AVVISO: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni. I
fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti. I personaggi, i luoghi ecc
… appartengono ai rispettivi ideatori e detentori di Copyright. Questa storia
non ha alcun fine di lucro. Qualsiasi nome o riferimento a fatti o persone
esistenti o realmente esistiti è puramente casuale.
NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia bravissima beta re_birth.
Quando il Sole tramonta
il Risveglio
Son Goku era solo, sul
balcone della sua camera, a piedi nudi nonostante il freddo della notte,
immobile. Fissava l’orizzonte, come se avesse potuto trovarvi le risposte che
cercava. La Luna
faceva risplendere la vallata innevata, come un mare di argento fuso, donando
al panorama una magia particolare.
Dopo aver ucciso Homura,
qualcosa si era spezzato in lui. Non riusciva a dimenticare la sua vita
infelice, scacciato da tutti… anche lui un essere
eretico. Non riusciva a dimenticare il suo cercare la morte, stanco di una vita
che l’aveva privato dell’amore. Non riusciva nemmeno a dimenticare le parole
che si erano scambiati nella grotta, quando lo aveva rapito.
Ciò che più lo tormentava
era che,ora, iniziava a vederne la verità.
Sapeva che la sua ossessione
per Sanzo andava oltre alla voglia di avere qualcuno da cui tornare; l’essere
sempre pronto a lottare per lui, non era solo per saldare il debito contratto
con la sua liberazione: Sanzo era il suo Sole, la luce accecante dopo il buio,
il mondo pieno di colori dopo la prigionia nell’oscurità. Tutto questo lo aveva
oramai pienamente capito e accettato, sin da quando Homura, in quella grotta,
lo aveva baciato e lui aveva visto capelli color del sole e occhi ametista.
Il Dio della Guerra lo
aveva capito, e si era allontanato da lui dicendogli che sapeva di non essere
il suo Sole, ma che avrebbe voluto proteggerlo e tenerlo con sé. Scosse la
testa, cercando di dimenticare la sensazione di essere baciato da qualcuno che
ti ama, da qualcuno che soffriva come ora stava soffrendo lui, sapendo che il
suo era solo un sogno.
Ciò che non riusciva più
ad accettare era la freddezza del monaco, le continue angherie, l’aria di
superiorità. A volte avvertiva un’ira profonda dentro di sé, qualcosa che
riusciva a dominare, ma che gli ringhiava nel petto.
Fortunatamente, l’istinto
lo aveva portato sin da subito a nascondere questi cambiamenti. Nessuno dei
suoi compagni di viaggio aveva notato che l’efficacia del diadema non era più
la stessa; questa mutazione, era dovuta anche al fatto che nell’ultimo scontro
con Homura una parte di ricordi gli era tornata alla mente: ora sapeva chi era.
Sapeva perché era stato rinchiuso in una buia grotta, incatenato, per
cinquecento anni; sapeva che la sua potenza era superiore a quella di chiunque
altro e sapeva, anche, che la sua rabbia aveva distrutto parte del mondo
celeste ed era costata la vita a due persone a lui care.
Un peso enorme da portare
sulle spalle: il sangue dei suoi amici gli macchiava le mani. Strinse
convulsamente la ringhiera dal balcone, mentre comprendeva che non si sarebbe
mai perdonato per non essere stato capace a controllare e prese una decisione:
per proteggere chi amava, chi gli dava ora un senso di familiarità, di appartenenza,
avrebbe imparato a dominare il suo potere.
Agli occhi degli altri era
la solita, petulante, allegra, scimmia … mentre dentro di sé un fuoco nuovo
bruciava, alimentato dai sentimenti che sapeva provare per Sanzo. Avrebbe
combattuto ancora con loro, li avrebbe protetti: non avrebbe permesso a nessuno
di portargli via di nuovo i suoi affetti, ma voleva anche dimostrare di essere
alla loro altezza. Voleva il loro rispetto … il SUO rispetto.
Sospirando si ritirò in
camera, chiedendosi quando sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe osato
togliersi il diadema per mettersi alla prova, e si preparò ad affrontare la
giornata con gli altri.
Scese presto: solo Hakkai
era presente e lo accolse col suo solito, dolce, sorriso; tra di loro era
sicuramente il più ponderato, colui che rappresentava per Goku una sorta di
saggio fratello maggiore.
- Buongiorno Goku, ti sei
svegliato presto stamattina. -
- Buongiorno a te, Hakkai
… non ce la facevo più dalla fame! -
- Figuriamoci se la
scimmia non aveva fame! - lo schernì Gojyo, appena arrivato.
La frase diede il via al
solito battibecco tra i due, che iniziarono a spintonarsi e beffeggiarsi
allegramente. Il loro rapporto era basato sul continuo scherzo, sulle false
litigate, ma Goku già sapeva, dal passato, che Gojyo era affezionato a lui e
che, nel caso del bisogno, sapeva anche consolarlo. Sorrise mentre continuava a
litigare allegramente col rosso, pensando a quanto si sentisse legato sia a lui
che ad Hakkai, e a quanto fosse fortunato, potendo contare su di loro.
Il loro gioco venne
interrotto dall’arrivo di Sanzo che, serioso come solito, pretese il silenzio.
