YOKO
In
una piccola stanza, arredata solamente con un letto e un comodino di
legno ed illuminata da una flebile luce di una lanterna, una
donna dai lunghi capelli color lilla stava cercando di mettere a letto
una bambina, di quattro anni. Per
farla addormentare, decise di raccontarle nuovamente la stessa favola
che le aveva raccontato per ben cinque volte quella sera.
"D'accordo Yoko,
te la racconterò ancora una volta. Poi però devi
promettermi che andrai a dormire, va bene?" esclamò la donna
mentre accarezza la candida faccia della bambina dagli occhi ambrati e
dai capelli violetti.
"Va bene mamma, però adesso raccontala!" continuò
Yoko, eccitata.
"Tanto tempo fa'...." iniziò
la donna "
Esistevano creature magiche che popolavano i cieli, le terre, gli
oceani e potrai anche non crederci Yoko, ma vivevano anche all'interno
dei vulcani!" continuò, la bambina
era totalmente
assorta dalle parole della madre e ascoltava avidamente ogni parola che
usciva dalla sua bocca. "Si
chiamavano Pokémon e aiutavano gli uomini nella loro vita
quotidiana. Umani e Pokémon vivevano un legame di profonda
amicizia che però venne turbato da un gruppo di malviventi,
che
provò ad utilizzare i Pokémon per dominare il
mondo. Ma
per
fortuna, cinque abili allenatori riuscirono a fermarli. Ma
il prezzo da pagare fu altissimo, la lotta infatti aveva portato alla
morte dei cinque allenatori e di tutti i loro Pokémon. Fu'
in
quel momento che il dio Arceus, inorridito da quello spettacolo decise
di dividere il mondo umano da quello dei Pokémon."
"Ma..." l'anticipo Yoko, visto che conosceva molto bene la
storia.
"Ma..." continuò sua madre sorridendo. "I Pokémon
continuano ancora a vivere al fianco degli uomini, ma soltanto poche
persone posso riuscire a vederli."
"Mamma, credi che un giorno ne vedrò mai uno?"
domandò la bambina prima di levare un enorme sbadiglio.
"Certo tesoro, adesso dormi. Buonanotte!" rispose la donna dando un
bacio sulla fronte della bambina, prima di andarsene.
La madre spense la lanterna e la bambina sì
addormentò
rapidamente. Era notte fonda e ogni tanto si levava una piacevole
brezza, tutto era tranquillo ma qualcosa turbava l'animo di Yoko. La
bambina decise d'alzarsi perché doveva andare in bagno,
aperta
la porta sentì un urlo agghiacciante provenire dal salone e
spaventata corse a nascondersi sotto le coperte.
"Yoko, non avere paura. Devi essere forte!" esclamò una
vocina.
La bambina uscì da sotto le coperte e vide una figura
antropomorfa dal colore grigio verdognolo, con due grandi occhi di
colore gialli e con l'iride rossa. La strana figura sembrava un
lenzuolo con la capacità di volare, era sprovvisto di
braccia e
gambe ed aveva una collana di perle rosse attorno al collo. Inoltre, la
sua testa era caratterizzata da lunghe ciocche di capelli con
punte
di colore lilla.
"T-tu...T-tu...S-sei.." balbettava la bambina per la forte emozione
e per lo spavento che stava avendo in quel momento.
"Sì, sono un Pokémon!" rispose la figura
avvicinandosi al
naso di Yoko. "Mi chiamo Misdreavus, sono un Pokémon di tipo
spettro e veglio sulla tua famiglia da generazioni."
"Davvero?" domandò Yoko sbalordita.
"Beh...a dire il vero, il compito cambia ogni mille anni. Ora
è
arrivato il mio turno, non ti preoccupare non permetterò che
facciate la fine dell'ultima famiglia." rispose Misdreavus con un
sorrisetto imbarazzato.
"Quindi voi esiste! Non vedo l'ora di dirlo a mamma e papà."
urlò la bambina mentre si alzava dal letto. Arrivo vicino la
porta, girò la manovella ma non riuscì ad
aprirla.
"Strano, credevo di non averla chiusa a chiave..."
"Sono stata io, ho usato la mia mossa Malosguardo per chiudere la
porta. L'ho fatto perché ci sono degli uomini cattivi dentro
casa tua." spiegò il Pokémon fantasma a Yoko, che
cominciava a spaventarsi. "I tuoi genitori, mi hanno affidato il
compito di vegliare su di te."
"Mamma e papà ti hanno detto di proteggermi? Ma da chi? Cosa
sta
succedendo? Ho paura!" disse Yoko prima d'iniziare a piangere.
"Shhhh! Stai buona, non ti succederà nulla finché
sei con me." esclamò Misdreavus cercando di calmarla.
Yoko si calmò per un momento, aveva il viso ancora bagnato
dalle
lacrime. Calò il silenzio nella stanza e al di fuori di essa
si
sentivano dei passi molto lenti e pesanti, il silenzio era stato rotto
dallo scricchiolio di quei passi che cessarono una volta che furono
giunti difronte la porta della sua camera.
"Emboar, usa Martelpugno!" esclamò una voce fredda come il
ghiacchio.
"Spostati!" urlò Misdreavus alla bambina dai capelli viola.
Yoko
fece appena in tempo a spostarsi prima che la porta venisse fatta a
brandelli, si levò un polverone che per un breve lasso ti
tempo
avvolse un uomo alto dal fisico atletico ed il suo Pokémon,
un
enorme maiale bipede con due enormi zanne che gli arrivavano fino alla
bocca la quale si riusciva ad intravedere con difficoltà a
causa
delle fiamme che gli circondavano la testa.
