Chapter three
Dopo la simpatica chiacchierata
con gli altri ragazzi ci smistarono in diverse cabine, avremmo dovuto
riposare perché nel giro di 4 ore saremmo atterrati su
Kepler, solo a pensarlo mi venivano i brividi, certo non ero una
cagasotto, anzi, nel corso della mia vita avevo affrontato la costante
ira di mio padre, la malattia di mia madre e i bulli a scuola; ero una
ragazza solitaria o meglio una ragazza che non voleva rotture di
coglioni, ne avevo già fin troppe. Probabilmente i bulli mi
avevano preso di mira per questo, non ero per niente come le altre
ragazze della mia età, io non andavo a fare shopping nel
centro commerciale con le mie amiche né mi preoccupavo di
avere un capello fuori posto, ero una tosta
così mi definivano a scuola e per loro questo combaciava
all'essere
asociale.
''Posso?''
parlò qualcuno sulla soglia della porta, alzai gli occhi e
vidi la Dtt.ssa
McGray
''Beh è
già dentro'' notai. Lei fece una smorfia strana
per poi sedersi accanto a me sul
letto
''Sai, Elisabeth, ho
notato che oggi durante l'incontro con gli altri ragazzi non sembravi
molto d'accordo, cosa c'è che non va?''
cos'è mi
spiava?!
''Non so, magari
perché avete mandato 11 ragazzi a morire su un pianeta
sconosciuto?'' sarcasticai, cosa che la
infastidì molto a notare dal suo
sguardo
''Elisabeth ti rendi
conto di quello che stai dicendo? Sai quanto abbiamo lavorato e
studiato prima di mettere in atto questo progetto?'' mi
rimproverò ''Poi
ti ricordo che insieme a voi ci saremo anche noi della troupe
scientifica e un forte esercito militare, se vi avessimo mandato a
morire, non sarete gli unici.''affermò seria e
infondo aveva ragione, ma tutta questa situazione mi confondeva
parecchio e sentivo che qualcosa non
andava.
''E' vero, mi scusi ma
devo ancora abituarmi a tutto ciò'' cercai di
tagliare corto facendo finta di crederle in parola, ma purtroppo non
era da me perchè se c'era qualcosa che non mi quadrava il
mio obbiettivo era di scoprire il
motivo.
Fortunatamente fù contenta della mia ingenua e falsa
risposta perché mi disse di riposarmi e se ne
andò
soddisfatta.
Provai a riposarmi, cercando invanamente di spegnere tutti i pensieri
che avevo in testa ma erano fin troppi, così decisi di fare
un giretto per l'astronave, magari avrei trovato delle risposte alle
migliaia di domande che avevo in testa.
Sgattaiolai fuori dalla cabina e percorsi il lungo corridoio vuoto
trovandomi di fronte a varie porte d'accesso, una in particolare mi
incuriosì, c'era scritto SOLO PERSONALE AUTORIZZATO
ma non me ne preoccupai più di tanto, così
l'aprii notando sorprendentemente che non era bloccata.
Mi guardai intorno e fui meravigliata da ciò che vedevo, una
grande stanza -se così posso chiamarla- con una vetrata
gigante da cui si poteva vedere benissimamente lo spazio ed era una
cosa fantastica, certo son cose che non vedi tutti i giorni. Solo dopo
un pò mi accorsi della presenza di un altra persona, c'era
un ragazzo seduto vicino la vetrata che guardava attraverso di essa, mi
avvicinai e appena sentì dei passi si voltò
spaventato, probabilmente pensando fosse qualcuno della sicurezza,
appena capì chi ero sorrise, causandomi un altrettanto
sorriso involontario.
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