Era una bella mattina di primavera nel
villaggio di Konoha. Il Sole faticava ancora un po’ ad alzarsi, ma qualcuno era
già sveglio e pimpante, qualcuno per cui quella era una mattina davvero
speciale…
"Mamma, io esco!" gridò un’allegra
ragazzina con lo zaino sulle spalle, in direzione delle scale.
"Aspetta un attimo Reika-chan" La sua mamma
scese velocemente le scale con un bel sorriso sul volto. La ragazzina saltellava
sul posto, mentre la mamma cercava di cancellarle dal viso i resti di una
colazione fatta al volo. "Dai mamma, lascia stare, faccio tardi!". La mamma le
scompigliò i biondi capelli ribelli con un sorriso "Buona giornata Reika-chan"
le disse dandole un affettuoso bacio sulla guancia rosea. "Grazie! Uhm…e papà?"
le chiese la figlia guardando alle sue spalle. La madre tossicchiò un: "E’
partito stamattina presto per una < missione >". La ragazzina borbottò un
"capito…" mogia mogia. "Oh no! Non dirmi che è partito per quella < missione
>" esclamò una voce di donna dal piano di sopra, "Perché credevi davvero che
ci avrebbe rinunciato?" le rispose una voce maschile. "Voi due scendete giù a
salutare vostra sorella, invece di stare lì a borbottare come due vecchietti!"
li esortò la madre. Reika rise,alzando lo sguardo sulle scale vide scendere i
due fratelli, che si scambiavano i primi dispetti della giornata. La più grande
dei due era sua sorella Ayame, una bella ragazza di diciassette anni dai capelli
corvini tenuti insieme in una morbida treccia, che le scendeva fino alla vita.
Quella mattina al posto della solita divisa della sua squadra, indossava, sopra
la maglia ninja, un bel vestito sbracciato blu oltremare lungo fino alle
ginocchia, e come cintura il coprifonte della foglia. Il fratello, benché più
piccolo di lei di quasi due anni, la superava in altezza per buona parte della
bionda testa. Gli occhi neri come l’ossidiana bagnata erano ancora mezzi
addormentati, mentre scendeva l’ultimo gradino con un grande sbadiglio. Reika
corse loro incontro e i due l’abbracciarono augurandole buona fortuna per
quell’importante giornata.
"quando torni facciamo una bella festa con
tanto di carne alla brace!" Le promise il fratello con un gran sorriso. "Sì, sì!
Però il fuoco lo accendo io!" gridò contenta Reika. "Guardate che questa sera
siamo invitati dagli Uchiha" gli fece notare Ayame sbadigliando, sia lei che il
fratello erano tornati la sera prima dopo due lunghe missioni e lei almeno non
riusciva ancora a svegliarsi del tutto. "Beh, che importa ci portiamo la brace
appresso, la zia non si offenderà di certo!" Le rispose il fratello, mentre
fingeva di combattere con Reika. "Ma ce l’avrà! Tu che dici…" gli fece notare la
sorella. "Dico che la mattina presto sei intrattabile Aya" Le rispose Minato.
Per prevenire una lite mattutina la mamma s’intromise tra i due, assicurando a
Minato e a Reika che gli zii avevano la brace e concordando con Ayame, che
quella mattina sarebbero passate dagli Uchiha , per informare la zia sul fuori
programma. Così, dopo gli ultimi saluti, Reika si trovò in ritardo e fu
costretta ad una corsa contro il tempo fino al luogo dell’appuntamento.
La ragazzina arrivò tutta trafelata al
piccolo spiazzo fuori dal villaggio, dove i suoi due compagni la stava
aspettando. La prima a correrle incontro fu una graziosa ragazzina dai lunghi e
ribelli capelli corvini. "Chiho-chan! Buon giorno, ho fatto in tempo?!" le
chiese Reika riprendendo fiato. "Sì, appena in tempo Reika-chan, come al solito"
le disse salutandola con un bel sorriso negli occhi verde chiaro. "Chi invece
non si vede,è Kakashi-sensei"fece notare una voce maschile alle spalle di Chiho.
Reika si sporse oltre l’amica, un ragazzino dello sguardo sveglio la
guardava.