"Ahahahahah credevi davvero che i tuoi trucchetti da quattro soldi
avrebbero mai potuto nascondere te e questa pulce!" esclamò
Emboar mentre sogghignava.
"Io non sono una pulce, mi chiamo Yoko!" urlò la bambina
infastidita.
"No Yoko, non parlare." esclamò Misdreavus sbiancando di
colpo.
"Perché?" domandò incuriosita.
"Finalmente era la quarta casa che visitavo..." disse l'uomo entrando
nella stanza, Yoko alla sua vista cominciò ad
indietreggiare. "E
cominciavo a stancarmi, saresti stata la quinta bambina a morire questa
notte. Sei fortunata!" rispose mentre allungava il braccio per
afferrarla ma Misdreavus colpì il furfante con una
palla d'oscurità che lo lanciò contro il muro.
"Chi sei? Dove sono mamma e papà?" urlò la
bambina mentre piangeva.
"Non preoccuparti, adesso sono in un posto migliore." rispose freddo
l'uomo indicando verso l'alto. Yoko sbiancò e
cominciò a
piangere più forte di prima. "Fai silenzio, zitta ho detto!"
urlava infastidito l'assassino. "Ah sono stanco, Emboar usa
Lanciafiamme!"
Il suino bipede caricò un getto di fiamme nella sua bocca e
lo
sparò contro la piccola Yoko. Ma per fortuna, Misdreavus
creò appena in tempo una barriera che riuscì a
bloccare
l'attacco. "I tuoi trucchetti non ti salveranno dalla sua prossima
mossa, usa Nitrocarica!"
All'improvviso Emboar venne avvolto dalle fiamme e cominciò
a
correre verso Misdreavus e Yoko. "Usa di nuovo quella mossa!"
strillò Yoko.
"N-n-on posso!" balbettò impotente il fantasmino.
L'enorme Pokémon stava sfrecciando verso di loro ma
all'improvviso nella stanza entrò in sella ad un grande
cane, dal manto color
arancio e ricoperto da un
pelo color crema, un'anziana.
"Nonna Hotaru!" esclamò la bambina rallegrandosi alla vista
della donna. Il grande cane si parò davanti Misdreavus e
Yoko
facendosi colpire dall'attacco di Emboar, che non gli
procurò
alcun danno.
"Dannata megera, dovevi arrivare proprio ora!" sbraitò
l'uomo.
"Megera? Mi lusinghi Scar." rispose sarcastica l'anziana dai lunghi
capelli grigi raccolti in una treccia."Credevi davvero che ti avrei
lasciato toccare con un solo dito la mia nipotina? Hai fatto male i
conti mio caro, adesso ti darò una bella lezione."
"Ahahahahaha tu? Non farmi ridere. A malapena riesci a reggerti in
piedi, come può un essere gracile come te fare del male ad
un
uomo grande e grosso come me." replicò Scar ridendo.
"Adesso basta, vediamo se avrai ancora la voglia di ridere dopo che
sarai inghiottito dalle fiamme." esclamò Hotaru indignata.
" Appena Arcanine sferra l'attacco, usa
Protezione."
continuò
rivolgendosi a Misdreavus.
"Sì." sussurrò il Pokémon spettro.
"Arcanine usa Vampata!" le fauci del grande cane arancione generarono
un intensa fiammata che venne sparata ad altissima velocità
contro Emboar e Scar.
"Cosa? Sei pazza ci farai morire!" furono le sue ultime parole prima
che il getto di fuoco lo investisse e segnasse la sua fine. L'impatto
generò una reazione a catena che fece crollare tutta la
casa,
nonna Hotaru prese Yoko e Misdreavus con se' e le portò via.
"Dove andiamo nonna? Mamma e papà? Sono ancora
lì! Voglio
vederli, nonna per favore!" piangeva la bambina mentre si allontanavano
dalla casa in sella ad Arcanine. La donna riuscì a stento a
trattenere le lacrime perché doveva mostrarsi forte per sua
nipote, se avesse
iniziato a piangere Yoko si sarebbe sentita peggio.
Arcanine percorse, veloce come il vento, un lungo tragitto
allontanandosi da quella che per venti lunghi anni era stata la sua
casa. Una volta che raggiunse un grande lago circondato dagli alberi,
nonna Hotaru gli tirò leggermente la criniera. L'enorme
cane capì immediatamente che doveva fermarsi lì.
La donna
aiutò Yoko a scendere e la fece sedere vicino alla
riva del
lago. Dopo che Arcanine e Misdreavus si avvicinarono, Hotaru
iniziò a parlare "Yoko, la persona che hai visto
è un
uomo cattivo. Faceva parte di un gruppo di malviventi che prendono il
nome di Shadow."
"Vuoi dire che ci sono altri uomini come lui?" domandò la
bambina schioccata.
"Sì.." rispose con un filo di voce Hotaru, Yoko
scoppiò di nuovo a
piangere. "Non piangere, nessuno ti farà più
del male. Perché ti difenderò io...sai i tuoi
genitori
erano degli allenatori molto forti, sono sicura che con un po' di duro
allenamento diventerai fortissima." le spiegò sua nonna
stringendola a sé.
"Ma come faccio? Non posso affrontare quelle persone, sono sola!"
esclamò la bambina mentre continuava a piangere.
"Beh...ci sarei io, sempre se per te va bene." disse Misdreavus
avvicinandosi alla bambina."E' compito mio proteggere la famiglia
Yoshida, non preoccuparti non permetterò a nessuno di farti
male."
"Non voglio te!" rispose Yoko arrabbiata. "Non sei una guardiana
eccellente, hai fatto si' che mamma e papà morissero! Come
faccio ad affidarti la mia vita? Per quanto ne sò, ci
potrebbero attaccare anche ora e tu non mi sembri forte abbastanza da
proteggermi!"