Con un colpo di pistola ed una frase sprezzante gelò l’atmosfera, anche se
Gojyo non evitò di rispondergli, ricavandone uno sguardo sdegnoso. Hakkai, invece,
non perse il sorriso, anche se un lampo di sofferenza attraversò il suo
sguardo: già in precedenza aveva cercato di spiegare a Sanzo quanto il suo
comportamento ferisse Goku, ma il monaco sembrava insensibile riguardo
all’argomento.
Durante la colazione,
Sanzo spiegò loro che si sarebbero trattenuti in quel piccolo paese di montagna
per almeno un paio di settimane: una frana aveva bloccato la strada del valico.
- Beh, per lo meno quest’albergo
è confortevole ed ha un bar ben provvisto - fu il commento di Gojyo.
- Io ne approfitterò per
andare in giro, adoro la neve fresca e qui intorno è bellissimo. - Aggiunse
Goku, con la solita euforia.
- Vedi di non cacciarti
nei guai, come solito … - lo apostrofò il monaco, inferendo un’ulteriore
stilettata all’animo del ragazzo.
Goku abbassò un attimo gli
occhi, prima di alzarsi ed uscire dall’albergo.
- Sanzo, non dovresti
essere sempre così duro con Goku - tentò Hakkai.
- Come tratto la scimmia,
sono affari miei - replicò Sanzo, mettendo fine al discorso ed andandosene.
- Lascialo perdere, quel
monaco corrotto non capirà mai - affermò Goyjo, che,
come l’altro, mal tollerava i modi di Sanzo.
- Temo invece che si
accorgerà troppo tardi del suo errore - rispose Hakkai con tristezza.
Nella sua stanza Sanzo
rifletteva sull’accaduto: era consapevole di essere duro nei confronti di Goku
e di degenerare sempre più, ma dall’ultimo scontro una strana inquietudine si
era radicata in lui. Il ragazzo stava diventando sempre più forte. Gli
tornarono alla mente le parole di Hakkai, dopo una battaglia, quando disse che
Goku non aveva più bisogno di loro… Era vero,
maledettamente vero … strinse forte i pugni, tanto da farsi male.
Nel frattempo Goku si era
allontanato dall’albergo, e aveva iniziato ad esplorare il bosco che aveva
notato la sera prima, dal balcone. Era gradevole il silenzio che vi regnava e
trovava piacevole il rumore della neve che scricchiolava sotto le sue scarpe.
Da quando i ricordi erano tornati, amava sempre più il contatto con la natura:
in fondo lui era parte di essa, generato dall’aura del mondo, figlio della
Terra e del Cielo.
Dentro di sé aveva la
serenità della brezza primaverile, la gioiosità dell’acqua dei torrenti, la
forza della roccia … ma anche la dignità degli oceani e la forza distruttiva
dei vulcani. Lui era frutto di tutto ciò e ne racchiudeva l’immenso potere.
Ancora una volta si chiese
se era giunto il momento di togliersi il diadema, più prendeva consapevolezza
di sé, maggiore era la sua convinzione che si sarebbe potuto dominare. Gli
tornarono alla mente le parole di Sanzo durante la colazione … lo credeva capace
solo di cacciarsi nei guai; beh, gli avrebbe fatto vedere che non aveva bisogno
di nessuno.
Persa ogni esitazione, si
portò una mano al diadema e se lo tolse: mentre il cerchio dorato affondava
nella neve, Goku sentì il corpo contrarsi, invaso improvvisamente da un grande
potere. La trasformazione era dolorosa, ma non perse la concentrazione …
qualche secondo dopo, una creatura ferina si ergeva dove prima c’era il
ragazzo.
Le orecchie appuntite
spuntavano dai lunghi capelli castani, le pupille allungate come quelle di un
gatto, osservavano il mondo, circondate da due iridi colore dell’oro puro. Le
unghie lunghe assomigliavano ad artigli e non nascondevano la loro
pericolosità, ma la mente era quella di Goku. Per la prima volta si era
trasformato, ma manteneva coscienza di sé ed era stupendo.
Si sentiva forte come non
mai: i suoi sensi si erano sviluppati all’ennesima potenza e percepiva
qualunque forma di vita o qualunque rumore infinitesimale lo circondasse. Corse
a perdifiato, inebriandosi di quelle sensazioni estreme e balzò sulle cime dei
pini, ridendo. Improvvisamente un raggio di sole lo colpì negli occhi e sentì
la sofferenza tornare a galla, ricordandosi di Sanzo.
Si accoccolò su di un
ramo, mentre si rendeva conto che nemmeno la trasformazione aveva cambiato i
suoi sentimenti. Rimase immobile per molto tempo, pensando, riflettendo. Solo
una soluzione gli sembrava giusta … seppellire quell’amore in fondo al suo
cuore, ignorarne il ricordo, come se fosse stato un sogno … ed ora, era
arrivato il mattino.
Rimessosi il diadema, si
incamminò verso l’albergo.
NOTE PERSONALI:
Dopo Death Note, ci provo con Saiyuki. Premetto che non ho mai letto i fumetti, avendo
l’anime, tutta la mia ispirazione è dovuto ai dvd.
Ringrazio, come sempre, chi legge questa storia e
soprattutto chi lascia un parere.
A presto,
Phemt