UN
UOMO NUOVO
Quando Cassidy
aprì la porta, non poteva credere alle persone che si
ritrovò davanti: Kate, Aaron, una ragazza bionda (la mamma
di Aaron, forse? Kate le aveva detto che i capelli biondi il bambino li
aveva presi da sua madre.), ma, quello che la stupì
più di ogni altra cosa, Sawyer. Se ne stava lì,
alle spalle delle due donne e aveva uno sguardo strano, che non aveva
mai visto sul suo bel viso da truffatore bastardo. Sembrava
sinceramente dispiaciuto e intimorito. Se lei non avesse saputo quanto
lui fosse bravo a mentire, anche con i soli occhi, poteva credere che
fosse realmente sincero, mentre la guardava di sottecchi, avendo quasi
timore della sua reazione. Cercando di rimanere fredda, si
voltò a guardare verso Kate, sicura che dovesse a lei
l'onore di quella visita.
Kate
cercò di rassicurare Cassidy con lo sguardo.
L’altra donna sembrò scettica, ma alla fine si
fece da parte per fare entrare i suoi ospiti. Kate fece le
presentazioni fra Claire e Cassidy. Per Cassidy non fu un problema
avere la conferma che Claire era proprio la madre di Aaron, sapendo il
suo nome. Ma, non sapendo se il bambino che era lì sapesse,
si limitò a sorridere. Per il resto, perfino Kate sembrava
in imbarazzo riguardo a Sawyer. Soprattutto perché sapeva
quale fosse l’opinione di Cassidy nei confronti
dell’uomo, mentre lei sapeva quanto lui fosse cambiato e
quanto avesse sofferto nell’ultimo periodo
sull’Isola.
- Zia Cassidy, non
c’è Clem?
Cassidy
guardò istintivamente verso Sawyer, che sembrava avere
stampata in faccia la stessa domanda di Aaron. La donna si
abbassò all’altezza del bambino, gli sorrise e gli
scompigliò i capelli.
- Si, tesoro. E’ nella sua
cameretta. Perché tu, Kate e Claire non andate su a vedere
cosa sta facendo?
- E tu non vieni con noi?
- No, io devo parlare un attimo con
Sawyer!
- Zio James, vuoi dire?
Cassidy
guardò il bambino sorpresa, lanciando un fugace sguardo
all'uomo che continuava a tenere lo sguardo basso. Kate, comprendendo
la situazione, prese per mano Aaron.
- Vieni tesoro, andiamo da Clementine!
Così la facciamo conoscere a Claire!
Kate
spinse Aaron verso le scale e fece cenno a Claire, che osservava la
scena incuriosita, di seguirli. Mentre saliva le scale, si
girò un paio di volte, leggermente preoccupata per quello
che sarebbe potuto accadere tra i due. Cassidy
osservò il gruppetto scomparire al piano superiore, prima di
voltarsi verso di lui, con un’espressione dura sul volto.
James sapeva di meritarsi tutta la sua diffidenza, dato ciò
che Cassidy aveva conosciuto di lui. Sperò che, perlomeno,
gli lasciasse il tempo di spiegare. In fin dei conti, per quanto
comunque diverso fosse prima di finire su quella dannata Isola, aveva
avuto delle buone ragioni, a suo tempo, per comportarsi come aveva
fatto.
- Così Kate
è riuscita a riportarti indietro, questa volta, James!
Cassidy
rimarcò il suo nome con forza, come se volesse sfogare su di
esso tutta la sua rabbia.
- Già. Cassidy...
- Spiegami una cosa: che diavolo sei
venuto a fare fino a qui? Perché non lo so se voglio che
Clementine conosca suo padre, dato che hai espressamente detto che non
la consideri tua figlia.
- Ascoltami, Cassidy, lo so che mi
reputi il peggior bastardo al mondo, ma davvero vorrei che noi
potessimo parlare.
- Perché dovrei stare qui a
sentire le tue balle?
- Perché, se tu mi dai
un’opportunità, per una volta, ti dirò
tutta la verità.
- E su quali basi dovrei crederti?
- Beh, innanzitutto, sono passati degli
anni da quando ci siamo visti l’ultima volta e io sono molto
cambiato, nel frattempo. L’esperienza sull’Isola mi
ha dato modo di riflettere e capire gli errori compiuti in passato.
Inoltre, ci sono delle cose che non sai.