" ’Giorno Reika"la salutò flemmatico
sollevando la mano. "Ryotaro!" gridò Reika buttandogli le braccia al collo "Buon
giorno! Buongiorno " Buon giorno anche a te!" gli canticchiò scotendolo come un
sacco. "Reika moll…"un rumore tra i cespugli gli smorzò la frase a metà. Un
attimo dopo tre shuriker si erano conficcati nel tronco retrostante al
cespuglio. "Buon giorno ragazzi, scusate il ritardo,ma …?" il saluto di Kakashi
ebbe come risposta un nuovo rumore tra i cespugli. L’uomo si avvicinò e infilata
la mano tra le foglie ne tirò fuori… "Una rana?!"La domanda dei tra fu lasciata
senza risposta da parte del maestro, che dopo aver osservato la rana, la lasciò
con disinvoltura sull’albero. "Ma maestro! Le rane non vivono sugli alberi!"
Protestò Reika. Correndogli incontro. "Ah, ma quella era una rana particolare
Reika-chan! Una di quelle che vivono su gli alberi come gli uccelli" Le spiegò
con un sorriso divertito il maestro. La ragazzina lo guardò dubbiosa. "Davvero…?
Non è,che mi sta prendendo in giro maestro?" "Ti sta prendendo in giro" le
assicurò Ryotaro allontanandola da quell’adulto svitato. Kakashi si sentì
studiare da uno sguardo stranamente famigliare. Si voltò in direzione dello
sguardo e vide Chiho fissare con attenzione l’albero dove aveva lanciato la
rana, lui e una larga quercia al limitare del bosco. "Maestro…c’è qualcosa lì"
gli fece notare la ragazzina indicando la quercia. Kakashi sghignazzò sottola
maschera. "Sarà uno scoiattolo curioso…" "O perché non un pesce volante,
maestro?" gli chiese Ryotaro.
- Ragazzino saccente – pensò il Jonin, ma
tutto sommato, quei tre ragazzini gli piacevano.
Osservò di nuovo i due alberi che i bambini
guardavano ancora diffidenti e sorrise, sarebbe stata una giornata
interessante.
"allora Team 7, ecco la vostra prima
missione: Dovrete trovare il rotolo che il signor Mibu ha perso nella foresta
due giorni fa. Tutto chiaro?" "Sì!" le risposero i tre genin, Kakashi li squadrò
per un attimo poi proclamò "Bene, muoviamoci!".
Il team 7 era in marcia già da un’ora
buona, quando l’ennesimo sbuffo di Reika convinse Chiho a chiederle cosa avesse.
"Mio padre…" Rispose la ragazzina infilando le mani nelle larghe tasche della
felpa "Oggi se n’è andato senza salutarmi, eppure lo sapeva che ci
tenevo!".Chiho fece cenno di aver capito "Anche mio padre è sparito subito dopo
colazione, e mi ha salutato a mezza bocca solo perché l’ho anticipato alla
porta" "Davvero?" "Mh…" Le due si guardarono, che il padre di Reika facesse cose
strane era normale, ma quello di Chiho non era il tipo... "Lo scopriremo
stasera" Propose Reika buttando le braccia dietro la testa bionda, Chiho
ridacchiò notando lo sguardo dell’amica "Puoi giurarci" convenne e insieme
allungarono il passo per raggiungere gli altri due membri della squadra.
Passi rapidi.
Rumore di foglie.
Le ultime fronde si spostarono
e…
"E TU CHE CI FAI QUI!"
Alla domanda unisona, seguì l’istintivo
gesto dei due sconosciuti di tapparsi la bocca a vicenda.
"Reika hai sentito?!" le chiese Chiho
afferrandola per la maglia. Le due ragazzine restarono immobili per qualche
secondo cercando di capire cosa fosse stato quello strano rumore. Ma la foresta
intorno a loro era tranquilla e silenziosa (per quanto può esserlo una foresta).
"Che state combinando voi due?" Le richiamò Kakashi. "Abbiamo sentito un rumore
davvero strano Maestro!"
Lo informò Reika. Kakashi sospirò guardando
le frode degli alberi. –Che seccatura- pensò.
"Voi due dovreste stare un po’ più
tranquille, infondo la nostra è una missione di livello D, niente di pericoloso!
