Volume I migliorato
Note Autore: Salve a tutte/i,
probabilmente chi segue (o
sarebbe meglio dire seguiva) le mie storie si starà chiedendo
come oso ripresentarmi dopo tutti questi mesi e soprattutto con una
nuova storia invece che con un capitolo che concluda quella ancora in
corso. Tutto quello che posso dire è: avete perfettamente
ragione! Ma sappiate che se sto facendo questa scelta (cioè
pubblicare questa invece che un capitolo dell'incompiuta) è
perché non voglio rifare l'errore fatto qualche mese fa,
cioè ricomparire e poi sparire; per cui ho deciso che prima di
tornare a pubblicare i capitoli, la finirò. Quindi:
“L'errore di Sherrinford Holmes” avrà una fine? Si!
Quando sarà? Ergh, non lo so con certezza ma sappiate che quando
ricomparirà un capitolo vorrà dire che è completa
e si tratterà solo di aspettare che la pubblichi ( e ci sto
lavorando, non l'ho abbandonata ^^).
Per tutti coloro i quali non
sappiano ancora che persona vile io sia, ed anche per chi già lo
sa: salve a tutti, sono Anne e questa è l'interpretazione che
Jane Austen ha dato di Sherlock della BBC. Sono impazzita? Che cosa
intendo dire? Che quello che state per leggere è il VERO
Orgoglio e Pregiudizio, solo con i personaggi di Sherlock. Non ho
alterato dialoghi, non ho alterato descrizioni o personaggi ho
esclusivamente scremato e talvolta tagliato descrizioni, personaggi
secondari o avvenimenti non particolarmente rilevanti, sperando che
Jane Austen, e chi come me la ama, non me ne voglia.
Dopo il mio solito sproloquio,
vi lascio al primo Volume del romanzo, in totale sono 3 e ne
pubblicherò uno a settimana e, se ne avrete voglia, ci vediamo
alle note conclusive.
Ed ora, come sempre, a voi l'ardua sentenza e le critiche!
A presto,
Anne ^^
Orgoglio e Pregiudizio
Volume primo
1
È
una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in
possesso di un'ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie.
Per quanto poco si possa sapere circa i sentimenti o i punti di vista
di un uomo del genere al suo primo apparire nel vicinato, questa
verità è così saldamente fissata nelle menti delle
famiglie del circondario, da considerarlo di legittima proprietà
di una o l'altra delle loro figlie.
"Mio caro Mr. Hooper", gli disse un giorno la sua signora, "hai saputo
che finalmente Netherfield Park è stato affittato?"
Mr. Hooper rispose di no.
"Non vuoi sapere chi l'ha affittato?", esclamò la moglie con impazienza.
"Tu vuoi dirmelo, e io non ho nulla in contrario ad ascoltare."
"Allora, mio caro, devi sapere che è stato affittato da un giovanotto con un'ampia fortuna del nord dell'Inghilterra."
"Come si chiama?"
"Watson ed è uno scapolo con un'ampia fortuna; quattro o cinquemila l'anno. Che bella cosa per le
nostre ragazze!"
"E perché mai? che c'entrano loro?"
"Mio caro Mr. Hooper", replicò la moglie, "come puoi essere
così irritante! Lo sai bene che sto pensando di farlo sposare
con una di loro."
"Era questo il suo progetto quando ha deciso di stabilirsi qui?"
"Progetto! sciocchezze, come puoi parlare in questo modo! Ma è
molto probabile che possa innamorarsi di una di loro, e quindi devi
fargli visita non appena arriva."
"Non vedo nessun motivo per farlo. Potete andare tu e le ragazze. Credo
proprio che Mr. Watson sarà felicissimo di conoscervi, e io
manderò qualche rigo tramite te per assicurargli il mio cordiale
consenso al suo matrimonio con qualunque delle ragazze preferisca,
anche se dovrò mettere una parola buona per la mia piccola
Molly."
"Fammi il piacere di non fare una cosa del genere. Molly non ha nulla
di meglio delle altre, e sono certa che non sia bella nemmeno la
metà di Mary, né che abbia nemmeno la metà del
carattere gioviale di Janine. Ma tu dai sempre la preferenza a lei."
"Nessuna di loro ha niente di cui andare fiera", rispose lui; "sono
tutte sciocche e ignoranti come la altre ragazze; ma Molly ha un po'
più di acume rispetto alle sorelle."
"Mr. Hooper, come puoi offendere così le tue stesse figlie? Ti
diverti a tormentarmi. Non hai nessuna compassione per i miei poveri
nervi."
"Ti sbagli, mia cara. Ho un grande rispetto per i tuoi nervi. Sono miei
vecchi amici. Li ho sentiti, con grande rispetto, menzionare da te
almeno negli ultimi vent'anni."
2
Mr. Hooper era stato uno
dei primi tra coloro che avevano fatto visita a Mr. Watson. Aveva
sempre avuto intenzione di farlo, anche se fino all'ultimo aveva
assicurato alla moglie che non ci sarebbe andato, e fino alla sera
successiva alla visita lei non ne seppe nulla. La cosa fu poi rivelata
come segue. Osservando la seconda figlia intenta a decorare un
cappello, lui le si rivolse improvvisamente, dicendo,
"Spero che a Mr. Watson piaccia, Molly."
"Non abbiamo modo di sapere che cosa piace a Mr. Watson", disse la madre, risentita, "visto che non gli faremo visita."
"Ma dimenticate, mamma", disse Molly, "che lo incontreremo al ballo, e che Mrs. Long ha promesso di presentarcelo."
"Non credo che Mrs. Long
farà niente del genere. Ha due nipoti del suo. È una
donna egoista e ipocrita, e non ho nessuna stima di lei."
"Neanche io", disse Mr. Hooper, "e sono lieto di constatare che non avrete bisogno dei suoi servigi."
Mrs. Hooper non si degnò di replicare; ma incapace di contenersi, iniziò a sgridare una delle figlie.
"Smettila di tossire così, Philippa, per l'amor del cielo! Abbi un po' di compassione per i miei nervi."
"Philippa non ha alcuna discrezione nel tossire", disse il padre; "sceglie male i tempi."
"Non tossisco mica per divertirmi", replicò Philippa con tono irritato.
"Quando ci sarà il prossimo ballo, Molly?"
"Tra quindici giorni."
"Già, proprio
così", esclamò la madre, "e Mrs. Long non tornerà
fino al giorno prima; così, le sarà impossibile
presentarci, visto che lei stessa non lo conoscerà."
"Allora, mia cara, avrai un vantaggio sulla tua amica, e sarai tu a presentare Mr. Watson a lei."
"Impossibile, Mr. Hooper, impossibile, dato che non lo conosco; come puoi tormentarmi così?"
"Rendo onore alla tua
cautela. Una conoscenza di quindici giorni è sicuramente molto
esigua. Non si può sapere com'è davvero un uomo. Ma se
non ci arrischiamo noi, lo farà qualcun altro, e, dopo tutto,
Mrs. Long e le nipoti devono avere una possibilità; e quindi,
dato che lei lo considererà un atto di gentilezza, se rifiuti
questo compito, me ne farò carico io."
Le ragazze fissarono il padre. Mrs. Hooper disse soltanto, "Sciocchezze, sciocchezze!"
"Che vuol dire questa
esclamazione così enfatica?" esclamò lui. "Ritieni che le
formalità di una presentazione, e la fatica che costano, siano
sciocchezze? In questo non posso essere d'accordo con te. Che ne dici,
Sally? Visto che, lo so, sei una signorina dedita a profonde
riflessioni, leggi libroni e prendi appunti."
Sally voleva dire qualcosa di saggio, ma non sapeva come farlo.
"Mentre Sally riordina le idee", proseguì lui, "torniamo a Mr. Watson."
"Sono stufa di Mr. Watson", esclamò la moglie.
"Questo mi dispiace. Se
almeno l'avessi saputo stamattina, sicuramente non sarei andato a
fargli visita. È davvero una sfortuna, ma dato che in effetti la
visita l'ho fatta, ora non possiamo più evitare questa
conoscenza."
Lo sbalordimento delle
signore era esattamente quello che aveva cercato; quello di Mrs. Hooper
forse superava tutti gli altri, anche se, quando il primo tumulto di
gioia si fu esaurito, iniziò a giurare che era ciò che si
era sempre aspettata.
"Come è stato buono
da parte tua, mio caro Mr. Hooper! Ma lo sapevo che alla fine ti avrei
convinto. Ero sicura che ami troppo le nostre ragazze per trascurare
una conoscenza del genere. Be', sono proprio contenta!"
"Ormai, Philippa, puoi
tossire quanto vuoi", disse Mr. Hooper; e, mentre parlava, uscì
dalla stanza, stanco dei rapimenti della moglie.
3
Assolutamente
nulla di quello che Mrs. Hooper, con l'aiuto delle cinque figlie,
riuscì a chiedere sull'argomento, fu sufficiente a tirar fuori
al marito una soddisfacente descrizione di Mr. Watson e alla fine
furono costrette ad accontentarsi delle informazioni di seconda mano
della loro vicina Lady Lucas. Il suo resoconto fu altamente favorevole.
