02: Sogni e misteri
Paperinik viaggiava a tutta
velocità sulla PKar, cercando di raggiungere in tempo la sua
destinazione.
“Com’è la situazione Uno?”
Domandò attraverso lo scudo Extraformer.
“Critica, socio!” Rispose
la voce dell’intelligenza artificiale. “I
miei sensori non riescono a identificare
la natura della creatura, e ovviamente nemmeno il sale di tuo zio serve
a
qualcosa.”
“Ricordami solo di controllare
che sotto il Deposito non ci sia qualche vecchio cimitero indiano o
roba
simile. È incredibile come riesca ad attirare tutti i criminali
di questo e di
altri universi!”
“Secondo i miei dati prima c’era
Forte Paperopoli, ma il cimitero era-”
“Ero ironico, Uno.” Sospirò
Paperinik, raggiungendo il Deposito, dove un’enorme creatura
verde, che sembrava
fatta di gelatina, aveva già intaccato le mura per poter
mangiare le monete.
“Proviamo con un bel raggio
paralizzante!” Propose Paperinik, facendo uscire il raggio dal
suo scudo. Ma
con sua grande sorpresa esso passò attraverso il mostro senza
fargli alcun
effetto.
“Ok… Alternative, Uno?”
“Una sola socio… Schiva!”
Urlò lui, avvertendo giusto in tempo l’eroe di un pugno
che minacciò di
colpirlo.
“Insomma, che cosa stai
facendo, eroe da strapazzo?!” Gli gridò contro Paperone,
mentre caricava di
nuovo a sale la spingardina.
“Tento di fare il mio lavoro,
mi sembra ovvio!”
“È tutto inutile, Pikappa.”
S’intromise una nuova voce, che costrinse il papero mascherato a
spostare lo
sguardo verso i piedi del mostro, dove si trovava un uomo dai folti
capelli
castani presenti tutt’intorno alla testa come la falda di un
cappello,
lasciando completamente calva la parte centrale. “Ho perfezionato
la mia
creatura. Questa volta non riuscirai a vincerla!”
Paperinik saltò di fronte a
lui. “Temo di essermi perso un passaggio. E poi
cos’è tutta questa confidenza?
Solo gli amici mi possono chiamare Pikappa, mentre gli altri Paperinik.
Quindi
tu puoi chiamarmi Signor Paperinik.”
“Paperinik o Pikappa, non
m’importa.” Rispose l’altro, sorridendo. “Fatto
sta che non puoi fermare Vulnus
Vendor!”
“Sì, okay, ti aggiungerò
all’agenda dei miei nemici tra Evroniani e Pirati Temporali,
contento?”
“Tecnicamente dovresti inserirlo
dopo entrambi.” Replicò Uno.
“Era un modo di dire.” Disse
subito il papero, sospirando. “Bene, facciamo in fretta. Fai il
tuo solito
discorso da cattivo che vuole conquistare il mondo e-”
L’eroe non finì la frase che
dovette evitare un altro pugno da parte del mostro.
“Ehi! Vedi almeno di seguire
il copione! Prima la spiegazione, dopo
l’attacco!”
“Questa è la tua fine,
Pikappa. E dopo che sarai scomparso, il mio genio avrà
finalmente la gloria che
merita!”
“Fantastico… un altro
scienziato pazzo… Non bastava Fairfax, vero?”
“Ti consiglio di non distrarti!”
Avvertì Uno. “Sto cercando di
analizzare quella creatura per trovare il suo punto
debole, ma ci vorrà qualche minuto.”
“Allora ho tutto il tempo per
un ballo, giusto?”
A quelle parole cominciò a
risuonare una musichetta, che coprì tutti i rumori della
battaglia.
“…Stavo scherzando, Uno.”
“Zio?”
Paperino grugnì, girandosi nel
letto.
“Zio!” Lo chiamarono assieme i
suoi tre nipoti.
“Uff… che c’è?” Chiese lui,
aprendo gli occhi.
“Noi stiamo andando a scuola.
Ma se non ti sbrighi arriverai tu
tardi al lavoro.”
“Sgrunt. Grazie…” Bofonchiò
lui, mettendosi seduto e sbadigliando.