Chiaro?" Reika e Chiho fecero cenno di sì con la testa, ma erano entrambi poco
convinte. Ripresero a camminare, ma dopo un po’ Reika rallentò un po’ il passo
per avvicinarsi a Ryotaro e Chiho l’imitò tenendosi a portata di orecchio, ma a
mezza distanza da Kakashi per non farlo insospettire. "tu che dici Ryotaro?" gli
domandò Reika, il ragazzo col codino la guardò. "Dico che in genere l’istinto di
Chiho è affidabile e che, nonostante ciò che dice Kakashi-sensei, sarà meglio
tenere gli occhi aperti".Gli occhi azzurri di Reika scambiarono un muto
avvertimento con quelli verdi e attenti dell’amica, per poi tornare su quelli
neri e intelligenti del moretto. Ryotaro era generalmente un ragazzino
flemmatico e monosillabico, ma quando qualcosa catturava la sua attenzione
sapeva far funzionare l’ingegno. Dopo averci pensato un po’ Prese Reika per il
braccio e velocemente gli bisbigliò qualcosa all’orecchio, la ragazza fece cenno
di sì con la testa e corse ad informare l’amica, che le restituì un sorrisetto
complice. "Forza ragazzi, usate quelle gambe, ci siamo quasi" li richiamò
Kakashi accelerando il passo.
Le due ragazzine gli furono subito accanto,
mentre Ryotaro continuava con passo flemmatico. "Reika, recuperalo…" l’esortò
Kakashi indicando dietro le sue spalle. La ragazzina lanciò un’occhiata dietro.
"Ca…pito!" sentenziò e sparita dal fianco dell’amica, ricomparve alle spalle del
moretto, che venne acchiappato per la vita dalla ragazzina e con quattro balzi
portato a destinazione.
Le proteste di Ryotaro nei confronti di
Reika si affievolirono, insieme alla risata allegra di Chiho, ma solo quando
anche le ultime chiacchiere tacquero i due sconosciuti trassero un respiro di
sollievo.
I due Jonin si squadrarono, in realtà
sconosciuti proprio non erano, anzi…
"Kakashi ci ha beccato,sicuro" disse l’uomo
dai capelli corvini scostando con la mano i corti ciuffi ribelli dalla fronte.
"Mi sa proprio di sì" ridacchiò divertito il jonin davanti a lui.
"Non c’è niente da ridere baka! Abbiamo
fatto la figura degli idioti, stupida rana!"
"Guarda che sei stato tu a venirmi addosso
teme! " ribatté l’uomo riscaldandosi.
Gli occhi azzurri squadrarono quelli neri e
accusatori dell’amico.
Sasuke Uchiha, quel suo caratteraccio non
era cambiato neanche dopo il matrimonio.
"Ancora non capisco come faccia Sakura-chan
a sopportarti…" buttò lì Naruto, sporgendosi un po’ dall’albero per vedere se il
gruppo di Kakashi si era allontanato abbastanza.
"Lascia perdere Sakura!" sbottò l’uomo
punto sul vivo.
Naruto si voltò per rispondergli male, ma
l’espressione di rabbia e imbarazzo dipinti sul volto dell’amico gli fecero
notare una cosa….
"Ehm…ma tu come mai sei qui Sas…" "Non sono
affari tuoi Usurantokachi!" lo precedette il moro, diventando più rosso di un
pomodoro. Sul viso di Naruto si aprì un ghigno, l’aveva preso in
fallo!
Per lui, pedinare i suoi figli il primo
giorno di missione era divenuto una missione personale, nonostante i tentativi
della moglie di fermarlo. Ci aveva provato per la prima volta cinque anni prima
con Ayame, la sua primogenita, che però l’aveva scoperto subito e rimandato a
casa. Due anni dopo era stato il turno di Minato, il secondogenito, era riuscito
nel pedinamento, anche perché il ragazzino era troppo preso a darsi da fare per
svolgere al meglio la missione per badare a lui. Tuttavia quando la sera la
madre glielo aveva detto, Minato liquidò il padre con un "Usurantokachi" alla
Sasuke, così perfetto, che per poco Naruto non ci rimase. Dopo altri tre anni
era ora la vota della sua adorata Reika-chan. Naruto stravedeva per lei e la
bambina era sempre stata orgogliosa del suo papà, dal quale, oltre ai biondi
capelli ribelli, aveva preso anche il carattere esplosivo.
