Ho trentacinque anni, e faccio la guida turistica da almeno quindici,
ma non c’è stato giorno in cui qualcuno dei
passeggeri del mio autobus turistico non mi abbia chiesto cosa fosse
successo alla grande proprietà andata in rovina che si trova
all’inizio della città.
E questo, è un giorno come tutti gli altri.
-Scusi, signorina Dupont e qui sulla destra?cos’è
successo?sembra vi sia stato appiccato un incendio- mi aveva chiesto
un’anziana signora venuta dalla vicina Inghilterra,
osservando i numerosi cartelli di divieto di entrata del luogo.
-In realtà, signora Miller, è proprio
così- avevo risposto, come rispondevo ogni volta a quella
domanda.
-E cos’è successo, di grazia?-
-Questa è una storia che noi parigini tramandiamo di
generazione in generazione, e ancora abbiamo paura a pensare a questo
posto e a quello che vi è successo. Però,
è mio dovere spiegarvi le tradizioni e raccontarvi le
leggende locali, quindi se il nostro caro signor Charles
avrà la pazienza di fermarsi qualche minuto, io vi
racconterò la storia di cuore di ghiaccio-
-Cuore di ghiaccio?- aggiunse allora una bambina con i capelli color
fuoco, alzandosi in piedi prima che sua madre la costringesse a sedersi
di nuovo accanto a lei.
-Si, bella bambina, ma non lasciarti ingannare dal suo nome, questa non
è affatto una bella storia. Bene, adesso che ho attirato la
vostra attenzione mi siederò qui, e inizierò il
mio racconto-
Regnava il silenzio. Poi qualcuno tossì, e io iniziai a
parlare.
-Tutto è iniziato nel 1713, molti anni prima della
rivoluzione. C’era una ragazza, Bernadette, figlia di un
fabbro e di una ricamatrice, che viveva in una delle comunissime case
povere della città. Aveva 17 anni, quando fece
l’incontro che probabilmente, anzi, certamente le
rovinò la vita, ovvero conobbe il figlio di un nobiluomo che
si era trasferito proprio qui, dove adesso non c’è
altro che terra bruciata e alberi morti. A quei tempi, il posto era
splendente e ricco di vegetazione, il ragazzino passava infatti le sue
giornate qui a giocare al riporto con il suo bel cane, oppure a
studiare con il suo precettore, o semplicemente a rilassarsi sotto il
sole caldo. Nessuno sapeva che intrattenesse un rapporto epistolare con
la giovane Bernadette, della quale si era infatuato. Qualche volta,
quando il conte era in giro per affari e lui era solo in casa a parte
per i suoi cuochi e le tre domestiche, riuscivano persino ad
incontrarsi nel grande edificio. La leggenda racconta che si
incontravano nelle cantine, dove era più semplice fare
entrare la giovane senza che nessuno dei servitori se ne accorgesse, e
restavano ore e ore nascosti lì a chiacchierare, forse, fin
quando una sera fu fatta una promessa. Una promessa che non fu mai
mantenuta, e che costò la vita a tantissime persone-
Il mio pubblico trattenne il fiato, la bambina lanciò un
gridolino.
-Le disse che l’avrebbe sposata, che non gli importava nulla
della sua condizione sociale e dei suoi debiti, perché la
amava e avrebbe fatto di tutto per sposarla, e che avrebbe parlato con
il padre al suo ritorno. Si scambiarono un bacio, e si diedero
appuntamento per il giorno dopo, stesso posto, stessa ora. Bernadette
andò via, felice come non mai, senza poter immaginare che la
loro conversazione privata, non fosse stat così privata. Il
precettore del giovane era arrivato giusto in tempo per assistere
all’ultima parte del loro incontro, che giudicava
assolutamente inconcepibile. Decise che doveva fare qualcosa, e
iniziò a meditare sul da farsi, fino al tardo pomeriggio del
giorno dopo, poco prima dell’incontro tra i due ragazzi. Poi
capì che c’era una sola cosa da fare per non
disonorare il buon nome della famiglia che serviva, così con
un espediente riuscì a rinchiudere il giovane Gerard in
camera sua e scese in cantina, dove attese per più di
un’ora l’arrivo della povera Bernadette. Quando
iniziò a pensare che non si sarebbe presentata
all’appuntamento, e si stava dirigendo alla porta,
sentì dei passi e qualcuno che bussava alla finestra al
livello del terreno. Lui la aprì, e lei entrò
senza neanche guardare chi vi fosse, ma quando si rese conto di non
essere attesa dal suo amato, era ormai troppo tardi: il precettore
aveva con sé un coltello, che poco dopo incontrò
il corpo della ragazza. Si racconta che dopo ben ventisette colpi lei
smise di respirare, e solo allora egli non infierì
più sul suo corpo. Si passò un braccio sulla
fronte madida di sudore e andò via, per andare a cercare un
posto adatto dove nascondere il corpo della ragazzina. Gerard
arrivò pochi minuti dopo, liberato dalla cameriera che lo
aveva sentito gridare per essere liberato, ma trovò solo la
sua Bernadette ricoperta di sangue, pallida, fredda. La
chiamò più e più volte anche se sapeva
che ormai non c’era più nulla da fare, che se
n’era andata per sempre. Al ritorno del precettore, lo
avrebbe soffocato con le sue stesse mani, se non fosse stato in
compagnia del padre, per mostrargli con che “razza di gente
avesse rapporti suo figlio”-
-Quindi cuore di ghiaccio sarebbe il precettore di Gerard?- chiese
allora un uomo, di cui non ricordavo è il nome né
a provenienza.