"Yoko, non dire così. Sono stati i tuoi genitori a mandare
Misdreavus a proteggerti!" s'intromise la nonna cercando di calmarla.
"E poi Misdreavus è un Pokémon molto forte, io ti
consiglierei di accettare la sua offerta."
"Anche tu riesci a sentire ciò che dice?" domandò
sorpresa la bambina.
"Sì Yoko, tu e io abbiamo il dono di capire il linguaggio
dei Pokémon. E'
un'abilità molto rara, pochi eletti hanno la fortuna di
poterla
usare. Quelli della Shadow, voglio usare questa abilità per
dominare il mondo." spiegò la donna alla nipote.
"E cosa
dovrei fare?" continuò la bambina singhizzando.
"Devi
fidarti di me
Yoko e vedrai che andrà tutto bene." concluse la donna
chinandosi verso Yoko e stringendola in un caldo e dolce abbraccio,
prima di iniziare a versare in silenzio delle lacrime.
* Dodici Anni Dopo *
Passarono
dodici lunghi anni. Yoko ormai era diventata, grazie all'allenamento
della nonna, una fortissima guerriera Pokémon senza riuscire
però a mettere da parte l'odio che provava nei confronti di
Misdreavus. Infatti l'aveva ribattezzata Medea. Da
quando la sua casa era stata bruciata assieme a sua nonna,
Misdreavus e Arcanine si erano trasferiti in un monastero di famiglia,
che si trovava a Tokyo.
La ragazza si trovava nel cortile del monastero e stava spazzando le
foglie che cadevano dagli alberi, tanto per ammazzare il tempo prima
che arrivasse lo scuolabus.
"Yoko..." esclamò Medea materializzandosi dietro di lei.
La ragazza voltò leggermente la testa e rispose "Cosa vuoi
Misdreavus? Sono un po' impegnata."
"Mi chiedevo...beh....se..potessi..sempre se vuoi...vorrei..."
balbettava.
Da quando Yoko, l'aveva accusata di essere il
motivo principale della morte dei suoi genitori, la fantasmina aveva
cercato in tutti i modi un'occasione per riscattarsi. Infatti per ben
dodici anni Medea si allenò al fianco di Yoko diventando, in
pochissimo tempo, fortissima. Però Yoko non le dava molta
confidenza. Infatti, le uniche parole che uscivano dalla sua bocca
erano
i comandi che volesse che Misdreavus eseguisse.
"Non ho tempo per sentirti balbettare, devo andare a scuola." rispose
fredda Yoko che senza perdere altro tempo indossò il suo
zainetto beige e scese le scale del monastero per andare a prendere
l'autobus.
"Volevo accompagnarti..." sussurrò la fantasmina triste
prima di scomparire.
----------------
La ragazza, dopo essere salita, sul piccolo autobus si'
andò a
sistemare nell'ultima fila. Scelse l'utlima
perché era sempre quella più pulita, che non
veniva
pervasa dall'orribile odore di escrementi che si respirava.
Appoggiò la testa al finestrino e per un attimo
cercò di dimenticare tutti i suoi problemi, chiuse gli occhi
per
un momento e quando li riaprì vide una ragazza che
l'osservava.
"Posso sedermi?" domandò la ragazza dai capelli castano
chiaro, ricci.
"Sì." rispose Yoko senza guardarla.
La ragazza dagli occhi azzurri si sedette in silenzio, ma dopo quasi
dieci minuti senza
dire una parola. Iniziò a parlare di ogni cosa che le
passava per la testa.
"Sono proprio una maleducata, mi chiamo Rei Matsuda. Ho sedici anni e
facciò parte del gruppo teatrale della scuola, i miei hobby
oltre al canto sono la musica, la danza, la pittura, la lettura e mi
piace molto scrivere poesie. Invece tu come ti chiami?"
"Scusami non ti ho sentita, stavo ascoltando la musica."
rispose
Yoko inclinando leggermente la testa verso la ragazza e mostrandogli
l'auricolare.
"Ahhh capisco, fammi vedere un po' cosa ascolti!" ribatté
Rei sdrammatizzando e strappandole di mano l'auricolare.
Senza chiederle nemmeno il permesso, la ragazza s'infilò la
cuffia nell'orecchio e iniziò ad ascolatare la stessa musica
di
Yoko. La guerriera Pokémon odiava quando questo succedeva
perché non amava condividere con gli altri qualcosa di
così personale come la musica.
"Mi piace questa canzone, si chiama Passion giusto?" domandò
la ragazza.
"S-si'." rispose sbalordita Yoko era la prima volta che qualcuno
azzeccava una delle sue canzoni.
"Anche a me piace molto la saga di Kingdom Hearts, ho un amore
incontrollato per Terra e Riku. Sono due figoni!" rispose Rei con gli
occhi che sembravano aver preso la forma di due cuoricini. "Comunque
questo pomeriggio, vuoi
venire a vedermi alle prove del teatro. Ho bisogno di un'amica che mi
sostenga."
"Ci conosciamo da meno cinque minuti e già siamo
amiche?" rispose Yoko apaticamente.
"Beh..sì!" esclamò la ragazza sorridendo.
"Ultima fermata, Tokugawa High School!" urlò il conducente.
Tutti i
ragazzi si affrettarono a scendere tranne Rei e Yoko. Infatti, la
ragazza riuscì a convincere la guerriera Pokémon
ad
andare a trovarla al teatro durante l'orario di prova.
"Adesso vado in classe, a dopo!" disse Rei correndo verso
l'entrata della scuola ma non si accorse della porta
chiusa e vi ci
si sbatté contro. "Ahahahahaha sono sempre la solita
sbadata!" rispose ridendo con una mano dietro la testa.
