“Convivenza”
Il campo di grano era
deserto, evitava accuratamente di andarci nelle ore di punta negli ultimi
tempi, abbracciando l’idea che era meglio così… che prima o poi sarebbe finita
e lei allora avrebbe potuto ricominciare ad andarci come le altre donne.
Fece tappa al negozio
di dolciumi, rimanendoci più tempo del necessario… fino a
quando uno strano, fastidioso campanello cominciò a suonarle in testa,
facendola innervosire e metterla in all’erta.
Quasi mossa da una
volontà non propria, lasciò cadere il sacchetto con le caramelle che aveva
appena scelto, facendolo
scontrare col pavimento del negozio, sul quale si riversarono, mentre lei
correva via in preda al panico più totale. Il campanello d’allarme aveva preso
a suonare più
insistentemente.
Quasi distrusse la
porta nell’entrare in casa, cercando di recuperare il controllo dei battiti del
cuore regolando la respirazione, che si stava disperdendo ansimando.
Non curandosi di
lasciare l’uscio aperto, corse su per le scale, trovando aperta la porta della
stanza verso cui era diretta.
Lo sguardo fu attirato
da un luccichio proveniente dalla mano ricoperta di sangue di un uomo, in
lacrime accanto ad una culla… dalla quale non proveniva alcun suono.
Il campanello
d’allarme si zittì di colpo, gli occhi le si spalancarono,
il fiato le si mozzò, il cuore smise di battere… per poi riprendere a
martellare impazzito, come l’urlo disperato che le si liberò dalla gola mentre
si avventava sulla figura di fronte a se…
Sussultò nello svegliarsi, tranquillizzandosi
quando vide due pozze dorate osservarla incuriosite e preoccupate.
GOKU – Scusami, non volevo spaventarti… - mormorò appena,
ritraendo istantaneamente la mano dalla spalla di Cloe, che aveva scosso appena
per svegliarla. La donna, dopo un momento di smarrimento, scosse la testa
prontamente, facendogli intendere di non essersi spaventata, rivolgendo poi gli
occhi altrove per sfuggire a quello sguardo così cristallino.
Una risata attirò la sua attenzione e volse lo sguardo vero
la jeep nera, scorgendo Pad, seduta sul cofano,
piegata in due, in preda ad suo tipico attacco di risa
isterico, e di fronte a lei Chris, che la guardava in
cagnesco, mentre Sarah lo abbracciava divertita, con le lacrime agli occhi.
Sorrise impercettibilmente, chiudendo gli occhi e facendosi
leva con una mano per sollevarsi, quando un paio di occhi rossi si posarono su
di lei, attirando nuovamente la sua attenzione. Rabbrividì, vedendo il mezzo
demone poggiare con fare spavaldo un braccio sulla spalla del ragazzino
eretico.
GOIJO – Sempre il solito, scimmia… non lo sai che le signore
vanno svegliate con delicatezza? -.
GOKU – Ehi, kappa! – esclamò,
sottraendosi istintivamente all’appoggio dell’amico, guardandolo offeso, mentre
questi lo guardava a sua volta provocatorio. – Toglimi la tua zampa da dosso! - .
GOIJO – Come hai detto?? – gli
chiese subito, lasciando perdere il suo savoir-faire provocante e
innervosendosi come al solito, mentre Cloe ne
approfittava per alzarsi senza attirare troppa attenzione.
Venuta fuori dal sacco a pelo, lo
raccattò, piegandolo alla bene e meglio, e si diresse verso la propria jeep per
posarlo, venendo salutata dai suoi compagni in coro con un allegro
“Buongiorno!”.
Grugnì in risposta, come suo
solito, e dopo che ebbe posato il sacco a pelo estrasse subito una sigaretta
dal pacchetto che teneva sempre con se, innervosendosi non poco quando, dopo
tre tentativi andati a vuoto, si rese conto che l’accendino che possedeva era
scarico.
Pad e Chris
non osarono pronunciare parola. Dalle azioni sistematiche della donna, avevano
capito che era una di quelle “giornate no” per Cloe… e, anche quella notte,
aveva fatto probabilmente di nuovo lo stesso incubo. Sospirarono entrambi,
mentre Sarah osservava l’amica riprovare ancora una volta ad accendersi la
sigaretta, decidendo poi di dirigersi verso il bonzo, isolato da tutti, come di
consueto, seduto sotto un albero a leggere il giornale.
Il bonzo sollevò gli occhi su di lei solo
quando la sua ombra l’ebbe coperto.
SARAH – Mi presteresti l’accendino? – gli chiese, facendo
cenno con la testa all’amica alle sue spalle, che stava continuando a provare a
far funzionare il suo con scarsi risultati.
Sanzo recuperò l’accendino da una tasca della tunica e
glielo porse, abbassando poi di nuovo gli occhi sul giornale.
Sarah restò a osservare i lineamenti delicati del volto del
giovane, la cui espressione cerea, che lo contraddistingueva, sembrava essere
in contrasto e allo stesso tempo perfetta su quel viso. Sorrise, per poi
passare ad analizzare la montatura degli occhiali di cui si serviva per
leggere.
SANZO – Che c’è? – le chiese, sollevando per un attimo gli
occhi di nuovo su di lei, e riabbassandoli subito dopo per voltare pagina.
SARAH – Sei davvero sexy con gli occhiali… - disse appena,
quasi sussurrando, quando vide le ametiste immergersi di nuovo nelle notizie
del giornale.
Sanzo, impreparato ad una frase del genere, s’irrigidì, e quando
sollevò di nuovo gli occhi trovò quelli di lei a pochi centimetri di distanza.
Rispose al bacio che ne seguì, incurante di trovarsi a pochi
metri di distanza dagli altri, e sorresse il suo sguardo
quando lei fissò gli occhi nei suoi, per poi vederla alzarsi e correre
saltellando verso la jeep dei suoi amici demoni.
Nel riportare lo sguardo davanti a sé si accorse di Goijo,
che fumando si era messo, molto probabilmente volontariamente, nella
traiettoria del suo sguardo. Il mezzo demone gli sorrise
sornione lascivamente, facendogli ricordare la discussione che avevano
avuto all’esterno della precedente locanda in cui erano stati… quando gli aveva
dimostrato, come un idiota, che era geloso.
Sanzo non rispose alla provocazione e gli rivolse uno
sguardo indifferente, riprendendo poi a leggere il giornale, mentre Goijo
ritornava indietro, con un sorriso soddisfatto a piegargli le labbra.
HAKKAI – Ora che siamo tutti svegli
– prese parola improvvisamente, andando a sedersi su una grossa pietra posta in
prossimità dell’albero sotto cui Sanzo stava leggendo il giornale. – Sarebbe il
caso di discutere degli avvenimenti di ieri - .
Il demone dagli occhi di giada riuscì a calamitare subito l’attenzione
di tutti su di se, compresa quella del bonzo, che si sfilò gli occhiali e
chiuse il giornale, accendendosi poi una sigaretta.