Cassidy
chiuse gli occhi, cercando di non cedere. Lui era sempre stato bravo a
mentire e a manipolare le situazioni a suo favore.
James
le si avvicinò, forse troppo, perché per lei
riaverlo davanti, anche dopo tanti anni, era comunque sconvolgente.
Faceva riaffiorare tutto: l’amore incosciente che aveva
coltivato per lui, il dolore dato da suo abbandono, prima, e dalla sua
freddezza riguardo sua figlia, dopo. Quando le mise le mani sulle
spalle, si divincolò con forza, allontanandosi.
- Che cosa vuoi da me, Sawyer? E,
soprattutto, perché sei qui?
- Voglio che tu mi ascolti e basta.
Inoltre... Inoltre voglio conoscere Clementine.
Sarebbe
stato facile farsi sopraffare totalmente dalla rabbia che provava in
quel momento, gridandogli di andarsene. Tuttavia, ripensando a quando,
poco tempo prima, sua figlia le aveva fatto per la prima volta domande
riguardo suo padre, alle quali non aveva saputo dare una risposta, non
se la sentiva di sprecare quell’occasione per testare se
realmente lui fosse cambiato. In fondo, anche se non se lo meritava,
avrebbe potuto ascoltare quello che aveva da dirle. Avrebbe stabilito
dopo che cosa fare. Schiarendosi la voce, Cassidy indicò il
divano a James. Lui si sedette, mentre Cassidy andò a
sedersi sulla poltrona, decisa soprattutto a mantenere una certa
distanza fisica fra loro.
- Ok, ti ascolto. Sentiamo
cosa hai da dire. Dopo, valuterò se potrai incontrare mia
figlia, oppure no.
Essendo
già molto più di quello che sperava di ottenere
dalla donna, James accettò di buon grado quella specie di
accordo.
- So che Kate ti ha
già raccontato quello che è successo durante il
periodo che abbiamo passato sull’Isola, prima che lei e altri
miei compagni la lasciassero per la prima volta...
- Si, certo. Mi ha detto tutto. Anche
della vostra relazione.
- Si, lo so. Mi ha accennato la tua
interessante teoria riguardo al perché mi sarei buttato
dall’elicottero.
- Interessante vuol dire che avevo
ragione io?
James
la guardò con il suo solito mezzo sorriso beffardo. Quello
che l'aveva fatta innamorare già una volta.
- Beh, più o meno.
Avevi ragione sul fatto che avevo paura di affrontare un futuro con
Kate, tuttavia, non è per quello che mi sono buttato
dall’elicottero.
Cassidy
lo guardò per un momento, scettica.
- So che non sono una brava
persona e che ho fatto tanti brutti errori nella mia vita. Ci sono
stati dei momenti in cui ho dovuto agire in modi non consoni ad un
brav'uomo. E anche se sembrava tutto l’incontrario, le mie
intenzioni erano buone. Io…
Una
cosa alla quale Cassidy non avrebbe mai pensato di assistere, era
l'imbarazzo ostentato dall'uomo che aveva seduto di fronte. Lo aveva
visto sfrontato, passionale, rabbioso, ma imbarazzato decisamente mai.
- Per me non
è facile parlare di queste cose, accidenti! Però
ci tengo a farlo, perché meriti delle spiegazioni.
James
notò che adesso Cassidy lo osservava con uno sguardo
diverso, come se lo avesse davanti per la prima volta nella sua vita.
- Che cosa c’è?
- Beh, c’è che
inizio davvero a credere che tu non sia lo stesso uomo che ho
conosciuto tempo fa. A quanto pare, quest’Isola ti ha davvero
cambiato.
- Non è stata
l’Isola a cambiarmi. Però, in effetti, da quando
ci sono finito, ho potuto rimettere un po' in ordine la mia vita e,
riflettendo, ho compreso molte cose.
- Tipo?
- Tipo, ho compreso che con te mi sono
comportato molto male, però vorrei che tu adesso capissi,
che, nonostante tutto il male che ti ho procurato, non ho avuto altra
scelta.
Lo
sguardo di Cassidy si accigliò.
- Che vuoi dire, scusa?
- Ricordi quando sei venuta
in prigione?
- Certo, quando hai detto che
Clementine non era tua figlia. Penso che non lo dimenticherò
mai.
L'uomo
annuì. Non poteva biasimarla.