“Sempre a dormire… e si
lamenta pure quando si sveglia… E adesso si mette pure a
contare…” Sentì dire
da uno dei nipotini, facendolo sospirare.
“Già, proprio sempre a
dormire…” Ripeté, per poi scendere in cucina mentre
sentiva la porta chiudersi.
“Una volta ci riuscivo almeno nei sogni, ora combatto pure in
quelli…” Disse
tra sé mentre iniziava a prepararsi una grossa tazza di
caffè. “E l’idea di
affrontare Angus di prima mattina certo non mi aiuta a trovare la
giusta
motivazione.”
“Un’altra nottataccia?” Chiese
una voce alla finestra.
Paperino sospirò divertito.
“Angus non ha ancora preparato il servizio, Lyla?”
“Oh, sì, è anche pronto ad
andare in onda.” Rispose la papera, salutandolo dalla finestra.
“Ma preferisco
apprendere una notizia direttamente dalla fonte.”
“Ti va un caffè? O preferisci
una pila? Così ti racconto tutto.”
“Accetto l’invito ma declino
la colazione. Sono entrambe incompatibili con me.” Rispose lei,
per poi
raggiungere la porta per entrare. “Allora, cosa preoccupa
Paperinik a tal punto
da non farlo dormire?” Domandò poi sedendosi di fronte a
lui.
“Solo dei sogni più strani del
solito. Non li definirei nemmeno incubi.”
“Non starai ancora pensando a
Fantomius, vero? È tornato tutto come doveva essere nella
storia.”
“Oh, no, no. So che la
Tempolizia non fa nessun errore in questi casi. Solo, è da un
paio di giorni
che sogno di nemici che ce l’hanno a morte con me, ma io non li
ho mai visti
prima.”
“Davvero? Questo è curioso…
dalle mie informazioni sui sogni, dovresti sognare qualcosa che hai
visto, al
massimo distorto.”
“Non so cosa dirti. Stanotte è
toccato a un tale Vulnus Vendor. E continuava a chiamarmi
Pikappa.”
“Forse è solo lo stress.
Perché non ti prendi una vacanza?”
“Come se potessi. Non posso
chiedere a nessuno di prendere il mio posto.”
“Beh, almeno dal tuo lavoro di
fattorino a 00 Channel.” Propose Lyla.
“E Angus me lo permetterà
secondo te? Quello ama vedermi disperare solo perché sono ‘amico’ di Paperinik.”
“Purtroppo io non posso
aiutarti in alcun modo. Sono solo un droide che controlla che il tempo
non
subisca alterazioni. Se potessi combattere al tuo posto lo farei
volentieri.”
“Ti ringrazio Lyla, ma è una
questione che devo risolvere io. Dopotutto, sono Paperinik, no?”
La giornalista sorrise,
annuendo. “Già. L’eroe di Paperopoli. Va bene, dai.
Vedrò di farti guadagnare
qualche minuto di ritardo senza che Angus se ne accorga.”
“Sei un’amica, Lyla.”
Il droide continuò a
sorridere, per poi alzarsi. “Ora è meglio che vada. Non
sono famosa per
arrivare in ritardo.”
Paperino la salutò,
osservandola allontanarsi attraverso la finestra.
“Sai socio, sognare nemici
inesistenti può essere controproducente.” Disse
Uno, mentre la sua
testa appariva sullo schermo del televisore.
“E spiare un amico non è una
cosa bella.” Replicò lui, senza fare una piega, ormai
abituato a quelle
improvvisate.
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“E spiare un amico non è una
cosa bella.” Sbottò Pikappa, seduto nel sidecar, mentre
Della era seduta dietro
al marito, che stava guidando la moto all’interno di Paperopoli,
entrambi muniti
di casco con la visiera scura. All’eroe invece avevano nascosto
il volto grazie
a un berretto, dato che non erano riusciti a convincerlo a togliersi la
mascherina. Aveva sostituito il costume grazie alla funzione
dell’Extransformer,
che aveva poi nascosto in uno zaino, e ora indossava solo una maglietta
blu.
Il trio era partito dopo un
paio di giorni, che avevano permesso all’eroe precipitato dal
cielo di
riprendersi a sufficienza dalle ferite subite.
“Paperino ha diversi contatti.
