Inside the darkness

di Inquisitor95
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15.

Verità






Alex
Segheria – 4.35



Mi guardo intorno osservando il corridoio che ci porterebbe nuovamente agli uffici, è una via chiusa quella. James mi strattona come per svegliarmi e mi indica la strada, resto dietro di lui ed entrambi entriamo nel corridoio che porta ai magazzini della segheria, nel farlo siamo costretti a passare dall'entrata della sala principale, da qualche parte sentiamo l'urlo della fame della creatura ed ho i brividi.
« Muoviti, cazzo. » mi urla James, percorriamo il corridoio velocemente trovandoci ad aprire una porta di sicurezza che può essere aperta solo dal nostro lato.
Siamo in una stanza molto grande adesso: uno spazio che potrebbe ricoprire almeno un quarto della segheria, non si tratta però di spazio vuoto, ci sono moltissimi scaffali pieni di taniche di liquidi e oli per la lucidatura, nell'ala in cui ci troviamo io e James ci sono persino dei mobili di legno costruiti abilmente. Il più vicino è un armadio.
« Che posto è questo? » chiedo guardandomi intorno, da qualche parte sentiamo un'esplosione, la terra trema sotto i nostri piedi e vediamo gli scaffali traballare, non servono altre parole o cenni e sia io che James ritorniamo a correre, dovremmo esserci solo noi qua dentro e forse la creatura.
Svoltiamo gli angoli creati dagli scaffali arrivando così ad un nastro trasportatore, sembra più grande di quelli nell'ultimo piano della segheria dove è morto uno degli assassini e sembra portare alla sala principale. Spicco un salto su di esso e James mi segue così possiamo superarlo insieme, prima che possiamo farlo però un altro tremore riempie l'intera segheria e nuovamente gli scaffali tremolano, stavolta però non riescono a resistere e cedono a terra.
In pochi istanti la sala viene ricoperta da un fiume di liquido appartenente a tutti i prodotti che stavano sugli scaffali, James e io riprendiamo la corsa arrivando quasi dall'altro lato della stanza e da una porta nell'angolo vediamo arrivare due figure che corrono, Sam e Blair sono nuovamente fianco a fianco ed entrambi sembrano sconvolti, se loro sono qui e stanno correndo vuol dire che qualcosa li sta inseguendo. « Presto, dobbiamo scappare! » urla la ragazza del gruppo quando arriva a noi, James la ferma con le proprie mani e indica un punto distante, la porta di quello che sembra un garage ci condurrebbe all'esterno della segheria.
Tuttavia il mostro continuerebbe ad inseguirci finché non ci troverebbe, non possiamo lasciarlo in vita ma non possiamo neanche lottare visto che non abbiamo armi che non ci mettano in pericolo. « Va bene, andiamo via... » dico.
James e Blair corrono per primi verso l'uscita e passano attraverso l'uscita aperta ritrovandosi già immersi nella natura del bosco, io raggiungo la parete e vedo subito qualcosa che potrebbe attirare la mia attenzione: un meccanismo grande si trova accanto a me, non capisco esattamente cosa sia ma sembra che sia controllabile attraverso una levetta al mio fianco, alzo gli occhi in un baleno constatando che il macchinario è collegato tramite dei cavi elettrici al tetto e poi scendono da qualche parte verso la sala principale, oltre lo strato di liquido infiammabile nella sala.
Chiudo gli occhi sperando per il meglio, se rischio di morire almeno porterò la creatura con me. Premo il pulsante troppo tardi per ciò che accade dopo: la creatura sfonda la porta dalla quale sono usciti Sam e Blair, il ragazzo si trova a scivolare sul liquido infiammabile e si trova a pochi metri da me, sto per urlargli di spostarsi ma la reazione scatenata dal pulsante è immediata e non posso evitarla.
