My
best traitor
L’armadio
svanitore
“Alan”
chiamò Hermione. E siccome non ottenne alcuna risposta:
“Alan!”.
“Che c’è?” chiese lui
alzandosi dal divano.
“Dormivi?” chiese Hermione avvicinandosi a lui con
dei fogli in mano.
“Quasi” rispose.
Hermione lo guardò severamente, poi si sedette sul bracciolo
del divano osservando i fogli. “Allora, quello che devi
riscrivere è questo pezzo sugli effetti della pozione,
Lumacorno ha detto che dopo che l’effetto sparisce non puoi
più prenderla per almeno dodici ore, non giorni. E poi
qui” e indicò il punto esatto della
pagina “devi scrivere come ho scritto io”.
Alan si stropicciò gli occhi e prese i fogli.
“Grazie Hermione” rispose.
“Figurati” disse lei alzandosi e sorridendo.
Alan si alzò e andò al tavolo dov’era
seduta lei, prese dalla borsa l’astuccio e corresse le parti
sbagliate. Arrivò Harry, tutto contento e con un enorme
sorriso dipinto sul volto.
“Sei stato con Ginny” notò Hermione.
Harry arrossì lievemente e poi rispose di sì.
“E ora dov’è lei?”
continuò Hermione.
“Dalla McGranitt, doveva dirle qualcosa a proposito dei
G.U.F.O.” disse Harry sedendosi.
“Tieni, il tuo compito corretto” disse Hermione
allungandogli dei fogli.
Alan sbirciò i fogli e gli scappò un ghigno, che
Harry non poté non notare. Alla sua muta domanda rispose:
“Sono diventato più bravo di te in
pozioni”.
“Cosa? Impossibile!” disse Harry osservando il suo
tema corretto da Hermione.
“Sarai anche bravo con quel tuo manuale del Principe, ma coi
temi sei ancora un passo dietro a me” disse soddisfatto
aggiustandosi la maglietta.
“E tu sei un passo dietro a Hermione”.
“Ma a me basta essere un passo avanti a te”.
“Ma io sono il preferito di Lumacorno” disse Harry
con un sorriso stampato sulla faccia.
“Oh, non ti preoccupare, l’anno prossimo Lumacorno
se ne andrà”.
“Non credo” intervenne Hermione. “Adesso
c’è Piton come professore di Difesa, non
mollerà il posto nemmeno se lo trascinassero via dalla
cattedra” disse leggendo distrattamente un grosso libro.
“Che hai lì?” chiese Harry cominciando
anche lui a tirare fuori calamaio e penna d’aquila per
correggere i suoi compiti.
“Un annuario scolastico”.
“Per il principe?” chiese Alan. Hermione
mugugnò un sì di risposta mentre Harry
alzò gli occhi al cielo.
“Hermione perché non lasci perdere? Hai idea di
tutti gli studenti che possono essere passati di qui?”.
“A migliaia” rispose lei.
“Appunto! Quel libro potrebbe essere stato di
chiunque!”.
“I soprannomi si scelgono per un motivo preciso”
puntualizzò.
“Ha ragione. Abbiamo persino scoperto da dove viene Lord
Voldemort” disse Alan.
Harry lasciò cadere lì il discorso
perché erano secoli che tutti ripetevano le stesse cose a
proposito del libro che gli aveva dato Lumacorno. Dopo aver finito di
correggere i compiti Alan e Harry andarono a cena, (Hermione disse che
avrebbe cercato ancora per un po’ e poi li avrebbe raggiunti)
a tavola trovarono Ron e Ginny già seduti a mangiare.
Proprio quando stavano per finire arrivò Hermione di corsa
con il librone di prima in mano.
“Guardate cos’ho trovato!” disse eccitata
aprendo il libro sul tavolo.
“Hermione” biascicò Alan “qui
una volta c’era un purè di patate, ora
c’è il tuo libro, perché?”
chiese indicando il suo piatto ormai coperto dal pesante volume.
Hermione non gli diede retta e fece leggere loro una didascalia sotto
ad una foto di una ragazza coi capelli neri e lisci, unticci, e gli
occhiali.
“Guardate, Eleen Prince. Era il capitano della squadra di
Gobbiglie. Prince come Principe” disse Hermione contenta.
“Questo non mi riporta il purè” disse
Alan.
“Cioè che vuoi dire?” chiese Ron.
Harry sorrise “Hermione, non vorrai dirmi che lei
è il principe”.
