Vedo
il mondo che muore attorno a me, lo sento contrarsi e disperarsi,
spargendo aria corrotta e fumo velenoso.
Vedo
il popolo che si dispera o che, senza più speranza, si lascia
vivere ai piedi del regno che un tempo abitava con riconoscenza.
Ed
io qua, dentro queste mura dorate, dietro queste sbarre di smeraldo,
mentre osservo senza poter far nulla, quella terra che si sgretola
sotto le ombre, che scivolano silenziose.
La
mia gonna lunga fino ai talloni, è scomoda, pesante,
fastidiosa, mi ricorda che non posso muovermi tra i nemici, veloce e
scattante, come una gazzella che evita gli artigli del leone.
Questo
corpetto, che mi soffoca, mi rimembra che non posso agitare la lama
svelta ed affondarla con un grido sul corpo ormai stremato
dell'orco che aveva la pretesa di strappare via la mia felicità
e quella del mio popolo.
I
miei capelli ondeggiano al vento, come il vessillo di una battaglia
che non mi vedrà mai partecipe, una battaglia che vale ogni
vita che si prenderà.
No,
il mio corpo avvizzirà, in questa cella stretta, in questo
castello crudele.
Perchè
sono una donna, perchè non sono nata con l'elmo incastrato sul
mio capo.
No.
Non
può finire così, perchè il vento mi chiama,
sussurra il mio nome, con urgenza.
Sento
la guerra che si avvicina, con passo lento ma rumoroso, scandito dai
suoi crudeli soldati.
Le
loro armature si scontrano rumorose con il terreno, e sotto quella
coltre di metallo,risuonano i respiri affannosi dei nemici, che
anelano il sangue degli uomini, degli elfi, dei nani, di tutte le
creature del mondo che avranno l'ardire di sbarrare loro la strada.
Mentre
stringo la lama, che deturpa la mia immagine riflessa, so che il mio
posto è là.
Davanti
i loro ghigni crudeli, davanti le loro spade impietose.
E
il mondo si ricorderà, con affetto, con orgoglio, che nella
battaglia una voce femminile urlava senza freni.
Quella
di Eowyn, figlia di Éomund ...
...guerriera
di Rohan.
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