"Che ragazza strana." esclamò Yoko mentre sulla sua bocca si
creava un sorriso che non volle far vedere a nessuno poiché
non le
piaceva mostrare i propri sentimenti.
La ragazza, si avvicinò
all'uscio della porta ma notò nell'albero vicino a lei
una grossa
palla rosa dagli occhi azzurri.
Senza perdere tempo estrasse, dalla
cartella uno apparecchio rosso simile ad un piccolo computer, il
Pokédex. Lo puntò verso quell'esserino che doveva
essere
sicuramente un Pokémon e la voce digitale disse
"Jigglypuff. Pokémon Pallone.
Se i suoi occhi s'illuminano, canta una melodia misteriosa che
addormenta i nemici."
Yoko si avvicinò all'albero e dopo essersi chinata per
guardare
meglio il Pokémon gli chiese "Da chi ti stai nascondendo?"
"Dagli Zangoose." esclamò Jigglypuff scoppiando a piangere."
Vedi questa ferita?" disse mentre mostrava un arto ricoperto di sangue.
"Sono stati loro!"
"Ma perché ti hanno attaccato?" chiese Yoko avvicinandosi di
più a Jigglypuff, la sua voce era talmente bassa che gli
veniva
difficile sentirla.
"Ho mangiato una loro bacca, stavo morendo di fame e..." singhiozzava
il Pokémon.
"Non c'è bisogno di piangere!" lo rimproverò la
ragazza
dagli occhi ambrati. "Metti dentro la mia borsa, ti
nasconderò
io."
"Grazie mille, io mi chiamo...."
"Jigglypuff, lo so già. Io sono Yoko ora infilati nella mia
borsa e non dire più una parola." concluse
la ragazza. Jigglypuff si tranquillizzò e dopo aver
sfoggiato un
enorme sorriso si nascose all'interno della borsa.
----------------
Dal parco difronte la scuola, tre strani animali dalla
pelliccia bianca con delle cicatrici rosse e dai denti aguzzi avevano
visto l'intera scena da sopra un grosso albero.
"Fortuna che siamo dotati di queste." disse il più basso dei
tre, toccandosi le
orecchie con le zampe fornite di tre grossi artigli di colore
rosso.
"E se la smettesimo di seguirla? Voglio dire alla fine ha mangiato
soltanto una bacca." disse il secondo, che era anche il più
alto
fra i tre.
"Una bacca?" urlò il terzo che era molto più
robusto
rispetto agli altri due scagnozzi. "Non ha mangiato soltanto l'ultima
baccalampon della stagione, ma ha anche rubato la mappa per raggiungere
la caverna!" concluse l'animale
schiaffeggiando i suoi amici.
"Quindi....cosa facciamo capo?" continuò il primo dei tre
massaggiandosi la guancia che era diventata rossa per il dolore.
Lo strano animale passeggiò avanti e indietro sul ramo del
albero diverse volte, poi sì fermò di scatto e
disse
"Entreremo nella scuola, siamo Pokémon quindi la ragazza
sarà l'unica capace di vederci e non avremo problemi a
sbarazzarci di Jigglypuff." concluse il Pokémon
voltandosi verso i suoi due alleati, che come lui erano degli Zangoose.
----------------
Yoko camminava a fatica lungo i corridoi, Jigglypuff
nonostante
avesse la forma di un pallone non era leggero. Alla ragazza sembrava di
andare a spasso con un macigno sulle spalle.
"Wow, mai pensato di metterti a dieta?" chiese sarcastica Yoko.
"Scusami, normalmente sono leggerissima però quando ho paura
iniziò ad usare la mossa Ricciolscudo. Che mi fa aumentare
di
peso." spiegò il Pokémon pallone.
"Cerca di calmarti!" la sgridò Yoko. "Adesso siamo dentro la
scuola, non ci succederà niente." concluse la ragazza prima
d'entrare nella sua classe.
Suonò la campanella, Yoko si era seduta nella fila vicino le
finestre. E dopo che gli ultimi ritardatari entrarono in classe, la
lezione di matematica poté cominciare.
"Allora, come sono andate le vacanze?" chiese la
professoressa, che
si trovava nell'aula ancor prima dell'arrivo degli studenti.
"Benissimo!" risposerò i ragazzi tranne Yoko che si era
distratta perché stava guardando fuori dalla finestra.
La professoressa si avvicinò al suo banco e le chiese "Ehi
Yoko, tutto bene?"
La ragazza alzò delicatamente la testa ed esclamò
"Sì, professoressa Ishida."
"Molto bene." rispose la professoressa e le diede una carezza con la
stessa delicatezza di sua madre. "Oggi studieremo le funzioni, quindi
aprite bene le orecchie perché non ripeterò le
cose due
volte."
La professoressa Ishida era molto simile alla mamma di Yoko per questo
era molto raro che la ragazza la guardasse in faccia, la vista di quel
volto la faceva star male.
"Okay ragazzi, la lezione è terminata. Ci vediamo domani."
concluse la professoressa uscendo dalla classe.
----------------
Terminate le lezioni, Yoko stava per uscire da scuola ma
sentì nel corridoio una dolce melodia che la
immobilizzò.
"E' una voce così bella, voglio sapere a chi appartiene!"
esclamò
Jigglypuff saltando fuori dalla borsa e correndo in direzione della
melodia simile al canto delle sirene.
Vedendola andar via, la ragazza
si mise all'inseguimento della palla di pelo rosa. Nonostante
l'aspetto, Jigglypuff si rivelò essere molto veloce
e
riuscì a percorrere il lungo corridoio della
scuola in
breve tempo. Il Pokémon Pallone arrivò difronte
ad una
porta di ferro, dietro di essa si celava la misteriosa voce
che aveva
seguito. Jigglypuff aprì la
porta e trovò davanti a se un grande palco con una ragazza
dai capelli castano chiaro e ricci, Rei.