Questo però riguardava lui, Sasuke,
infatti, pur avendo altri due figli più grandi, non li aveva mai pedinati, anzi
gli dava dello stupido ogni volta che veniva fuori l’argomento.
…ma ora…..
Sasuke notò il ghigno sul viso del biondo.
Dannato Baka! Non lo avrebbe mollato fintanto che non gli avesse spiegato il
motivo della sua presenza…E questo Sasuke non l’avrebbe ammesso neanche sotto
tortura!
Sasuke era appena rientrato, dopo aver
lasciato all’Hokage il suo rapporto sull’ultima missione, che venne
letteralmente travolto e calpestato da due fratelli in fuga.
"Fermali papà!" urlò dall’altro lato del
corridoio la piccola Chiho, che correva a rotta di collo con le guance arrossate
dalle grida e i capelli arruffati e bruciacchiati.
Sasuke acchiappò per la collottola i due
fuggiaschi, che si dimenavano come forsennati.
"Che cosa avete combinato questa
volta?"
"Noi?! Niente!" esclamarono in coro i due
offesissimi.
"Non è vero! Bugiardi!" gli urlò contro la
ragazzina brandendo la spazzola a mo’ di spada, e solo grazie al provvidenziale
intervento della madre, i due evitarono di provarne la consistenza.
"Chiho, tesoro calmati" provò a
tranquillizzarla Sakura, cercando di disarmare la figlia, che non ne voleva
sapere e continuava ad inveire contro i fratelli.
"Papà! Papà! Picchiali!
Picchiali!"
"Ma si può sapere cos’è accaduto?" tornò a
chiedere Sasuke, che cominciava a perdere la pazienza.
"Akira ha cercato di darmi fuoco ai
capelli!"
Sasuke lanciò un’occhiataccia al figlio,
che protestò tirando in ballo il fratello maggiore.
"Non è vero papà, Arashi mi stava mostrando
la tecnica della palla di fuoco suprema e lei si è messa in mezzo!"
"Stai zitto Baka!" sbottò il ragazzo, dando
un cazzotto al fratello.
L’occhiataccia assassina toccò ad
Arashi.
"Quante volte ti ho detto che non devi
usare tecniche pericolose con i tuoi fratelli vicino, per di più in casa!" lo
rimproverò il padre, mentre Sakura teneva per mano la figlia per impedirle di
assaltare il fratello più grande che si era avvicinato troppo. Arashi, ignaro
del pericolo, sbuffò guardando dall’altra parte, così appena la madre allentò la
presa Chiho riuscì a colpire in testa il fratello.
"Chiho!" la sgridò la madre scandalizzata,
mentre i due si riempivano d’improperi, mentre Akira, ancora tenuto saldamente
dal padre, canzonava il fratello con uno "Scemo, scemo!".
"Cosa hai detto!? Ripetilo moccioso!" gli
rinviò contro il fratello.
A quel punto, vista la malaparata Akira
utilizzò la tecnica della sostituzione e, lasciando Chiho al suo posto (perché
perdere l’occasione di farle un dispetto!), si diede alla fuga.
"Akira, se ti prendo, sei morto!" gridò
Arashi correndogli dietro.
Sasuke, immobile, restava in attesa che la
figlia decidesse la sua prossima mossa, ma sentendola tremare la guardò. Aveva i
grandi occhi verdi pronti per le lacrime, ma si mordeva il labbro per non farsi
sfuggire un solo singhiozzo.
Quella piccola orgogliosa.
Sasuke lasciò la presa e le diede un
buffetto sulla testa.
La ragazzina lo guardò.
"Penso che i tuoi fratelli oggi mangeranno
solo riso freddo. Il soggiorno ha decisamente bisogno di una sistemata" affermò,
guardando il casino in cui si trovava la stanza. Chiho fece cenno di sì con la
testa e lasciò che il padre la prendesse in braccio.
"Papà…m’insegnerai una tecnica come
quella!?" domandò seria seria, guardandolo negli occhi. Sasuke sghignazzò
mentalmente.
"Per dare fuoco al resto della casa o ai
tuoi fratelli?" riuscì a chiederle altrettanto seriamente, guardando il visino
arrossato dai primi lacrimoni di orgoglio ferito.