Watson era giovane, bello, estremamente simpatico e, a coronare il
tutto, aveva intenzione di partecipare al prossimo ballo con una
numerosa comitiva. Nulla poteva essere più eccitante! Essere
amante del ballo era appena a un passo dall'innamorarsi, e si nutrirono
le più rosee speranze riguardo al cuore di Mr. Watson.
Nel giro di qualche giorno
Mr. Watson ricambiò la visita di Mr. Hooper, e si intrattenne
con lui per circa dieci minuti in biblioteca. Aveva nutrito la speranza
di essere ammesso alla presenza delle signorine ma vide solo il padre.
Subito dopo fu mandato un
invito a pranzo, e Mrs. Hooper aveva già programmato le pietanze
che le avrebbero fatto onore come padrona di casa, quando arrivò
una riposta che rimandava il tutto. Mr. Watson era costretto a essere
in città il giorno seguente. Mrs. Hooper ne fu oltremodo
sconcertata e iniziò a temere che potesse passare in fretta da
un posto all'altro senza mai fermarsi a Netherfield per il tempo
dovuto. Lady Lucas acquietò un po' i suoi timori facendo
balenare l'idea che fosse andato a Londra solo per radunare una
numerosa comitiva per il ballo, e subito dopo giunse notizia che Mr.
Watson avrebbe portato con sé alla festa dodici signore e sette
signori. Le ragazze si crucciarono per il numero delle signore, ma il
giorno prima del ballo si consolarono venendo a sapere che, invece di
dodici, ne avrebbe porto con sé da Londra solo la sorella e una
cugina. E quando la comitiva fece il suo ingresso nella sala da ballo
consisteva in tutto di tre persone; Mr. Watson, sua sorella Irene e un
giovanotto.
Mr. Watson era di bella
presenza e con un aspetto signorile, un'espressione simpatica e modi
disinvolti e spontanei. La sorella era una bella donna, con un'aria di
innegabile eleganza ma l'amico, Mr. Holmes, attirò subito
l'attenzione della sala per la figura alta e raffinata, i bei
lineamenti e il portamento nobile, e la voce, che passò di bocca
in bocca nel giro di cinque minuti dal suo ingresso, della sua rendita
di diecimila sterline l'anno. I signori lo giudicarono un uomo
dall'aspetto raffinato, le signore proclamarono che era molto
più attraente di Mr. Watson, e fu oggetto di grande ammirazione
per circa metà della serata, fino a quando i suoi modi
suscitarono una disapprovazione che rovesciò il corso della sua
popolarità; si scoprì infatti che era superbo, che si
riteneva al di sopra della compagnia e non faceva nulla per rendersi
piacevole, e nemmeno la sua vasta tenuta nel Derbyshire poteva salvarlo
dall'avere un volto ostile e antipatico, e di non essere degno di
paragone col suo amico.
Mr. Watson aveva subito
fatto conoscenza con le persone più in vista nella sala; fu
vivace ed espansivo, ballò ogni giro di danza, si
rammaricò che il ballo finisse così presto e parlò
di darne lui stesso uno a Netherfield. Queste amabili qualità
parlavano da sole. Che contrasto tra lui e il suo amico! Mr. Holmes
ballò una sola volta con Miss Watson, rifiutò di essere
presentato a qualsiasi altra signora, e passò il resto della
serata gironzolando per la sala. Era l'uomo più superbo e
antipatico del mondo, e tutti sperarono che non si facesse più
vedere. Tra le più accanite contro di lui c'era Mrs. Hooper, la
cui disapprovazione per il suo comportamento era acuita da un
risentimento particolare, dato che aveva snobbato una delle figlie.
Molly Hooper era stata
costretta, dalla penuria di cavalieri, a restarsene seduta per due giri
di danza, e durante uno di questi momenti, Mr. Holmes si trovò a
essere in piedi abbastanza vicino a lei da permetterle di ascoltare non
vista una conversazione tra lui e Mr. Watson, che aveva smesso di
ballare per qualche minuto e si era avvicinato all'amico per
convincerlo a unirsi al ballo.
"Andiamo, Holmes", disse, "devo farti ballare."
"Non lo farò di
sicuro. Sai quanto lo detesto, a meno che non conosca bene la mia dama.
In un posto come questo sarebbe insopportabile. Tua sorella è
impegnata, e nella sala non c'è nessun'altra donna con la quale
per me ballare non sarebbe una punizione."
"Non vorrei essere
schizzinoso come te", esclamò Mr. Watson, "per tutto l'oro del
mondo! Parola d'onore, in vita mia non ho mai visto tante ragazze
piacevoli come stasera."
"Tu stai ballando con la sola ragazza attraente in sala", disse Mr. Holmes, guardando la maggiore delle Hooper.
"Oh! È la creatura
più bella che io abbia mai visto! Ma c'è una delle sue
sorelle seduta proprio dietro a te, che è molto carina, e direi
anche molto simpatica. Fammi chiedere alla mia dama di presentarti."
"Di chi stai parlando?" e
girandosi, guardò per un istante Molly, finché, avendone
incrociato lo sguardo, distolse il suo e disse freddamente: "È
passabile, ma non bella abbastanza da tentarmi; e al momento non sono
dell'umore giusto per occuparmi di signorine trascurate dagli altri
uomini. Faresti meglio a tornare dalla tua dama e a goderti i suoi
sorrisi, perché con me stai perdendo tempo."
Mr. Watson seguì il
suo consiglio. Mr. Holmes si allontanò, e Molly rimase lì
con sentimenti non certo cordiali verso di lui. Tuttavia,
raccontò la storia alle amiche con grande spirito, poiché
era di temperamento vivace e giocoso, e si divertiva a vedere il lato
comico in tutto.
Nel complesso la serata
trascorse piacevolmente per tutta la famiglia. Tornarono quindi di
ottimo umore a Longbourn, il villaggio dove vivevano, e del quale erano
gli abitanti più in vista. Trovarono Mr. Hooper ancora alzato.
"Oh! mio caro Mr. Hooper,
è stata una serata assolutamente deliziosa, un ballo magnifico.
Mary è stata talmente ammirata che di più non avrebbe
potuto esserlo. Tutti hanno parlato di quanto sembrasse attraente, e
Mr. Watson l'ha ritenuta bellissima, e ha ballato due volte con lei. E'
stata l'unica in sala alla quale abbia chiesto un secondo ballo. Per
prima, ha invitato Miss Lucas. Ero così seccata a vederlo con
lei; ma, comunque, non l'ammira affatto; in realtà, come ben
sai, non l'ammira nessuno, e lui è sembrato molto colpito da
Mary quando lei ha iniziato a ballare. Così, si è
informato di chi fosse, si è fatto presentare, e l'ha invitata
per i due giri di ballo successivi. Poi, i due del terzo giro li ha
ballati con Miss King, i due del quarto con Maria Lucas, i due del
quinto ancora con Mary, i due del sesto con Molly e la
boulangère..."
"Se avesse provato un po'
di compassione per me", esclamò il marito spazientito, "non ne
avrebbe ballati nemmeno la metà! Oh! se si fosse storto una
caviglia al primo ballo!"
Lei fu perciò
costretta a cercare qualche altro aspetto dell'argomento, e lo
informò, con amarezza e con qualche esagerazione, dello
scandaloso sgarbo di Mr. Holmes.
"Ma ti posso assicurare",
aggiunse, "che Molly non si è persa molto per non aver
solleticato la sua fantasia, visto che è l'uomo più
antipatico e sgradevole che esista, assolutamente indegno di
attenzione. Non bella abbastanza per ballarci! Avrei voluto che ci
fossi stato, mio caro, per dirgliene quattro delle tue. Non lo posso
proprio soffrire."
4
Quando Mary ed Molly furono
sole, la prima, che fino allora era stata cauta nelle sue lodi a Mr.
Watson, espresse alla sorella tutta l'ammirazione che provava per lui.
"È esattamente
ciò che un giovanotto dovrebbe essere", disse, "assennato,
gioviale, vivace, e non ho mai visto modi così squisiti!"
"È anche bello,
inoltre", rispose Molly, "cosa che un giovanotto dovrebbe essere, se
gli è possibile. Quindi è un uomo perfetto."
"Mi sono sentita molto
lusingata quando mi ha invitata a ballare per la seconda volta. Non mi
aspettavo un complimento del genere."
"Non te lo aspettavi? io
per te sì. Non poteva fare a meno di accorgersi che eri almeno
cinque volte più carina di qualsiasi altra donna in sala. Per
questo non c'è da ringraziare la sua galanteria. Be', di certo
è molto simpatico, e ti do il permesso di fartelo piacere. Ti
sono piaciute molte persone più insulse."
"Ma Molly!"
"Oh! lo sai benissimo quanto sei propensa a farti piacere tutti."
"Non mi piace andare di fretta nel biasimare qualcuno, ma dico sempre quello che penso."
"Lo so; ed è questo
che meraviglia. Con il tuo buonsenso, essere così sinceramente
cieca verso le follie e le sciocchezze degli altri! E così, ti
piace anche la sorella di quest'uomo, non è vero? I suoi modi
non sono pari a quelli del fratello."