Una scintilla parte dal meccanismo che si attiva, percorre velocemente i cavi elettrici arrivando fino alla sala principale, vedo le fiamme spuntare dal nulla e correre per la sala bruciando il liquido infiammabile sul pavimento e arrivano fino al macchinario più lontano nella stanza, Sam si rialza rischiando di scivolare nuovamente ma viene sbalzato via dall'esplosione che coinvolge metà della stanza, le fiamme si alzano fino al tetto e vedo Sam fare un salto con la forza d'urto dell'esplosione, si scontra contro uno degli scaffali per terra e io cado a terra non potendomi rialzare.
Non mi lascio vincere dallo stato di confusione però, mi metto in piedi notando come le fiamme circondino l'intera struttura che però non è del tutto esplosa, i miei pensieri si concentrano su Sam che devo raggiungere: mi muovo attraverso le fiamme cercando in tutti i modi di arrivare a lui e mi butto in mezzo al fuoco, il ragazzo si sveglia lentamente e mi tremano le mani vedendo il sangue che fuoriesce dal suo orecchio, una quantità eccessiva e noto che lo strato di cartilagine è completamente inesistente.
« Sammy! » urlo con un nodo alla gola, non riesco a trattenere il tono di paura e disperazione nel vederlo, i suoi occhi sembrano dispersi nel vuoto, poi trovano i miei.
« N-non... capisco. » dice lui, lo prendo di peso trascinandolo nuovamente attraverso le fiamme così che insieme possiamo arrivare all'uscita, non c'è più segno della creatura e mi rendo conto di aver fatto una cazzata, ho rischiato di ammazzare Sam oltre che me stesso.
Lo prendo in braccio così da poterlo trasportare meglio visto quanto sia leggero, mi muovo sulla neve distanziandomi di alcuni metri dalla segheria e cercando di seguire i passi di Blair e James; pochi istanti dopo che siamo usciti la segheria esplode alle mie spalle creando un fragore che percorre tutta la montagna, il fumo si leva in aria verso il cielo, se Blair e James non dovessero aver richiesto aiuto adesso sanno benissimo dove siamo e cosa sta succedendo visto che la colonna di fuoco e fumo si vedrebbe persino da Seattle!
Mi fermo pochi secondi per recuperare fiato e guardo le condizioni di Sam, continua a perdere sangue dall'orecchio mancante e quello si riversa sulla mia giacca da football. « Sam, stai bene? » chiedo cercando di chiamarlo, i suoi occhi sembrano quasi vuoti, non si accorge neanche che lo chiamo. « Sammy! » urlo nuovamente, si gira con gli occhi tremanti.
« Io... non sono riuscito a sentirti... » non capisco di che stia parlando, alza una mano tremante come per toccarsi l'orecchio ma non voglio che lo faccia o gli verrebbe il panico quindi lo fermo. « Io non ci sento! » urla lui.
Scuoto il viso, non può essere vero. Lui ha sentito quando l'ho chiamato per nome, almeno credo. « Ma... »
Chiaramente non sembra sentire le mie parole balbettate, i suoi occhi cercano ancora di sforzarsi nel cercare qualcosa ma non trova nulla che possa aiutarlo. « Ti proteggerò io, Sam. Non preoccuparti, dovessi rimetterci la vita. » dico con voce tremante, non sono sicuro che mi abbia sentito. È davvero diventato sordo!? Non voglio crederci, cazzo!
Sto per riprendere a correre quando un suono nel bosco mi coglie di sorpresa, sono certo che si tratti dell'assassino quando qualcuno compare dal bosco improvvisamente, si tratta di Blair e faccio quasi un salto quando la vedo seguita da James e da un uomo più grande. Emetto un ultimo sospiro pensando che l'assassino ci abbia trovato, poi però mi concentro sul volto dell'uomo: barba ispida ma non lunga, capelli biondo scuro e un completo da montagna simile a quello per fare delle corse all'aria aperta. I suoi occhi sono azzurri e scuri e mi fa segno di stare zitto, solo dopo che la nebbia iniziale passa riesco a riconoscerlo.
