Bentornate a tutte quante (e
benvenute a quelle nuove)!:)
Voglio solo dirvi che
è tutta colpa di David Bowie.
Come saprete sicuramente il
Duca Bianco è passato a miglior
vita qualche settimana fa. Io ero in auto e in quel momento Virgin in
suo onore ha fatto partire “Rebel Rebel”.. e io
come una perfetta idiota ho pensato ad Edward e alla suoneria che aveva
messo al cellulare per Bella (definendola in modo molto diretto una
zoccola).
Tutto questo chiaramente ben prima che si innamorassero, sposassero,
avessero un/a figlio/a.. etc.
E allora mi sono chiesta: ma
che fine avrà fatto la mia
litigiosa coppia?
Si saranno davvero sposati?
Avranno avuto 1, 2, 10 figli?
Si sopporteranno ancora?
E allora eccomi qui, con
“Non è la solita storia
d’amore… 3 anni dopo”.
P.S. Anche se non avete letto
la prima storia potete benissimo partire
anche da qui.. poi chissà, magari vi incuriosite e vorrete
scoprire come è scoppiato
l’”amore” tra i miei Edward e Bella.
P.S. Spero tanto che la
storia sia all’altezza della prima!:)
Un bacio a tutte.
1.
From a Distance
Al suono del
citofono sobbalzai.
Non
sapevo da quanto tempo fossi rimasta stesa sul divano al buio a
contemplare il silenzio. Sapevo solo che quando Lily non era in casa ne
approfittavo sempre per farlo. Per abbandonarmi alla solitudine e al
vuoto. Perché non potevo di certo farlo con lei davanti. Il
ruolo della mamma mi obbligava a mostrarmi sempre forte e sorridente di
fronte a lei.
Fu per
questo motivo che quando mi resi conto che erano già
le 21 e la mia bimba stava per rientrare in casa, accesi di corsa tutte
le luci del salotto e sintonizzai la tv su un telefilm anni
‘80 che pretendeva di essere comico. Solo per fingere una
normalità che ormai da 6 mesi non mi apparteneva
più. Più precisamente da quando io ed Edward ci
eravamo separati.
Il
bussare del portone d’ingresso aumentò la mia
angoscia, ma cercai di ignorare la sensazione e, indossando il mio
sorriso più incoraggiante, spalancai la porta.
<<
Ciao amore mio! >> salutai sorridendo
quanto più mi era concesso.
<<
Mamy.. >> mormorò la mia
bimba sonnolenta, mentre con una mano si strofinava un occhio e
allungava l’altra per passare dalle braccia del padre alle
mie.
<<
hai passato un bel fine settimana? >> le
domandai afferrandola da sotto le ascelle per stringermela al petto. Ma
lei non mi rispose, troppo stanca per parlare. Si limitò ad
appoggiare la sua testolina sulla mia spalla e a chiudere gli occhi.
<<
è sfinita, questo pomeriggio non ha fatto
il sonnellino. >> sentii dire alle mie spalle mentre
entravo in casa, ignorando la presenza di quell’uomo a pochi
passi da me.
<<
come mai? >> domandai neutra mentre mi
avviavo a portare Lily a letto, seguita da Edward.
All'inizio
mi infastidiva che entrasse in casa mia, ma Edward a causa
del lavoro vedeva Lily davvero molto poco (una volta a settimana, a
volte una volta ogni due) e dato che volevo che mia figlia crescesse
con un padre vicino l'unica cosa che potevo fare era lasciarlo fare, e
permettergli di sfruttare fino all’ultimo secondo il tempo
che aveva per passare assieme a lei.
<<
l'ho portata allo zoo stamattina, quando è
tornata a casa era troppo eccitata per dormire >>
<<
ok >> risposi con tono disinteressato
mentre facevo indossare il pigiamino alla mia bimba addormentata e la
infilavo sotto le coperte del suo lettino.
<<
Fai sogni d'oro amore mio >> sussurrai
lasciandole un bacio sulla fronte per poi allontanarmi per permettere
ad Edward di salutarla in privato.
Uscii
dalla stanza, tuttavia la curiosità mi spinse a
trattenermi vicino alla porta per origliare.
<<
buonanotte piccolina >>
<<
papy? >>
<<
dimmi amore >>
<<
quando torni? >>
E se
possibile il mio cuore già martoriato iniziò
a sanguinare ancora di più quando sentii la vocina innocente
di mia figlia fare una domanda del genere. E anche per Edward doveva
essere lo stesso perchè lo sentii indugiare un pò
prima di riuscire a rispondere.
<<
Presto tesoro.. ci vediamo la settimana prossima.
Chiedo a mamma se puoi venire a dormire a casa, va bene?
>>
<<
ma io voglio che vieni qui.. voglio il mio
papà.. >> e la sua voce si spezzò
sotto il peso della tristezza, e io non riuscii a trattenere i miei
occhi dal riempirsi di lacrime per il dolore che sapevo stavamo
causando alla mia bambina.