"Sicuramente no,
all'inizio. Ma è una donna molto piacevole, quando ci si parla.
Miss Watson verrà a stare col fratello e si occuperà
della casa."
Molly ascoltò in
silenzio, ma non era convinta. Il suo comportamento al ballo non era
fatto per rendersi gradevole, e con uno spirito di osservazione
più acuto e un temperamento meno malleabile della sorella, era
molto poco disposta a farsela piacere. In effetti era una signora molto
elegante, non difettava di buonumore quando era bendisposta, né
di qualità che la rendessero simpatica, quando voleva, ma era
superba e presuntuosa. Era piuttosto bella, era stata educata in uno
dei migliori istituti femminili di Londra, aveva una dote di ventimila
sterline, era abituata a spendere più di quanto dovuto e a
frequentare gente di rango, ed era quindi sotto tutti gli aspetti
autorizzata a pensar bene di se stessa, e a sminuire gli altri.
Tra Mr. Watson e Holmes
c'era una profonda amicizia, nonostante avessero caratteri opposti.
Watson si era fatto benvolere da Holmes per la disinvoltura, la
schiettezza e la malleabilità del suo temperamento, anche se non
c'era carattere che potesse essere maggiormente in contrasto con il
proprio, e sebbene del proprio non si fosse mai mostrato insoddisfatto.
Sulla solidità della stima di Holmes verso di lui, Watson faceva
molto affidamento, e aveva la più alta opinione del suo
giudizio. Dal punto di vista dell'intelligenza Holmes era superiore. A
Watson non mancava affatto, ma Holmes ne aveva di più. Era allo
stesso tempo altezzoso, riservato e schizzinoso, e i suoi modi, sebbene
beneducati, non erano accattivanti. In questo senso l'amico lo superava
di molto. Watson era sicuro di piacere ovunque andasse, Holmes
offendeva sempre qualcuno.
5
A breve distanza da
Longbourn viveva una famiglia con la quale gli Hooper erano
particolarmente intimi, i Lucas. La figlia maggiore, una giovane donna
assennata e intelligente, di circa ventisette anni, era intima amica di
Molly.
Che le signorine Lucas e le
signorine Hooper dovessero incontrarsi per parlare del ballo era
assolutamente necessario; e il mattino dopo la festa portò le
prime a Longbourn per ascoltare e riferire.
"Voi avete cominciato bene
la serata, Meena", disse Mrs. Hooper a Miss Lucas con cortese riserbo.
"Voi siete stata la prima a essere scelta da Mr. Watson."
"Sì, ma sembra che la seconda gli sia piaciuta di più."
"Oh! intendete Mary,
immagino, perché ha ballato con lei due volte. Di sicuro
sembrava che l'ammirasse... in effetti sono propensa a credere che
fosse così..."
"Mr. Holmes non è
degno di essere ascoltato quanto il suo amico, no?'' disse Meena
''Povera Molly! essere solo appena passabile."
"Vi prego di non mettere in
testa a Molly di rammaricarsi per come è stata trattata male da
lui, perché è un uomo talmente antipatico che piacergli
sarebbe davvero una disgrazia. L'altra sera Mrs. Long mi diceva che
è rimasto seduto accanto a lei per mezzora senza mai aprire
bocca."
"Ne siete proprio sicura, signora?" disse Mary. "Io di certo ho visto che Mr. Holmes le parlava."
"Non m'importa che non abbia parlato con Mrs. Long", disse Miss Lucas, "ma avrei voluto che avesse ballato con Molly."
"Un'altra volta, Molly", disse la madre, "con lui non ci ballerei, se fossi in te."
"Credo, signora, di potervi tranquillamente promettere di non ballare mai con lui."
"Il suo orgoglio", disse
Miss Lucas, "non mi colpisce quanto di solito succede con l'orgoglio,
perché una giustificazione c'è. Non ci si può
meravigliare che un giovanotto così elegante, di buona famiglia,
ricco, con tutto a suo favore, non abbia un'alta opinione di sé.
Se posso esprimermi così, ha diritto a essere orgoglioso."
"È verissimo", replicò Molly, "e potrei facilmente perdonare il suo orgoglio, se non avesse mortificato il mio."
"L'orgoglio",
osservò Sally, che ci teneva alla solidità delle sue
riflessioni, "credo sia un difetto molto comune. Da tutto ciò
che ho sempre letto, mi sono convinta che sia davvero molto comune, che
la natura umana vi sia particolarmente propensa, e che siano molto
pochi quelli che non provano sentimenti di auto-compiacimento. La
vanità e l'orgoglio sono cose diverse, anche se le parole sono
spesso usate come sinonimi. Una persona può essere orgogliosa
senza essere vanitosa. L'orgoglio appartiene più all'opinione
che abbiamo di noi stessi, la vanità a quello che vorremmo che
gli altri pensassero di noi."
6
Le signore di Longbourn si
recarono presto da quelle di Netherfield. La visita fu ricambiata nelle
forme dovute. I modi garbati di Miss Hooper accrebbero la benevolenza
di Miss Watson, e sebbene la madre fosse ritenuta insopportabile e le
sorelle minori nemmeno degne di menzione, alle due maggiori fu espresso
il desiderio di approfondire la conoscenza con loro. Mary accolse
questa attenzione con grande piacere, ma Molly non riusciva a farsela
piacere, benché la sua gentilezza con Mary, per come si
presentava, fosse importante, in quanto molto probabilmente influenzata
dall'ammirazione del fratello. Ovunque si incontrassero era
assolutamente evidente che lui la ammirasse; e quanto a lei, era
altrettanto evidente come Mary stesse cedendo alla predilezione che
aveva cominciato a provare per lui fin dal primo momento, e fosse in
procinto di innamorarsi seriamente; ma notò con piacere che non
era probabile che la cosa diventasse di pubblico dominio, dato che Mary
univa a una grande intensità dei sentimenti un temperamento
composto e una uniforme cordialità nei modi, che la metteva al
riparo da sospetti impertinenti. Molly ne parlò con l'amica,
Miss Lucas.
"Forse in questo caso
può essere positivo", rispose Meena, "essere capaci di celarsi
agli occhi degli altri, ma talvolta essere così guardinghi ha i
suoi svantaggi. Se una donna cela il proprio affetto con la stessa
abilità a colui che ne è oggetto, può perdere
l'opportunità di conquistarlo. È indiscutibile che a
Watson piaccia tua sorella, ma potrebbe non esprimere mai più di
questo, se lei non gli dà una mano a farlo."
"Ma gliela sta dando una
mano, nei limiti permessi dalla sua natura. Se me ne accorgo io del
riguardo che ha per lui, dovrebbe essere davvero uno sciocco per non
notarlo lui."
"Ricordati, Molly, che lui non conosce Mary come la conosci tu."
"Ma se una donna ha simpatia per un uomo e non si sforza di nasconderlo, lui dovrà pure accorgersene."
"Be'", disse Meena, "auguro
con tutto il cuore a Mary di avere successo; e se si sposasse con lui
domani, credo che avrebbe le stesse probabilità di essere felice
di quante ne avrebbe studiandone il carattere per un anno. La
felicità nel matrimonio è solo una questione di fortuna.
Per quanto due persone possano conoscersi a fondo in precedenza, o
avere caratteri simili, ciò non influirà minimamente
sulla loro felicità. In seguito troveranno sempre qualcosa che
li dividerà a sufficienza per far avere a ciascuno dei due la
propria parte di malumore; ed è meglio conoscere il meno
possibile i difetti della persona con la quale passerai il resto della
tua vita."
"Mi fai ridere, Meena, ma
non è così. Lo sai che non è così, e che tu
stessa non agiresti mai in questo modo."
Occupata com'era a
osservare le attenzioni di Mr. Watson verso la sorella, Molly era ben
lungi dal sospettare che lei stessa stava diventando oggetto di un
qualche interesse agli occhi dell'amico di lui. Mr. Holmes all'inizio
aveva a malapena ammesso che fosse graziosa e, negli incontri
successivi, l'aveva guardata solo per criticarla. Ma non appena ebbe
convinto se stesso e i suoi amici che il suo volto aveva a malapena
qualche bel lineamento, cominciò a scoprire che quel volto era
reso insolitamente intelligente dalla bella espressione dei suoi occhi
scuri. A questa scoperta ne seguirono altre ugualmente imbarazzanti.
Benché il suo occhio critico avesse individuato più di un
difetto di simmetria nelle proporzioni del suo fisico, fu costretto a
riconoscere che aveva un personale snello e piacevole; e nonostante si
fosse convinto che i suoi modi non fossero quelli della società
alla moda, fu colpito dalla sua disinvolta giovialità. Di tutto
questo lei era completamente inconsapevole; per lei era soltanto un
uomo che si rendeva antipatico dovunque, e che non l'aveva ritenuta
abbastanza bella per invitarla a ballare.
Lui cominciò a
desiderare di conoscerla meglio, e come primo passo verso una
conversazione diretta, fece attenzione alle sue conversazioni con gli
altri. Questo modo di fare attirò l'attenzione di Molly. Erano
da i Lucas, dove si era riunita una numerosa comitiva.
"Che intenzioni aveva Mr. Holmes", disse a Meena, "ascoltando la mia conversazione con il colonnello Forster?"