Tutti gli occhi si spostarono poi, conseguentemente, su
Sarah, che si era adombrata, prendendo ad accarezzare distrattamente Hakuryù,
che le si era poggiato su una spalla.
Non si aspettava di doverne parlare così presto. Non aveva
ancora metabolizzato e analizzato a sufficienza le parole che la divinità le
aveva rivolto, e parlare di ciò che quel Ratzel le
aveva detto a proposito di Sanzo non le andava a genio, temendo che potesse
creare più confusione di quanta già ce ne fosse.
Se si fosse trovata sola coi ragazzi ne avrebbe parlato
tranquillamente, ma la presenza dei tre vecchi amici la dissuase dall’intento.
Nonostante l’apparente calma e accettazione reciproca che
avevano dimostrato il giorno prima, aveva notato le
occhiatacce che Chris e Cloe avevano lanciato a
Sanzo, non appena avevano capito che il monaco transitava nella sua orbita.
Li conosceva. Il loro istinto di protezione, soprattutto dopo
gli avvenimenti di Jiin, al sentir ciò che la
divinità le aveva detto a proposito del bonzo, sarebbe
sicuramente raddoppiato, andando così a creare delle tensioni all’interno del
gruppo, considerando i temperamenti caratteriali di tutti.
Cosa che non voleva accadesse nel modo più assoluto.
Per quanto ne sapeva, quel Ratzel
le aveva semplicemente detto un mucchio di sciocchezze. Non era il caso di
rovinare un già precario equilibrio per una ragione tanto futile basata su preoccupazioni
campate in aria.
Di preoccupazioni ne avevano già abbastanza. Dirigersi ad
ovest e sperare in non incappare in troppi incidenti di percorso. Per non
parlare di quella visione che aveva avuto il giorno precedente e che le era tornata
sottoforma di incubo durante la notte, poco dopo essersi addormentata tra le
braccia di Sanzo.
No. Non era assolutamente il caso di parlare delle
farneticazioni del dio.
GOKU – Cos’è successo mentre noi
eravamo impegnati a tener a bada gli altri due? – chiese all’amica, rompendo il
silenzio e facendola riavere dal suo stato di torpore.
SARAH – Io… - tentennò, indecisa su cosa inventarsi. – Non
lo so… mi sono svegliata poco prima che arrivassero loro – decise di dire
infine, volgendosi verso gli amici, che ebbero ognuno una reazione sorpresa
diversa.
CHRIS – Ma lo conosci quel tipo? – le chiese, aggrottando la
fronte, ricordando con fastidio i modi galanti vomitevoli che il dio le aveva
rivolto. Era saltato addosso a Sarah nel momento esatto in cui il tizio le
aveva baciato la mano, e c’era mancato poco che non cambiasse direzione
all’ultimo secondo per poter saltare addosso a lui per rompergli il naso.
La ragazza scosse la testa, assumendo un’aria grave,
ripensando incredula a come fosse stato possibile il
senso di familiarità che l’aveva colta quando aveva visto il dio.
PAD – Che voleva? – le chiese allora, incuriosita quanto
l’amico da ciò a cui avevano assistito poco prima che
la sottraessero a quello che, non solo a lei, era sembrato un saluto
confidenziale.
SARAH – Non lo so… - .
CHRIS – Possibile che non abbiate scambiato nemmeno una
parola? Ti ha minacciata, picchiata, insultata…? - .
SARAH – No! – rispose con enfasi, ricordandosi dei modi
gentili e di quegli occhi blu accondiscendenti.
Chris si portò una mano alla
testa, prendendo a grattarsela nervosamente, cercando di ragionare su quanto
aveva visto e su quanto l’amica gli stesse dicendo.
CHRIS – E perché accidenti ti ha rapita? – le chiese confuso, mentre Sarah sollevava le spalle e
abbassava lo sguardo.
GOIJO – Bizzarro… - intervenne, incuriosito anch’egli dalla
strana situazione. – Probabilmente è rimasto ammaliato dal suo fascino… - scherzò,
sorridendo sornione, cercando di allentare un po’ la tensione.
CHRIS – Beh, lo credo anch’io, dal momento che l’ha salutata
in modo del tutto particolare prima di andare via! –
esclamò, facendo spalancare gli occhi al mezzo demone e a Goku, mentre Hakkai
aggrottava la fronte e Sanzo si alzava dalla sua postazione e si avvicinava al
gruppo, più incuriosito – quanto innervosito – di tutti.
GOKU – In che modo, scusa? – chiese a Chris,
che continuava a fissare l’amica, che era sobbalzata nel sentire la sua
esclamazione.
PAD – Le ha afferrato una mano e gliel’ha baciata! – spiegò,
facendo assumere ai suoi occhi uno sguardo sognante, imitando poi
perfettamente, con fare teatrale, il gesto al quale aveva assistito.
GOKU/GOIJO – Eh?? – esclamarono in
coro, spiazzati da quella rivelazione inattesa.
Sarah sollevò lo sguardo, andando a incontrare gli occhi
magnetici del bonzo, che la scrutavano intensamente, quasi a volerle scavare
dentro.
SARAH – Mi conosce – pronunciò improvvisamente, captando di
nuovo l’attenzione di tutti.
HAKKAI – Come fa a conoscerti? – le chiese, rivolgendosi a
lei delicatamente come suo solito.
SARAH – Non ne ho idea – rispose, chiudendo gli occhi e
scuotendo la testa sconsolata, confusa quanto loro da tutto ciò che le era
successo. – Mi ha chiesto di seguirlo – aggiunse poi, facendo spalancare
ulteriormente le bocche di Goijo e Goku.
PAD – Seguirlo? – chiese allucinata, scrutando il volto
dell’amica minuziosamente per cercar di capire se avesse sentito bene.
GOKU – Perché? - .
GOIJO – Te lo ha “chiesto”? - .
CLOE – Fatela parlare! – esclamò ammonendo tutti, dando
voce, contemporaneamente, ai pensieri del bonzo, che diventava di minuto in
minuto più irrequieto.
HAKKAI – Datele il tempo di esprimersi – aggiunse,
concordando con l’invito della donna, sistemandosi poi il monocolo sull’occhio.
Sarah rivolse appena uno sguardo grato al demone dagli occhi
di giada, comprendendo al volo che il suo intervento era servito per camuffare
il modo sconveniente con cui si era rivolta l’amica a Goijo e Goku.
SARAH – Non so come spiegarlo… - continuò, dando voce ai
propri pensieri, sollevando nuovamente lo sguardo verso il bonzo affinché
avvertisse il suo reale stato d’animo. – Ma… sembrava conoscermi. Mi ha dato
del lei… premettendo subito che non aveva cattive intenzioni… - risollevò
nuovamente lo sguardo, andando ad incontrare lo sguardo perplesso di tutti i
suoi compagni di viaggio. - … che non voleva farmi del male. Mi ha detto che
ero in pericolo… e mi ha chiesto di seguirlo, di andare con lui… - .