« Professor Lewis!? » dico, il professore continua a farmi segno di stare zitto, mi prende per la spalla trascinando sia me che i miei compagni verso un sentiero.
Non posso credere che lui sia implicato in questa storia, non voglio pensare alla possibilità che il professore ci abbia fottuti tutti quanti! Dopo una lunga camminata nel silenzio e nella paura ci troviamo sul sentiero principale, suppongo che sia quello che porta poi all'hotel abbandonato e noto una grande e sfavillante macchina scura, riconosco il logo dell'azienda produttrice, immagino sia la sua auto.
« Che cazzo sta succedendo qui? » chiedo continuando a stringere Sam tra le mie braccia, sia Blair che James restano vicini abbracciandosi come se fossero sposini, si appoggiano al fianco della macchina nera mentre il professore prende qualcosa dal cofano, una piccola cassetta del pronto soccorso.
« Non preoccuparti di me, Gray. Sono qui per aiutarvi. » risponde l'uomo cominciando ad armeggiare con ago e disinfettante. « E voglio aiutare Samuel. » dice infine chiamandolo per nome, osservo il ragazzo che non sembra neanche provare dolore per quello che è successo.
Alla fine devo cedere e accettare l'aiuto del professore nonostante tutti i miei sensi mi dicano che c'è qualcosa che non va nella sua presenza qui, troppo fortuita. Finché però può aiutare Sam devo tenermelo stretto.



Sam
Sentiero per l'hotel – 5.10



« Ecco, così dovrebbe andare più che bene. » dice il professor Lewis rivolgendosi con gentilezza a Blair, ho visto molte volte quest'uomo parlare con noi affinché potessimo capire la sua lezione e imparassimo il suo metodo.
Adesso però sembra un'altra persona, premuroso e affettuoso come un padre, non che ci abbia mai trattati male, siamo una delle classi migliori dell'istituto! « Grazie, professor Lewis. » dice Blair, riesco a sentirla quasi come se sussurrasse, penso che in realtà stia parlando ad alta voce e per quanto mi sforzi non credo che sia colpa loro.
Sono per metà sordo e in più ho perso un orecchio, o almeno questa è stata la diagnosi del professore. « Come fa a sapere come medicare una ferita o... un orecchio? » chiede James avvicinandosi a Blair, le mette le mani sulle braccia per riscaldarla, ha il collo completamente fasciato e pulito, il professore ha utilizzato dei punti di sutura per chiuderle le ferite, avrebbe fatto lo stesso con me se avesse potuto.
« Non sono un medico ma ho studiato qualcosa. Ho parecchi anni e non mi sono sempre dilettato nello studiare... » dice con un tetro sorriso, i suoi occhi si poggiano nuovamente su di me, si avvicina e mi parla all'orecchio sinistro. « Allora? Come va, Collins? »
Annuisco. « Non bene. Però riesco già a sentire quello che dite... » non sono in vena di fare dello spirito, l'uomo continua a guardarmi attentamente spostandomi con delicatezza il viso, quando le sue dita mi sfiorano però ho delle fitte di dolore che arrivano fino all'orecchio.
Mi fa anche malissimo la gola, quasi come se me l'avesse raschiata con un coltello! « Credo che il timpano destro sia andato. Non penso si possa recuperare ma il sinistro sta bene, dovrebbe riprendersi dalla botta subita. » mi annuncia.
« Va bene... » dico con un sussurro, penso però di averlo detto ad alta voce ma non ne ho la certezza. Il professore sistema la cassetta con gli attrezzi medici e comincia a chiamare qualcuno sperando che le autorità rispondano, insiste ma non sembra ottenere risultati.
« Hey, finocchio. Tutto bene? » Alex si avvicina a me quasi stringendomi in un abbraccio, si mette al mio fianco, non posso dire di non sentire la dolcezza nel suo tono di voce. Mi scappa un sorriso ma vorrei solo piangere.
