1.La nascita
Un uomo dai capelli neri e la barba sfatta si trovava seduto su
una sedia blu, la prima di una fila che percorreva quel lungo e bianco
corridoio. Medici e infermieri andavano avanti e indietro trasportando
una barella o parlando con altre persone.
Nell’aria, c’era odore di disinfettate e all’uomo
sembrava dare fastidio. Di solito, evitava quel posto ma adesso non
poteva fare altrimenti. Dentro a una delle sale operatorie, si trovava
una donna che aveva conosciuto nove mesi prima in un bar e con cui
aveva passato la notte. Ricordava bene come la mattina seguente se ne
era andato e lasciato sola la donna. Non aveva ricevuto più
alcuna notizia e solo pochi giorni prima aveva ricevuto una chiamata da
parte di lei, dove lo informava che era incinta.
A quella rivelazione, aveva sgranato gli occhi e, per via del suo
carattere e della sua incuranza verso gli altri, aveva preferito
mentire, dicendo che era troppo impegnato per lavoro. Si era dovuto
sorbire mezz’ora di urla da parte della donna e da Chef. Alla
fine, convinto dall’amico, Chris McLean aveva deciso di assumersi
le sue responsabilità e di andare in ospedale.
Teneva la testa bassa ed era immerso nel suo mondo quando vide una mano entrare nel suo campo visivo e porgergli una tazza.
– Caffè?- si senti chiedere da una voce familiare e,
alzando lo sguardo, incontrò il volto di
Chef.
Senza dire una parola, prese l’oggetto tra le mani e
incominciò a sorseggiarlo mentre sentiva l’altro sedersi
sulla sedia alla sua destra. I due rimasero in silenzio fino a quando
non videro un medico uscire dalla sala operatoria e avvicinarsi a loro.
Sul suo volto, si poteva leggere la stanchezza per via del parto ma
anche qualcos’altro che gli uomini interpretarono come dolore.
– Signor McLean, dovrei parlarle di una cosa. Mi può seguire, per favore?-
Il conduttore si scambiò un’occhiata con il cuoco per poi
annuire e si allontanò insieme al dottore. Quest'ultimo lo
condusse verso la nursery che si trovava in fondo al corridoio a
destra. I due si fermarono davanti al vetro e Chris notò subito
una culla con un cartoncino blu attaccato a essa e su cui c'era
scritto:
Matthew
McLean,
27 luglio
2013,
ore 2.50.
Come se avesse capito che il padre fosse nei paraggi, il bambino
scoppiò a piangere e un’infermiera lo prese in braccio e
incominciò a cullarlo, cercando di
calmarlo.
– Allora di cosa doveva parlarmi?- chiese Chris, distogliendo lo
sguardo dalla scena e concentrandosi sul dottore di fianco a lui.
Purtroppo, ci sono state delle complicanze e la madre del bambino
non c’è l’ha
fatta-
-Questo significa che sarà completamente solo se non lo prendo
con me,
vero?-
-Esatto-
Il conduttore rimase in silenzio e vide la stessa infermiera di prima
uscire dalla sala con in braccio il bambino, che continuava a vagire
disperato. Il suo pianto aveva fatto svegliare anche gli altri e la
donna sembrava veramente disperata.
– Lei è il padre, vero?- si rivolse a lui l’infermiera, guardandolo negli occhi.
– Sì, sono io. Ma…- rispose il presentatore, venendo interrotto da lei che gli mise in braccio il bambino.
– Questo bambino è veramente una peste. Con il suo pianto,
ha svegliato tutti gli altri. Magari con lei, si
calmerà-.
A quelle parole, Chris sorrise: da quanto gli aveva raccontato mamma,
anche lui era una peste appena nato. Abbassò lo sguardo sul
bambino e si accorse che aveva aperto gli occhi. Il presentatore non
ebbe dubbi che quello fosse suo figlio. Anche se era ancora troppo
piccolo, i suoi occhi erano neri esattamente come il piccolo ciuffo di
capelli che aveva in testa.
Avverti una strana sensazione al petto e uno strano calore si
propagò per tutto il suo corpo. Non si era mai sentito cosi e
pensò che fosse per il piccolo che teneva tra le braccia. Quello
era suo figlio. Suo figlio.
Il presentatore si chiese se fosse all’altezza del compito. Lui
che non aveva mai ricevuto affetto da parte del padre e con cui aveva
avuto anche qualche problema legale, si era ritrovato in una situazione
del genere.
Guardando il volto del bambino che era ritornato a sonnecchiare, il
presentatore prese una decisione: no, non avrebbe fatto gli stessi
errori del padre.
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