Riflesso di solitudine

di lapoetastra
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Alza la mano ed accarezza quel volto, il solo che gli è restato sempre accanto, qualunque cosa accadesse.
Lo fissa, e vorrebbe cancellare le lacrime sottili come rivoli adamantini che ne rigano le guance scavate e che sono scaturite dalle sorgenti azzurre dei suoi occhi, che non riescono a trattenere tra le palpebre tutto il loro dolore.
Alza la mano verso quella pelle tesa, leggermente arrossata, che con il tempo ha imparato ad amare, e vorrebbe scacciare via tutta la sofferenza che la dilania semplicemente con una carezza.
Solleva la mano verso quel viso non scalfito dalla bellezza, quel volto che è diventato indelebilmente parte integrante di lui.
Alza la mano, ed incontra solo la superficie fredda e liscia dello specchio, che riflette l’immagine di un uomo che è sempre stato solo.
Alza la mano ed accarezza quel volto, il solo che gli è restato sempre accanto, qualunque cosa accadesse.
Lo fissa, e vorrebbe cancellare le lacrime sottili come rivoli adamantini che ne rigano le guance scavate e che sono scaturite dalle sorgenti azzurre dei suoi occhi, che non riescono a trattenere tra le palpebre tutto il loro dolore.
Alza la mano verso quella pelle tesa, leggermente arrossata, che con il tempo ha imparato ad amare, e vorrebbe scacciare via tutta la sofferenza che la dilania semplicemente con una carezza.
Solleva la mano verso quel viso non scalfito dalla bellezza, quel volto che è diventato indelebilmente parte integrante di lui.
Alza la mano, ed incontra solo la superficie fredda e liscia dello specchio, che riflette l’immagine di un uomo che è sempre stato solo.




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