"Sei bravissima!" urlò il Pokémon iniziando a
saltellare
per tutta la stanza e ogni tanto accompagnava ai suoi
saltelli degli
applausi. "Come ti chiami?" domandò dopo essere salita sul
palco.
"Wow, ma sei super carina." rispose la ragazza prendendo in braccio
Jigglypuff e iniziando a pizziccargli le guance."Sei la seconda cosa
strana che mi capita oggi. La prima se te lo stessi chiedendo
è
stato il mio otto nel compito di matematica." continuò Rei
sempre mentre continuava a pizziccargli le guance.
"MI FAI MALE!" strillò il Pokémon, la sua voce fu
talmente forte che i vetri delle finestre nella stanza furono sul punto
di rompersi.
"Oh, ti chiedo scusa. Comunque, io mi chiamo Rei Matsuda" si
presentò la ragazza.
"Proprio un bel nome, la mia specie si chiama Jigglypuff. Anche a me
piace cantare." spiegò la palla di pelo rosa.
"Non hai un nome?" chiese Rei al Pokémon che fece
cennò
di sì con la testa. "Allora...te ne darò uno io!"
continuò portandosi la lingua in mezzo alle labbra e mentre
teneva
gli
occhi socchiusi e si batteva l'indice della mano contro il mento. Non
era un bello spettacolo da vedere, perché Rei non sembrava
più la
ragazza carina che Jigglypuff aveva visto entrata nell'auditorium.
"Ci sono, ti chiamerò Chibiusa. Come la figlia di Usagi, ti
piace?" concluse.
"Sisi', mi piace moltissimo!" il Pokémon iniziò a
saltare
intornò a Rei, canticchiando delle note con una grazia
ultraterrena.
"Okay, basta così." esclamò Yoko entrata, da
poco,
nell'auditorium."Ti avevo detto di non allontanarti da me e tu che fai?
Scappi!" urlò con un tono molto severo.
"Ma..ma...." Jigglypuff iniziò a piangere ma Yoko la
zittì subito levando un altro urlò dato che non
si faceva impietosire da queste situazioni.
"Non è colpa sua, mia ha sentito cantare e ha seguito la mia
voce. Poi non saresti dovuta venire anche tu?" disse Rei prendendo in
bracciò Jigglypuff e cercando di calmarla.
"Lasciamo perdere, avanti Jigglypuff. Torniamo a casa..."
continuò Yoko avvicinandosi lentamente al palco.
All'improvviso,
le luci si chiuserò e quando si riaprirono Rei e Chibiusa
erano
strette nella morsa di due Pokémon dall'aspetto simile a
delle
manguste bianchissime e con delle cicatrici rosse sul petto, la
faccia e le orecchie. Quello che stringeva Jigglypuff era molto alto
mentre quello che teneva immobile Rei era molto basso.
"Gli Zangoose!" urlò Jigglypuff alla vista dei loro occhi
rosati.
"Vedo che ti ricordi di noi, brutta palla di pelo." rispose il
più basso dei due.
"Ora ti faremo capire, cosa succede a chi osa rubare alla famiglia
Zangoose." aggiunse il secondo puntando i
suoi lunghi artigli difronte la faccia.
"Ma come vi permettete? Io non mi faccio spaventare da un branco di
uomini vestiti da conigli."
aggiunse Rei con un tono di sfida verso i due Pokémon.
"Veramente siamo delle manguste!" precisò il primo.
"Davvero? Ma
abbiamo la coda come delle volpi quindi credevo che fossimo delle
volpi." esclamò il secondo.
"Volpi, manguste o conigli. Per me non c'è nessuna
differenza,
ora dovrete vedervela con me." rispose la ragazza alzandosi in piedi,
Yoko e Jigglypuff l'osservavano stupite.
La guerriera
Pokémon si domandava quale sarebbe stato il suo
asso nella
manica per battere quegli Zangoose. Rei alzo la mano al cielo, i due
Pokémon la guardarono confusi per un attimo e queste le
diede il
tempo di prendere Jigglypuff e scappare. Le due manguste cercano
d'inseguirla, ma all'improvviso le luci si spensero e questo
permettè alla ragazza e al Pokémpn pallone di
poter
scappare.
"Dove sono andate?" disse lo Zangoose più alto.
"Invece di proccuparvi di Jigglypuff, dovreste preoccuparvi di me."
esclamò Yoko restando ferma al centro della stanza, con le
braccia incrociate e lo sguardo serio. I due
Zangoose la viderò e si scambiarono uno sguardo malizioso.
"Tu e che cosa dovresti farci?" dissero i due all'unisono mentre
cercavano di non ridere.
"Cercate di moderare i termini!" esclamò Misdreavus
materializzandosi difronte a Yoko.
"Sapevo che mi avresti seguita, non fai mai quello che ti dico."
aggiunse la ragazza seccata. "Cerca di non disturbarmi mentre
mi
sbarazzo di questi due." concluse mentre teneva tra le mani
una sfera ovale, con una linea nera che la circondava e la
divideva in due strati colorati: rossa di sopra e bianca di sotto. Si
chiamava
Pokéball e veniva usata per catturare i Pokémon.
"Potrei lottare?" esclamo Misdreavus a bassa voce non facendosi sentire
dalla sua allenatrice.
"Vai Excadrill!"
Yoko lanciò la sfera in direzione del pavimento, questa
sì aprì in pochi istanti prima di toccarlo e
liberò
un enorme Pokémon simile ad una talpa ma con dei grossi
artigli
duri come l'acciaio. Un terzo artiglio si trova al di sopra della sua
testa e aveva sul ventre una cicatrice rossa che s'intonava benissimo
con il colorito marrone del Pokémon.