-No, ma adesso capirete. Passarono giorni, mesi, addirittura anni, e
tutti avevano dimenticato la storia della ragazzina innamorata del
figlio del conte. Bernadette fu seppellita, la madre morì di
crepacuore e il padre passò il resto della vita a portare
fiori alle tombe delle donne che più aveva amato. Il
precettore fu allontanato dal suo incarico, poiché uccidere
non era richiesto tra le sue mansioni. Quanto a Gerard,
meditò a lungo vendetta, ma poi si fece una ragione
dell’accaduto e continuò per un po’ la
sua vita. C’era qualcuno che però non poteva
dimenticare. Si dice che il fantasma di Bernadette continuò
a vagare per la casa, spaventando le cameriere e i domestici di tanto
in tanto, ma nulla più, tant’è che in
molti giudicarono solo delle sciocche superstizioni di gente sensibile
e facilmente influenzabile. Probabilmente non mi crederete neanche voi,
ma state a sentire il resto. Qualche anno dopo, circa una settimana
dopo l’annuncio dell’imminente matrimonio di Gerard
con una giovane nobildonna spagnola, il precettore si rifece vivo per
congratularsi con lui. La notte stessa del suo arrivo, durante una
passeggiata notturna per controllare che tutto nell’edificio
fosse a posto, il maggiordomo sentì degli strani rumori
dalla stanza degli ospiti, dove alloggiava l’ex precettore.
Aprì la porta, per controllare che stesse bene, ma lo
trovò disteso a terra, ucciso da ventisette coltellate. In
più vide una figura, con lunghi capelli neri, vestita con un
abito bianco, sporco di rosso. Un istante dopo la figura
sparì. Allora il maggiordomo, terrorizzato, corse ad
avvertire il giovane conte, ma anche lui era misteriosamente morto, con
una sola coltellata, al cuore-
-E poi cos’è successo?hanno appiccato un
incendio?- chiese la madre della bambina con i capelli rossi.
-Non esattamente. Dopo queste due inspiegabili morti, tutti decisero di
allontanarsi dalla casa, e restò a lungo disabitata. Poi
scoppiò la rivoluzione, passarono gli anni, un succedersi di
avvenimenti che fecero dimenticare la storia della casa. Fin quando
trent’anni fa, fu venduta a un’anziana signora che
aveva messo da parte del denaro per realizzare il suo sogno di vivere
in campagna senza indebitarsi fino alla fine dei suoi giorni,e anche se
furono necessari molti lavori di ristrutturazione, era
un’ottima occasione. Non spese più del prezzo di
automobile nuova. I primi sei mesi, andarono bene. Nessun fatto strano
intaccò la tranquillità casalinga, fin quando la
vennero a trovare sua figlia con la sua famiglia, composta da lei, il
marito e la figlia di sedici anni, seguiti da una nipote del marito,
che l’anziana donna fu felice di ospitare nonostante non
avessero alcun legame di parentela. La nipote del marito stava per
sposarsi con un giovane, e la sua gioia e il suo cuore pieno
d’amore, suscitarono l’invidia della povera
Bernadette, che a lungo era rimasta silenziosa e nascosta, ma che non
riusciva a sopportare tanta felicità. Non era più
bella come quando era morta: l’essersi macchiata di un
crimine come l’omicidio per ben due volte, l’aveva
resa più simile ad un mostro, sfigurandone i tratti gentili
e rendendola spaventosa. Come due secoli e mezzo prima con il suo
assassino, attese che Blair andasse a dormire, prima di agire. Ma i
suoi piani furono guastati dalla cugina, nipote della donna, che
entrando in camera riuscì a sventare l’attentato,
proprio un istante prima che venisseportato a compimento. Nessuno
credette al loro racconto, fin quando non vi mostrarono un lieve taglio
sullo stomaco, provocato dalla lama che stava per affondarla. Decisero
per precauzione di dormire tutti in camera, e nulla accadde per
svariati giorni, e così arrivò l’ultima
notte da passare con la nonna, e poiché tutti si erano
convinti che Blair si fosse tagliata sola, e che la nipote avesse
semplicemente sognato, smisero di dormire tutti insieme e Blair
tornò in camera da sola. Per Bernadette era
l’ultima occasione di portare a buon fine il suo piano, ma
neanche quella volta ebbe successo, perché fu sventata dallo
zio, l’unico che ancora credesse alla storia della figlia,
che si presento con una candela, minacciando di appiccare il fuoco alla
casa se non avesse lasciato andare la nipote-
-Perché la minacciò a quella maniera?- chiese la
signora inglese.