"È una domanda alla quale può rispondere solo Mr. Holmes."
"Ma se lo fa ancora gli
farò capire che lo sto notando. Ha uno sguardo molto sarcastico,
e se non comincio io stessa a essere impertinente avrò presto
paura di lui."
Quando lui si
avvicinò, pur senza mostrare di avere intenzione di parlare,
Miss Lucas la sfidò ad accennare con lui a quell'argomento, il
che indusse immediatamente Molly a farlo, e, girandosi verso di lui,
disse,
"Non credete, Mr. Holmes,
che mi sia espressa straordinariamente bene poco fa, quando stavo
stuzzicando il colonnello Forster affinché desse un ballo a
Meryton?"
"Con grande energia, ma è un argomento che rende sempre energica una signora."
"Siete severo con noi."
"Presto toccherà a
lei essere stuzzicata", disse Miss Lucas. "Sto andando ad aprire lo
strumento, Molly, e sai bene quello che seguirà."
"Sei davvero una strana
creatura per essere un'amica! vuoi sempre farmi cantare e suonare
davanti a tutti, chiunque sia! Preferirei davvero non sedermi di fronte
a chi dev'essere abituato ad ascoltare i migliori tra gli esecutori."
Viste comunque le insistenze di Miss Lucas, aggiunse, "Benissimo, se
dev'essere così, sia pure."
La sua esibizione fu
piacevole, anche se non certo superlativa. Dopo una canzone o due fu
prontamente sostituita allo strumento dalla sorella Sally, che, essendo
l'unica della famiglia a essere bruttina, si era dedicata assiduamente
alla cultura e all'istruzione ed era sempre impaziente di dimostrarlo.
Sally non aveva né
genio né gusto, e sebbene la vanità l'avesse fornita di
determinazione, l'aveva anche fornita di un'aria pedante e di un modo
di fare presuntuoso, che avrebbe oscurato anche un'eccellenza molto
maggiore di quella di cui era dotata lei.
Mr. Holmes era rimasto
lì vicino in indignato silenzio per quel modo di passare la
serata, che escludeva del tutto la conversazione, ed era troppo preso
dai propri pensieri per accorgersi di avere accanto Sir William Lucas,
finché Sir William non cominciò a parlare.
"Che passatempo incantevole
per i giovani, Mr. Holmes! D'altra parte non c'è nulla come il
ballo. Io lo considero come una delle principali raffinatezze della
società civile."
"Certo, signore; e ha anche
il vantaggio di essere in voga tra le società meno civili del
mondo. Qualunque selvaggio può ballare."
Sir William si
limitò a sorridere. "Il vostro amico si esibisce in modo
delizioso", proseguì dopo una pausa, vedendo Watson che si univa
al gruppo, "e non ho dubbi sul fatto che voi siate un esperto in questa
scienza, Mr. Holmes."
"Mi avete visto ballare a Meryton, credo, signore."
"Sì, è vero, e vedervi è stato un piacere non indifferente."
Sir Lucas si fermò e
dato che in quel momento Molly si stava muovendo verso di loro, fu
colpito dall'idea di poter fare una cosa molto galante e la
chiamò,
"Mia cara Miss Molly,
perché non state ballando? Mr. Holmes, lasciate che vi indichi
questa signorina come una dama molto desiderabile. Non potete
rifiutarvi di ballare, ne sono certo, con una tale bellezza di fronte
di voi." E prendendole la mano, l'avrebbe offerta a Mr. Holmes, che,
sebbene estremamente sorpreso, non era restio ad accettarla, quando lei
indietreggiò improvvisamente e, con una certa agitazione, disse
a Sir William,
"A dire il vero, signore,
non ho la minima intenzione di ballare. Vi prego di non pensare che sia
venuta in questa direzione allo scopo di mendicare un cavaliere."
Mr. Holmes, con solenne
correttezza, chiese di poter avere l'onore della sua mano, ma invano.
Molly era decisa, e neppure Sir William riuscì a smuoverla con i
suoi tentativi di persuasione.
"Voi ballate talmente bene,
Miss Molly, che è crudele negarmi la gioia di vedervi; e sebbene
questo gentiluomo non ami in genere questo svago, sono certo che non
abbia obiezioni a farci omaggio di una mezzora."
"Mr. Holmes è gentilissimo", disse Molly sorridendo.
"Certo, ma considerando chi
gliela ispira, mia cara Miss Molly, non ci si può meravigliare
della sua compiacenza, poiché chi obietterebbe di fronte a una
dama del genere?"
Molly lo guardò con
aria maliziosa, e se ne andò. La sua riluttanza non l'aveva
danneggiata agli occhi del gentiluomo, che stava pensando a lei con un
certo compiacimento, quando fu avvicinato da Miss Watson.
"Posso indovinare il soggetto della vostra fantasticheria."
"Direi proprio di no."
"State considerando quanto
sarebbe insopportabile passare molte serate in questo modo, in una
compagnia del genere, e sono assolutamente d'accordo con voi. Cosa
darei per sentire i vostri commenti su di loro!"
"La vostra ipotesi è
totalmente sbagliata, ve l'assicuro. La mia mente era impegnata in cose
più gradevoli. Stavo meditando sul grande piacere che procurano
due begli occhi nel volto di una donna graziosa."
Miss Watson lo fissò
immediatamente in volto, e gli chiese di dirle quale fosse la signora
che aveva avuto il merito di ispirare una tale riflessione. Mr. Holmes
replicò intrepido,
"Miss Molly Hooper."
"Miss Molly Hooper!"
ripeté Miss Watson. "Sono davvero sbalordita. Da quanto tempo
gode dei vostri favori? e, vi prego, quando potrò farvi le mie
congratulazioni?"
"È esattamente la
domanda che mi aspettavo mi faceste. L'immaginazione di una signora
è molto rapida; salta dall'ammirazione all'amore, dall'amore al
matrimonio in un istante. Sapevo che mi avreste fatto le vostre
congratulazioni."
"Be', se parlate
seriamente, dovrò ritenere la faccenda assolutamente sistemata.
Avrete davvero una suocera incantevole e, naturalmente, starà
sempre a Pemberley con voi."
Lui la ascoltò con
perfetta indifferenza mentre si divertiva in quel modo, e dato che
questa compostezza l'aveva del tutto rassicurata, lei proseguì a
lungo con le sue battute di spirito.
7
Le proprietà di Mr.
Hooper consistevano quasi interamente in una tenuta da duemila sterline
l'anno, che, sfortunatamente per le sue figlie, era vincolata, in
assenza di un erede maschio, a un lontano parente; e i mezzi della
madre, sebbene consistenti rispetto alla sua posizione sociale, non
potevano che in minima parte sopperire alle pecche di quelli del marito.
Mrs. Hooper aveva una
sorella sposata a un certo Mr. Phillips, che era stato impiegato del
padre e gli era succeduto negli affari, e un fratello che si era
stabilito a Londra in una rispettabile attività commerciale.
Il villaggio di Longbourn
era a solo un miglio da Meryton, una distanza molto conveniente per le
signorine, che di solito erano allettate ad andarci tre o quattro volte
a settimana, per porgere i loro omaggi alla zia e al negozio di
abbigliamento che si trovava proprio sulla strada. Le due più
giovani della famiglia, Philippa e Janine, erano particolarmente
assidue in queste premure; avevano la testa più vuota delle
sorelle, e quando non avevano niente di meglio da fare, una passeggiata
a Meryton era necessaria per lo svago nelle ore che precedevano il
pranzo e forniva spunti per la conversazione serale; e nonostante la
campagna sia in genere avara di novità, riuscivano sempre a
saperne qualcuna dalla zia. Al momento, in effetti, erano ben fornite
sia di novità che di felicità, dato il recente arrivo nei
paraggi di un reggimento della milizia, che sarebbe rimasto per tutto
l'inverno, con il quartier generale a Meryton.
Una mattina arrivò
un valletto che portava un biglietto per Miss Hooper; veniva da
Netherfield, e il domestico aspettò per una risposta. Gli occhi
di Mrs. Hooper brillarono di gioia, e non fece che chiedere, mentre la
figlia leggeva.
"È di Miss Watson",
disse Mary, e poi lo lesse a voce alta. '' mi invita per il
pranzo...Mr. Watson sarà a pranzo fuori.''
"A pranzo fuori", disse Mrs. Hooper, "è davvero un peccato."
"Posso usare la carrozza?" disse Mary.
"No, mia cara, farai meglio
ad andare a cavallo, perché sembra probabile che piova, e quindi
dovrai restare per la notte."
"Sarebbe un buon piano", disse Molly, "se ci fosse la certezza che non si offriranno di riportarla a casa."
"Oh! ma i signori per andare a Meryton useranno la carrozza di Mr. Watson."
Mary fu quindi costretta ad
andare a cavallo, e la madre l'accompagnò alla porta con molti
allegri pronostici di una pessima giornata. Le sue speranze ebbero
piena conferma; Mary non era uscita da molto quando cominciò a
piovere a dirotto. Le sorelle erano in pensiero per lei, ma la madre
era beata: Mary non sarebbe sicuramente riuscita a tornare a casa.