"Excadrill usa Ferrartigli!"
Con un balzo fulmineo, Excadrill si ritrovò sul palco e
colpì lo Zangoose più alto con i suoi artigli
scaraventandolo contro la parete opposta dell'auditorium.
"Ahi-ahi....questo può essere un problema....!"
esclamò
lo Zangoose rialzandosi dal pavimento con il naso tutto dolorante.
Da dietro una tenda del palcoscenico, Rei e Jigglypuff stavano
osservando la lotta fra le due manguste e la talpa d'acciaio.
"Quindi anche quelli sono Pokémon?" domandò Rei
mentre
osserva Excadrill chiudersi in un bozzolo per poi lanciarsi e colpire
lo Zangoose basso.
"Già, gli Zangoose sono dei Pokémon molto forti.
Però Excadrill sembra molto più forte di loro,
quindi non
c'è da preoccuparsi." puntualizzò Chibiusa
vedendo il
Pokémon talpa mettere al tappeto il più alto dei
Pokémon mangusta.
"Giravvita!"
Excadrill si richiuse in un bozzolo e girando ad altissima
velocità colpì l'ultimo Zangoose mettendolo al
tappeto.
"Ottimo lavoro Excadrill, sei sempre il più forte."
esclamò Misdreavus apparendo alle spalle del
Pokémon.
"Grazie Medea, sei sempre così gentile ma non è
stato poi
tanto difficile sbarazzarmi di loro." rispose Excadrill portandosi una
zampa dietro la testa, le sue guance erano diventate rosse per la
vergogna.
"Ottimo lavoro Ex..." Yoko fu interrota da un rumore che proveniva
dalla porta d'emergenza, sembrava che qualcuno la stesse prendendo a
pugni.
"Grrrr!"
La porta venne distrutta e un lato d'essa volò contro Yoko,
ma
Excadrill si parò davanti alla sua allenatrice e la spezzo a
metà salvandole la vita.
"Chi è quello?!" chiese Rei vedendo uno Zangoose con una
statura
media ma dall'aspetto più robusto rispetto a quello dei suoi
compagni.
"E' il capo degli Zangoose, ha utilizzato la sua abilità
speciale.." rispose Jigglypuff arrotolandosi attorno alla tenda per
cercare di scomparire, la vista di quel Pokémon le metteva
paura.
"Velenimpeto..ti sei avvelenato di proposito per aumentare il tuo
attacco." disse Yoko scioccata. "Sei un pazzo, questo ti
condurrà alla morte."
"E' l'unico modo per battere la tua orribile talpa. Ma......non
preoccuparti, una volta che.....l'avrò messa fuori
gioco....non
ci vorrà molto......a sbarazzarmi di te...della tua
amica...della Misdreavus....e della palla di
pelo rosa !" spiegò il Pokémon
mentre ansimava per gli effetti che il veleno gli procurava.
Zangoose inclinò leggermente la testa verso una tenda del
palco e poi scomparì, sembrava essersi volatilizzato.
"Dov'è andato?" domandò Rei non vendendolo
più.
In un secondo, la tenda dietro cui lei e Jigglypuff si erano nascoste
venne fatta a brandelli. Rei osservò il volto del
Pokémon
che era qualcosa d'inumano. Dopo che le ebbe osservate, le
trascinò al centro del palco e con un rapido attacco
trafisse il
petto di Jigglypuff facendola cadere al suolo, era morta.
"Ji..Jig..glypuff!" la ragazza si gettò sul corpo del
Pokémon e iniziò a piangere.
"Stai tranquilla, la raggiungerai presto!" esclamò
preparandosi
ad attaccare nuovamente Rei ma venne fermato da una barriera invisibile
che bloccò il suo attacco. "Cosa?"
Medea riuscì ad utilizzare la mossa Protezione appena in
tempo per proteggere Rei dall'attacco di Zangoose.
"Ragazzina, stai bene? Ti prego di qualcosa..." domandò
Misdreavus preoccupata.
"ROTOLAMENTO!" urlò la ragazza.
Dalla parete principale del sipario, sbucò fuori Jigglypuff
che
rotolando ad altissima velocità colpì il nemico
scaraventandolo lontano da loro.
"Ma cos'è successo?" esclamò Yoko sorpresa.
"Jigglypuff aveva ragione, la combinazione delle mosse
Sostituto/Rotolamento ha funzionato alla grande." disse Rei abbozzando
un sorrisetto.
"Combinazione Sostituto
e Rotolamento? Proprio una bella mossa!"
"Brutte stronze, avete avuto soltanto fortuna. Non mi farò
più ingannare dai vostri giochetti!" urlò lo
Zangoose in
preda alla rabbia.
"Come hai osato rovinare le mie prove di teatro e portare il caos nella
prestigiosa scuola Tokugawa!
Non
te la farò passare liscia dopo che hai quasi cercato di
ammazzare i miei amici. Io sono Rei Matsuda e sono qui per punirti in
nome della luna!" esclamò la ragazza prendendo la famosa
posa
dell'eroina creata da Naoko Takeuchi.
"E ci sono
anch'io, Chibiusa!" gridò Jigglypuff mettendosi
al fianco di Rei.
"L'hai chiamata come un personaggio di un anime?" le domandò
Yoko sorpresa.
"Mi sembra ovvio, Sailor Moon è il mio anime preferito e poi
Jigglypuff assomiglia a Chibiusa!" rispose la ragazza prendendo il
Pokémon Pallone tra le mani. Yoko le osservava e si chiedeva
quale potesse essere il nesso logico tra Chibiusa e Jigglypuff, forse
il colorito rosa?.
