Jareth e Sarah dieci anni dopo

di GiulianaRibella
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Mi guardai attorno sentendo il cuore in gola. Rilasciavo adrenalina come se fosse sangue nelle vene e il mio corpo fremeva dalla voglia di poter percorrere nuovamente quelle vie. Ero lì, ero realmente lì! Quelle mie insulse e sconsiderate parole mi avevano donato nuovamente quel fantastico viaggio! -Sì!! Sì!!- esultai saltellando. Riuscivo a vedere il castello ma ora che dovevo fare?? Ero pronta per andare da Jareth?? -Perché festeggi??- mi chiese una fatina avvicinandosi alle mie mani, che tenevo a pugno vicino al viso. Le allontanai svelta ricordandomi che mordessero e che quindi erano tutt’altro che docili. -Non lo so ancora, ma lo scoprirò!- gli risposi sorpassandola e facendo attenzione. -Gogol??- iniziai a chiamare il mio vecchio amico, sentendo il desiderio di abbracciarlo che dilaniava ogni parte di me. -Gogol!!- urlai più forte vicino l’ingresso del labirinto. -Ho detto che volevo essere qui, non che volevo ripetere tutto!- indietreggiai svelta, ma una radice mi strattonò il piede, facendomi cadere a terra e trascinandomi all’interno. Mi rialzai svelta e iniziai a bussare sulle porte, ormai chiuse, nella speranza di uscire. Ovviamente ciò non accadde e quindi iniziai il mio lungo cammino per il castello. Non avevo memorizzato la strada la volta prima e quindi camminai senza sosta, ma dentro me, c’era quell’euforia che non mi abbandonava. Mi sentivo così viva! Finalmente dopo anni mi sentivo di nuovo me stessa. -Gogol!!- continuavo a chiamare il mio amico disperso e un pensiero insostenibile fece capolinea nella mia mente. “E se fossi arrivata qui, ma tutto ciò di cui ho ricordo ormai non esistesse più? Se Gogol non esistesse più? Se Jareth…” No, non ci volevo pensare! Loro erano tutti vivi e il labirinto ne era la dimostrazione. Dovevo solo cercarli. Jareth forse no, avevo tempo per chiarire le idee e questa passeggiata mi sarebbe servita molto per riflettere! Arrivai davanti alla sedia del pensatore, ma ci trovai solo il coprisaggio, ovvero una testa da struzzo. -Coprisaggio! Oh, per fortuna!- mi rincuorai nel vedere qualcuno di familiare finalmente. -Coprisaggio!- lo richiamai, ma non aprì gli occhi né mi prestò attenzione. C’era qualcosa di macabro in tutto ciò. Cos’era successo?? Proseguì afflitta, ma non sconfitta, verso il vaso da dove eravamo spuntati dalle segrete io e Gogol la volta prima e decisi di ripercorrere le scale per i sotterranei. Una volta giù, provai di nuovo a chiamare il mio amico, ma anche lì sembrava non esserci anima viva. Ero sola, sola in un labirinto più grande di quanto non lo fosse stato la prima volta, tant’è che arrivai spedita e senza impedimenti vicino a un’uscita. Sorpassai la grande porta e con gioia trovai il batacchio sordo e alla mia sinistra quello muto.




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