« Dicevi sul serio prima? » chiedo, mi riferisco a quando eravamo solo io e lui nel bosco, appena usciti dalla segheria, si trattava di una promessa fatta col cuore.
« Che intendi? » chiede lui.
« Che mi avresti protetto a costo della tua vita. » rispondo, c'è un lungo istante di silenzio nel quale abbassa il viso ridacchiando e poi buttandolo indietro mordendosi le labbra, poggia una mano sui miei capelli e li scompiglia appena, lo fa piano perché sa che mi farebbe male. È... un'altra persona!
« Pensavo non mi avresti sentito... » non si sta rimangiando le parole, è imbarazzato però. Questo significa che sarebbe realmente disposto a difendermi a qualunque costo!
Mi fa sentire protetto, speciale. E non avrei mai pensato di poter attribuire ad Alex questi aggettivi. « Non sorridere, checca. Ti ho solo preso in simpatia... » continua Alex, non sento proprio un'offesa da parte sua, incrocio i suoi occhi e noto come il suo sguardo scenda sulle mie labbra, si fa improvvisamente serio e risale, con un semplice gesto mi accarezza il viso, sfiora quasi il punto in cui le garze coprono il mio orecchio mancante, non sento dolore da questo.
« Va bene, spero che voi ragazzini abbiate più fortuna di me con questi cellulari... ai miei tempi non c'era nulla del genere. » dice il professore indicando il proprio telefono, segna che non c'è campo per una chiamata.
Alex a quel punto sbotta e salta addosso al professore spingendolo contro un albero e tenendolo fermo. « Alex, che stai facendo? » chiede Blair con tono stridulo, James agisce per allontanare il ragazzo dal nostro professore e io mi sposto in avanti preoccupato per ciò che potrebbe accadere.
« Lasciami andare, ragazzino! » il tono del professore è freddo e sibilante, Alex si fa allontanare da James che lo tiene con tutta la forza che ha. « Non sono io il vostro nemico. »
« Allora che ci fai qui? Siamo inseguiti da uno stronzo e un cazzo di mostro anomalo! Vogliamo una spiegazione! » urla il ragazzo, anch'io sono molto incuriosito dal perché il professore sia qui sulla montagna.
« Non sono affari che ti riguardano. Dovresti ringraziarmi visto che ho evitato che due tuoi amici morissero dissanguati e uno di loro perdesse anche l'altro timpano! » risponde il professore indicando sia me che Blair, James spinge Alex contro la portiera dell'auto per tenerlo fermo, a quel punto è Blair a provare a chiedere cosa ci faccia qui.
« Siamo spaventati, professore. Questa è la notte più brutta della nostra vita; è da un'intera serata che non facciamo altro che scappare, urlare e fare qualcosa che possa tenerci stretti alla vita... la prego di spiegarci. » le sue parole sembrano convincere il professore che in un primo momento abbassa gli occhi titubante, poi annuisce e sospira.
« Voi non c'entrate nulla con tutto questo. I due pazzi assassini che vi hanno tormentato... » sposta lo sguardo per evitare i nostri occhi. « Sono arrabbiati con me, questa è solo una vendetta nei miei confronti per qualcosa che è successo tempo prima tra me e loro. » conclude. A nessuno basta però quella spiegazione e chiedo ancora.
« Come fa a conoscere quei pazzi? »
Lewis abbassa lo sguardo. « Li conosco, purtroppo. » c'è qualcosa di cui si vergogna, forse erano amici un tempo. « Li ho abbandonati perché non ne volevo sapere più nulla di loro; John e Roy... e immagino nel mezzo ci sia anche Norman. »
Norman! Il nome mi è familiare: è così che l'uomo in verde ha chiamato il mostro che stava per sbranarci. « Chi sono queste persone!? » chiedo ancora una volta insistendo, l'uomo mi guarda negli occhi, mi sento in soggezione.