“Si! Perché no, scusa?” chiese Hermione.
Harry sbuffò “Ancora? Principe, per me,
è un maschio Hermione”.
“E’ vero” intervenne Alan. “A
meno che non sia una principessa trans” aggiunse poi
ripensandoci. Ron scoppiò a ridere, così come
Harry. Hermione invece si rabbuiò.
“Ma chi è questo Principe?” chiese Ginny.
“Nessuno” rispose in fretta Alan. “Solo
uno con cui Hermione si è fissata”.
Personalmente, non credo
che la ragazza che ha trovato Hermione sia il Principe. Credo che sia
andata un po’ in fissa con questa storia, perché
adesso Harry riesce a fare pozioni migliori delle sue. Quel Principe
doveva essere davvero un grande! Persino Harry, che da quando
è arrivato qui non sa niente di Pozioni, adesso riesce a
fare senza problemi qualsiasi tipo di cosa! Io sono esattamente come
lui purtroppo, peccato che il libro di Pozioni Avanzate
l’avevo comprato in uno sprazzo di ottimismo nonostante non
sapessi se Piton mi avrebbe bocciato o meno, altrimenti magari quel
manuale ora sarebbe mio. Certo deve essere difficile per Hermione, lei
è sempre stata la più brava in ogni cosa, deve
essere dura adesso essere superati. Si è abituata alla sua
condizione di più brava della classe. Che fortuna
però che al primo anno sia diventata nostra amica,
altrimenti non ci sarebbe stato nessuno ora a correggerci i compiti.
Mi ricordo quando
ricevetti la lettera da Hogwarts, mia madre non ci credeva. Io non
sapevo niente del mondo della magia. Mio padre era un mago, ma non
stava con mia madre. Lei non mi ha mai detto il suo nome, forse neanche
se lo ricorda più, fatto sta che quello era un tipo sposato,
che un giorno era andato a farsi una passeggiata e aveva incontrato mia
madre. Si vede che non avevano niente di meglio da fare, e quindi hanno
fatto sesso. E’ così che sono nato, per sbaglio. E
mia madre neanche sapeva che io ero un mago. Un tipo del ministero
venne a spiegarci tutto del mondo magico, e così mia madre
si ricordò di quel tipo con cui era stata, ma non se ne
ricordò con disprezzo, come faceva di solito, ne
ricordò le stranezze. Cercò di contattarlo, di
scoprire chi era, se non altro per fargli sapere che aveva un figlio,
ma non ci riuscì.
All’inizio,
quando arrivai a Hogwarts, volevo scoprire chi fosse mio padre. Non
avevo idea di come avrei fatto, ma ero convinto che lo avrei scoperto.
Ero un sacco arrabbiato quando ci pensavo, era un egoista stronzo,
ecco! Probabilmente era uno che con le donne ci andava un giorno
sì e l’altro pure. E tutte diverse! Mia madre era
solo una di loro. Pensavo che fosse un tipo straricco, un tipo che
poteva permettersi di sposarsi con una bella bionda e poi tradirla con
altre cento senza che lei dicesse niente, perché in fondo a
lei interessava solo del suo denaro.
Devo smetterla di
parlarne, ogni volta che lo faccio mi va il sangue alla testa! Lo odio!
Lui e tutti i suoi amici, i suoi parenti, i suoi conoscenti!
E’ un comportamento infantile, lo so, ma tanto che importa?
Non posso odiare nessuno perché non conosco niente di lui.
Ora se non ci penso non sono arrabbiato, solo a volte, ma
ormai mi sono rassegnato.
Comunque sia il primo
giorno di scuola conobbi Harry. E’ simpatico, davvero un tipo
a posto, poi tutte quelle storie che lui è il ragazzo
sopravvissuto non mi importavano, non sapevo granché di
quelle storie, e nemmeno lui, forse per questo ci stavamo simpatici
all‘inizio, ma poi conoscendoci meglio siamo diventati amici
per motivi un po‘ più solidi. Mi
presentò Ron, che aveva conosciuto sul treno, pure lui
è a posto. Hermione poi, non ne parliamo neanche.
Più a posto di lei non c’è nessuno!
Credo che sia la ragazza più onesta del mondo, tranne quando
si tratta di fare qualcosa per scoprire cosa succede di strano in giro,
ma per il resto è ok.