"Ehi, Zangoose è sparito!" disse Excadrill notando che il
loro nemico si era nuovamente volatilizzato.
Un urlo inquietante pervase la stanza, in un attimo Yoko e Excadrill
salirono sul paco e si avvicinarono a Rei e Chibiusa. Dovevano restare
vicini, non dovevano allontanarsi altrimenti Zangoose li avrebbe
sconfitti di sicuro. Venne lanciato un secondo urlo, Yoko e gli altri
alzarono la testa e viderò Zangoose scagliarsi verso di loro
ad
una velocità impressionante.
"Giravvita!"
Excadrill partì alla carica del nemico non appena Yoko gli
diede
l'ordine, ma accadde l'impensabile la mangusta con dalle cicatrici
rosse riuscì a bloccare l'attacco della talpa e a
immobilizzarlo
a mezz'aria.
"Cosa diavolo!?" rispose Excadrill sorpreso, nessuno era mai stato
capace di bloccare uno dei suoi attacchi.
Gli occhi di Zangoose non erano più rosati ma rossi e non si
riusciva a vedere le sue pupille. Con una rapida sequenza di colpi,
l'avversario sbatte Excadrill contro il pavimento infliggendogli
pesanti danni. Si levò della polvere che non permise a Yoko
di
vedere bene cosa fosse successo ma quando sì
diradò la
ragazza corse in direzione di un grosso buco che si
era formato sul palco.
"Excadrill, stai bene?" domandò la ragazza preoccupata.
Il Pokémon alzò leggermente la testa e fece un
sorriso
per far capire alla sua allenatrice che non si era fatto
così
tanto male.
"Attenta!" urlò quando rivide comparire nuovamente Zangoose.
Yoko si voltò di scatto e vide l'avversario scendere verso
di
lei, pronto per trafiggerla con i suoi artigli duri come le pietre. Rei
si coprì gli occhi per non vedere, Jigglypuff
inziò a
correre verso Yoko nel disperato tentativo di spostarla, Excadrill non
riusciva a muoversi perché il colpo gli aveva procurato
qualche serio
danno.
"E' finita!" pensò
socchiudendo gli occhi.
"No!"
Misdreavus si materiallizò difronte a Yoko e creò
una barriera per prottegerla.
"Non gli farai del male!" urlò Misdreavus infuriata con i
"capelli" che ondeggiavano come se fossero tanti piccoli serpenti.
"Con piacere, prima mi sbarazzo di te e poi degli altri!"
esclamò deciso Zangoose gettandosi contro il
Pokémon di
tipo spettro.
La mangusta tramutò i suoi artigli in spesse colonne
d'acciaio e
si diresse verso Misdreavus per colpira. Il fantasma riuscì
ad
evitare quell'attacco, si teletrasportò dietro il suo nemico
e
lo colpì con una sfera di luce rosa che lo sbatté
contro un
pilastro di legno del palco. L'impatto fu così forte che
l'intero palcoscenico iniziò lentamente a crollare.
"Andiamocene, Excadrill ritorna!" urlò Yoko e
puntò la
sua Pokéball verso il Pokémon Sottoterra per
richiamarlo.
Yoko e gli altri sceserò giù dal palco appena in
tempo per vederlo crollare.
"Siamo salve, ma ora come farò ad esercitarmi per il musical
di
quest'anno!" si lamentava la ragazza osservando il cumulo di macerie.
"Dovresti ringraziare di non essere stata fatta a brandelli!"
puntualizzò Yoko.
"Quindi adesso lottiamo insieme? Cioé contro i cattivi? Come
i Power Rangers e..."
"Questo non è un gioco Rei, hai visto che stavamo per essere
uccise?"
"Ma non è successo, quindi ora mi unirò nella tua
lotta contro il male!"
"I miei genitori sono stati uccisi quando avevo quattro anni da
un'organizzazione malvagia, ora vivo con mia nonna. Questa è
la
mia battaglia, non voglio che altra gente s'intrometta. Tu avrai
passato un'infanzia spensierata, io invece mi sono sempre dovuta
nascondere e allenare per avere una chance contro quei tizi.
Ma
mi sa che non sono ancora pronta, hai visto no? Stavo per essere divisa
a metà e non ho nemmeno provato a sposatarmi. Sono debole e
non
ho il tempo di badare ad altre persone."
"E' buffo..." esclamò Rei diventando seria, Yoko
non rispose e si limitò a guardarla come per dirle vai avanti sto ascoltando.
"Vedi sembro una ragazza allegra e spensierata, ma anch'io
ho avuto un'infanzia difficile. Durante una fredda
notte d'inverno,
avevo quattro anni, ho sentito dei rumori nella cucina di casa
mia. Ho
aperto leggermente la porta e ho visto una donna, dai lunghi capelli
argentati, che controllava una specie di animale che sicuramente era un
Pokémon. Aveva una forma quasi umanoide e teneva tra le mani
un
pendolo, l'ha iniziato a muovere e ha domandato di una bambina, che ero
io. I miei non hanno voluto rispondere e la donna ha ordinato a quel
Pokémon di usare Incubo. Ancora oggi ricordo le loro urla e
il
sorriso di quel mostro, mentre i miei genitori erano a terra che si
straziavano per il dolore. Passarono soltanto dieci minuti, ma a me
sembrò un eternità. La donna andò via
e quando
provai a parlare con i miei genitori mi accorsi che quella mossa
lì aveva fatti diventare pazzi."
Yoko ascoltò la storia di Rei e si rese conto di essere
stata
troppo dura con lei, anzi in un certo senso la invidiava
perché
nonostante il passato tragico riusciva ugualmente ad andare avanti e a
sorridere.
"E ora con chi vivi?" domandò Yoko impassibile.
