Take My hand
Per la mia Scimmietta.
Take
my hand.
“Pss!
Indovina che giorno è oggi?”
Laura
guardò il suo telefono con il sorrisetto tipico di chi la sa
lunga. Il messaggio che le era appena arrivato era del suo migliore
amico che lei affettuosamente chiamava JoJo, ma per tutto il resto
del mondo rispondeva al nome di Joseph Adam Jonas, nota rockstar
combinaguai e un po' pasticciona con il sorriso più tenero
del mondo. Se doveva essere sincera, per lei era molto più di
un semplice migliore amico da..beh diciamo che dire da sempre
rendeva il concetto abbastanza bene.
“Sabato!”
Rispose
con un sorriso. Certo che sapeva che giorno era e sapeva anche cosa
significava quel giorno.
“Sciocchina.
Oggi è il nostro amicizversario e... il tuo diciottesimo
compleanno!”
Ed
era vero. Laura e Joe si erano conosciuti esattamente dodici anni
prima alle scuole elementari. Laura ricordava quel giorno come fosse
ieri. Era il suo primo giorno nella scuola nuova ed era anche il suo
compleanno, il venticinque marzo 1997.
Era
rimasta tutta sola in cortile all'ora di pranzo, seduta su una
piccola panchina muovendo ritmicamente le gambine e torturando le
manine in grembo. Le veniva da piangere. Perché i suoi
genitori non potevano lasciarla nella vecchia scuola? Insomma,
l'Oregon non era poi così distante dal New Jersey, no? Mamma
poteva venirla a prendere dopo scuola come aveva sempre fatto.
I
suoi compagni giocavano felici in giardino, ma non lei. Lei era
rimasta sola. Fu proprio in quel momento che Joe la vide e si
avvicinò.
-Lo
sai, sei troppo carina per restare qui seduta tutta da sola!-aveva
detto.
Laura
aveva alzato i suoi occhioni color nocciola puntandoli dritti dritti
in quelli di un bambino poco più grande di lei che le
sorrideva furbetto.
Da
qual giorno, erano passati esattamente dodici anni. Joe era sempre
stato il migliore amico che una qualsiasi bambina potesse immaginare:
il loro rapporto era sempre stato speciale anche negli ultimi anni,
nonostante non si vedessero più così spesso.
Quello
era sempre stato il loro giorno speciale in cui facevano colazione a
base di pancakes da Archie's sulla promenade di
Wyckoff, poi sarebbero andati nel cinema del signor Cupplebottom
guardando uno di quei vecchi film in bianco e nero di cui era tanto
innamorata fino a quando l'orario scolastico non sarebbe passato. A
quel punto, sarebbero tornati a casa solo a posare la cartella e poi
sarebbero andati in giro raggruppando i fratelli di Joe, Nick e
Kevin, per uno di quei pomeriggi che si sarebbe ricordata per tutta
la vita.
Ma
chi voleva prendere in giro?
Questo
era successo fino a quando non erano diventati così famosi da
provocare attacci di isterismo collettivo al loro passaggio e
riempire palazzetti e arene per i loro concerti che li tenevano in
giro per gli Stati Uniti per mesi. Proprio come quell'anno. E l'anno
precedente.
-Stupido
tour.-borbottò Laura lanciando il cellulare sul letto,
nervosa.
Già
odiava il suo compleanno.
Chissà
a quanti mille mila chilometri era in quel momento da lei..
-Adesso
si può sapere perché un tour sarebbe stupido?-chiese
una voce molto familiare non appena Laura ebbe finito di sistemarsi
con una mano i lunghi capelli castano chiaro.
La
ragazza si voltò visibilmente sopresa e vide Joe, il suo
amico Joe, appoggiato allo stipite della porta con tanto di
espressione da idiota che lei amava tanto e braccia conserte.
-Tu...cosa..tu..co..co..tour..OH
MIO DIO!-boccheggiò la ragazza, incapace di mettere
insieme due parole di senso compiuto.