Il silenzio che seguì a quella dichiarazione non durò che
una manciata di secondi, prima che ognuno cominciasse a dire la propria.
CHRIS – Roba da pazzi… - .
GOKU – Pericolo? Quale pericolo?? -
.
GOIJO – Giustamente si è spacciato per l’eroe di turno…
buffone… - .
PAD – Io non ci ho capito niente. Rapirti per poi
proteggerti?? - .
CHRIS – Sicura di non aver battuto la testa e aver capito
male? - .
PAD – Potrebbe averla battuta lui la testa! Quando mai si è
visto il cattivo di turno essere gentile con la propria vittima! - .
CHRIS – Potrebbe essersene davvero innamorato… inventando
poi la scusa del pericolo per poterla portare con se e proteggerla… il furbo… - .
GOIJO – Non è da escludere – concordò, accendendosi una
sigaretta.
PAD – Ma siete scemi o cosa?? –
sbottò allucinata, guardando prima l’uno e poi l’altro.
GOKU – Ho fameeeeeee… - .
GOIJO – Stiamo facendo un discorso serio, scimmia! - .
GOKU – Anche la mia fame è seria, kappa!
- .
PAD – Scimmia? -.
CHRIS – Kappa? - .
GOIJO – Dubito che tu sappia quand’è il momento di essere
seri, razza di scimmia ingorda! - .
GOKU – Da che pulpito! Quando mai sei stato serio tu, razza
di kappa pervertito! - .
CHRIS – Pervertito? – chiese, conducendo con una mano Pad dietro di se e osservando il mezzo demone guardingo.
PAD – Perché “kappa”? – chiese
curiosa, sbucando dalle spalle dell’amico.
GOKU – Ha le antenne, non le vedi? – le rispose divertito e
soddisfatto, indicando i capelli rossi dell’amico, che s’infuriò ulteriormente,
afferrandolo per la collottola e sollevandolo da terra.
GOIJO – Razza di stupida scimmia! Ripetilo! - .
CHRIS – Questi qui non me la raccontano giusta… - pronunciò
a mezza voce, rivolgendosi a Pad, venendo però
sentito ugualmente dai due litiganti.
PAD – Ma dai! Sono divertenti! - .
CHRIS – Per niente… ma hai sentito che battute? Scimmia, kappa… non credo abbiano tutte le rotelle a posto… - .
GOKU/GOIJO – Prego? – chiesero indispettiti, interrompendo
il loro battibecco, riponendo momentaneamente le loro armi
da guerra.
CHRIS – Non mi piacete – rispose, alzando, questa volta, la
voce per farsi sentire.
I due rimasero interdetti da tanta schiettezza, restando per
un attimo in silenzio a soppesare ciò che avevano sentito.
GOKU/GOIJO – È reciproco! – risposero in coro, riprendo a
guardarsi poi in cagnesco.
GOIJO – Non mi rubare le battute, scimmia!
SANZO/CLOE – FATE SILENZIO! – proruppero insieme, estraendo
il proprio harisen e cominciando a farlo piombare sulle teste dei poveri
malcapitati.
Sarah sgusciò lentamente verso Hakkai, nascondendosi dietro
di lui, poggiando le mani sulle sue spalle per aiutarsi a spiare ciò che
avveniva nell’improvvisato campo di battaglia.
SARAH – Non vorrei beccarmi un’harisennata
per errore… - spiegò,
seguendo con gli occhi i movimenti rapidi degli harisen, che rispondevano ogni
volta che le vittime ne dicevano una
nuova.
HAKKAI – Saggia decisione! – le rispose sorridendo come suo
solito, mentre Hakuryù svolazzava preoccupato sul gruppo che non decideva a
smetterla.
SARAH – Forse, quando si saranno calmati, sarebbe il caso… - .
HAKKAI – Che viaggiassi con loro? – l’anticipò, voltandosi
verso di lei e sorridendole comprensivo.
Sarah in risposta gli sorrise a sua
volta, stringendogli appena le spalle in un gesto affettuoso, per poi alzarsi e
avvicinarsi cautamente al gruppo di scapestrati.
PAD – Allora… - esordì per la prima volta da
quando si erano rimessi in viaggio, rivolgendosi a Sarah, sporgendosi
dal sedile posteriore su cui era seduta e poggiando i gomiti sui sedili
anteriori, dove erano sedute Cloe e Sarah.
CHRIS – Già! Allora?? – intervenne anche lui, - riavendosi dallo
stato catatonico nel quale era caduto per via del sonno che ancora incombeva su
di lui e per via dello stordimento dovuto alle botte ricevute precedentemente -,
ricordandosi improvvisamente delle novità che aveva da raccontar loro l’amica.
Scostò bruscamente Pad, che aveva invaso più spazio del
dovuto, e si mise al suo posto.
Sarah arrossì vistosamente, per poi tentare d’interpretare
una parte indifferente.
SARAH – Allora cosa… ? – chiese quasi sussurrando, sperando
che non si avverasse quello che temeva…
CLOE – Non fare la finta tonta – le rispose, aspirando una
boccata di fumo e conducendo la mano che reggeva la sigaretta all’esterno
dell’abitacolo, continuando a manovrare il volante con una sola mano e tenendo
l’acceleratore abbassato quanto bastava per stare dietro alla jeep verde.
CHRIS – Chi è? - .
PAD – Quanti anni ha? - .
CHRIS – Com è successo?? - .
PAD – Cosa è successo? - .
SARAH – Oddio… - pronunciò soltanto, portandosi entrambe le
mani a proteggersi le orecchie, sapendo che non era ancora finita.
CLOE – Ti conviene cominciare a rispondere – le consigliò
col suo solito fare distaccato e sicuro, dandole la conferma alle sue paure.
Non era ancora finita.
SARAH – Si chiama Sanzo… - cominciò a rispondere, dopo aver
emesso un sospiro rassegnato. – Ha ventitré anni, e… ed è successo e basta!
Cosa, non vi riguarda! – concluse piccata, mettendosi sulla difensiva, sperando
di dissuaderli dal farle altre domande imbarazzanti, mentre Cloe cominciò a
ridere divertita dalla sua reazione e dal colorito che aveva assunto il suo
volto.
CHRIS – Ventitré? Perbacco… - .
SARAH – Perbacco, cosa? – chiese all’amico
indispettita, voltandosi verso di lui.
CHRIS – Ne dimostra di più… -.
Sarah sembrò rifletterci su, per poi tornare a sedersi
compostamente, ritornando a guardare avanti.
PAD – Da quanto va avanti? – chiese, questa volta seria.
SARAH – Più o meno da quando ci siamo
separati… - rispose
approssimativamente, tornando con la mente indietro nel tempo, ricordando con
riluttanza tutto quello che aveva vissuto fino ad allora, incrociando le
braccia al petto e immergendosi nei propri pensieri.
CLOE – È un bonzo… - .
