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II
Diverso tempo era passato da quel pomeriggio: la signorina se n'era
tornata dalla madre a Macerata, Coso era rimasto senza lavarsi sul
divano. Per giorni aveva riflettuto su cosa avesse fatto di sbagliato,
ma soprattutto su cosa potesse fare per evitare di perderla
definitivamente.
Quando
notò che il divano su cui era seduto da bianco era passato
grigio con bustine di cracker aperte vecchie di quattro giorni, decise
che era tempo di agire: entrò in doccia, indossò dei
pantaloni e mise su il caffè. Fu una delle prime volte in cui
azzeccò l'ordine.
Decise
che doveva uscire, la soluzione ai suoi problemi non sarebbe e non
sarebbe potuta entrare dalla finestra: essendo in centro a Milano,
aveva le sbarre.
Dato che quella mattina ritiravano la carta, non c'erano lattine da
calciare sul marciapiede, e il povero Coso dovette accontentarsi di una
pila di vecchie copie di Avvenire buttate dalla vecchietta che abitava
sotto di lui. Finalmente quella pila di carta stava avendo un ruolo nel
bene comune!
A causa del faticoso calciare, il povero Coso si fermò in
panetteria, una delle poche non ancora diventata sala slot.
Preso
il numerino, il nostro omino si trovò davanti ad uno spettacolo
familiare: un bimbo con sua madre, lui che sbatteva i piedi
perché la donna non gli voleva dare l'iphone per guardarsi
youtube. Per quanto lei potesse spiegargli che non era il momento, lui
non capiva. Non ne aveva la maturità.
Era la maturità la caratteristica che mancava a Coso. Quindi
sarebbe bastato prenderne un po'. E se si è quello che si fa,
bastava fingere di esserlo facendo tutte quelle cose da adulto.
Guadagnar punti in quel frangente per riappacificarsi con la sua signorina.
“Scusi, signore? Ha bisogno?”
“Signore”.
Nessuno l'aveva mai chiamato in modo così rispettoso. Forse era
solo buon costume della panettiera? Non poteva sapere che Coso era
solito essere chiamato con appellativi e patronimici degni di
Shakespeare.
“Scusi, mi vorrebbe rispondere o sta lì col numerino in mano ancora un po'?”
No,
non aveva tempo per rimanere lì ancora un po'. Aveva cose da
fare. Non sapeva cosa, ma le aveva. Lasciò cadere il numerino in
modo drammatico uscì con freddezza dalla panetteria.
Ripercorse la strada verso casa tentando di capire quale fosse la prima
azione da fare per essere un adulto. Cosa è che facevano spesso
i suoi genitori? Andavano in banca. Lo lasciavano in macchina, andavano
in banca, aspettavano dieci minuti, e tornavano arrabbiati. Avrebbe
potuto replicare. Ma non aveva una macchina. Però aveva una
bici. Ed era un buon attore.
O almeno, credeva di esserlo.
Ma in quale banca andare? Ce n'erano così tante che avrebbe
potuto impiegare, e quindi sprecare, fin troppo tempo per sceglierne
una. Optò per quella con le macchinette del caffè gratis.
Coso
quindi si diresse verso la banca in questione in bicicletta. Chiuse col
lucchetto la bici ed entrò. Il pavimento liscio affascinava il
nostro eroe che si girava e rigirava taciturno tentando di capire cosa
fare.
Dopo circa dieci minuti in cui creò e ripassò a bassa
voce un copione da seguire una volta uscito, una signorina si
avvicinò.
“Scusi, cosa deve fare qui?” gli chiese.
“Devo
diventare adulto” una risposta del genere probabilmente
affascinò molto la signorina, tanto che la fece allontanare per
parlare con un signore più anziano, il tutto mentre Coso
riposava dall'arduo pensare su una sedia.
Appena poco tempo prima che il nostro eroe si ritenesse pronto per andare, la signorina si riavvicinò.
“Scusi, ma lei è nostro cliente?”
A Coso non tornava quest'informazione.
“No”
A
quel punto la signorina si allontanò verso un suo collega
più giovane, che dopo un attimo di conversazione si mise a
ridere. La signorina se ne stette per un po' nell'atrio, indecisa sul
da farsi per poi tornare.
“Scusi, ma lei vorrebbe essere nostro cliente?”
“No” rispose Coso “Io voglio essere più maturo.”
In quel momento si sentiva pronto.
Uscì spavaldo dalla banca, prese le chiavi, aprì il lucchetto e inforcò i pedali.
Cominciò a pedalare per 15 metri in modo nervoso.
Arrivato al portone del condominio lo aprì per avviarsi al secondo piano.
Entrato, capì che doveva prender nota di questo avvenimento.
Prese un post-it, scrisse “Andato in banca” e lo appese al frigorifero.
Poi aprì quest'ultimo, e si ricordò che non aveva mai fatto la spesa.
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