Ed è tuo amico, no?” Replicò la nuova Dolly,
continuando a tenere le braccia
attorno alla vita del marito.
“Ve l’ho detto, abbiamo
parlato solo un paio di volte. Non tendo a collaborare con molti
civili. E quei
pochi con cui l’ho fatto non sono sempre stati così
fortunati da uscirne
incolumi…” Mormorò, mentre davanti agli occhi,
osservando da lontano la
Ducklair Tower, poteva quasi vedere un grosso mostro precipitare, senza
che lui
potesse far nulla per salvarlo.
“Questo spiega perché negli
ultimi tempi ti sei isolato sempre di più.” Parlò
Oliver. “I giornali dicevano
che rispetto a prima collabori di meno con la polizia.”
“Diciamo solo che quando sei
il guardiano di un intero pianeta, tendi ad avere qualche attacco di
egocentrismo. Però è strano… l’ultima volta
che ho visto la città era
gravemente danneggiata.”
La coppia di ladri rimase in
silenzio. Nonostante le decine di attacchi, Paperopoli non aveva mai
davvero
ricevuto grossi danni.
“Ti lasceremo a casa di
Paperino, poi sarai libero di fare ciò che vuoi,
d’accordo?” Continuò il papero
alla guida.
“D’accordo. Da lì dovrei
essere in grado di contattare il mio… socio, se vogliamo
chiamarlo così. Mi
deve qualche spiegazione.”
Phantom non rispose,
limitandosi ad accelerare, mentre alcune telecamere inquadravano il
trio.
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“Che strano…”
Rifletté
Uno, mentre sullo schermo appariva il video appena girato da una
telecamera di
sicurezza, che mostrava un sidecar sgusciare attraverso il traffico
della
città. “Tutti e tre i passeggeri
sembrano avere con sé delle tracce tachioniche…
Ma tutte di basso livello.”
Accedendo ad altri video di
sorveglianza, l’intelligenza artificiale cercò di vedere
il volto dei tre
paperi, ma con suo dispiacere dovette constatare che non era possibile
a causa
dei caschi e del cappello.
“Forse dovrei sentire un parere
di Lyla… Potrebbero anche essere dei suoi colleghi.”
Suppose, per poi
spostare la sua attenzione su un altro schermo, dove vide Angus
sbraitare come
al solito contro il Direttore di 00 Channel.
“Cos’è questa storia?!” Urlò
il kiwi, sbattendo un pugno sulla scrivania del proprio capo.
“Avevo già pronto
il mio servizio! E lo cancellate per uno stupido buco in un
campo?!”
“Quello stupido buco si è
creato vicino a una delle città più importanti del
mondo!” ribatté il Direttore.
“E la polizia impedisce quasi a chiunque di avvicinarsi! Abbiamo
la possibilità
di avere uno scoop, e rispetto alle tue solite notizie su Paperinik
attirerà di
sicuro l’attenzione di altri spettatori!”
“Ridicolo! Che cosa c’è di
meglio di un servizio che dimostra la colpevolezza del
Paperiniko?”
“Angus, c’è una chiamata per
te!” Intervenne Paperino, facendo entrare giusto la testa nella
stanza. “Dice
che è importante.”
“Bah! Questa storia non
finisce qui!” Continuò a inveire contro il Direttore, per
poi uscire, facendo cadere
indietro il fattorino.
“Quando una giornata inizia
bene…” Mormorò lui, rialzandosi.
Angus si sedette sulla sua
poltrona, prendendo subito in mano il telefono.
“Chiunque tu sia, spero abbia
una più che ottima ragione per disturbarmi!”
“Ciao Angus. Di ottimo umore
sento, come sempre.” Fece la voce dall’altra parte della
linea.
“Ah, sei tu… chiami per
vantarti di avermi portato via il servizio?”
Il kiwi fu sul punto di
sbattere giù la cornetta quando sentì Roh ridacchiare.
“Scusa, scusa, lo so quanto ci
tieni a denigrare gli eroi, ma ti chiamo perché mi serve la tua
esperienza
proprio in questo campo.”
“Vuoi soffiarmi anche la mia
notizia preferita?”
“Oh, no, non sono come mio
nonno… non ho una fissazione nel prendere tizi con mantello e
maschera, lascio più
che volentieri quel compito a te. In compenso, penso che le foto che ti
sto
inviando ora possano interessarti non poco.”