« Erano miei fratelli. Roy e Norman lo erano almeno, parlo di un legame di sangue. John era stato adottato e io ero stato messo da parte. Così me ne sono andato via e non sono più tornato; loro si sono sentiti abbandonati e a distanza di anni hanno deciso che il modo migliore di vendicarsi era sui miei alunni... non sono i primi che prendono. Ma non ho mai avuto modo di intervenire prima d'ora. » la storia è così assurda da essere persino credibile, tutti noi ci troviamo in silenzio aspettando che qualcuno dica qualcosa, non ci sono parole per descrivere ciò che è successo ma Alex ci riesce.
« Siete dei figli di puttana, tutti e quattro. » sembra dirlo con sarcasmo e il professore fa persino una risata annuendo e chiudendo gli occhi alla battuta del ragazzo.
« Già, non posso di certo prendere un premio come fratello dell'anno. Ma almeno sono dalla vostra parte... » dice quello.
L'attimo seguente il telefono di Blair squilla con una musica fastidiosa e sento la parte destra del viso tremare e pulsante, Blair risponde ma io mi estranio alla conversazione.
Davanti ai miei occhi passano delle nuove immagini e non mi trovo nel bosco insieme agli altri: si tratta della baita degli Williams, il salotto nel particolare e noto che Nicole è nascosta tra i divani, sotto il tavolino accanto al camino; è tutto buio e sinistro e le immagini mi mostrano il pavimento bagnato dal sangue di una persona al quale sembra esplosa la testa, non riesco a capire chi sia il morto e non vedo i suoi abiti. Vedo poi la creatura bagnata di sangue, i suoi occhi azzurri e spaventosi assetati della nostra carne, si volta verso l'uscita del salotto e vedo che Alex si trova in piedi davanti alla porta che è riuscito ad aprire; la creatura lo localizza e quindi si sposta percorrendo il salotto, butta a terra il ragazzo che urla e poi affonda i denti in mezzo al torace cominciando a divorarlo, Alex muore urlando mentre la creatura gli stacca le costole con i denti una per una. È la sensazione di dover vomitare a svegliarmi dalla visione.
Ancora una volta ho visto la morte di Alex, questo significa che non avremo mai pace, né dagli assassini né da parte della creatura. Ciò che mi inquieta è che la scena si svolgeva però alla baita, un luogo che non è sicuro ormai!
« Era Nicole... » Blair mi sveglia dai pensieri parlando ad alta voce affinché anch'io riesca a sentirla anche se a me appaiono dei semplici sussurri e niente di più. « Sono alla baita dell'indiano. Ci chiedevano dove fossimo e ci chiedevano di raggiungerle così da stare al sicuro tutti insieme. » non sono certo che sia la cosa migliore.
« Voi dovreste stare al sicuro. Mi occuperò io dei miei fratelli. Tornate alla baita o andate dalle vostre amiche! »
Scatto quasi in aria quando il professore parla; potremmo raggiungere le due ragazze dall'indiano anche se come ora non mi sento al sicuro da nulla vista la mia situazione, l'opzione della baita la escluderei, ho paura ad andarci dopo la visione che ho avuto, se si realizzasse... potremmo anche restare col professore, probabilmente lui non vorrebbe ma mi sento al sicuro con lui quindi vorrei affiancarlo.



Serena
Bosco fitto – 4.25



« Mi sembra di camminare da ore... » sussurro leggermente, non ho idea di dove si possa trovare la casa dell'indiano; l'unica volta che ci sono stata ho passato metà del tempo della strada col viso chino a parlare con James.
Ancora una volta mi ritrovo con Nicole sulla via che porta in quelle baite, ore prima stavamo cercando Ben e gli altri, adesso sembra tutto finito, sembra essere cambiato tutto. È molto tardi e stranamente non ho sonno, forse per la paura; il mio corpo si sente più stanco che altro.
