La
porta si spalancò sul salotto dell’appartamento di Leonard e
Sheldon. Rajesh si richiuse l’ingresso alle spalle con così
tanta foga, che il bersaglio appeso sull’uscio rischiò di
staccarsi.
I
due amici distolsero l’attenzione dalle lavagne, dove le
equazioni relative ai muri di dominio erano silenti
testimoni dell’eccitazione dell’indiano.
Leonard
lo guardò preoccupato. “Raj, che succede?”
“Già”
gli fece eco Sheldon, “cos’è tutta questa agitazione?”
domandò il fisico, mettendo il cappuccio al pennarello.
Il
viso di Rajesh si illuminò di un sorriso fanciullesco.
“Vorreste diventare betatester di Pokémon Go?” chiese entusiasta.
Sheldon
si fece interessato e si avvicinò all’amico. “Hai scoperto
qualcosa? La Nintendo è blindata e non si riesce ad avere
nessuna data di uscita!”
lamentò con tono infastidito.
Leonard
li raggiunse, gesticolando animatamente. “Hai detto betatester?”
chiese incuriosito.
Rajesh
annuì, con uno sguardo di intesa. “La prossima settimana,
alla convention videoludica, la Kodansha statunitense, in
collaborazione con la Nintendo, ha messo in palio tre posti
per testare la futura applicazione dedicata ai Pokémon”
rispose a entrambi, accompagnando quelle parole con enfatici
movimenti delle mani. “Basterà vincere la gara di cosplay!”
Sheldon
saltellò infantilmente sul posto. “Dobbiamo assolutamente
vincere! Ho già comprato un cappello con visiera e uno zaino
per poter andare a caccia dei pokémon nel mondo reale!
Abbiamo già i costumi da Star Trek, sarà una passeggiata.”
Leonard
scosse il capo. “No, qualcosa non mi torna: la Kodansha
Comics USA è una casa editrice di… manga” spiegò alternando
lo sguardo sui due amici.
Rajesh
si rabbuiò, annuendo. “Esatto. La gara è un’iniziativa della
Kodansha per dare nuovo slancio al merchandising dopo Sailor
Moon Crystal. Si vocifera che la Nintendo farà un nuovo
videogioco dedicato alle guerriere in marinaretta, per
questo la competizione di cosplay è dedicata proprio alle
sailor senshi” raccontò.
“Ma
è roba da ragazze!” protestò Leonard.
“E
con questo?” intervenne Sheldon. “Ti ricordo che in palio
c’è il nostro futuro da cacciatori di pokémon e non sarà
l’assenza di un cromosoma X a impedirmi di acciuffarli
tutti.”
Leonard
sbuffò, sedendosi sul divano. “Ma dovremo indossare… la
gonna! E poi siamo solo tre, come gruppo lasceremmo davvero
a desiderare…”
Sheldon
appoggiò il pugno alle labbra con espressione pensosa. “È
vero, l’interpretazione è un importante parametro di
valutazione in una gara di cosplay…”
Rajesh
li osservò e allargò le braccia. “Le guerriere del sistema
solare esterno di solito sono in tre.”
Sheldon
tese il braccio, additando l’indiano, mentre una nuova luce
si accese nel suo sguardo. “Ma certo! Neptune, Uranus e
Pluto. Io farò quest’ultima, perché è quella con la
mentalità più logica.”
Leonard
aggrottò la fronte e lo guardò incredulo. “Cosa?” Si alzò in
piedi, scuotendo il capo. “Sailor Pluto è di carnagione
scura, è meglio che la interpreti Raj” obiettò.
Sheldon
sollevò il mento con espressione contrariata. “È vero”
lamentò sommessamente, chinando il capo. Scrollò le spalle e
con rapidi movimenti indicò gli amici, uno alla volta.
“Allora è deciso: Koothrappali farà Pluto, io Uranus e
Leonard farà Neptune” stabilì, incamminandosi verso il
corridoio.
Leonard
per poco non si prese la testa tra le mani. “Che cosa?”
disse, alzando il tono di voce. “Perché io dovrei fare
Neptune? Sei tu quello che sa suonare!”
Sheldon
si girò scocciato. “Leonard, io suono la tuba, non il
violino. E il motivo per cui tu farai Neptune è che io sono
più alto.” Considerando la discussione chiusa, il fisico
riprese il cammino verso il bagno.
“Ha
ragione” commentò Rajesh, “Sailor Neptune è la più bassa.”
Leonard
lo guardò malissimo, per nulla contento di quella soluzione.
“Sheldon!” urlò, “dove stai andando?”
Il
coinquilino aprì la porta del bagno. “A depilarmi le gambe,
è ovvio” informò con tono saccente, prima di chiudersi nella
toilette.
Rajesh
schiuse le labbra e sgranò gli occhi, fissando atterrito
l’amico. “Cos’ha detto?”
Leonard
si grattò la testa nervosamente. “Hai capito benissimo. E
stai pur certo che costringerà anche noi a depilarci…”
L’indiano
annuì e sospirò sollevato. “Nessun problema, già lo faccio!”
Leonard
si voltò di scatto verso di lui. “Come?”
“A
Emily piacciono le gambe lisce” spiegò l’astrofisico.
La
convention era gremita da una variopinta ed eterogenea fauna
di gamer.
Davanti ai bagni, Sheldon/Uranus e Rajesh/Pluto aspettavano
che Leonard finisse di cambiarsi.