Abbiamo il trascurabile
vizio di impicciarci sempre degli affari degli altri. Fu
così che il primo anno scoprimmo la Pietra Filosofale; il
secondo la Camera dei Segreti; il terzo che Sirius Black non era un
Mangiamorte; il quarto non scoprimmo un bel niente ma aiutammo Harry ad
allenarsi per il Torneo Tremaghi; il quinto anno facemmo un enorme
errore andando al Ministero della Magia senza alcuna prova tangibile
che stessero torturando Sirius; e ora … Harry ci aveva
raccontato tutti i ricordi su Voldemort che aveva visto insieme a
Silente.
Era pazzesco tutto
quello che Voldemort ha fatto! Aveva creato gli Horcrux, li aveva
nascosti in un posto sicuro e adesso se ne sta tranquillo tranquillo ad
aspettare di morire di nuovo, solo per poi prendere un altro Horcrux.
Gliene restano quattro, a sentire Harry.
Abbiamo fatto un sacco
di congetture al riguardo. Certo potrebbero essere qualsiasi cosa! Ma
abbiamo notato che sono nascosti nei luoghi cari a Voldemort, e che
sono oggetti preziosi, di solito.
Le settimane passarono, cominciarono i G.U.F.O. per quelli del quinto,
e anche Harry, Ron, Alan e Hermione incominciarono gli esami.
Hermione era talmente nervosa che nessuno gli parlava quasi, si
accorsero che la situazione si era fatta pesante quando Alan le chiese
se aveva una penna d’aquila da prestargli e lei le rispose
che urlando che non poteva stare dietro a tutti loro e che aveva altro
da fare.
Per fortuna gli esami finirono in fretta.
La sera della fine degli esami decisero di festeggiare e Alan
suggerì di fare un salto alle cucine dopo mangiato per
portare in sala comune da mangiare e da bere, per fare una festa. Ma
solo a mezzanotte, quando tutti sarebbero andati a dormire. Avrebbero
svegliato l’intera casa e sarebbero rimasti svegli fino al
mattino.
“Te lo ripeterò per l’ultima volta:
no!” disse Hermione.
“Perché no?” si lamentò lui.
“Infatti perché?” intervenne Ron.
“E’ un’idea fantastica!”.
“Ron ma noi siamo Prefetti! Dovremmo troncare sul nascere
questo genere di idee!” disse Hermione. Ron si
ricordò di essere Prefetto e guardò amaramente la
sua spilla appuntata al petto.
“Dai io vado ad avvertire gli elfi domestici!”
disse Alan alzandosi e uscendo dalla Sala Grande sotto lo sguardo di
disapprovazione di Hermione.
“Dai Hermione! Non faremo casino” intervenne Harry.
In quel momento un ragazzino giunse al tavolo e consegnò a
Harry una lettera. Era un messaggio di Silente, che diceva di andare
appena poteva nel suo ufficio. Gli altri lo avrebbero aspettato in Sala
Comune.
“Dobbiamo andare ad avvisare Alan” disse Hermione
una volta che Harry se ne fu andato. Lo cercarono in lungo e in largo
per tutto il castello, stranamente nelle cucine non c’era, e
neanche in biblioteca, così come non c’era fuori
nel Parco e nelle Serre. L’unica soluzione era andare in Sala
Comune, dove avevano detto a Harry, e sperare che andasse lì.
Alan era diretto alle cucine quando ricordò che aveva
promesso a Dobby che gli avrebbe dato un cappello nuovo. Non era
proprio nuovo nuovo, anzi, era davvero usatissimo e liso, ma Alan
credeva che andasse bene per Dobby, era una serie infinita di colori
che non c’entravano niente l’uno con
l’altro, era bruttissimo. Insomma … era proprio da
Dobby.
Stava andando alla Sala Comune per prenderlo quando vide Draco Malfoy
dirigersi verso il corridoio dove c’era la Stanza delle
Necessità. Erano secoli che Harry diceva che Malfoy stava
pianificando qualcosa, e con questo qualcosa, qualsiasi cosa fosse,
c’entrava la Stanza delle Necessità.
Alan si nascose dietro ad una statua appena in tempo per vedere Malfoy
passargli davanti con un ghigno soddisfatto sul volto. Lo seguii con
cautela e lo vide entrare nella Stanza. Passò qualche tempo,
ma, visto che non accadeva nulla, Alan decise di andare a vedere. Si
avvicinò cautamente al punto dove doveva esserci la porta e
vi poggiò sopra l’orecchio. Non sentiva nulla. Ad
un tratto la porta si aprì di colpo e si prese una botta sul
naso, cadendo all’indietro.