« Ci siamo quasi... » mi sembra una bugia, forse Nicole è troppo sconvolta; abbiamo approfittato del tempo della strada per poter parlare: hanno scoperto molte cose sull'assassino, lei ed Ingrid, pare che siano due in realtà e pare anche se uno di loro sia il guardiacaccia. Quando mi ha parlato di un uomo che aveva avuto un incidente ho collegato subito alla creatura che ha ucciso la poliziotta e le ho raccontato anche quello; non pensavo di poterlo dire ma Nicole è una ragazza apposto nonostante la facciata da troia, forse era la vicinanza a Violet, e ora che la ragazza è morta...
Non sono dispiaciuta per lei, ho sofferto più per Ben che è quasi morto tra le mie mani! Non penso riuscirò mai a darmi pace per come è morto... « Mi dispiace per Violet... » dico improvvisamente quando attraversiamo un sentiero, mi sembra quasi familiare ma potremmo essere ovunque visto quanto il bosco sia identico per tutta la montagna.
« Non preoccuparti... » dice lei, non ho pensato di dirle anche di Ben, potrebbe uscirne distrutta, potrebbe non prenderla bene e sapendo che non ho potuto fare nulla per salvarlo... forse mi urlerebbe contro quindi per ora è meglio stare in silenzio e avanzare insieme.
Quando penso di stare zitta per fare sentiamo un rombo che echeggia in tutto il bosco, un rumore forte e alziamo lo guardo voltandoci nella strada che ci siamo messe alle spalle: una grande fiammata si estende verso l'alto insieme ad una colonna di fumo, sentiamo un leggero spostamento nell'aria, ci scambiamo uno sguardo preoccupate.
« Pensi che si tratti di James o degli altri? » chiede Nicole preoccupata, non ne ho idea. L'ultimo ricordo che ho del ragazzo è stata la sua fuga con Blair verso il nulla, potrebbero essersi spostati o forse sono ancora alla baita, è li che sarebbe andata una persona che fugge da un assassino.
Dopo la visione che ho avuto però non penso ci andrei, mi viene in mente un'idea: Blair potrebbe essere alla baita e forse la creatura la raggiungerà per ucciderla, quindi chiunque sia con lei è in pericolo! Se lei non si trovasse in baita... o se le dovesse succedere qualcosa che la portasse a restare sola...
Scuoto il viso riprendendo a camminare, Nicole subito dietro di me; non posso credere di aver pensato a qualcosa del genere, lasciare Blair in pasto alla creatura? Lasciarla da sola nel nulla? Non so cosa ho pensato esattamente, solo che non voglio morire stanotte! « Ti senti bene? Sei nera in viso. »
Mi volto appena verso Nicole, annuisco senza aggiungere altro e restiamo in silenzio finché diversi minuti dopo riusciamo a raggiungere finalmente le altre baite. Il sentiero principale ci porta nel viale dove la macchina rossa di Ingrid è ancora ferma nel nulla davanti la casa dell'indiano.
« Potrebbe esserci utile... » dice Nicole avvicinandosi all'automobile per poterne guardare l'interno, apre una portiera con facilità visto che non è stata chiusa. « Ingrid deve aver dimenticato le chiavi o deve aver pensato di lasciarle qui perché non avrebbero perso molto tempo. »
Non sono molto interessata alla possibilità di usare la macchina anche se è comunque un miracolo che sia tutto così perfetto per poterla usare. Indico la casa dell'indiano. « È quella lì? » chiedo io, Nicole annuisce e ci avviciniamo.
Cominciamo a bussare con forza nella speranza che l'indiano possa sentirci e aprirci la porta per poter entrare, dovrebbe essere molto tardi perciò è anche possibile che l'indiano stia dormendo; non riceviamo risposta per un lungo tempo in quanto le luci sono tutte spente, stiamo per perdere le speranze quando la luce dell'ingresso si accende e poco dopo l'indiano arriva davanti la porta per aprirla.