"È stata davvero
un'ottima idea da parte mia!" disse Mrs. Hooper più di una
volta, come se la pioggia fosse tutto merito suo. Fino al mattino dopo,
tuttavia, non poté rendersi conto di tutto il successo del suo
stratagemma. Avevano appena finito di fare colazione quando un
domestico di Netherfield portò questo biglietto per Molly:
Mia carissima Molly,
stamattina
non mi sento affatto bene, il che, immagino, possa essere attribuito
all'acqua che ho preso ieri. I miei gentili amici non vogliono sentir
parlare del mio ritorno fino a quando non starò meglio.
Insistono anche affinché mi veda il medico; perciò non vi
allarmate se venite a sapere che è stato da me, e salvo per la
gola infiammata e il mal di testa non c'è molto altro.
Tua, ecc.
"Be', mia cara", disse Mr.
Hooper, una volta che Molly ebbe letto il biglietto a voce alta, "se
tua figlia dovesse prendersi una malattia grave, se dovesse morire,
sarebbe una consolazione sapere che tutto è stato fatto per dare
la caccia a Mr. Watson, e a seguito dei tuoi ordini."
"La gente non muore per dei piccoli e insignificanti raffreddori."
Molly, sentendosi davvero
preoccupata, aveva deciso di andare da lei, anche senza la carrozza; e
dato che non era una cavallerizza, la sola alternativa era andare a
piedi. Li informò della sua decisione.
"Come puoi essere
così sciocca", esclamò la madre, "da farti venire in
mente una cosa del genere, con tutto questo fango! Non sarai
presentabile una volta arrivata lì."
"Sarò sicuramente presentabile per vedere Mary, il che è tutto ciò che voglio."
"Ammiro la prontezza della
tua generosità," osservò Sally, "ma ogni impulso del
sentimento dovrebbe essere guidato dalla ragione, e, secondo me, lo
sforzo dovrebbe sempre essere proporzionato allo scopo."
Nonostante la
disapprovazione della madre Molly si incamminò;
attraversò a passo svelto un campo dopo l'altro, scavalcò
steccati e saltò pozzanghere con agile impazienza, e alla fine
si trovò in vista della casa con le caviglie doloranti, le calze
infangate e il volto che brillava, scaldato da quell'esercizio.
Fu introdotta nel salottino
della colazione, dove erano riuniti tutti tranne Mary, e dove la sua
apparizione suscitò un'enorme sorpresa. Che avesse camminato per
tre miglia così di buon mattino, con tutto quel fango, e da
sola, era quasi incredibile per Miss Watson; e Molly si rese conto che
la disprezzava per questo. Tuttavia la accolsero con molta cortesia; e
nei modi del fratello c'era qualcosa di più della cortesia,
c'era giovialità e garbo. Mr. Holmes parlò pochissimo:
era diviso tra l'ammirazione per quella carnagione resa così
splendente dall'esercizio e i dubbi su quanto l'occasione giustificasse
il recarsi così lontano da sola.
Molly fu contenta di essere
immediatamente condotta dalla sorella, e Mary, che si era trattenuta
dall'esprimere nel suo biglietto quanto desiderasse una vista del
genere solo per paura di creare allarme e di dare disturbo, fu
felicissima di vederla entrare.
Quando l'orologio
suonò le tre, Molly si rese conto di dover andare, e lo disse
molto malvolentieri. Quando Mary mostrò una tale ansia nel
separarsi da lei, Miss Watson fu costretta a un invito a restare per il
momento a Netherfield. Molly accettò con molta gratitudine, e un
domestico fu mandato a Longbourn per avvertire la famiglia che sarebbe
restata, e per riportare una scorta di vestiti.
8
Alle cinque le due signore si ritirarono per cambiarsi, e alle sei e mezza Molly fu chiamata per il pranzo.
Mr Watson era l'unico della
compagnia a cui lei guardasse con una certa soddisfazione. La sua ansia
per Mary era evidente, e il suo interesse per lei stessa molto cortese,
e le impedì di sentirsi troppo come un'intrusa, come immaginava
la ritenessero gli altri. Ebbe pochissime attenzione da tutti escluso
lui. Miss Watson era tutta presa da Mr. Holmes.
Una volta terminato il
pranzo, Molly tornò subito da Mary, e Miss Watson
cominciò a parlar male di lei non appena uscita dalla stanza. I
suoi modi furono dichiarati davvero pessimi, un misto di superbia e
impertinenza; non sapeva conversare, non aveva né stile,
né gusto, né bellezza.
"Per farla breve, non ha
nulla che le faccia onore se non essere un'eccellente camminatrice. Non
dimenticherò mai la sua apparizione stamattina. Sembrava davvero
quasi una selvaggia. Con quei capelli così scarmigliati,
così sciatti. La sottogonna, con un orlo di sei pollici di
fango!"
"La tua descrizione
può anche essere esatta, Irene", disse Watson; "ma a me è
sfuggito tutto. Ho pensato che Miss Molly Hooper avesse un bellissimo
aspetto, quando stamattina ha fatto il suo ingresso nella stanza. La
sottogonna infangata mi è completamente sfuggita."
"Voi l'avete notata, Mr.
Holmes, ne sono sicura", disse Miss Watson; "e sono propensa a credere
che non avreste voluto vedere vostra sorella esibirsi in quel modo."
"Sicuramente no."
"Camminare per tre miglia o
quello che sia, con le caviglie nel fango, e da sola, completamente
sola! che voleva dimostrare con questo? A me sembra un disgustoso
sfoggio di presuntuosa indipendenza, un'indifferenza al decoro tipica
di un posto di campagna."
"Rivela un affetto per la sorella che è molto apprezzabile", disse Watson.
"Temo, Mr. Holmes",
osservò Miss Watson quasi bisbigliando, "che questa avventura
abbia alquanto scosso la vostra ammirazione per i suoi begli occhi."
"Niente affatto", replicò lui, "erano illuminati dall'esercizio."
Seguì una breve pausa, e fu Miss Irene Watson a ricominciare.
"Ho molta stima per Miss
Mary Hooper, è davvero una ragazza dolcissima, e vorrei con
tutto il cuore che si sistemasse bene. Ma con un padre e una madre del
genere, e parentele così modeste, temo che non ci siano
possibilità che ciò accada."
Con un rigurgito di
tenerezza, tuttavia, dopo aver lasciato la sala da pranzo si
recò nella sua stanza, e stette con lei finché non furono
chiamate per il caffè. Mary era ancora molto indisposta, e Molly
non volle assolutamente lasciarla fino a tarda sera, quando ebbe il
conforto di vederla addormentata, e quando giudicò corretto,
più che piacevole, scendere al piano di sotto.
Entrando in salotto li
trovò tutti a giocare a carte, e fu immediatamente invitata a
unirsi a loro, ma sospettando che giocassero forte rifiutò e,
accampando la sorella come scusa, disse che per il breve tempo in cui
poteva restare si sarebbe svagata con un libro.
"Miss Molly Hooper", disse Miss Watson, "disprezza le carte. È una grande lettrice e non le piace nient'altro."
"Non merito né un
tale elogio né un tale biasimo", esclamò Molly; "non sono
una grande lettrice, e mi piacciono molte cose."
"Sono certo che assistere
vostra sorella vi piace", disse Watson; "e spero che il piacere sia
presto accresciuto vedendola perfettamente ristabilita."
Molly lo ringraziò
di cuore, e poi si avvicinò a un tavolo dove erano poggiati
alcuni libri. Lui si offrì immediatamente di farne portare
altri, tutti quelli che la sua biblioteca aveva a disposizione.
"E avrei voluto che la mia
collezione fosse più ampia, a vostro beneficio e per la mia
reputazione; ma sono pigro, e sebbene non ne abbia molti ne ho
più di quanti ne abbia mai sfogliati."
Molly gli assicurò che per lei quelli nella stanza erano perfettamente sufficienti.
"Mi stupisce", disse Miss
Watson, "che mio padre abbia lasciato una collezione di libri
così scarsa. Che bellissima biblioteca avete a Pemberley, Mr.
Holmes!"
"È ovvio che sia buona", replicò lui, "è stata opera di molte generazioni."
"E poi voi stesso avete fatto così tante aggiunte; state sempre a comprare libri."
"Non riesco a capire come si faccia, al giorno d'oggi, a trascurare una biblioteca di famiglia."
"Trascurare! Sono sicura
che non trascuriate nulla che può aggiungersi alle bellezze di
quel luogo così nobile. John, quando ti costruirai una casa tua,
vorrei che fosse bella anche solo la metà di Pemberley."
"Me lo auguro."
"Ma in realtà ti
suggerirei di comprarla da quelle parti, e di prendere Pemberley come
modello. In Inghilterra non c'è contea più bella del
Derbyshire.
"Con tutto il cuore; comprerei la stessa Pemberley se Holmes la vendesse."
"Sto parlando di cose possibili, John."
"Parola mia, Irene, secondo me sarebbe più probabile avere Pemberley comprandola che imitandola."
Molly era talmente presa da
quello che dicevano da concedere ben poca attenzione al suo libro; e
presto, mettendolo completamente da parte, si avvicinò al tavolo
da gioco e si mise tra Mr. Watson e la sorella maggiore, per osservare
la partita.