- So che per te è difficile
da credere, ma l'ho detto per proteggervi. Il direttore del carcere mi
stava alle costole per un brutto affare e avrebbe potuto usarvi per
fare leva su di me.
- Che intendi per brutto affare, se eri
dentro?
- Credi che il carcere sia un posto
pulito? C'è più corruzione lì dentro
che da qualsiasi altra parte! E se ci sai fare, puoi guadagnare con
poco uno sconto di pena.
Cassidy
lo guardò di traverso.
- Dovevo fare il
mio interesse, va bene? Comunque è un affare che mi ha
fruttato una buona ricompensa, oltre lo sconto di pena.
A
quelle parole, un interesse nuovo da parte di Cassidy si
risvegliò.
- Aspetta un
attimo… Di che cifra stiamo parlando?
- Di una buona cifra, se
ricordo bene.
Cassidy
lo guardò, cercando di intuire se i suoi sospetti fossero
esatti, ma lo sguardo di James rimase perlopiù
imperscrutabile.
- Così sei stato
tu ad aprire il conto a nome di Clementine?
- Era l'unica cosa che potessi fare per
lei.
- Eppure hai fatto in modo che fosse
impossibile risalire a te.
- Sai meglio di me che era meglio per
Clementine che non sapesse mai chi fosse suo padre. Un truffatore senza
cuore né coscienza, almeno allora.
- Invece adesso pensi che dovrebbe
saperlo?
- Si, perché...
- Sei cambiato, lo so. Continui a
ripeterlo, ma io non mi fido più delle tue parole.
- So che non hai motivo di fidarti di
me, ma ti fidi di Kate, no?
Cassidy
annuì.
- Credi che lei mi avrebbe portato qui
se non l’avesse ritenuta una buona idea? Se non sapesse che
adesso sono un uomo nuovo, di cui ci si può fidare?
In
effetti, Kate conosceva molto bene l’opinione che aveva di
lui. Opinione che faticava a tenere in piedi anche lei, ora che
l’aveva sentito parlare tanto sinceramente. La donna
sospirò. Era difficile per lei cedere alla richiesta di
James, ma doveva ammettere che, adesso che Clementine cresceva, sentiva
sempre di più la mancanza di una figura paterna e aveva
già iniziato a fare domande. Una volta l’aveva
sorpresa a frugare fra le sue cose. Quando l’aveva sgridata,
la bambina si era nascosta una foto dietro la schiena. Era una foto di
lei e Sawyer e quando Clementine, con innocenza, ma con una punta di
speranza nella voce, le aveva chiesto se quello fosse suo padre,
Cassidy si era trovata in difficoltà. James continuava a
guardarla con uno sguardo che le ricordava molto quello della figlia
quando desiderava qualcosa con tutta se stessa e, forse, fu quello a
farla capitolare. Cassidy si avvicinò alle scale e
urlò alla figlia di scendere. James si alzò,
sistemandosi la camicia e sentendosi molto nervoso. Quando vide il
primo sguardo che James rivolse alla piccola bambina che corse
giù dalle scale sorridendo, Cassidy pensò di aver
preso la decisione giusta. James rimase immobile, non sapendo cosa fare
di preciso. La piccola aveva uno sguardo curioso e sorpreso.
Guardò per un attimo la madre speranzosa e da lei ricevette
solo un sorriso. Kate, insieme a Claire e Aaron, era ancora per le
scale ad osservare la scena. Clementine si avvicinò con
passo incerto all’uomo per poterlo osservare da vicino.
Ancora una volta, si voltò verso la madre e il suo volto si
aprì in un radioso sorriso.
- Ma è l’uomo
della foto! Allora è davvero lui il mio papà,
vero, mammina?
James
deglutì, ma si impose di aspettare che fosse Cassidy a dare
una risposta alla figlia. Cassidy non pensava che si sarebbe commossa,
ma annuì mentre una piccola lacrima si faceva spazio sulla
sua guancia.
- Si, tesoro, lui è il tuo
papà.
A
quel punto, la bimba non riuscì più a contenere
la sua gioia e corse ad abbracciare le gambe di James, che si
affrettò a prenderla in braccio e stringerla forte.
- Come ti chiami, papà?
- James Ford, piccola.
Ora
che, finalmente, stringeva sua figlia fra le braccia, James poteva dire
che Sawyer era definitivamente morto su quella dannata Isola.
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