Avrei
tanto voluto riuscire a sistemare le cose per rendere felice la
mia Lily ma.. non era possibile. Proprio non era possibile.
<<
Andrà tutto bene Lily, ti prometto che
andrà tutto bene. Credi al papà? >>
<<
sì >>
<<
brava. Adesso chiudi gli occhietti e fai tanti sogni
d'oro. Io rimango qui finchè non ti addormenti
>>
Quando
non sentii più nulla mi resi conto che Lily doveva
essersi addormentata e così, peggio di una ladra, mi
rifugiai in cucina cancellandomi svelta le lacrime con le dita, pronta
ad ostentare un'indifferenza che proprio non mi apparteneva.
<<
si è addormentata. >> disse
Edward quando mi raggiunse in cucina.
<<
bene. >> risposi io voltandomi verso di
lui.
Per un
lungo attimo rimanemmo fermi a fissarci a vicenda senza dire
nulla. Nessuno proferì una parola fino a che io, a disagio,
mi voltai e mi misi a riempire una teiera di acqua per fare una tisana
di cui non avevo minimamente voglia, ma utile almeno a tenermi le mani
occupate.
Edward
non disse nulla tanto che per un attimo credetti si fosse
avviato verso l'ingresso per andarsene, ma poi la sua voce bassa
spezzò il silenzio.
<<
possiamo parlare un pò? >>
No. Non
avevo voglia di parlare. Non avevo voglia di guardarlo. Non
avevo nemmeno voglia di stare nella stessa stanza con lui.
<<
se si tratta di Lily si, altrimenti puoi anche andare.
>> continuai risoluta nel mio teatrino
dell’indifferenza.
<<
Bella per favore. >> mi supplico.
<<
Edward non ho voglia ok? È Domenica sera,
domani mattina dovrò svegliami presto e non ho la forza di
affrontare l'ennesima discussione con te. Sono stanca. >>
E
probabilmente quelle che usai furono le parole sbagliate,
perché in men che non si dica mi ritrovai Edward a pochi
passi da me che, probabilmente stufo del fatto che continuassi a dargli
le spalle, mi afferrò con forza per un braccio facendomi
voltare verso di lui.
<<
anch'io sono stanco! Cosa credi, che mi vada bene
questa situazione? Vedere mia figlia con il contagocce? >>
<<
Parla piano, Lily dorme. >> lo sgridai
io. << E comunque è tutta colpa tua se la vedi
con il contagocce. Non cercare di farmi sentire in colpa per questa
situazione, perché non ci riuscirai! Sapevi benissimo che
sarebbe finita così! >> risposi arrabbiata
cercando di trattenermi dal mettermi a strillare come avrei tanto
voluto. O a prenderlo a cazzotti. Anche quello mi sarebbe piaciuto
parecchio.
<<
Sto solo cercando di mettere le cose a posto, Bella!
>>
<<
Beh non puoi farlo Edward. Non puoi distruggere tutto
e rimettere i pezzi a posto a tuo piacimento. Non funziona
così! >>
<<
cristo Bella, se almeno mi lasciassi spiegare!
>>
<<
non voglio spiegazioni. Non voglio saperne nulla, non
voglio sentire una parole di te e di quella puttana che ti sei scopato!
>>
<<
non me la sono scopata, te l'ho già detto!
>>
<<
giusto, gli hai solo infilato l’uccello in
bocca. >> esplosi a quel punto senza potermi trattenere.
Provai
schifo nel dire quella frase. Provai schifo anche solo a pensare
a quelle cose. Ma volevo solo che anche Edward sentisse lo schifo che
io provavo addosso. Volevo solo che si sentisse morire come mi sentivo
io ogni maledetto giorno, da quando lo avevo trovato in compagnia di
una donna che non ero io.
<<
non parlare così >> e il suo
sguardo si piegò sotto il peso delle mie terribili parole.
L’arma
puntata aveva sparato. E fatto centro.
<<
Che c’è Edward? Fa più
schifo dirlo che farlo? >>
lo vidi stringere le labbra e passarsi le mani sulla faccia nel
tentativo di nascondere i suoi occhi diventati ormai lucidi.
I miei
invece erano asciutti. Io ormai avevo finito tutte le lacrime.
<<
avevamo dei problemi Bella e io ho fatto casino.
>>
<<
vaffanculo Edward. Vattene da casa mia.
>> risposi di getto indicandogli la porta di casa.
<<
è casa nostra Bella. >> mi
corresse lui nel tentativo di rimanere ancora un po’ e non
farsi cacciare per l’ennesima volta.
<<
sì, finchè non firmeremo le
carte del divorzio. >> ed fu a quel punto che lo vidi
bloccarsi con la bocca aperta.
<<
q-quali carte del divorzio? >>
lo fissai seria senza rispondere.
Non era
vero che avevo fatto preparare le carte per il divorzio. Ci
avevo pensato tante volte, l'avevo desiderato tante volte, ma non ne
avevo mai avuto mai il coraggio.
<<
No, io non divorzio. Io non divorzio Bella!