Sarah sollevò la testa, prendendo a fissare la capigliatura
bionda che riusciva a intravedere nella jeep che viaggiava davanti a loro.
Aveva capito che quella dell’amica era una constatazione, e
non una domanda.
Si limitò ad annuire, mentre la demone
faceva schioccare la lingua.
CHRIS – Giusto… - esordì improvvisamente, ricordandosi
della tunica che indossava il ragazzo e del chakra
scarlatto al centro della fronte. – Ma i bonzi non dovrebbero essere delle
persone dalla spiritualità fortemente sviluppata, devoti
alle divinità e professanti il non attaccamento alle cose materiali? - .
PAD – Come sei informato! – esclamò divertita, poggiando la
testa sullo schienale del sedile, chiudendo gli occhi e sorridendo
impercettibilmente.
CHRIS – E com’è che l’ho visto fumare come un camino, bere
birra a go go e abbattere
l’harisen, non troppo delicatamente, sulle testoline dei poveri malcapitati di
turno sparando a raffica minacce e espressioni alquanto discutibili dal gergo
non troppo elevato? - .
PAD – Eccolo che parte in modalità investigazione attiva… - .
Sarah non rispose, sorridendo appena, dimostrandosi
improvvisamente interessata alle proprie scarpe, estraendo poi una borraccia
dalla borsa posta ai suoi piedi e aprendola per berne un sorso.
CHRIS – E poi… - continuò, non contento. – Cosa
fondamentale… - aggiunse, spostandosi più in avanti per poter avere ben in
vista il volto dell’amica. – I monaci non praticano la castità? - .
Sarah sputò di botta l’acqua che si era appena versata in
bocca, facendo frenare di colpo Cloe, che di tutta risposta fece urlare Pad per il gesto improvviso.
PAD/CLOE – IDIOTA! – esclamarono in coro rivolte al demone,
mentre Sarah continuava a tossire e Chris si faceva piccolo piccolo, ritornando seduto
al proprio posto.
CHRIS – Era solo una curiosità… - emise flebilmente,
intimorito dagli sguardi furenti delle amiche, escluso quello di Sarah, che
stava ancora cercando di riprendersi.
PAD – Impiccione! - .
CLOE – Fallo di nuovo e ti faccio scendere per poi metterti
sotto! - .
CHRIS – Ok, ok… - rispose arrendevole, mostrando i palmi
delle mani per sottolineare il gesto. – Scusa tesoro – si rivolse poi a Sarah,
sporgendosi in avanti e poggiandole una mano sulla spalla per attirare la sua
attenzione. – Non lo faccio più! – concluse, scoccandole un bacio sulla guancia
per farsi perdonare come al solito.
PAD – Chris… - richiamò l’amico
sotto voce, guardando fissa di fronte a se. Il demone si voltò a guardarla, per
poi seguire la stessa traiettoria del suo sguardo… incrociando un paio di
ametiste che non tentavano in alcun modo di nascondere l’intenzione
d’incenerirlo all’istante.
Il demone sostenne lo sguardo del bonzo fino a quando una voce non s’informò che andasse tutto bene.
HAKKAI – È tutto a posto? – chiese, portandosi una mano alla
bocca per amplificarne il volume e sporgendosi dalla jeep per farsi vedere e
vederli meglio.
SARAH – Sì! – urlò, sollevandosi e agitando un braccio per
confermare la sua risposta, estraendo poi uno straccio dal cruscotto e
mettendosi a pulire il vetro che aveva sporcato rigettando l’acqua.
Aveva lanciato uno sguardo a Sanzo non scorgendo nel suo
niente di buono, temendo che i suoi timori riguardo i
temperamenti caratteriali che entrassero in collisione potessero avverarsi.
Quando entrambi i veicoli ripartirono, si ripromise di
parlare con Sanzo quanto prima.
CLOE – Da chi ha ereditato il sutra
che porta sulle spalle? – chiese improvvisamente, facendo voltare di scatto Sarah
verso di sé, sorpresa.
SARAH – Come fai a sapere che è un sutra?
- .
PAD – Cos’è un sutra? – chiese
curiosa, interrompendo momentaneamente la loro conversazione.
CLOE – È una sorta di pergamena mistica capace di generare
poteri smisurati… – rispose, facendo spalancare gli occhi ad un’incredula Sarah
e saziando appena la curiosità di Pad, che tornò a
sedersi compostamente al proprio posto.
La demone s’interruppe, attendendo
pazientemente che l’amica umana le rispondesse.
La curiosità che l’aveva colta non appena aveva visto il
biondo monaco non l’aveva fatta trovare ancora pace.
Quegli occhi di quel colore particolare... quello sguardo
altezzoso e sprezzante… avevano tutta l’aria di esserle familiari.
Sarah continuò a restare in silenzio. La domanda l’aveva
colta alla sprovvista… e, più che chiedersi come l’amica facesse a sapere di
tanti particolari, si trovò di fronte alla schiacciante situazione di dover
ammettere con se stessa che non sapeva nulla dell’uomo che amava.
Lo stesso fatto di aver risposto agli amici che si chiamava
Sanzo, le aveva fatto mangiare subito la lingua. Sapeva benissimo che “Sanzo”
era il suo titolo onorifico e non il suo vero nome… che invece non aveva la più
pallida idea di quale fosse.
Così come non sapeva nulla del suo passato. Com’era
diventato bonzo? Era orfano come lei? Com’era entrato in possesso del sutra?
Si era ritrovata ad amarlo incondizionatamente senza
soddisfare alcuna curiosità, senza nemmeno porsi il problema di sapere di più
su di lui… quasi incurante di ciò che potesse
rappresentare davvero quel ragazzo al di là di quello che dimostrava di essere.
L’unica cosa che sapeva era che la vita, o, dir si voglia, il fato, aveva fatto di tutto per metterlo sulla sua
strada. Mai aveva avuto cosa più preziosa… ma la
consapevolezza del fatto di non sapere nulla di lui l’attanagliava come una
morsa famelica, mettendola di fronte alla realtà… di essersi innamorata di un
estraneo.
Era dunque amore ciò che provava per lui? O semplice
gratitudine per aver incrociato il suo cammino e averla affiancata, sostenendo con
lei delle difficoltà che, altrimenti, avrebbe dovuto affrontare da sola come
sempre?
Un movimento dalla jeep davanti la fece distogliere dai suoi
pensieri, facendole alzare gli occhi giusto in tempo per vedere
l’imperturbabile bonzo perdere la pazienza e abbattere senza pietà l’harisen
sulle teste dei poveri malcapitati che sedevano sui sedili posteriori,
massaggiandosi la testa impauriti, mentre la vena del
monaco, ben distinguibile anche a quella distanza, pulsava freneticamente.
Come un fulmine a ciel sereno le
ritornarono in mente le parole della divinità che l’aveva rapita il giorno
precedente.
Genjo Sanzo la sta usando.