Angus sbuffò, per poi aprire
il programma di posta elettronica sul pc.
Paperino passò lì vicino per
consegnare un pacco giusto in tempo per vedere il becco del giornalista
deformarsi in un ghigno.
“Queste foto sono vere?”
Chiese al telefono. “E l’hai trovato proprio
lì?”
Paperino alzò la testa verso
di lui, mentre Angus metteva giù il telefono.
“Camera 9! Vieni qui subito!”
Sbraitò, costringendo il povero cameraman, che stava parlando
con un suo
collega, a raggiungerlo subito.
“Che succede Fangus?” Domandò
lui, atono come sempre.
“Andiamo a caccia di
supereroi. E se siamo fortunati non ne troveremo traccia!”
A quell’uscita sia Camera 9
che il fattorino lo guardarono perplessi, come anche Lyla poco lontano.
“Che cosa voleva dire?” Chiese
Paperino alla sua amica, raggiungendola con la scusa di consegnarle un
pacco.
“Non ne ho idea, ma il fatto
che la sua rabbia sia sparita di colpo mi preoccupa.”
“E se Angus è felice, tutti
gli altri hanno ottimi motivi per temere.”
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Oliver frenò davanti al numero
17 di via dei Platani.
“Eccoci qui.” Annunciò,
abbassando il cavalletto della moto.
Pikappa saltò subito fuori dal
sidecar, per poi entrare nel giardino, fermandosi dopo pochi passi e
girandosi
verso i due parenti.
“Perché non vi fermate da
Paperino? Sono sicuro che sarebbe più
che felice di rivedervi. Per non parlare di Qui, Quo e Qua.”
Della sorrise triste. “Ci
piacerebbe, ma purtroppo non possiamo. Sarà per un’altra
volta.”
“Come sarebbe a dire?” Domandò
il papero mascherato. “Sono i vostri figli! Come potete
ignorarli?!”
“Abbiamo preso questa
decisione tempo fa. È per il loro bene.” Rispose Oliver.
Pikappa chiuse le mani a
pugno. Aveva chiesto più volte alla sorella il perché non
fosse più venuta a
riprendersi i tre paperotti. Non che se ne volesse liberare, anzi,
avrebbe
sofferto non poco se fosse successo. Tuttavia sapeva riconoscere che
per loro
era meglio crescere con i loro genitori invece di uno zio disoccupato
che passa
metà giornata ad affrontare criminali o alieni e l’altra a
dormire.
“Credici Paperinik, non è una
soluzione che abbiamo scelto volentieri, ma per loro stare con noi era
ed è
pericoloso.”
“Più pericoloso di restare in
una città piena di criminali e invasa puntualmente dagli
alieni?” Replicò
retorico lui, ignorando ancora una volta quel nome.
“Ci sei tu a proteggerla. E
c’è Paperino. Ho sentito che anche lo zio Paperone si
preoccupa per loro.” Fece
Della, ridacchiando sotto il casco. “Anche se l’ultima
volta che l’ho visto ci
ha buttati tutti fuori dal deposito.”
“Fosse davvero così facile…”
Mormorò Pikappa, voltandosi nuovamente, sentendo solo il motore
della moto
riaccendersi, seguito da un’accelerata.
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“Allora Uno, hai idea del
perché Angus sia diventato improvvisamente così
felice?” Domandò Paperino,
entrando nel rifugio per poi lasciarsi cadere seduto su una poltrona
che il suo
amico virtuale fece spuntare sotto di lui.
“Beh, sì, e devo dire, sono
piuttosto
curioso su come sia possibile.”
“Davvero? Tu, la più grande
intelligenza artificiale terrestre (e forse non solo) non riesci a
capirlo?
Oggi nevicherà…”
“Beh, potrei formulare più
ipotesi se avessi l’oggetto in questione da poter
analizzare.” Replicò
Uno, per poi accendere lo schermo di fronte all’eroe, mostrando
una foto.
“Ma quello è-” Fece lui
sorpreso, subito interrotto dall’alleato.