"Vivo con i miei zii e i loro sei figli. Mio zio lavora in un negozio
di caramelle e mia zia lo aiuta. Io tengo pulita la casa e bado ai
più piccoli." rispose Rei asciugandosi il volto ancor prima che le
lacrime cominciasserò a bagnarlo. Non voleva
essere
triste altrimenti sarebbe stata giù per ben due settimane.
"Caspita deve essere dura..."
"Sì, la situazione è difficile. Ma
lo è molto
di più per te. Quindi permettimi di aiutarti!"
esclamò la
ragazza ma questa volta con più insistenza.
Yoko ci pensò per molti minuti e poi alzando gli occhi al
cielo
sospirò un "Fai come ti pare, cerca soltanto di non morirmi
subito!"
"Siii', vedrai formeremo un duo incredibile. Meglio di Thelma e Louise,
la regina Elisabetta e Elsa e delle Pretty Cure messe assieme!"
esclamò la ragazza entusiasta con gli occhi che sembravano
due stelle luccicanti.
"Qual è il nesso tra Elsa e...."
"Scusate!" s'intromise Jigglypuff guardando Yoko e Rei con
un'espressione serissima.
"Cosa c'è?" chieserò le ragazze osservandola.
"Dovete sapere che il vero motivo per cui gli Zangoose mi davano la
caccia era questa mappa." spiegò il Pokémon
pallone.
"Perché non me l'hai detto subito?" iniziò Yoko
prima di venire interrotta da Rei.
"Ehi Yoko, ma dov'è che porta? Io non ci capisco nulla deve
essere rotta."
"Forse perché la stai tenendo sottosopra."
esclamò Misdreavus da dietro la ragazza.
"Ah sì, che stupida!" concluse.
Rei voltò la mappa e cominciò a capire come
arrivare alla grossa "x" rossa che vi era presente.
"Forse ho capito, la x segna come punto il parco di Ueno. L'unico
problema è che quel parco presenta molti Pokémon
forti.
Tu non sei ancora molto esperta nelle lotte, quindi dovremo rimandare
la nostra
scampagnata." esclamò Yoko con tono serio.
"Beh...Mi sembra giusto." aggiunse la ragazza poi guardò
l'ora
dall'orologio dell'auditorium, le sette e mezza. "Oddio è
tardissimo devo aiutare i bambini con matematica e preparare la cena.
Scusami ma devo scappare, a domani Yoko."
La ragazza corse via seguita da Jigglypuff che levitava a mezz'aria,
Yoko era rimasta sola nell'auditorium. Misdreavus si
avvicinò alla sua
padrona, voleva dirle qualcosa ma non ci riuscì
perché
Yoko aveva già iniziato a camminare quindi
rinunciò.
"Misdreavus..." mormorò Yoko mentre continuava a camminare.
"Sì?" rispose la fantasmina piuttosto incuriosità
visto che la sua allenatrice non le rivolgeva mai la parola.
"Grazie, mi hai salvato." continuò la ragazza continuando a
camminare.
"Non è stato difficile, non era poi così forte
quello
Zangoose e poi il merito è soltanto tuo."
Yoko si gettò verso Medea e l'abbracciò, la
strinse
così
forte al suo petto da impedirgli di respirare. Le guancie del
Pokémon erano diventate rosse, forse per la vergogna o per
la
gioia di quel momento anche se la ragazza continuava ad essere
impassibile.
"Non volevo essere cattiva con te, non so
perché ho reagito così. Mi dispiace!"
spiegò la
ragazza con una voce soffocata come se fosse sul punto d'iniziare a
piangere.
"Non fare così è anche colpa mia, non ho saputo
difenderli..."
"No basta, non è colpa di nessuno. Le cose accadono sempre
per
un motivo, quindi basta lagnarsi adesso!" disse la ragazza staccandosi
da Misdreavus. "Ora dobbiamo concentrarci sulla Shadow e distruggerli!"
"Sì!" esclamò convinta la fantasmina.
"Benissimo, ora andiamo a casa. Sono stanca e voglio mangiare
qualcosa." aggiunse la ragazza incamminandosi verso l'uscita seguita da
Misdreavus. "Comunque, dimenticati il nome Medea....Rei mi ha
contagiato così tanto con la sua passione per gli anime, che
credo che ti chiamerò Madoka." concluse la ragazza prima di
abbandonare la scuola assieme ad una Misdreavus raggiante.
*Preview*
Rei: Yoko, conosci Sora? Quel
ragazzo della 3A che fa parte del club di ginnastica?
Yoko: No,
mi spieghi come fai a conoscere sempre tutti? Comunque abbiamo problemi
più importanti, il Pidgeot
di mia nonna si è ferito all'ala e vuole che lo aiutiamo a
guarire.
Rei: Quindi
sarà la nostra prima missione come allenatrici di
Pokémon.
Potremmo chiamare Sora perché sò che ha il sogno
d'imparare ha volare, magari potrebbe
aiutare Pidgeot! Ehi Yoko, per caso hai un sogno che sembra
irrealizzabile?
Yoko: Sì, vederti
chiudere quella bocca per almeno cinque secondi!
Rei: Come sei cattiva! Va bene cari
lettori, non perdete il prossimo capitolo....
Yoko & Rei: Sentimenti!
O.T. Spero che la storia vi sia
piaciuta, il secondo capitolo è quasi terminato è
dovrei riuscire a pubblicarlo tra una settima....Ammesso che
l'università non mi rubi troppo tempo. Ad ogni modo al
termine di ogni capitolo metterò una domanda, alla quale non
siete obbligati/e a rispondere. Pronti? La domanda del giorno
è: Che cosa ne pensate dei Pokémon che ho scelto
per tutti gli allenatori presenti nel capitolo?
|