Scosse la testa violentemente, riavendosi da quel
ragionamento così fastidioso. Perché quel Ratzel le
era ritornato in mente così improvvisamente?
SARAH – Io… non lo so… - .
CHRIS – Gli hai parlato di noi? - .
La domanda del ragazzo, chiaramente poco interessato a come
il bonzo avesse potuto ottenere il suo sutra, giunse
inaspettata alle orecchie di tutti, nonostante si fosse capito che era stata
rivolta a Sarah.
Cloe non ebbe da obiettare sull’interruzione del suo
discorso. Alcuni dubbi, indipendentemente dall’ultima risposta di Sarah, le
erano divenuti quasi certezze, e nulla le avrebbe impedito, se avesse voluto, di riprendere in un secondo momento il
discorso con la ragazza, o magari, perchè no, chiedere qualcosa direttamente al
bonzo.
In fin dei conti non era poi così importante, le sembrava
solo molto bizzarro come, in determinate occasioni, il mondo le apparisse
davvero piccolo.
Poi il silenzio in cui era caduto Chris quando si erano
rimessi nuovamente in viaggio l’aveva fatta stare in pensiero non poco. Era
chiaro che, come a lei, quel tipo non gli piacesse, ma a differenza di lei, che
trovava inconcludente immischiarsi nella vita privata dell’amica,
considerandola capace di saper badare a se stessa, Chris
aveva un’indole protettiva marcata nei suoi confronti, come nei confronti di Pad e, talvolta, nei suoi, quando glielo permetteva.
Temeva che quel silenzio, com’era già capitato in passato,
fosse la classica “quiete prima della tempesta”, e che la tempesta potesse
scatenarsi da un momento all’altro.
Quella domanda posta con voce ferma, invece, l’aveva
sollevata, poiché significava che di tempeste non ce ne sarebbero state.
SARAH – Sa che fate parte della mia vita – gli rispose,
voltandosi verso di lui e guardandolo negli occhi.
CHRIS – Mh. – si limitò a emettere
come risposta, per niente convinto dallo sguardo che gli aveva lanciato il
bonzo.
SARAH – Chris… - lo chiamò,
poggiandogli una mano su una gamba.
CHRIS – Va bene, va bene. Mi ha solo dato fastidio che abbia
tentato di marcare il territorio, tutto qui! - .
Pad proruppe in una grossa risata,
portandosi una mano alla bocca e attirando così l’attenzione su di se.
PAD – Cos’è, un cane? – chiese divertita all’amico, che di
tutta risposta non aveva cambiato espressione, limitandosi solo a scuotere la
testa in senso negativo.
CHRIS – Mi è sembrato essere solo un illuso che crede di essere
l’unico a potersi permettere alcuni comportamenti… che d’altronde non ho ancora
avuto modo di osservare, visto che sembra ibernato! - .
Cloe gli lanciò un’occhiataccia dallo specchietto
retrovisore, mentre Sarah abbassava la testa, non permettendo così che le si potesse leggere in faccia l’espressione che aveva.
PAD – Ed eccolo in modalità gelosia attiva… - si limitò a
dire, pensando che l’amico avesse esagerato con quell’ultima considerazione.
Chris sbuffò, infastidito dal
fatto di non essere capito e incapace di spiegarsi perché troppo sommerso dalle
sue preoccupazioni.
CHRIS – Non sono geloso! – sbottò, sentendosi stringere
improvvisamente la gamba.
SARAH – Mi fa piacere sentirtelo dire, perché non ne avresti
alcun motivo - .
Il biondo demone sollevò lo sguardo, andando a incontrare
gli smeraldi dell’amica, che sembravano volergli parlare senza farsi aiutare
dalle parole.
SARAH – Io non so… - iniziò, fermandosi e sbuffando,
passandosi poi una mano sul volto seccata.
– Sto diventando decisamente ripetitiva… - confessò, facendo sfuggire un mezzo sorriso a Cloe, che continuava a guidare mantenendo
sempre la stessa velocità, senza perdere d’occhio la jeep che era davanti a
loro. – Il punto è che… davvero, me ne sono capitate di tutti i colori. - .
Chris spostò per un attimo lo
sguardo dal suo, soffermandosi sulla mano dell’amica, che sembrava voler creare
una sorta di ponte di collegamento con lui.
SARAH – Non ho mai avuto certezze in vita mia, questo lo
sapete meglio di me – riprese, riportando i suoi occhi chiari in quelli scuri
dell’amico, che aveva rialzato lo sguardo. – Ma ultimamente… mi sono successe
un sacco di cose strane - .
PAD – Lo abbiamo visto! – esclamò, riferendosi al discorso
della divinità.
SARAH – So che molto probabilmente farete fatica a
comprendere quello che sto per dirvi… - .
Come Chris, ora anche Pad aveva preso a fissarla intensamente.
SARAH – Così come penserete che sia impazzita… dal momento
che, beh… lo avrete capito… io non so nulla di Sanzo… non conosco nemmeno il
suo vero nome… - .
Chris sospirò, mordendosi la
lingua nel tentativo di non dire subito la sua in proposito.
SARAH – Ma lo amo - .
Il demone vide gli occhi dell’amica brillare di una luce
diversa da come era abituato a vederla di solito. Che si ricordasse,
mai l’aveva vista con quello sguardo.
Sarah arrossì impercettibilmente, abbassando la testa per
nascondere le guance imporporate, mentre Pad
sorrideva intenerita.
SARAH – E ciò che provo, lo so, va contro tanti principi… -
continuò, trovando il coraggio di risollevare lo sguardo, tentennando appena
prima di incontrare nuovamente gli occhi degli amici. – Non dovrei lasciarmi
prendere così tanto da una persona che, detto francamente, conosco appena…
specie dopo tutto quello che ho già passato - . Si
fermò nuovamente, prendendo ad accarezzare con la mano il tessuto dei pantaloni
di Chris, come se così facendo potesse aiutarsi ad
esprimersi meglio, concentrandosi di più.
SARAH – Ma, come già vi ho anticipato, è inspiegabile… - . Chris sospirò, abbassando lo
sguardo, senza abbandonare la sua espressione contrariata. – Inizialmente
pensavo si trattasse di una semplice infatuazione dettata da esigenze un po’
troppo trascurate… - scherzò, cercando di alleggerire il discorso, sentendo
subito Cloe ridacchiare. – Ma ogni volta che incrocio i suoi occhi, mi rendo
conto che non è così… che c’è di più… - .
Pad ora aveva gli occhi lucidi,
come ogni volta che sentiva discorsi del genere. Anche lei, come Chris e Cloe, era diffidente nei confronti del biondo
monaco, ma vedere l’amica parlarne in quel modo le scacciava via dalla testa ogni
pregiudizio che si era fatta su di lui.
CHRIS – Di più. - .
Sarah sollevò lo sguardo, cercando quello dell’amico per
trovarvi una spiegazione a quella risposta.
CHRIS – Non lo conosci, ma lo ami - .
