Una notte come tante altre

di pamina71
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Una notte come tante altre.

 

Avevano ballato e riso per tutta la sera, ed era giunto il momento di riaccompagnarla verso casa.

Era importante essere puntuali, altrimenti il suo commilitone François non l'avrebbe perdonato, e nemmeno il Comandante, che si era presa a cuore la ragazza e l'avrebbe difesa anche da lui; non si era dimenticato le altre volte in cui l'aveva veduta prendere le parti di un'altra donna.

In ogni caso, Alain non aveva certo intenzione di far del male alla piccola Marie; ma, d'altra parte, era da tempo che non gli capitava di passare una serata con una fanciulla così giovane ed ingenua. Si era sentito leggero come non gli capitava da molto tempo, nemmeno con le spigliate ragazze della taverna, ascoltando i piccoli racconti di quotidianità di Marie, ridendo con lei delle piccole disavventure dalla sua esistenza di cameriera di palazzo, danzando mentre faceva attenzione a non stringere troppo per non spaventarla.

Ora passeggiava con la mano minuta di lei appoggiata al suo gomito, lieve, quasi senza peso.

La Senna, pur sporca ed inquinata, riluceva sotto la luna come se fosse un nastro bronzeo, dando un aspetto magico ad una notte come tante altre.

La voce di Marie, mano a mano che si stavano avvicinando alla sua casa, si era fatta fievole, sino a spegnersi del tutto. Ma non era imbarazzo. Pareva che volesse fargli capire qualcosa.

Il soldato si accorse che lei lo stava osservando con i grandi occhi grigi, mentre un piccolo rossore copriva le gote lentigginose. Alain dovette ammettere che quella miriadi di puntini lo intenerivano e gli piacevano immensamente. Da tempo non si sentiva così attratto da una ragazza. Guardò quelle labbra rosee, desiderando posarvi un bacio, e, per la prima volta da anni, si trattenne. Non osò.

Nel frattempo erano giunti nei pressi dell'abitazione della famiglia Armand. Alain non sapeva quali fossero le finestre della casa di Marie, se fossero illuminate, ma ebbe l'impressione si sentirsi osservato.

Prese delicatamente la mano di Marie nella sua, gli appariva così piccola. Se la portò alle labbra e posò un bacio delicato sulle dita affusolate ed un poco rovinate dai lavori che svolgeva. La ragazza arrossì violentemente, cancellando tutte le lentiggini in un colpo solo, farfugliò un vago “buonanotte” e fuggì per le scale.

Alain sorrise all'androne buio. Non aveva concluso nulla, eppure era felice come non mai.

Ci sarebbero state altre serate. Ne era sicuro.





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