>> disse serio e dalla espressione sembrò sul
punto di avere un attacco di panico << Cristo no, noi non
divorziamo! >>
<<
abbassa la voce, la bambina dorme. >> lo
sgridai di nuovo.
<<
e allora tu non dire delle cose del genere. Non
pensarle neanche, cazzo! >> rispose lui a quel punto
mentre lacrime silenziose iniziarono a rigargli le guancie
<< Dio, Bella ti prego dammi
un’opportunità! >> iniziò
a dire mentre cercava con gesti febbrili di cancellare inutilmente i
segni del pianto che sapevo stava per sommergerlo.
Mi
morsi l’interno delle guancie nel tentativo di trattenere
tutti gli insulti e le grida che anch’io avrei tanto voluto
sputare fuori.
Ma ero
stufa di parlare.
Ero
stufa di gridare.
Ero
stufa di lui e del male che ogni volta vederlo e parlargli mi
provocava. Erano passati 6 mesi e ancora non riuscivo a provare
l'indifferenza che volevo. Perchè lo amavo. E avrei
dannatamente voluto smettere di farlo.
<<
dammi l'opportunità di mettere le cose a
posto Bella. Ti prego, possiamo ancora farcela. >> disse
avvicinandosi a me e carezzandomi le guancie che mi resi conto solo in
quel momento essere bagnate anch’esse.
Non
volevo che mi toccasse ma mi sentivo troppo debole per scostarmi e
non godermi anche solo per un istante il conforto che le sue mani
avevano sempre saputo darmi.
<<
è tardi Edward.. >> sussurrai
angosciata.
Perchè
avrei tanto voluto che fosse vero. Avrei tanto voluto
tornar indietro, quando non era ancora successo nulla. E avrei tanto
voluto dimenticare. Ma io non ci riuscivo. Il mio cuore non ne era in
grado.
<<
non è troppo tardi Bella. I sentimenti ci
sono ancora, e se quelli ci sono si può ancora rimediare. Ti
prego Bella. Sono disposto a tutto per mettere le cose a posto. Se da
soli non ce la facciamo facciamoci aiutare da qualcuno. Andiamo da uno
psicologo, facciamo terapia.. Ti prego. Tutto, sono disposto a tutto
per salvare la nostra famiglia. Ti prego Bella >>
E mi
sentii sopraffatta. Le sue parole un balsamo sulle ferite che
sanguinavano da mesi e che non cicatrizzavano mai.
<<
Non lasciare che un mio errore rovini tutto. Non
lasciare che un mio errore distrugga la nostra famiglia. Ho sbagliato,
ho sbagliato e non passa giorno che io non me ne penta. Che io non
provi a rimediare. Ma devi aiutarmi Bella. Devi lasciarmi avvicinare.
Per favore Bella.. per favore.. lasciami avvicinare. >>
Quando
mi svegliai, qualche ora più tardi, mi ritrovai stesa
sul divano. Nuda, coperta dal plaid e con il petto caldo di Edward
premuto sulla schiena. E l'unica cosa che provai fu disgusto per me
stessa e per l’ennesima mia debolezza.
Non
tentai neanche di non svegliarlo quando mi liberai dal suo
abbraccio e mi alzai di scatto per iniziare a raccattare imbarazzata i
miei vestiti da terra.
<<
Bella? >> mi chiamò Edward
confuso mentre si svegliava e si accorgeva anche lui di come la
situazione ci fosse per l’ennesima volta sfuggita di mano.
Era
già capitato altre volte che facessimo sesso. Ed era
sempre lo stesso siparietto: lui distrutto, io distrutta, lui che mi
consolava, e io che dall’alto della mia stupidità
cedevo e finivo per cercare consolazione nell’unico modo che
poi mi faceva sentire ancora più di merda. Così
poi io mi allontanavo arrabbiata e lui per minimizzare il casino faceva
finta di nulla. Per poi tornare punto e a capo.
<<
Vestiti, e vai a casa. Non voglio che Lily ti trovi
qui domattina. >>
Dalla
sua espressione mi resi conto di averlo ferito con le mie
parole.. ma non mi importò. Volevo solo farmi una doccia e
togliermi di dosso la sensazione di sporco e sbagliato che mi sentivo
addosso.
<<
dai Bella, almeno lasciami dormire sul divano.
Così domattina faccio colazione con lei e la porto
all'asilo. Non ne ho mai l'opportunità. >>
Non avevo
voglia di ribattere che non ne aveva
l’opportunità perché mi aveva tradito e
era stato giustamente sbattuto fuori di casa. Che se lo doveva
aspettare che con il lavoro impegnativo che faceva non vivere
più insieme avrebbe avuto come conseguenza
l’impossibilità di godere della piccola
quotidianità con Lily. Non avevo voglia di ricominciare a
discutere. Mi sentivo solo terribilmente imbarazzata e fuoriposto,
così con un << fai quello che vuoi
>> girai i tacchi e mi andai a nascondere in camera mia.
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