La ragazza a quel punto annuì, capendo cosa volesse intendere l’amico.
Il demone allora sospirò pesantemente, sfuggendo allo
sguardo dell’amica, portandosi una mano alla bocca e cercando di riflettere su
ciò che aveva sentito dirle.
SARAH – Lo amo Chris, in un modo
che nemmeno immagini – confermò ulteriormente, sia a se stessa, rispondendo in
modo definitivo al dubbio che le era venuto prima, sia all’amico, senza
staccare gli occhi da quelli dai suoi.
CHRIS – Io non voglio vederti più soffrire, Sarah -.
Il silenzio si rimpossessò dell’abitacolo.
CHRIS – A me non interessa che tu te ne sia
innamorata a prima vista - riprese, vedendo l’amica rivolgergli uno sguardo
interrogativo. – Nel senso… non è questo a preoccuparmi – si corresse subito. –
Non può che farmi piacere se qualcuno è riuscito a conquistarti… ma lui? - .
Pad aggrottò la fronte,
incrociando le braccia e sporgendosi verso l’amico.
PAD – Lui cosa? – gli chiese, dando voce anche alla domanda
di Sarah.
CHRIS – È preso come te? – si rivolse a Sarah, rispondendo
contemporaneamente anche all’amica.
CLOE – Che domande fai? – intervenne improvvisamente,
guardandolo attraverso lo specchietto retrovisore.
CHRIS – Espongo la mia preoccupazione! – rispose alla donna.
– Che io ricordi, lei era presa anche da Jiin! - .
PAD – Ma no! – esclamò esasperata, non capacitandosi di come
potesse aver fatto quel tipo di paragone.
Sarah capì al volo, e alzò entrambe le mani per indurlo a
fermarsi.
SARAH – È totalmente diverso, Chris
– gli spiegò, scandendo bene le parole affinché l’amico non potesse
fraintenderle. – Io non ero presa da Jiin - .
CHRIS – Eppure mi sembra di ricordare che c’è mancato poco
che non te lo sposassi! - .
PAD – Oh dei… illuminatelo voi! – esclamò, roteando gli
occhi.
CLOE – Uomini… hai voglia di spiegargli che la medaglia ha
più facce… loro continuano a vederne sempre e solo una! - .
CHRIS – Eh? – chiese alquanto confuso, rivolgendosi
all’amica che guidava.
CLOE – Non capite niente! – tuonò, facendolo rintanare
nuovamente nell’angolino in cui si era rintanato anche
precedentemente.
Sarah rise appena, divertita, allungando nuovamente la mano
per raggiungere Chris, invogliandolo così a risedersi
composto, in modo che potessero riprendere a parlare.
SARAH – Io non amavo Jiin –
scandì, riprendendo il discorso. – È questo che fa la differenza. -.
Chris rimase in silenzio,
soppesando seriamente le parole dell’amica. Sapeva benissimo di aver fatto un
paragone assurdo riproponendo la storia di Jiin, ma
il timore che Sanzo potesse dimostrarsi e rivelarsi uno sporco approfittatore
come lo era stato lui, gli faceva andare il sangue
alla testa.
Il fatto che lei, poi, ne fosse innamorata, non facilitava
certo le cose, anzi, a suo parere, le complicava non poco. Se avesse voluto
avrebbe potuto manipolarla come voleva. D’altronde, era cosciente del fatto
che, più di starle vicino come amico e offrirle la sua spalla quando ne avesse
avuto bisogno, non avrebbe potuto immischiarsi più di tanto.
CLOE – Sarah è
un’adulta – gli aveva risposto quando, contrariato
dalle imminenti nozze della ragazza, aveva proposto di farle il lavaggio del
cervello fino a quando non l’avessero dissuasa dal suo intento. – Possiamo
darle dei consigli, possiamo esporre il nostro parere, possiamo offrirle il
nostro appoggio quando e se ce ne fosse bisogno - .
Aveva guardato l’amica, sperando di non sentirle dire le parole che temeva. –
ma non possiamo immischiarci nella sua vita a tal punto da decidere per lei!
Con lei, sì, contro di lei, no! Non è questo che fanno gli amici! - .
CHRIS – Io non voglio
che soffra… - le aveva confessato, abbassando lo sguardo, vinto.
CLOE – Il dolore è il
miglior maestro che la vita possa metterti a
disposizione, Chris, credimi - .
CHRIS - … e se fosse
un errore? E se stesse sbagliando? – le aveva chiesto ancora, timoroso e
speranzoso allo stesso tempo.
CLOE – Meglio ancora –
aveva risposto tranquillamente. – È risaputo che dagli errori s’impara. - . Aveva spalancato gli occhi, spiazzato da tutta
tranquillità che l’amica stava dimostrando. - E poi è giovane… - aveva aggiunto,
sorridendo appena e recuperando lo straccio per asciugare i piatti. – Può
permettersi tutti gli errori che vuole! - .
Lo aveva liquidato
così, con una leggera risata che lo aveva accompagnato fino a
quando non era scomparsa all’interno della cucina della locanda.
Se era vero che dagli errori s’imparava
e che un buon amico non spezzava i passi alla persona a cui voleva bene, Chris si sarebbe limitato a stare all’erta e ad essere
felice per lei, se lei lo fosse stato.
Le sorrise dunque, spiazzandola totalmente, abbandonando
l’espressione cerea e recuperando la sua espressione bonaria.
CHRIS – Oooook! - .
Come Sarah, anche Pad lo guardò
sconvolta, mentre Cloe piegava le labbra in un mezzo sorriso.
CHRIS – Se sei felice tu, sono felice anch’io. E se
l’iceberg ha deciso di marcarsi stretto il territorio… - orientò lo sguardo per
un attimo in direzione della jeep che avevano davanti, constatando di non
essere osservato. – Vorrà dire che ti farò le coccole di nascosto! – le
sussurrò, attirandola verso di se e abbracciandola, per poi accarezzarle la
testa e schioccarle un secondo bacio sulla guancia.
Sarah si limitò a sorridere, voltandosi subito davanti per
impedire alle lacrime di solcarle il volto, venendo
osservata sottecchi da una soddisfatta Cloe, mentre Pad
si lamentava con l’amico di non aver mai ricevuto così tante coccole in una
sola giornata come lei.
Fortunatamente, sul fare della sera, erano riusciti a
incontrare inaspettatamente un villaggio sul loro cammino.
GOKU – Dovremmo comprare una cartina nuova… - pronunciò,
sorpreso di trovarsi così presto in un nuovo villaggio.
HAKKAI – Purtroppo ciò non dipende da me! – esclamò
scherzando, riferendosi in maniera velata, ma esplicitamente, al bonzo, che si
limitò a grugnire, mostrando il suo disappunto come al
solito.
GOIJO – Che tirchio… fossero soldi tuoi! - .
SANZO – Vuoi morire? - .
GOKU – AAAAAAAAAAH! CIBO! – esclamò, intercettando al volo
una locanda, la cui insegna era più grande di quelle
di cui era circondata.