« Grazie al cielo! Deve aiutarci! » comincio parlando velocemente, Nicole però mi fa segno di aspettare e di restare un attimo zitta così che lei possa spiegarsi.
« Abbiamo bisogno d'aiuto, la prego di darci una mano perché è tutta la notte che scappiamo e non ce la facciamo più! » Nicole mette in viso un'espressione da cane bastonato praticamente, poi abbassa gli occhi come per essere più persuasiva, alla fine l'indiano ci fa entrare entrambe.
Essere al caldo è davvero piacevole vista la notte fredda e lunga che stiamo passando, è anche vero che neanche sembra così gelida viste le corse e le ore passate a camminare. L'indiano ci fa accomodare in un piccolo salottino con tante inutili cianfrusaglie, dev'essere lo stesso in cui ha portato Ben e le altre, mi chiedo che cosa abbia detto loro, non abbiamo avuto modo di parlarne visto che l'attimo seguente siamo stati raggiunti dall'assassino in verde e siamo fuggiti.
Nicole si perde nei dettagli, racconta tutto quello che abbiamo passato e parla anche delle visioni, del guardiacaccia e della creatura. L'indiano ascolta con muto silenzio senza cambiare espressione, sembra una maschera di cera visto come è inespressivo, mi inquieta e fa paura. I miei occhi cercano di distrarsi cercando qualcosa che li possa interessare nonostante resto immobile seduta al fianco di Nicole.
Sono quasi le cinque del mattino, a quest'ora solitamente dormo, cazzo! Non ricordo di essermi mai addormentata così tardi o di essermi svegliata così presto; il racconto di Nicole mischiato al calore della casa e allo strano odore di incenso è quasi soporifero e rischio di addormentarmi. Al termine del racconto la ragazza però si alza e io sobbalzo, mi guardo intorno e realizzo di essermi addormentata per qualche minuto visto che l'orologio segna le cinque passate.
« Cerco di chiamare qualcuno... hai il numero di Blair? » le passo il mio cellulare la cui linea telefonica non prende da quando sono arrivata in questa montagna.
La ragazza scompare per qualche istante nel corridoio dall'altro lato della casa; l'indiano resta seduto con le gambe incrociate sulla poltrona e mi fissa attentamente. È la mia occasione per fare chiarezza sulla situazione e le visioni.
« So cosa stai per chiedere, » l'indiano mi ferma appena io apro bocca per parlare, continua a restare impassibile, non sembra neanche arrabbiato per il fatto che l'abbiamo svegliato a quest'ora. « Visioni sono ignote a chiunque, e come ho già detto a tua amica, rivelarle potrebbe costarvi la vita stessa; cercate di evitare che si realizzino ma cadete proprio per questo! » lo fisso attentamente riuscendo a capire il significato delle sue parole, non mi piace.
« Ma se non ci avvertiamo rischiamo lo stesso di morire. » penso poi alla baita e alla possibilità di ritornare, e se continuando ad evitarla ci finirei lo stesso? E se il mio destino fosse stato già definito? Scuoto il viso e mi alzo; non può essere così. Penso poi alla chiesa e alla poliziotta morta, nonostante i loro avvertimenti ci sono andata lo stesso ma sono ancora viva, dovrei aver scampato la morte?
« Dovresti dire la verità alla tua amica... » dice ancora una volta l'indiano, si alza anche lui e si sposta verso la finestra chiudendo la tenda; non capisco di cosa parli fino a che non realizzo che sta parlando di Nicole.
Si riferisce a Ben e alla sua morte, ma come fa lui a saperlo? Faccio un passo indietro, non penso che lui sia coinvolto ma è strano. Ripenso ancora a Ben, forse dovrei parlarne con Nicole rischiando che si spezzi e crolli, o forse dovrei stare in silenzio per ora, lasciare che tutto questo finisca per poi parlarne con la ragazza.




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