"Tanto tu non lo può fare!" la prese in
giro Akira passando di corsa davanti al padre, inseguito dal
fratello.
"Akira fermati se hai coraggio!" gli urlò
il fratello.
"Te lo fermo io" sentenziò la sorella, che
saltata giù dalle braccia del padre, sparì il perfetto stile ninja.
"Akira sei fregato!" esclamò soddisfatto
Arashi sentendo il rumore sordo di un corpo atterrato.
"Chiho, lasciane un pezzo anche a me!"
gridò allegro il ragazzo, correndo dai fratelli.
"Ma hanno fatto così tutta la settimana?"
chiese allibito, e in cuor suo divertito, Sasuke.
"Oh no! Sono stati dei veri angioletti,
come lo eravate tu e Naruto d’altronde – lo stuzzicò – posso dire di essere
allenata!" sentenziò la donna con un bel sorriso.
"Senza dubbio" le rispose divertito Sasuke
baciandola con affetto. Sakura si accoccolò tra le sue braccia, cercando di
farsi una ragione per il salotto distrutto.
"Ah, stavo per dimenticarmene, Takeru è
stato trattenuto in ospedale, ha detto che tornerà tardi, se gli lasci qualcosa
da scaldare per cena"
"Certo, non è un problema…spero solo che me
lo rimandino indietro prima di domani" borbottò tra sé e sé Sakura.
"Perché? Che cosa succede domani?" Le
domandò Sasuke.
"Domani mattina c’è la prima missione di
Chiho col nuovo team 7 di Kakashi…"
"Ah" Fu la monosillabica risposta di
Sasuke, era stato fuori tutta la settimana e aveva perso il senso del tempo.
Mentre cercava di far quadrare i conti, vide Sakura che si era messa a
rassettare.
"Lascia stare, rimettono a posto i tre
teppisti"
Sakura lo guardò significativa.
"Non è che non mi fidi di te, tesoro, solo
che domani sera verrà parecchia gente e ci terrei ad avere ancora un salotto
dove farli accomodare"gli fece notare la moglie, ma Sasuke fu
irremovibile.
Così quella sera il salotto era in
condizioni peggiori di quelle in cui versava nel pomeriggio.
Sasuke si buttò sul letto distrutto da
quell’unico pomeriggio, più che da un’intera settimana di allenamento
serrato.
"Domani starai meglio" gli bisbigliò Sakura
baciandolo dolcemente. Lui ricambiò il bacio, intenzionato a continuare quel
discorso a modo suo, in fondo non la vedeva da una settimana!
Già teneva Sakura tra le braccia, quando il
rumore di una mano sulla porta lo costrinse a rimandarlo.
"Vieni Chiho" la chiamò Sasuke e la
ragazzina fu subito da lui. Sakura si fece un po’ più in là permettendole di
sedersi tra loro. "Va meglio?" le domandò poi, cercando di sistemarle in una
treccia i capelli ribelli. Chiho fece cenno di sì con la testa, guardò il padre
tutta contenta e speranzosa. Sasuke ricambiò lo sguardo perplesso, poi capito
cosa stava aspettando la figlia le disse.
"Allora…Sei pronta per domani? La mamma mi
ha detto che sei nel gruppo di Kakashi".
Alla ragazzina si illuminarono gli occhi
"Sì!" disse tutta orgogliosa.
"Vedrai papà, sarai orgoglioso di me
domani!"
"Vedremo piccola peste… e chi sono i tuoi
compagni?"
"Sono nel gruppo con Reika-chan e
Ryotaro-kun!"
"Il figlio di Shikamaru? Ma i gruppi non
dovrebbero essere due ragazzi e una ragazza?"
"Sì, ma i gruppi sono scelti per favorire
il lavoro di squadra, e in fondo noi lo siamo sempre stati! È stato proprio il
maestro Iruka a proporci come gruppo "
"E a quanto pare non si è sbagliato, vero
Chiho-chan, perché non dici a papà com’è andato il test di Kakashi?"
"Quale quello coi due
campanellini?"
"Sì, sai papà, Ryotaro è davvero in gamba!