"Miss Holmes è cresciuta molto da questa primavera?" disse Miss Watson; "sarà alta quanto me?"
"Credo che ci arriverà. Ora è circa dell'altezza di Miss Molly Hooper, o un po' più alta."
"Quanto vorrei rivederla?
Non ho mai incontrato nessuno che mi sia piaciuto così tanto.
Che contegno, che modi! ed è estremamente istruita per la sua
età! Le sue esibizioni al pianoforte sono squisite."
"Per me è
sorprendente", disse Watson, "quante signorine abbiano la pazienza di
arrivare a essere così tanto istruite, come sono tutte."
"Tutte le signorine istruite! Mio caro John, ma che vorresti dire?"
"Sì, tutte, credo.
Dipingono, ricoprono paraventi e intrecciano borsellini ma sono sicuro
di non aver mai sentito parlare per la prima volta di una signorina
senza essere messo a conoscenza di come fosse ben istruita."
"La tua lista delle cose
comunemente intese come istruzione", disse Holmes, "è fin troppo
vera. La parola è applicata a molte donne che non la meritano se
non per intrecciare borsellini o ricoprire paraventi. Ma sono ben lungi
dall'essere d'accordo con te nella tua stima per le donne in generale.
Non posso vantarmi di conoscerne più di una mezza dozzina,
nell'intero arco delle mie conoscenze, che siano realmente istruite."
"Nemmeno io, ne sono sicura", disse Miss Watson.
"Allora", osservò Molly, "dovete avere un concetto di donna istruita che comprende moltissime doti."
"Sì, ne comprende moltissime."
"Oh! certamente",
esclamò la sua fedele assistente, "nessuna può essere
veramente considerata istruita se non va ben oltre quello che si vede
di solito. Una donna deve avere una profonda conoscenza della musica,
del canto, del disegno, della danza e delle lingue moderne, per
meritare questa parola; e oltre a tutto questo, deve possedere un certo
non so che nell'atteggiamento e nel modo di camminare, nel tono della
voce, nel modo di rivolgersi agli altri e di esprimersi, altrimenti la
parola non sarà meritata che a metà."
"Dev'essere padrona di
tutto questo", aggiunse Holmes, "e a tutto questo deve aggiungere
qualcosa di più sostanziale, allargando la mente con vaste
letture."
"Non mi sorprendo
più per il fatto che conosciate solo sei donne istruite. Anzi,
adesso mi meraviglio che ne conosciate qualcuna."
"Siete così severa con il vostro sesso da dubitare della possibilità di tutto questo?"
"Io non ho mai incontrato una donna del genere."
Miss Watson protestò
vivacemente contro l'ingiustizia implicita in quel dubbio, e
asserì di conoscere molte donne che rispondevano alla
descrizione. Dato che la conversazione si era così conclusa,
Molly lasciò la stanza poco dopo.
"Molly Bennet", disse Miss
Watson, una volta chiusa la porta, "è una di quelle signorine
che cercano di far bella figura con l'altro sesso sottovalutando il
proprio, e sono convinta che con molti uomini la cosa abbia successo.
Ma, secondo me, è un sistema meschino, uno squallido artificio."
"Senza dubbio", rispose
Holmes, che era il principale destinatario di questa osservazione,
"c'è della meschinità in tutti gli artifici che le
signore talvolta si degnano di usare per sedurre. Qualsiasi cosa che ha
delle affinità con la scaltrezza è spregevole."
Miss Watson non era così completamente soddisfatta di questa risposta da proseguire nell'argomento.
9
Molly trascorse la maggior
parte della notte nella stanza della sorella, e il mattino ebbe il
piacere di poter dare una risposta discretamente positiva alle
richieste di informazioni che aveva ricevuto molto di buonora da Mr.
Watson tuttavia, chiese che venisse mandato un biglietto a Longbourn,
per pregare la madre di far visita a Mary e rendersi conto di persona
della situazione. Il biglietto fu inviato immediatamente, e la
richiesta venne esaudita con la stessa rapidità. Mrs. Hooper,
accompagnata dalle due figlie minori, arrivò a Netherfield
subito dopo colazione.
Se avesse trovato Mary
visibilmente in pericolo, Mrs. Hooper si sarebbe certamente disperata;
ma ritenendosi soddisfatta nel vedere che la malattia non destava
nessun allarme, non si augurò affatto che si ristabilisse
nell'immediato, dato che una guarigione l'avrebbe probabilmente portata
via da Netherfield. Dopo essere state un po' con Mary, all'arrivo di
Miss Watson, e su suo invito, la madre e le tre figlie l'accompagnarono
nella sala della colazione. Watson le accolse con la speranza che Mrs.
Hooper non avesse trovato Miss Hooper peggiorata rispetto a quanto si
fosse aspettata.
"A dire il vero è
così, signore", fu la risposta. "È di gran lunga troppo
malata per essere spostata. Dobbiamo abusare ancora per un po' della
vostra gentilezza."
"Spostata!" esclamò Watson. "Nemmeno a pensarlo. Mia sorella, ne sono certo, non ne vorrà sapere di spostarla."
"Potete contarci, signora",
disse Miss Watson, con fredda cortesia, "Miss Hooper riceverà
tutte le possibili attenzioni finché resterà con noi."
Mrs. Hooper si profuse in ringraziamenti.
"Ne sono certa", aggiunse,
"se non fosse stato per amici così buoni chissà che ne
sarebbe stato di lei, perché è veramente molto malata, e
soffre moltissimo, anche se con la più grande pazienza al mondo,
il che è sempre il suo modo di fare, poiché ha, senza
eccezioni, il carattere più dolce che io abbia mai visto. Spesso
dico alle altre mie figlie che non sono nulla in confronto a lei. Avete
una stanza deliziosa qui, Mr. Watson, e che vista incantevole sul viale
d'ingresso. Non conosco luogo nei dintorni che sia all'altezza di
Netherfield. Spero che non abbiate intenzione di lasciarla troppo in
fretta, anche se il contratto d'affitto è breve."
"Qualunque cosa faccio la
faccio in fretta", ripose lui, "e perciò se dovessi decidermi a
lasciare Netherfield probabilmente partirei in cinque minuti. Per il
momento, tuttavia, la considero una sistemazione stabile.''
"È esattamente quello che mi sarei immaginata da voi", disse Molly.
"Cominciate a capirmi, non è vero?" esclamò lui, girandosi verso di lei.
"Oh! Sì, vi capisco perfettamente."
"Vorrei poterlo prendere come un complimento, ma temo che essere così facilmente prevedibile sia da compatire."
"Dipende. Non è detto che un carattere misterioso e intricato sia più o meno apprezzabile di uno come il vostro."
"Molly", esclamò la madre, "ricordati dove sei, e non lasciarti andare ai modi incivili che tolleriamo a casa."
"Non sapevo", proseguì Watson, "che foste una studiosa dei caratteri. Dev'essere uno studio divertente."
"Sì, ma i caratteri intricati sono i più divertenti. Hanno almeno questo di vantaggio."
"La campagna", disse
Holmes, "in genere può fornire pochi soggetti per uno studio
come questo. In una zona di campagna ci si muove all'interno di un
ambiente sociale ristretto e uniforme."
"Ma la gente cambia così tanto che c'è sempre qualcosa di nuovo da osservare."
"Ma sì, certo",
esclamò Mrs. Hooper, offesa dal suo modo di parlare della
società di campagna. "Vi assicuro che in campagna la vita
è esattamente come in città, credo che ci siano pochi
posti più ricchi di vicini. Io so solo che noi frequentiamo
ventiquattro famiglie."
Nulla se non il riguardo
verso Molly permise a Watson di mantenersi serio. Molly, allo scopo di
dire qualcosa che potesse sviare i pensieri della madre, le chiese se
Meena Lucas fosse stata a Longbourn da quando lei era andata via.
"Sì, è venuta
ieri con il padre. Che uomo simpatico è Sir William, Mr. Watson,
non è vero? Davvero un uomo di mondo! Così garbato e alla
mano! Ha sempre una parola per tutti. Questa è la mia idea di
buona educazione, e le persone che si credono chissà chi, e non
aprono mai bocca, non sanno proprio cosa sia, l'educazione."
"Meena ha pranzato con voi?"
"No, è voluta
tornare a casa. Immagino che l'aspettassero per fare la torta di mele.
Per quanto mi riguarda, Mr. Watson, ho sempre della servitù che
sa fare il proprio mestiere; le mie figlie sono state cresciute in modo
diverso. Ma ognuno fa come crede, e le Lucas sono una buona pasta di
ragazze, ve l'assicuro. È un peccato che non siano belle! Non
che io ritenga Meena così tanto insignificante, e poi per noi
è una cara amica."
"Sembra una signorina molto simpatica", disse Watson.
"Oh! certo che sì,
ma dovete ammettere che è davvero insignificante. Lady Lucas lo
dice spesso, e mi invidia la bellezza di Mary. Quando aveva solo
quindici anni, c'era un gentiluomo a Londra, talmente innamorato di lei
che mia cognata era certa che si sarebbe dichiarato prima che ce ne
andassimo. Invece non se ne fece nulla. Comunque, scrisse dei
versi su di lei, ed erano molto graziosi."