Joe
scoppiò a ridere.
-Oh
mio Dio! Sei davvero tu? Sei il vero tu? Non sei una visione?-chiese
rimanendo ferma nello stesso identico posto.
-Ti
assicuro che sono vivo e che sono io.-rise Joe scuotendo i lunghi
capelli neri per scostarli dagli occhi.
-Aaaaaaaaaah!-urlò
allora Laura correndo verso di lui per uno di quei super abbracci.
-Che
cosa ci fai tu qui?-chiese contro il suo petto, stringendolo a se più
forte che poteva.
-La
mia piccola scimmietta compie diciotto anni. Non me lo sarei
perso per niente al mondo.-ammise Joe baciandole la fronte.
-Mi
sei mancato, scimmione.-
-Anche
tu scimmietta. Tanto. Ad ogni modo, visto che ora sono qui..
che cosa diavolo ti sei messa addosso?-disse guardandola come se
fosse pazza.
-Io
dovrei andare a scuola e a scuola si indossano jeans e
maglietta, caro!-lo rimbeccò lei sorridente.
Joe
scosse la testa piegandosi un po' per raccogliere un sacchetto da
terra.
-Non
oggi, signorina. Indovina che cosa farai adesso?-
-Adesso
io mi infilerò i vestiti che tu mi hai comprato mentre tu
cercerai di convincermi che non sono troppo costosi, così che
io non sia costretta ad ucciderti?-chiese sbattendo le ciglia come un
cerbiatto.
-Esattamente,
quindi fatti una doccia e renditi presentabile che oggi abbiamo da
fare e abbiamo poco tempo, devo ripartire nel pomeriggio.-ammise.
Immediatamente
il sorriso della giovane diciottenne si smorzò. Solo il
pensiero che non potevano stare insieme più tempo, la rendeva
immensamente triste.
Questa
era la parte più brutta dell'essere innamorata del tuo
migliore amico, che è anche una rockstar.
-Ehy,
non sono venuto qui per vederti triste.-la rimproverò.
-Giusto.
Quindi cosa facciamo ora?-chiese.
Joe
spalancò gli occhioni color cioccolato.
-Tu.
Vestiti. Adesso. Veloce!-quasi urlò Joe indicandole il bagno.
Laura
rise come solo con lui sapeva fare.
-Spero
che stia meglio a te. Sai, non è stato piacevole vedere Nick
con addosso il vestito e Kevin a provare le scarpe con il
tacco!-ammise Joe facendola ridere.
Joseph,
il suo Joseph aveva fatto questo per lei. Si guardò allo
specchio meravigliata ammirando il vestitino rosso che indossava e
sorrise notando che le scarpe non erano quella tanto temute con il
tacco ma un bel paio di converse all star, come piacevano a
lei.
Quella
giornata Laura se la sarebbe ricordata per sempre, non tanto perché
Joe avesse pensato qualcosa di straordinario, però era nelle
piccole abitudinarie che riusciva sempre a stupirsi di quanto fosse
speciale per lei quel ragazzo.
***
-Ma Anna, avevi
promesso che mi accompagnavi! Lo so che che a te non piacciono
però...sì, va bene.. no. No, vabbè vado da sola.
Non preoccuparti. Certo, a domani.-
Laura chiuse il
telefono e lo buttò con poca grazia di nuovo sul letto.
Joseph era ripartito
quel pomeriggio, salutandola con un bacio sulla punta del naso, mentre lei era troppo impegnata a non scoppiare a piangere.
Indossava ancora il
vestito che lui le aveva regalato, non voleva toglierlo perché
tra i tanti abbracci che si erano scambiati, un po' del suo profumo
le era rimasto addosso.
-Tutto a
posto?-chiese la madre entrando nella sua stanza.
-No, Anna mi ha dato
buca per il concerto.-sospirò.
-Mi dispiace tesoro.