In pochi minuti ha studiato un piano semplice, ma efficace. Grazie al suo piano
e al lavoro di squadra con Reika, sono riuscita a prendere i campanellini al
maestro Kakashi" spiegò tutta orgogliosa.
"TU COSA?" esclamò Sasuke
esterrefatto.
Da quanto ne sapeva gli unici che Kakashi
aveva promosso erano stati Lui, Naruto e Sakura, tanti anni prima, ma anche loro
i campanellini non erano mai riusciti nemmeno a toccarli!
Guardò ancora incredulo il visetto contento
della bimba tra le braccia di Sakura, mentre le due donne se la ridevano
complici per la sua sorpresa.
"Allora papà?" Lo stuzzicò la figlia buttandoglisi sulle spalle, in attesa di
rubargli qualche altro complimento. Sasuke fece finta di essere molto offeso, ma
prima che potesse rispondere, sentì il leggerissimo passo felpato dei suoi figli sul
pavimento ligneo. Così, con Chiho sulle spalle, aprì la porta e il figlio più
piccolo gli finì addossò.
"Ehm…ciao papà!
Ancora sveglio?" Abbozzò Arashi riacchiappando
il fratellino.
"Sai com’è, avendo in casa una mandria
d’elefanti…" Sasuke lo guardò esasperato, che doveva fare con quel figlio? E per
di più sgridarlo gli dava la strana sensazione di riprendere se
stesso!
"Papà, è tornato Takeru!" Lo informò il
piccolo Akira, difatti alle spalla dei due, Sasuke notò la figura alta e stanca
del figlio maggiore, che addossato alla parete aspettava pazientemente di poter
raggiungere la sua stanza. Il ragazzo sentendosi osservato alzò lo sguardo sul
padre.
" ’Sera" disse sopraffatto da uno
sbadiglio.
"Bentornato, tua madre era preoccupata che
ti trattenessero fino all’alba."
"C’è mancato poco, fortunatamente
Ayame-chan è rimasta ad aiutarmi con gli ultimi arrivati"
Dalla camera si udì la voce di Sakura e
poco dopo, la faglia Uchiha si ritrovò di nuovo il cucina.
Sakura riscaldò la cena a Takeru che
avrebbe preferito andarsene subito a dormire, ma mangiò da bravo figlio, per non
dover protestare. Intanto Chiho, con più premura del necessario, teneva d’occhio
Akira per impedirgli di mangiare biscotti fuori orario.
Arashi intanto, ne approfittò per farsi
raccontare dal padre le imprese più interessanti della lunga missione,
aggiornandolo a sua volta degli avvenimenti della settimana.
"…ah, poi senti questa, L’altro giorno e
venuto un tizio a cercare il maestro Iruka, hanno parlato per un po’…da quello
che ho capito l’uomo aveva perso una pergamena molto importante…il maestro gli
detto consigliato di rivolgersi all’Hokage , e indovina un po’ a chi è stata
affidata la missione" concluse guardando la sorella che giocava con Akira.
Sasuke guardò la figlia e sorrise, Kakashi
avrebbe avuto da fare l’indomani.
Ma Sakura non rideva, comunque non disse
niente, aspettò che Takeru finisse di mangiare e poi spedì tutti al letto e
senza storie!
Il sonno ormai stava avendo la meglio su
Sasuke, quando satura lo scosse un poco per attirare la sua
attenzione.
"…uhm…?" riuscì ad articolare a mezza
bocca, con un piede già nel mondo dei sogni.
"Ecco…Sasuke-kun…non ti
arrabbiare…"
"Non ce la farei, anche volendo…" le fece
notare dormendo.
"…Sì, ma…ecco mi chiedevo…"
"Cosa?"
"Non è che domani ti andrebbe di seguire
Chiho?".
"Cosa!?" Ecco ora era sveglio!
"Per favore Sasuke sono preoccupata! Se
Arashi ha ragione, allora il proprietario è un’importante impresario del paese
del fuoco! La missione potrebbe non essere così semplice, e se quel rotolo è più
importante di quello che sembra potrebbe diventare addirittura
pericolosa!"
Sasuke non l’ascoltava, era
sconvolto.
Pedinare la figlia! No! Mai! Non era mica
quel baka di Naruto!
Sakura non lo avrebbe costretto a fare una
cosa del genere!
….
……….