GOIJO – La solita scimmia… - disse, tentando di provocarlo mentre si accendeva una sigaretta, parlando però
al vento, dal momento che Goku era partito a razzo verso la fonte dei suoi
desideri.
Cloe parcheggiò alle spalle della locanda nel momento in cui
Hakuryù ebbe ripreso le sue sembianze animali, andando poi a posarsi sulla
spalla di Hakkai, che non mancò di accarezzargli la testolina come al solito, aspettando che Sarah e i suoi amici li
raggiungessero.
CHRIS – Eccoci qua! – esclamò
raggiungendoli, ricevendo in risposta un sorriso
educato, uno sguardo indifferente e uno confuso. – Allora? Si mangia? – chiese
noncurante, avviandosi, come Goku, verso la locanda.
PAD – Pernottiamo anche qui? – chiese raggiungendoli a sua
volta, sorridendo a tutti e seguendo l’amico, che aveva ormai raggiunto il
ragazzino eretico, perso a osservare attraverso i vetri le pietanze che venivano trasportate dai camerieri all’interno della
struttura.
CLOE – Se hanno camere a sufficienza per tutti, perché no? –
propose, rivolgendo uno sguardo a tutti per poi soffermarsi su quello del
bonzo, che le parve assumere, per un attimo, un’espressione diversa.
“Mi sono sbagliata o no, Koryu?”
pensò la donna, per poi sorpassarlo e raggiungere gli altri all’esterno della
locanda.
HAKKAI – Sarebbe il caso di andare a chiedere se abbiamo realmente intenzione di pernottare qui, altrimenti
saremmo costretti a cercare camere altrove - .
GOIJO – Ti accompagno – rispose, cogliendo al volo le
intenzioni dell’amico, allontanandosi poi con lui per lasciare soli quelli che
aveva definito “i due piccioncini”.
Sarah sorrise nel pensare all’ovvietà del comportamento di
tutti, abbassando la testa e mettendosi a scavare con la punta della scarpa nel
terreno sotto ai suoi piedi.
Sanzo si accese una sigaretta, guardandosi poi attorno,
constatando, con irritazione, di essere osservato, capendo quindi il motivo per cui la ragazza non gli si era ancora avvicinata.
Estrasse una sigaretta dal pacchetto perennemente presente
nella tunica e se la portò alla bocca, accendendosela e aspirandone subito una
profonda boccata.
SARAH – Dammene una – gli chiese, senza
porgli il giusto tono di domanda, ond’evitare di
dargli la possibilità di negarle quella richiesta.
SANZO – Scordatelo - le rispose ugualmente, facendola ridere
appena, per poi vederla avvicinarsi a lui e sfilargli la sua di bocca.
SARAH – Allora sarai costretto a dividere la tua… - lo provocò,
sostenendo il suo sguardo duro per un po’, per poi allontanarsi, dirigendosi
verso una panchina che affacciava sulla strada.
Il bonzo la raggiunse poco dopo che si fu seduta, sfilandole
dalla mano la sigaretta e portandosela alla bocca, per poi andarsi a sedere
all’estremità opposta della panchina, osservando annoiato la gente che passava,
maledicendo di trovarsi in un posto così affollato che gl’impediva di tenerla
vicina. Non che gl’importasse ciò che potessero pensare di lui le persone
vedendolo con una donna, non si era mai posto il problema dei giudizi altrui,
figuriamoci adesso!
Piuttosto, non gli era sfuggito il
modo in cui alcune donne avevano indicato Sarah vedendola avvicinarsi
provocante a lui per poi sfilargli la sigaretta dalle labbra. Non gli era
piaciuto il modo in cui l’avevano indicata e si erano messe a parlare tra loro,
continuando a guardarla. Conosceva la sensazione che si provava a sentirsi
continuamente le dita puntate contro, e non voleva, nel modo più assoluto, che
per colpa di quella dannata tunica che indossava potesse subire anche lei la
stessa spiacevole sensazione d’inadeguatezza.
Lei, di tutta risposta, aveva capito, come sempre. Era
incredibile come riuscissero ad agire e pensare in
sintonia pur non scambiandosi così tante parole. Specie lui, che non era mai
stato eloquente, tranne quella sera in cui l’aveva convinta a non andarsene e
che…
Scosse la testa, allontanando quel ricordo. Non perché non
gli piacesse ricordare quei momenti, tutt’altro… ma
quello non era decisamente il momento per pensare a cose simili.
Con la folla che sembrava esserci in giro, era già tanto se
fossero riusciti a trovare delle camere multiple o nelle quali, come al solito, nel bene e nel male, avrebbero potuto adattarsi.
Figuriamoci aspirare a trovarne una matrimoniale solo per loro due! Senza
contare che ora c’erano anche i suoi amici. Il kappa
aveva dimostrato di non essere più impiccione di quanto non lo fosse già di
suo, accettando la loro storia senza dimostrarsi più fastidioso di quanto la
sua lingua non gli permettesse già. Ma loro? Il modo in cui era stato osservato quando, il giorno prima, Sarah gli era corso
incontro nel bosco per abbracciarlo non gli era sfuggito.
SARAH – Come siamo silenziosi… - .
La sua voce calda gli giunse più avvolgente del solito, e
dovette far leva su tutta la forza che aveva per non mandare al
diavolo tutta quella gente e avvicinarsi a lei.
Sbuffò, gettando la sigaretta a terra e spegnendola con un
piede, fulminando con lo sguardo l’ennesimo uomo che aveva beccato a osservare
sottecchi la ragazza seduta accanto a lui.
SANZO – Questo posto mi da sui
nervi – confessò, estraendo un’altra sigaretta e accendendola, per poi passarla
dopo appena una sola boccata alla ragazza, che la prese non prima di aver
sfiorato, di proposito, delicatamente la sua mano.
SARAH – Anche a me - .
Aspirò una boccata di fumo per poi ricacciarla
immediatamente fuori, accavallando le gambe, portando un gomito sullo schienale
dietro di lei. Avrebbe voluto parlargli, instaurare una vera a propria
conversazione non dettata da soli monosillabi, ma
situati a quella distanza era improponibile. Voleva mettere in chiaro,
soprattutto, la posizione di Chris, prima che si
equivocasse, ma la giornata aveva tutta l’aria di voler mettere a dura prova la
pazienza del bonzo.
-
Che bel fiore! – esclamò un ragazzo che passando di lì
l’aveva notata, ritornando indietro solo per poterle rivolgere quel
complimento. Conscia di essere tenuta d’occhio dal bonzo, immaginandosi, in quel
momento, la venetta traballare, Sarah non potè non
sollevare lo sguardo per guardare, almeno per educazione, la persona che le
aveva rivolto la parola.
Scorse un ragazzo dal sorriso sincero, dai capelli corti e
scuri e gli occhi dello stesso colore, che apparentemente non sembrava avere
nulla di losco. Accanto a lui un altro ragazzo, molto simile al primo, la
guardava, senza alcuna malizia, come il compagno.