Non puoi chiamare qualche altra amica?-
-No, tanto non ho
voglia di vedere nessuno che conosco.-ammise avvolgendosi intorno al
collo la sciarpa nera sul giubbino di pelle che Joe le aveva prestato
l'anno precedente.
Uscì
nell'aria fresca di metà marzo, con destinazione il
palazzetto, dove avrebbe potuto assistere al concerto di una band
canadese che la faceva impazzire: i Simple Plan.
Adorava andare a
concerti: ci saranno state ad occhio e croce cinquecento di persone
(il posto era decisamente piccolo e avevano fatto sold out) e
si divertì cantando a memoria quelle canzoni che conosceva fin
troppo bene.
Almeno non avrebbe
pensato a Joe e a quanto in quelle ore fosse stata bene.
E poi,
all'improvviso, qualcosa cambiò. Le luci si abbassarono e il
chitarrista iniziò a suonare da solo un brano in acustica.
Conosceva bene quella canzone,era una delle sue preferite ed era una
delle due canzoni che le faceva pensare a lui, quel maledetto
scimmione che le aveva scaldato il cuore.
Sometimes I feel
like everybody's got a problem
Sometimes I feel like nobody wants
to solve them
I know that people say we're never going to make it
But I know we're going to get through this
(Close your eyes
and please don't let me go)
Don't, Don't, Don't, Don't let me go
now
(Close your eyes don't let me let you go).
Per caso, ma non ci
credette nemmno lei troppo, si voltò alla sua sinistra e lo
vide.
Lui, alla quale
aveva associato quella canzone, quello di cui sentiva terribilmente
la mancancanza. I loro occhi rimasero incatenati, rapiti gli uni
dagli altri.
Don't, Don't,
Don't
Take my hand tonight
Let's not think about tomorrow
Take my hand tonight
We could find some place to go
Cause
our hearts are locked forever
And our love will never die
Take
my hand tonight
One last time
Sguardi magnetici
che si attraggono come i poli opposti di una calamita. Voleva
staccarle gli occhi di dosso, ma non ci riuscì. Poi fece un
passo verso di lei, titubante, incerto. Laura lo vede e mossa da non
seppe mai quale forza, si avvicinò. Lui prese coraggio e le
andò incontro. Era come se esistessero solo loro e quella
canzone che apparteneva ad entrambi.
Amicizia era quello
che volevano manifestare, per ingannare loro stessi, i loro
sentimenti, perché gli altri non erano riusciti ad
ingannarli.
The city sleeps
and we're lost in the moment
Another kiss says we're lying on the
pavement
If they could see us they would tell us that we're crazy
But I know they just don't understand
(Close your eyes and
please don't let me go)
Don't, Don't, Don't, Don't let me go now
(Close your eyes don't let me let you go)
Don't, Don't, Don't
Così vicini
non ci restavano da tanto, troppo tempo. Non ci erano mai stati. Non
così.
Non c'era bisogno di
dire nulla. Joseph cercò una mano della ragazza . Le alzarono
per averle ad altezza delle loro spalle. Le dita si sfiorarono
dolcemente, esplorando ogni centimetro di pelle della mano. Palmo
contro palmo, cercandosi, ritrovandosi. Vicini e soli, come sempre
nei loro sogni. Ora fronte contro fronte, senza mai staccare gli
occhi dall'altro.
Take my hand
tonight
Let's not think about tomorrow
Take my hand tonight
We could find some place to go
Cause our hearts are locked
forever
And our love will never die
Take my hand tonight
One
last time
Le mani che ancora
si cercano, i loro corpi ancora più vicini. Joe alzò la
mano per sfiorarle delicatamente la guancia e il collo. Brividi
scesero lungo le loro schiene. Lo desiderava.
Ed era stufa di
dover fingere.