“Un pezzo del tuo mantello. Dai
dati della foto sembra corrispondere in tutto e per tutto. Salvo il
fatto che
non è possibile, visto che non sei mai andato vicino a New York,
luogo dov’è
stata scattata questa foto.”
“Aspetta, hai detto New York?
Non è lì che è caduto quel meteorite di cui
parlavano oggi al telegiornale?”
“Esattamente. Ho subito fatto
degli esami al luogo grazie alle telecamere della polizia e della PBI,
e sono
rimasto sorpreso.”
“Che cos’era? Una nave
evroniana? Qualche altra razza di alieni malvagia? La mia lista dei
debiti
scivolata da un aereo di mio zio?”
“Nulla, Paperinik. Il cratere era
vuoto. Sembra che l’unico pezzo di qualcosa, che tuttavia non
è stato trovato
dalla polizia, fosse quel tessuto.”
“Non può essere finito lì dopo
uno dei miei scontri, spinto dal vento?” Azzardò il papero.
“Lo escludo. Secondo i miei dati,
nessuna corrente può averlo portato fin-”
“Ok, ok, ho capito. Se voglio
una lezione mi basta andare da Pico. Hai scoperto
qualcos’altro?”
“Nulla di rilevante. C’è
stato
solo il furto di un diamante esposto in un museo di New York quella
sera
stessa, ma-”
“Non mi occupo più di furti a
distanza.” Lo interruppe subito Paperino. “Se capita fermo
ancora i Bassotti,
ma solo se sono sulla strada. Ora ho altre priorità.”
“Lo so, ma per il momento non
rilevo alcuna nave Evroniana in orbita attorno al pianeta.”
“Una buona notizia. Bene, allora
se non hai bisogno d’altro, mi assenterò per un po’.
Lo zione ha usato la sua
dose di crediti per richiamarmi a lucidare le sue monete, perciò
vedi di
trovare un qualsiasi pericolo che mi dia una scusa per
assentarmi.”
“Dovresti cominciare a farti
pagare, socio. Almeno non avresti problemi di questo tipo.”
Paperino sorrise, per poi
alzarsi e dirigersi verso l’uscita. “Un eroe lavora gratis,
fa parte del nostro
contratto.”
“Dovrei davvero farmi
aumentare lo stipendio…” Borbottò Pikappa,
riuscendo a entrare in casa da una
finestra lasciata aperta. “E ho pure perso le chiavi… dove
lo trovo un
ferramenta con cui non ho debiti?”
Mentre diceva ciò si tolse la
mascherina, per poi salire le scale ed entrare in camera sua, dove
prese subito
una delle sue amate magliette e si coprì la testa con il suo
immancabile
berretto.
“Ehi Uno, che ne dici? Non
puoi aiutarmi, eh?” Domandò ad alta voce.
Ma non arrivò nessuna
risposta.
“Uno? So che mi senti, perciò
rispondi.”
Attese qualche secondo, ma
nessun rumore accennò alla presenza del suo amico.
A quel punto il papero sbuffò,
prendendo lo zaino che nascondeva lo scudo Extraformer.
“Uno, questa farsa è durata
anche troppo. Che ne dici di rispondermi adesso?”
Ma lo schermo dove di solito
appariva la testa verde rimase spento.
“Che cosa significa? Non mi ha
mai fatto aspettare tanto…”
Si diresse verso il
televisore, per poi batterci contro le dita, come per bussare.
“Uno? Che ti prende? Cominci a
preoccuparmi… Ho violato qualche altro regolamento dei
Guardiani? Se sì dai,
evita pure di darmi lo stipendio il prossimo mese, ma almeno fammi
sapere
qualcosa!”
Paperino guardò ormai
implorante lo scudo, ma nessuna risposta arrivò.
“Uno…” Mormorò, per poi
voltarsi verso la finestra, da cui poteva vedere la Ducklair Tower.
“Non ti è
successo nulla, vero?”
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Ed eccomi ad aggiornare anche questa storia!
Beh, direi che la situazione non è affatto semplice per i nostri
due eroi... E le cose non faranno altro che complicarsi ulteriormente!
In questo capitolo non è successo molto, ma nel prossimo posso
assicurarvi che ci sarà uno degli incontri più attesi di
sempre... e non sarà tra i due supereroi!
Detto questo... al prossimo capitolo!
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