-Perché se distruggi la casa dove vivono, i fantasmi
scompaiono, o almeno le storie dicono così. Fatto sta che
Bernadette a lungò rimuginò sul da farsi; voleva
che la giovane facesse la sua stessa fine, perché non
reputava giusto che le fosse concessa la felicità che a lei
era stata violentemente privata, ma non voleva neanche essere
distrutta. Così lasciò andare Blair, sperando di
avere altre occasioni, ma non appena lo fece, lo zio lasciò
cadere la candela sul letto che subito si incendiò. I due
cercarono di svegliare tutti per scappare, ma Bernadette non glielo
voleva permettere: se sarebbe scomparsa, avrebbe portato loro con lei.
Così, mentre erano tutti riuniti in camera
dell’anziana signora per svegliarla, e il fuoco aveva
già invaso metà della casa favorito dai numerosi
tappeti, tendaggi e mobili in legno facilmente infiammabili, fece in
modo di bloccarli lì dentro, impedendogli di uscire, facendo
arrivare il fuoco fino alla porta della stanza. Restarono abbracciati
sul letto, tutti e quattro, fin quando il giorno dopo non
c’era solo cenere-
-Tutti e quattro?vorrà dire tutti e cinque, forse- la
corresse la bambina.
-No, la figlia dell’anziana donna che aveva comprato la casa
è sopravvissuta. È lei che ha raccontato cosa
avvenne trent’anni fa. Non aveva nessuna colpa, e secondo
molti questo le ha salvato la vita, infatti Bernadette le permise di
fuggire per cercare aiuto, anche se al suo ritorno fu tutto inutile-
-Scusi, ma gli altri che colpe avevano?-
-Possiamo solo fare delle supposizioni. La vecchia, di avere invitato
la sua famiglia a stare lì per qualche giorno, il marito di
avere appiccato l’incendio, Blair di essere innamorata e la
cugina di aver sventato il primo attacco, che avrebbe fatto concludere
li la faccenda e avrebbe evitato questa tragica conclusione-
-Ma allora, perché cuore di ghiaccio?- chiese di nuovo
l’uomo sconosciuto.
-Perché odiava l’amore, non ne riusciva a
sopportare neanche la vista. Non si è fatta scrupoli ad
uccidere il suo assassino, il suo amato che aveva deciso di sposare
un’altra donna, una ragazza innocente e sconosciuta colpevole
solo di amare, e la sua famiglia. Ma in fondo come biasimarla, era
stata privata della gioia più grande ad un passo
dall’ottenerla, e vedere altri che riuscivano ad averla
quando per lei era impossibile, ne aveva suscitato l’invidia,
e quale uomo o donna non ha mai provato un sentimento tale nel corso
della sua esistenza?-
-Ma è solo una leggenda, vero?- domandò la
bambina, pallida. La madre la rassicurò dicendole che erano
solo storie popolari, e mi lanciò un’occhiata
piena di rimprovero. Io non risposi, come sempre quando mi veniva porta
quella domanda. Vera o no, qualcosa di terribile era successo. Mia
madre, ma questo non lo sa nessuno, era sopravvissuta, ma nonostante la
mia giovane età, ricordo bene come non fu più la
stessa dopo quell’esperienza. Qualcosa di più di
un semplice incendio avevano visto i suoi occhi, difficile da credere,
ma comunque non da escludere a priori. Nulla di razionale
l’avrebbe resa in quel modo.
|