Sheldon
sbuffò infastidito, spostandosi per l’ennesima volta un
ciuffo della parrucca bionda che gli cadeva fastidiosamente
davanti agli occhi. “Perché Leonard non è venuto vestito
come noi? Stiamo perdendo un sacco di tempo, dovremmo
ripassare la nostra scenetta.”
“Se
vuoi posso risponderti io” commentò Howard che li aveva
accompagnati ed era intento a riprenderli con una
telecamera. “Ho miliardi di validi motivi che Leonard
potrebbe addurre a sua difesa” aggiunse, sorridendo
divertito.
Sheldon
stese le labbra in un’espressione dura. “Non capisco perché
tu sia qui, Wolowitz” disse tagliente.
Il
sorriso sulle labbra di Howard si allargò ulteriormente e
l’ebreo infilò il pollice della mano libera dalla telecamera
in uno dei passanti dei pantaloni, di fianco alla vistosa
fibbia ispirata al videogioco di PacMan. “Perché vi ho
creato gli accessori e voi mi dovete un favore.”
“Ecco
Leonard” informò Rajesh, togliendosi i lunghi capelli neri
della parrucca dal viso.
Leonard,
con espressione truce, li raggiunse poi, a una passo da
loro, scosse il capo, allargò le braccia e sbottò: “Sentite,
ragazzi, non ce la faccio!”
“Leonard,
non dire stupidaggini!” lo rimproverò Sheldon.
“Ma
non mi trovo a mio agio con questo costume!” obiettò
l’amico, che poi si rivolse a Howard. “Ti prego, non mi
inquadrare.”
Lui
sorrise. “Tranquillo, Leonard, è una cosa che rimarrà tra
noi, una cosa di cui ridere nelle nostre serate tra uomini!”
“Ah
sì?” disse Leonard, sbuffando. “Però io non mi sto
divertendo. Anzi, sapete che vi dico? Torno a vestirmi e al
diavolo la gara.”
Rajesh
lo afferrò per le spalle. “No, amico, non puoi farlo.
Leonard, riflettici bene. Ci sono centinaia di pokémon là
fuori che aspettano un allenatore e tu potresti essere la
persona che stanno aspettando!”
Leonard
sorrise, ridendo sommessamente. “Sì, è vero… ma questo
costume è così imbarazzante!”
“Come
se questo cosplay fosse la cosa più imbarazzante che hai
fatto” commentò Sheldon con noncuranza, prendendo alcuni
fogli da una carpetta, prima di passarli ai compagni
d’avventura. “Andiamo, iniziano le selezioni. Qui c’è la
scaletta per il nostro intervento. Mi raccomando,
immedesimatevi e pensate ai pokémon!”
“Per
Pokémon Go!” esclamò Rajesh, incamminandosi con decisione
verso il palco.
Leonard
alzò il pugno senza troppa convinzione. “Sì, per i pokémon”
borbottò. “Che diavolo sto facendo? Non sono mai riuscito a
far evolvere il mio pikachu!” soffiò a fil di labbra,
guardando il foglio, ma senza occhiali non riusciva a
leggere molto. “Sheldon, cos’ha c’è scritto nell’epilogo?”
chiese, lanciandosi dietro gli amici, seguito da Howard.
“Tranquillo,
Leonard, ho fatto un’accurata ricerca sui personaggi per
poter scrivere questa scenetta in modo da rimanere
completamente In
Character.”
Le
ragazze si erano radunate a casa di Bernadette e, armate di
snack e di alcolici, erano sedute sul divano davanti alla
televisione.
“Tuo
marito ha collegato il televisore alla telecamera?” chiese
Emily alla padrona di casa.
“Già,
così possiamo assistere in diretta allo…”
“Oh
mio Dio, guardate Sheldon!” esclamò Amy, allibita davanti
alle lunghe e affusolate gambe del fidanzato.
Penny
scoppiò a ridere. “Sono buffissimi!”
“Ed
ecco anche Leonard” commentò Bernadette con il sorriso
malizioso sulle labbra.
Penny
trangugiò il martini tutto d’un fiato, a disagio di fronte a
quanto suo marito fosse disposto a mettersi in ridicolo per
una stupida applicazione per cellulare.
“Devo
dire che le gambe migliori sono quelle di Sheldon” commentò
Emily, “ha una pelle quasi perfetta.”
“Ehi!”
sibilò Amy, “togli gli occhi dal mio uomo.”
“Tranquilla”
rispose la dermatologa, distogliendo lo sguardo. “Allora, mi
spiegate chi stanno interpretando?” domandò, per distrarre
la neurobiologa.
Amy
sorrise, sistemandosi gli occhiali sul volto. “Sono le
guerriere del sistema solare esterno. La peculiarità più
importante è che Neptune e Uranus sono una coppia
omosessuale.”
“Sono
lesbiche?” chiese Penny; quella notizia aveva risvegliato la
sua vena gossip. Amy annuì.
“Allora
i ragazzi devono tenerci davvero tanto visto che Sheldon sta
baciando Leonard sul palco…” commentò Bernadette, guardando
lo schermo del televisore con un’espressione che era un
misto di disgusto e divertimento.
Tutte
si voltarono verso il televisore, urlando in coro: “Cosa?!”
Amy
si imbronciò. “Sheldon e Leonard sono coppia da meno di una
settimana e già si baciano, mentre io ho impiegato anni per
farmi baciare da Sheldon!”