“The
raindrops
The tears keep falling
I see your face and it keeps
me going
If I get lost your light's going to guide me
And I
know that you can take me home
You can take me home
Take my
hand tonight
Let's not think about tomorrow
Take my hand
tonight
We could find some place to go
Cause our hearts are
locked forever
And our love will never die
Take my hand
tonight
One last time
Joseph ricordava
troppo bene quel profilo e tutto quello che suscitava in lui.
Emozioni nuove e contrastanti. La sua mano che le accarezzava
dolcemente i capelli, i profili dei loro volti che si toccavano e
l'impulso di stringerla a se, di farla sua nell'oscurità del
locale che sembrava deserto. Solo loro due, ancora una volta.
Take my hand
tonight
Let's not think about tomorrow
Take my hand tonight
We could find some place to go
Cause our hearts are locked
forever
And our love will never die (Love will never die)
Take
my hand tonight
One last time
Le bocche che si
cercano, senza avere fretta. Le labbra si sfiorarono nuovamente senza
però avere davvero un contatto. Laura sorrise con gli occhi
umidi di lacrime. Joe rispose al
sorrise e con una mano le accarezzò la guancia prima di unire
le loro labbra in un bacio mozzafiato.
-Avanti, Kevin. Mi
devi venti dollari!-
Laura abbandonò controvoglia
le labbra di Joe, rimanendo tuttavia abbracciata a lui.
Kevin sfilò
il portafoglio e sbuffando diede un paio di banconote al fratellino
che sorrise soddisfatto.
Le loro espressioni
dovevano essere parecchio ridicole, infatti sia Nick che Kevin
ridacchiarono.
-Beh, sono anni che
scommettiamo su di voi. Questa volta avevo scommesso che Joey non ti
avrebbe detto nulla, invece non è ancora mezzanotte.-sorrise
il maggiore dei fratelli Jonas.
-Tu..voi..co..noi?
Scom..-boccheggiò Joe.
Nick annuì
ridendo.
-Ma non lo sapevo
nemmeno io che avrei fatto una cosa del genere!-protestò Joe
con le mani ancora sui fianchi di Laura.
-Beh, noi ci avevamo
letteralmente scommesso.-
-Ehi ehi ehi. Fermi
tutti. Voi che ci fate qui?-chiese Laura improvvisamente,
riprendendosi dagli eventi degli ultimi istanti ma con il cuore che
ancora martellava furiosamente nel petto.
-Joey ha fatto
saltare una data.-rispose Kevin alzando le spalle.
-Tu che cosa?-urlò
la ragazza verso Joe.
Il ragazzo arrossì.
-Sì, l'ha
annullata.-
-Cancellata.-
-Fatta saltare.-
-Annientata.-
-Distrutta.-
-Rimossa.-
-Ragazzi, grazie.
Credo che abbia capito!-disse Joe imbarazzato.
-Tu hai fatto questo
per me?-chiese Laura incredula.
Joe sorrise dandole
un altro piccolo bacio.
-Per chi, sennò?
Sono dodici anni che aspetto questo momento.-
Laura non si era
nemmeno accorta che nel frattempo i Simple Plan erano arrivati
all'ultima canzone.
-Ragazzi, siete
stupendi. Prima dell'ultima canzone volevo fare gli auguri ad una
persona speciale da parte del suo amico Joe Jonas, con un piccolo
messaggio. Dice che questo sarà solo un assaggio dei prossimi
anni della tua vita. Tanti auguri Laura!-disse Pierre sorridendo
dolcemente, giusto prima di iniziare a cantare la sua ultima canzone.
Laura guardò
stupita Joe che finse di trovare interessante il soffitto.
Provò a dire
qualcosa, ma le parole non le uscirono di bocca.
-Lo sai che sono un
animale da palco. Mi piace attirare l'attenzione.-
-Pf, esibizionista.-
Joe ridacchiò, premendo la sua fronte contro la sua.
-Tanti auguri,
scimmietta.-
*********
Non c'è bisogno di aggiungere altro, credo.
Se non..
Tanti auguri, Scimmietta! <3
Ti voglio bene!
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