Inno del fenicottero

di Lo spirito del ravanello
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Amaro, fluido, caldo, nero, forte. 
Premo play. Son sola.
Lei sa che ho tentato, mi dice che è triste.
Io la seguo, solo perché ne ho bisogno.
Balla e culla la dolce sala, calma, al richiamo della sua sinfonia. 
Mi stordisce. 
È la mia mente che ondeggia a vuoto, vaga persa, si allontana e mi abbandona. 
Mi lascia inerte, ma lei non ha più paura.
Quei sussurri, li seguo.
Mi urla piano di seguire quel grido lento che va, che si spegne.
Manca qualcosa che mai c'è stato.
Piange. Per te c'è solo amore, sovrumano per meritare altro.
Ispira quella vaga solitudine che c'è, che non vuole svanire.
Si nutre di quei lamenti che dolci accolgono il mio canto.
Solo il deviante celato salvatore sa guarire il suo insidioso spirito leggero.
Non sa nemmeno se lasciarsi guardare, non sa dov'è, ma sta ancora cantando.




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