"E così fini il suo
amore", disse Molly con impazienza. "Mi chiedo chi sia stato il primo a
scoprire l'efficacia della poesia nello scacciare un amore!"
"Ho sempre pensato che la poesia fosse il nutrimento dell'amore", disse Holmes.
"Di un amore vero, solido,
robusto, può essere. Qualsiasi cosa nutre ciò che
è già forte. Ma se c'è solo una sorta di
inclinazione lieve, sottile, sono convinta che un buon sonetto la
faccia morire di fame."
Holmes fu il solo a
sorridere; e il mutismo generale che seguì fece tremare Molly
per il timore che la madre si mettesse un'altra volta in mostra ma Mrs.
Hooper era soddisfatta, e subito dopo ordinò la carrozza. A quel
segnale, la più giovane delle figlie si fece avanti prendendo di
petto Mr. Watson, che, non appena arrivato in campagna, aveva promesso
di dare un ballo a Netherfield.
Janine era una ragazza di
quindici anni, robusta e ben sviluppata, con una bella carnagione e
un'espressione allegra; era la prediletta della madre, il cui affetto
l'aveva condotta a fare il suo ingresso in società a
un'età molto precoce. Aveva una vitalità prorompente, una
sorta di innata sicurezza di sé, che le attenzioni degli
ufficiali avevano fatto diventare sfacciataggine. Era quindi molto
adatta a rivolgersi a Mr. Watson a proposito del ballo, e a
rammentargli a bruciapelo la sua promessa.
"Sono perfettamente pronto,
ve l'assicuro, a mantenere il mio impegno, e quando vostra sorella si
sarà ristabilita, fisserete voi, se vi fa piacere, la data del
ballo.
Dopodiché Mrs.
Hooper e le figlie se ne andarono, e Molly tornò subito da Mary,
lasciando il comportamento suo e delle sue parenti alla mercé di
Miss Watson e di Mr. Holmes; quest'ultimo, tuttavia, non si fece
convincere a unirsi alle critiche nei confronti di lei, nonostante
tutte le frecciate di Miss Watson sui begli occhi.
10
La giornata trascorse
praticamente come era trascorsa quella precedente e in serata Molly si
unì agli altri in salotto. Mr. Holmes stava scrivendo, e Miss
Watson, seduta accanto a lui, controllava il progresso della lettera e
distoglieva continuamente la sua attenzione con messaggi per la
destinataria, la sorella di lui.
Molly prese un ricamo e si
divertì abbastanza assistendo a quello che succedeva tra Holmes
e la sua compagna. I continui complimenti della signora insieme al
completo disinteresse con il quale venivano accolti, formavano un
curioso dialogo, che era perfettamente coincidente con l'opinione che
aveva di entrambi.
"Come sarà felice Miss Holmes di ricevere una lettera del genere!"
Lui non rispose.
"Scrivete con straordinaria velocità."
"Vi sbagliate. Scrivo piuttosto lentamente."
"Quante lettere avrete occasione di scrivere nel corso dell'anno! Anche lettere d'affari! Io le riterrei odiose!"
"Allora è una fortuna che tocchino in sorte a me invece che a voi."
"Per favore, dite a vostra sorella che desidero tanto rivederla."
"Già gliel'ho detto una volta, su vostra richiesta."
"Temo che la penna non sia di vostro gradimento. Fatemela sistemare. Sono bravissima a sistemare le penne."
"Vi ringrazio, ma me le sistemo sempre da solo."
"Come fate a scrivere così dritto?"
Lui rimase in silenzio.
"Dite a vostra sorella che
sono felice di sentire dei suoi progressi con l'arpa, e vi prego di
informarla che sono davvero andata in estasi per la bellezza del suo
piccolo ricamo per un copri tavola."
"Potete darmi licenza di differire la vostra estasi alla prossima lettera? Al momento non ho spazio per renderle giustizia."
"Oh! non importa. La vedrò a gennaio. Ma le scrivete sempre queste belle lettere così lunghe, Mr. Holmes?"
"In genere sono lunghe; ma quanto all'essere sempre belle non sta a me giudicarlo."
"Per me è una
certezza, che una persona capace di scrivere con facilità una
lettera lunga non possa scrivere male."
"Questo non è un
complimento da fare a Holmes, Irene", esclamò il fratello,
"perché lui non scrive con facilità. Va troppo alla
ricerca di parole difficili. Non è vero, Holmes?"
"Il mio stile di scrittura è molto diverso dal tuo."
"Oh!" esclamò Miss
Watson, "John scrive nel modo più sciatto che si possa
immaginare. Tralascia metà delle parole e scarabocchia il resto."
Mr. Holmes concluse la sua
lettera. Una volta terminata quell'incombenza, si rivolse a Miss Watson
e a Molly pregandole di fare un po' di musica. Miss Watson si mosse con
fervore verso il pianoforte, e dopo una cortese richiesta
affinché fosse Molly la prima, declinata da quest'ultima con
pari cortesia e più sincerità, prese posto.
Mentre Miss Watson era
occupata nel canto Molly non poté fare a meno di notare, mentre
sfogliava alcuni spartiti poggiati sullo strumento, come lo sguardo di
Mr. Holmes si fermasse molto spesso su di lei. Non poteva certo
supporre di essere oggetto dell'ammirazione di un grand'uomo del
genere; e che la guardasse perché gli era antipatica sarebbe
stato ancora più strano. Alla fine, riuscì solo a
immaginare che le rivolgesse la sua attenzione perché in lei
c'era qualcosa di fuori luogo e riprovevole. L'ipotesi non la
turbò. Le piaceva troppo poco per tenere alla sua approvazione
Dopo aver suonato alcune
canzoni italiane, Miss Watson cambiò genere con una vivace aria
scozzese, e subito dopo Mr. Holmes , avvicinandosi a Molly, le disse,
"Non provate un forte desiderio, Miss Hooper, di cogliere l'occasione per ballare un reel?"
Lei sorrise, ma non rispose. Lui ripeté la domanda, un po' sorpreso dal suo silenzio.
"Oh!" disse lei, "vi avevo
sentito; ma non sono riuscita a decidere subito che cosa rispondere. Lo
so che avreste voluto sentirmi dire «sì» per avere
il piacere di denigrare il mio buongusto; ma per me è sempre un
piacere stravolgere questo genere di piani, e privare le persone del
loro disprezzo premeditato. Ho perciò risolto di dirvi che non
voglio affatto ballare un reel; e ora disprezzatemi pure se ne avete il
coraggio."
"Non oserei mai farlo, davvero."
Molly, che aveva intenzione
di offenderlo, si meravigliò della sua galanteria; ma in lei
c'era un misto di dolcezza e malizia che le rendeva difficile offendere
chiunque; e Holmes non era mai stato così stregato da nessuna
donna come da lei. Era convinto che, se non fosse stato per
l'inferiorità della sua famiglia, si sarebbe trovato davvero in
serio pericolo.
Miss Watson vedeva, o
sospettava, abbastanza da essere gelosa, e la forte impazienza per la
guarigione fu alquanto rafforzata dal desiderio di sbarazzarsi di
Molly.
11
Quando le signore si
alzarono dopo il pranzo, Molly corse di sopra dalla sorella e,
assicurandosi che fosse ben protetta dal freddo, l'accompagnò in
salotto, dove fu accolta da Miss Watson con molte manifestazioni di
gioia; Molly non l'aveva mai trovata così gradevole.
Ma quando entrarono i
signori, Mary smise di essere al centro dell'attenzione. Lo sguardo di
Miss Watson si rivolse all'istante a Holmes, e trovò da dirgli
qualcosa prima che avesse fatto qualche passo. Lui si rivolse subito a
Miss Hooper, con educate felicitazioni ma l'espansività e il
calore furono appannaggio solo del saluto di Watson. Era pieno di gioia
e di attenzioni. La prima mezz'ora la passò ad attizzare il
fuoco, per paura che lei risentisse del cambio di stanza, e la fece
spostare dall'altra parte del caminetto, affinché stesse lontana
dalla porta. Poi si sedette accanto a lei e rivolse a malapena la
parola agli altri. Molly, intenta a lavorare nell'angolo opposto,
osservò tutto con molto piacere.
Una volta preso il tè, Mr Holmes prese un libro; Miss Watson fece lo stesso.
L'attenzione di Miss Watson
era molto più impegnata a controllare i progressi di Mr. Holmes
con il suo libro che a leggere il proprio; non smetteva di fargli
continue domande o di sbirciare le pagine che stava leggendo. Ma non
riuscì ad attirarlo nella conversazione. Alla fine,
completamente esausta dai tentativi di svagarsi con il proprio libro,
che aveva scelto solo perché era il secondo volume di quello di
lui, fece un sonoro sbadiglio e disse, "Com'è piacevole passare
una serata in questo modo! Mi sento di dire che in fondo non c'è
nessuno svago come la lettura! Come ci si stanca presto di qualsiasi
altra cosa che non sia un libro!"
Nessuno replicò.
