Dolcezza

di Becky313
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Dolcezza






Sospirò pesantemente. Quanto era passato? Un’ora? Tre ore?
No.
Quindici minuti.
Si maledì mentalmente per aver accettato di accompagnare quell’idiota di un pervertito a comprare un nuovo modello di macchina fotografica.
Ma si annoiava: Smexy era occupato e le aveva severamente vietato di “giocare” con qualcuno.
Quindi, l’ultima opzione rimasta era quella di accompagnare l’idiota che le sbavava dietro.
 
Ho mal di testa…
Che ore sono?
 
“Allora? Come ti sembra questa qui?” Disse, risvegliandola dai suoi pensieri e mettendole sotto il naso l’ennesima macchia fotografica.
Sospirò di nuovo: “Identica alle altre…” Sussurrò, dieci volte più annoiata di prima.
Lui ridacchiò.
“In realtà, e molto diversa dalle altre, anche perché è del tutto un’altra marca.”
“Sto per cadere in depressione…” Si lamentò lei.
Lui, in risposta, mise giù la macchina e iniziò a fissarla, serio.
Lei si infastidì subito. Odiava essere fissata, forse anche più di essere sottovalutata e di non poter più giocare.
“Becky” La chiamò ad un certo punto, lui, più serio di prima.
“John” Lo imitò lei, infastidita.
Il biondo sorrise.
“Qui vicino ho visto un Fast food niente male, che ne dici di andarci insieme?” Chiese lui, sorridendo da ebete.
L’albina arrossì, per poi, infuriata, dare un pesante pugno in testa al fotografo.
“Non cercare di provarci con me, razza di pervertito cronico!” Urlò mentre un enorme bernoccolo si formava sulla testa del ragazzo.
“Stavo solo cercando di essere gentile!” Si lamentò il biondo.
La ragazza sussultò.
 
Cercava… Di essere…
…Gentile?
 

“Beh… solo se paghi tu!”  Ci ripensò lei, arrossendo lievemente.
“E Naturale! Non lascerei mai pagare ad una ragazza!” Quasi urlò, lui.
L’albina lo guardò con sguardo assassino.
“Idiota!” Gli disse incamminandosi, venendo prontamente seguita dal biondo.
E mentre i due assassini uscivano dal negozio, un sorriso inconscio si creò sul viso di Becky.
Quell’idiota era un pervertito,si.
Ma dopotutto…
Anche i pervertiti sapevano essere Dolci.
No?




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