Aveva gli occhi chiusi e la mano sul viso, ma sentì
distintamente i passi di qualcuno avvicinarsi a lui.
“Daoug?” era Malfoy. “Sei tu che Potter
ha mandato per fare la spia?” scoppiò a ridere.
Alan si tolse la mano da dal naso e agguantò la bacchetta,
ma non fece tempo a pronunciare una sola parola che Malfoy
afferrò la sua e delle corde andarono a legarlo
strettamente.
“Non dirai una sola parola” disse sollevandolo e
portandolo dentro la Stanza. Dentro era buio, ma quando gli occhi di
Alan si abituarono alla fioca luce proveniente da un’alta
finestra con i vetri colorati vide che si trovava in una specie di
enorme cattedrale e attorno a lui c’erano diversi uomini con
mantelli neri e cappucci che lasciavano il viso in ombra. Mangiamorte.
Malfoy lo buttò addosso ad una pila di oggetti inutili,
questa doveva essere la stanza in cui Harry aveva nascosto il manuale
del Principe dopo il Sectusmpra a Malfoy. Un Mangiamorte
restò a controllarlo e Alan non poté muoversi.
Aveva ancora la bacchetta in mano dietro la schiena, e le braccia
piegate in una posizione innaturale. Cercò di cambiare
posizione ma il suo stesso peso glielo impediva. Vedendo che si
divincolava il Mangiamorte si mise a ridere e lo prese per la
collottola tirandolo su.
“Dove credi andare eh? Tu resti qui!” disse
ributtandolo con violenza verso il cumulo di roba per terra.
Ma in quei pochi secondi Alan riuscì a spostare le braccia e
puntò la bacchetta contro la corda. Con un incantesimo non
verbale tagliò un po’ la corda che lo legava, ma
non si liberò. Si guardò un po’ intorno
e si rese conto che i Mangiamorte stavano arrivando a frotte.
Spuntavano da dietro uno scaffale, Alan non riuscì a contare
quanti erano ma stimò che fossero poco più di una
ventina.
Quando sembravano arrivati tutti il Mangiamorte che lo controllava
disse “E di questo cosa ne facciamo?”.
Draco si avvicinò a lui ghignando e gli puntò
contro la bacchetta, prima che potesse dire alcunché Alan si
slegò del tutto e gli diede un forte calcio ad una gamba. Si
alzò mentre i Mangiamorte gli lanciavano addosso
incantesimi, si protesse con un potente Sortilegio Scudo e
lanciò diverse Fatture. Si voltò e corse via, con
i Mangiamorte alla calcagna.
Vide un armadio di legno scuro e vi si chiuse dentro, appena prima che
i Mangiamorte lo vedessero. Quando chiuse la porta le voci dei
Mangiamorte si attutirono e poi, di colpo, venne il silenzio.
Alan pensò che se ne fossero andati ma dovete ricredersi
quando sentì altre voci.
“Mio Signore, lasci che vada, sono sicuro che potrei essere
d’aiuto” disse una voce maschile.
“Oh no Lucius, perché mai? So che non vedi
l’ora di aiutare tuo figlio” rispose
un’altra voce, innaturalmente acuta e sibilante. Alan
rabbrividì nel sentirla.
“No, mio Signore. Il mio unico desiderio è
prestare servizio a lei, solo a …”.
“Zitto Lucius” mormorò l’altro
uomo con voce annoiata. “Non aggravare ulteriormente la tua
situazione. Mi sembra di essere stato già fin troppo
indulgente”.
Alan aprì piano l’anta dell’armadio e
sbirciò fuori. Un uomo dagli occhi rossi lo osservava seduto
in una poltrona. Il cuore di Alan sobbalzò.
“Lucius” disse l’uomo. “Apri la
porta al nostro ospite”.
Un’ uomo alto dai capelli biondi che Alan riconobbe come il
padre di Malfoy avanzò e aprì la porta
dell’armadio dove dentro c’era Alan, che
avanzò e si parò di fronte a Voldemort.
Ok.
Prima di tutto ci tengo a dire che questa fic è soltanto
un'esperimento.
Per questo sono molto gradite le recensioni. Non devono essere
kilometriche, vorrei solo sapere com'è questo tentativo di
Fan Fiction suspence.
Un saluto, Patty.
|