INFRANTA DALLE SPINE
Comprendo, quel lamento,
consumato, sul tuo volto,
ma ribolle, il sentimento,
nel mio mondo, capovolto;
sorprende, il mutamento,
breve gioco, degli sguardi,
poi il ritorno, nel tormento,
lascia brusca, la partenza,
è già tardi.
Alle spalle, i verdi prati,
come affreschi, di natura,
sono i tempi, sospirati,
sotto i ferri, di sutura;
e davanti, lì stremati,
vecchi segni, di dimora,
forse spettri, abbandonati,
come il sogno, che nel pugno,
stringo ancora.
Mamma, chi nascondi,
nel sorriso, non convinto,
forse tracce, che confondi,
un destino, che hai respinto;
mamma, chi nascondi,
tra le mura, e le rovine,
forse annaspi, forse affondi,
come me, anima infranta,
dalle spine.
DA ‘NELL’ARIA E NEL FUOCO’
Luca Clementi
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