-
È sola, signorina? – le rivolse la parola il secondo,
chinandosi appena verso di lei con dei modi garbati che le ricordarono modo
Hakkai. Gli sorrise, scuotendo appena la testa.
-
No, il mio ragazzo è andato alla tabaccheria di fronte
a comprare delle sigarette, ritornerà tra un attimo – rispose, mettendo subito
in chiaro che era impegnata, cosa che lusingò il bonzo, ma non lo
tranquillizzò, vedendo i due giovani ancora lì impalati davanti a lei,
innervosendosi pur sapendo che non ce n’era bisogno.
-
Oh… - esclamò, senza nascondere una punta di delusione,
il primo.
-
Allora non la disturbiamo più! – esclamò il secondo,
facendole un breve inchino, venendo imitato dal
compagno, e riprendendo a camminare, senza prima essersi voltato un’ultima
volta e averle sorriso.
CLICK.
SARAH – Ehi!!! – esclamò sotto voce
in preda al panico, voltandosi di scatto verso di lui, intimandogli con lo
sguardo di riposare la shoreiju. – Non fare lo
sciocco! - .
Sanzo le lanciò uno sguardo indecifrabile, prendendo, con
noncuranza, a osservare l’arma che impugnava, aprendo e chiudendo il caricatore
ripetutamente, fingendo di controllare che i proiettili fossero al loro posto.
SANZO – Di che parli? – le chiese con un tono di voce
seccato, senza sollevare gli occhi su di lei.
Sarah prese a osservarlo sottecchi, piegando le labbra in un
sorriso sornione, che faceva intendere di non essersi bevuta quel comportamento
apparentemente casuale.
SARAH – Di nulla… - rispose lascivamente, stando al
gioco. – Ho temuto per un attimo che ti avesse dato
fastidio l’interesse che nutrivano per me quei due ragazzi… - continuò,
gettando l’amo, continuando a guardarlo di tanto in tanto sottecchi per poter
scorgere le sue reazioni.
SANZO – Mh? – chiese fingendosi
disattento. – Ah, i due damerini? - .
SARAH – Allora non eri così distratto come volevi far
credere… - .
SANZO – Tsk! - .
Sarah scoppiò a ridere, mentre il monaco si alzava stizzito,
passandole di fronte e prendendole la sigaretta dalle dita mentre lei era
ancora intenta a sganasciarsi.
SARAH – Ed io? – chiese, fingendosi delusa e mettendo il
broncio, facendo fermare il bonzo, che stava dirigendosi verso la locanda.
SANZO – Compratele! – le consigliò, sentendola scoppiare a
ridere di nuovo, maledicendosi per i gesti automatici che avevano l’abilità di
tradire le sue emozioni.
YEEEAH! *rullo di tamburi, fuochi d’artificio e applausi* CE
L’HO FATTA AD AGGIORNARE!
(Eccola… ndLettori
con sguardo assassino)
(O__o? ndHOPE)
(Addosso! ndLettori
armati di tutto punto)
(Ehi un momento *inizia a scappare*
No, no.. aspettate! *riceve il primo pugno nelle costole* Fatemi spiegare!
*inizia a piangere sommessamente, ricevendo poi un calcio negli stinchi*)
COF COF *sputa sangue, cercando di articolare parola
con la bocca gonfia pestata*
Allora… lo so, lo so… sono VERGOGNOSAMENTE in ritardo. Ma mi
sono fatta perdonare con questo aggiornamento no? Niente botte (tranne quelle
che avete riservato a me ovviamente >__<) e niente minacce di nemici
varie… solo dei sani rapporti interpersonali e un po’ dello sviluppo della love
story, che spero non vi abbiano annoiato >__> ma
ci tenevo a spiegare, più o meno, le situazioni sentimentali.
Nonostante l’alto contenuto glicemico contenuto in questo
capitolo, credo che dei dubbi sia riuscita ugualmente a insidiarveli… in merito
a ciò, volevo dire che nulla di quello che creo e inserisco nella storia è
superfluo… a tutto c’è un perché…
E dopo avervi fatto venire un altro po’ di inceppi mentali,
passo ai saluti alle mitiche recensioniste ( o
recensitici? Dubbio amletico delle 23 e 32… uhm…):
- WhiteLie : Caruccio Chris, eh? Kou… glielo dico pure io che è un bel ragazzo, ma
ultimamente è diventato molto timido… non saprei dirti il perché u__ù XD;
- Nemeryal : Altro consenso per Chris
^__^ Non t’ispira Ratzel?
Mmmm… chissà chissà… alla
prossima!;
- Mon-chan : Eeeeeeeeh! Tu poi! Vuoi sapere
decisamente troppo! Come dico sempre “Ogni cosa a suo tempo…” >__> E,
cosa fondamentale, non ti prometto niente >__< *scappa a chiudersi in una stanza con mega porta blindata fuori il raggio d’azione di Mon-chan*;
- Miriel67 : Che ritardone ç__ç me chiede
scusa… ma preferisco impiegarci più tempo piuttosto che farne uscire fuori
capitoli striminziti ç__ç in questo capitolo mi sono cimentata molto con
intrecci sentimentali vari… attendo il responso della tua sempre critica,
nonché paziente ç__ç, vena analitica, a presto! (a
meno che tu, come credo la maggior parte dei lettori di questa storia, dopo
questo ritardo colossale, abbia deciso di non seguirmi più ç__ç);
- YamaMaxwell : Ce l’ho fatta!!! Contenta? XD Il nome di Ratzel io tendo a pronunciarlo “Razel”
con la “z” di… uhm… “ozio”, “strazio”… non so perché mi stiano venendo fuori
questi esempi (forse perché sto pensando al dolce far niente che mi ha
accompagnata in questi giorni e all’ansia per gli esami imminenti…) O__O tieni
conto che sono le 23 e 41 O__O (ah però, vi sto aggiornando in tempo reale su
quanto sto impiegando a scrivere!). Che altro dire? Capitolo piuttosto
zuccheroso in cui non succede nulla di che… spero che comunque non dispiaccia
u__ù bacioni! ;
- Valery_Ivanov : Uh!!! Grazieeeeeeeee! Lieta di
averti tra le schiere di lettrici e commentatrici ^__^ Sono contenta che ti
piaccia… l’hai addirittura messa tra i preferiti! Me commossa ç__ç Allora a
presto! (spero >__> a meno che tu non abbia
capito l’andazzo degli aggiornamenti e abbia deciso saggiamente di lasciarmi
perdere… ç__ç).
Ringrazio inoltre le 14 persone che hanno aggiunto la mia
storia tra le preferite e i lettori che continuano a seguirmi! Grazie!
*inchino*
Sperando di non avervi fatto venire il diabete con questo
capitolo, vi so appuntamento alla prossima, sperando (ma non promettendo nulla
come al solito) di non fare più ritardi mega colossali come questo!
^__-