The Past, The Present, The Future

di Aagainst
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24.

-Come sta?- domandò Gibbs a Ziva. Jethro, accompagnato da Tim, aveva raggiunto lei e Tony in ospedale. 
-Non lo sappiamo. È ancora sotto in sala operatoria.- rispose DiNozzo.
-Sta arrivando anche Abby con Alex e Mitch.- asserì McGee. Ziva sospirò. Sentì una vocina chiamarla. Si voltò: Mitch le correva incontro, seguito da Alex. Le saltò in braccio. 
-Come sta?- chiese.
-Io... Ecco il dottore.-.
Il chirurgo si avvicinò al gruppo. 
-La ragazza è fuori pericolo.- dichiarò. Tirarono tutti un sospiro di sollievo. 
 
Ziva entrò nella stanza in cui Rachel era stata portata. Era una comune camera d'ospedale, spoglia, ma non fredda. La ragazzina la vide e accennò una sorta di sorriso.
-Come stai?- le chiese la donna.
-Abbastanza bene.- rispose la nipote.
-Tu... Mi hai salvato la vita.- affermò l'israeliana.
-Già.- mormorò Rachel. 
Ziva capì. Aaron doveva averle raccontato tutto.
-Com'era?-.
-Mh?-.
-Com'era mio padre?- insistette la ragazzina.
-Era... Lui era tante cose. Ha fatto tante cose, alcune di queste molto brutte. Ma non era le sue cose brutte. È stato anche un fratello molto affettuoso. Gli volevo molto bene.- rispose l'israeliana.
-E allora perché l'hai ucciso?- esplose Rachel, in lacrime.
-Perché?- continuò, piangendo. Ziva si sentì sprofondare. Già, perché? Se lo stava chiedendo da anni anche lei.
-Perché andava fermato Rachel.- trovò la forza di rispondere. 
-Volevo molto bene ad Ari. Voler bene a una persona vuol dire anche provare a salvarlo da sé stesso. E io non ce l'ho fatta. Tuo padre l'ho perso molto prima di ucciderlo. L'ho perso perché aveva perso sé stesso. E, a quel punto, ho dovuto fermarlo, prima di perdere ciò che avevo appena incontrato.-.
Rachel parve calmarsi. Ziva si sedette sul letto, abbracciandola.
-A me piacerebbe molto che tu venga a vivere da me con Alex e Mitch.- dichiarò. Rachel sospirò. Iniziò a torturarsi le mani. Appoggiò il capo al petto di Ziva e scoppiò nuovamente a piangere. La donna la lasciò sfogare.
-Ti voglio bene. Lo giuro.- affermò.
-Lo so Rachel. Lo so.-.
 
-Eccoci arrivati!- asserì Tony. Rachel era stata dimessa e lui l'aveva accompagnata da Ziva. 
-Tony!- esclamò l'israeliana. DiNozzo sorrise. 
-Beh, io andrei.- affermò. 
-Oh. Okay.- mormorò l'ex agente del Mossad, chiudendo la porta. Si voltò. Alex, Rachel e Mitch la fissavano, contrariati.
-Che c'è?- domandò lei. 
-Che c'è? No, stai scherzando, vero?- ribatté Alexandra.
-Dovevi farlo entrare!- esclamò Rachel.
-Già.- aggiunse Mitch.
Ziva sospirò.
-Io... Non mi pare opportuno.- provò a replicare Ziva.
-Opportuno? Ahh, faccio io!-.
-Rachel, non mi pare il...- provò a fermarla l'israeliana, senza successo: la ragazza aveva già aperto la porta e richiamato Tony, invitandolo a pranzo.
-Ti volevano qua.- si giustificò Ziva.
-Solo loro?- chiese Tony. L'israeliana alzò gli occhi al cielo. 
-Beh... Non solo.- rispose, baciandolo.
-Non guardare queste cose Mitch!- esclamò Alex, coprendogli gli occhi.
Rachel sorrise. Finalmente il passato diventava tale e il presente ora brillava, luminoso e carico di speranza per un futuro tutto da scoprire e vivere.


Angolo dell'Autrice

Non ci credo! L'ho finita. Questo capitolo è cortissimo e mi scuso di ciò, ma non aveva senso scrivere di più. Tutto è bene quel che finisce bene, come si suol dire!
Ringrazio di cuore chiunque abbia letto questa storia, l'abbia recensita e mi abbia aspettata per due anni! Grazie di cuore!
Alla prossima!





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