarsi una
lacrima fuggitiva sopra il suo splendido sorriso.
-Dai entra, sarai affamato.- affermò, tirandolo per una mano.
A quelle parole il suo cuore di nuovo fu scosso. Erano le stesse che
gli rivolgeva ogni giorno quando tornava da scuola e per quell'effimero
istante gli parve di non essersene mai andato.
-Tuo padre tornerà tra poco. Vieni a farmi compagnia mentre
preparo la cena, ti va?-
Il ragazzo ricambiò quel sorriso dolce e si chiuse la porta
alle spalle. Finalmente era tornato a casa.
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