Allora lei mise da parte il libro e lanciò uno sguardo intorno
alla sala alla ricerca di qualche svago, quando, sentendo che il
fratello stava parlando a Miss Hooper di un ballo, si rivolse subito a
lui e disse,
"A proposito, John, stai
davvero pensando di dare un ballo a Netherfield? Ti consiglierei, prima
di decidere, di tenere conto dei desideri dei presenti; mi sbaglio di
grosso o tra di noi c'è qualcuno per il quale un ballo sarebbe
più una punizione che un piacere?"
"Se intendi dire Holmes",
esclamò il fratello, "può andarsene a letto, se
preferisce, prima che cominci, ma quanto al ballo, è una cosa
ormai decisa."
"I balli mi piacerebbero
infinitamente di più", replicò lei, "se si svolgessero in
maniera diversa. Sarebbe molto più sensato se all'ordine del
giorno ci fosse la conversazione invece della danza."
"Molto più sensato, mia cara Irene, lo ammetto, ma non sarebbe molto vicino a un ballo."
Miss Watson non rispose, e
subito dopo si alzò e si mise a passeggiare per la stanza. Aveva
una figura elegante, e camminava bene, ma Holmes, al quale era
destinato il tutto, restava ancora inflessibilmente assorto. Ormai
preda della disperazione, decise di fare un ulteriore tentativo e,
rivolgendosi a Molly, disse,
"Miss Molly Hooper,
lasciatevi convincere a seguire il mio esempio, e a fare un giro per la
stanza. Vi assicuro che è molto riposante dopo essere rimaste
sedute così a lungo nella stessa posizione."
Molly ne fu sorpresa, ma
accettò. Miss Watson ebbe non meno successo nell'obiettivo reale
di quel gesto cortese; Mr. Holmes alzò lo sguardo. Era rimasto
colpito quanto Molly dalla novità di una gentilezza da quella
fonte, e chiuse senza accorgersene il libro. Fu subito invitato a
unirsi a loro, ma rifiutò, osservando che poteva immaginare solo
due motivi per quella scelta di passeggiare avanti e indietro per la
stanza, con entrambi i quali la sua partecipazione avrebbe interferito.
Miss Watson stava morendo dalla voglia di sapere che cosa intendeva
dire, e chiese a Molly se fosse in grado di interpretarlo.
"Assolutamente no", fu la
risposta; "ma contateci, intende essere severo con noi, e il mezzo
più sicuro per deluderlo sarà di non chiedergli nulla in
proposito."
Miss Watson, però,
era incapace di dare una qualsiasi delusione a Mr. Holmes, e quindi
perseverò nel chiedere una spiegazione circa quei due motivi.
"Non ho nulla in contrario
a spiegarli", disse lui, non appena lei gli consentì di parlare.
"O avete scelto questo modo di passare la serata perché siete in
confidenza e avete affari riservati da discutere, oppure perché
siete consapevoli che le vostre figure appaiano nel modo migliore
camminando; nel primo caso sarei sicuramente d'intralcio, e nel secondo
posso ammirarvi molto meglio se resto seduto accanto al fuoco."
"Ma è inaudito!"
esclamò Miss Watson. "Non ho mai sentito nulla di così
disgustoso. Come lo puniremo per un discorso del genere?"
"Nulla di più facile." disse Molly. "Stuzzicatelo, ridete di lui. Intimi come siete, dovete sapere come fare."
"Sul mio onore, non lo so.
Vi assicuro che l'intimità non mi ha ancora insegnato questo.
Stuzzicare un temperamento così tranquillo e una tale presenza
di spirito! No, no, so che qui può sconfiggerci. E quanto a
riderne, non ci esponiamo, ve ne prego, al tentativo di ridere senza
motivo. Mr. Holmes può felicitarsi con se stesso."
"Non si può ridere
di Mr. Holmes!" esclamò Molly. "È un vantaggio non
comune, e spero che continuerà a essere non comune,
perché per me sarebbe una grossa perdita avere molte conoscenze
del genere. Mi piace così tanto una bella risata."
"Miss Watson", disse lui,
"mi ha concesso più credito di quanto ne sia dovuto. Il
più saggio e il migliore degli uomini, o meglio, la più
saggia e la migliore delle sue azioni, può essere resa ridicola
da una persona il cui scopo principale nella vita è scherzare."
"Certo", replicò
Molly, "ci sono persone del genere, ma spero di non essere una di loro.
Stravaganze e sciocchezze, capricci e assurdità mi divertono, lo
ammetto, e ne rido ogni volta che posso. Ma queste cose, suppongo, sono
proprio quelle da cui voi siete immune."
"Forse questo non è
possibile per nessuno. Ma nella vita ho sempre cercato di evitare
quelle debolezze che spesso espongono al ridicolo anche una notevole
intelligenza."
"Come la vanità e l'orgoglio."
"Sì, la
vanità è indubbiamente una debolezza. Ma l'orgoglio...
dove c'è una reale superiorità d'intelletto, l'orgoglio
sarà sempre sotto attento controllo."
Molly si girò per nascondere un sorriso.
"Il vostro esame di Mr. Holmes è terminato, presumo", disse Miss Watson; "e vi prego, qual è il risultato?"
"Mi sono perfettamente convinta che Mr. Holmes non abbia difetti. Lo ammette lui stesso senza alcun dubbio."
"No", disse Holmes, "non ho
mai preteso una cosa del genere. Ho diversi difetti, ma non riguardano,
spero, l'intelletto. Non posso certo garantire per il mio carattere.
Credo che sia ben poco accomodante. Non riesco a dimenticare le follie
e i vizi degli altri quanto dovrei, né le offese fattemi. I miei
sentimenti non si spostano a ogni tentativo di smuoverli. La mia stima
una volta perduta è perduta per sempre."
"Questo sì che
è un vero e proprio difetto!" esclamò Molly. "Un rancore
implacabile è una macchia in un carattere. Ma come difetto
è scelto bene. Non posso davvero riderne. Nei miei confronti
siete in salvo."
"In ogni temperamento
c'è, credo, una tendenza a un qualche particolare peccato,
un'imperfezione naturale che nemmeno la migliore educazione può
sconfiggere."
"E la vostra imperfezione è detestare tutti."
"E la vostra", replicò lui con un sorriso, "è l'ostinazione nel fraintenderli."
"Facciamo un po' di
musica", esclamò Miss Watson, stanca di una conversazione nella
quale non aveva parte. Fu aperto il pianoforte e Holmes, dopo qualche
istante di riflessione, non ne fu dispiaciuto. Cominciava ad avvertire
il pericolo di concedere troppa attenzione a Molly.
12
Il mattino dopo Molly
scrisse alla madre per pregarla di mandare la carrozza nel corso della
giornata. Ma Mrs. Hooper non poteva rassegnarsi ad accoglierle
così presto. Mrs. Hooper mandò a dire che non sarebbero
stati in grado di disporre della carrozza prima di martedì.
Tuttavia, Molly era fermamente decisa a non restare più a lungo
e, nel timore di essere considerate delle intruse per essersi
trattenute troppo senza necessità, insistette con Mary
affinché chiedesse immediatamente a Mr. Watson di poter usare la
sua carrozza, e alla fine fu stabilito che avrebbero parlato della loro
intenzione di lasciare Netherfield quello stesso giorno.
La notizia suscitò
molte dichiarazioni di rincrescimento; quello che fu detto sul
desiderio di farle restare almeno fino al giorno seguente ebbe effetto
su Mary, e la partenza fu differita all'indomani.
Il padrone di casa apprese
con genuino dispiacere che se ne sarebbero andate così presto, e
cercò ripetutamente di convincere Miss Hooper che per lei non
sarebbe stato consigliabile, che non si era ristabilita abbastanza; ma
Mary sapeva essere inflessibile quando si sentiva nel giusto.
Per Mr. Holmes la notizia
fu la benvenuta. Molly era rimasta anche troppo a Netherfield. Era
attratto da lei più di quanto desiderasse, e Miss Watson era
scortese con lei e più fastidiosa del solito con lui. Decise
saggiamente di stare particolarmente attento a non farsi scappare, in
quel momento, nessun segno di ammirazione, nulla che potesse far
sorgere in lei la speranza di poterne influenzare la felicità;
era consapevole che se mai fosse sorta un'idea del genere, il suo
comportamento durante l'ultimo giorno avrebbe pesato concretamente nel
confermarla o mandarla in frantumi. Fermo nel suo proposito, le rivolse
a malapena dieci parole nel corso di tutto il sabato, e sebbene una
volta si fossero ritrovati da soli per mezz'ora, si dedicò
scrupolosamente al suo libro e non la degnò di un'occhiata.
La domenica ebbe luogo la
separazione. La cortesia di Miss Watson verso Molly crebbe rapidamente
verso la fine, così come il suo affetto per Mary; Molly prese
congedo da tutti di ottimo umore.
13
"Spero, mia cara", disse
Mr. Hooper alla moglie il mattino dopo, "che tu abbia ordinato un buon
pranzo per oggi, perché ho ragione di aspettarmi un'aggiunta al
nostro gruppo familiare."
"Che intendi dire?"
"Circa un mese fa ho
ricevuto questa lettera, e all'incirca una quindicina di giorni fa ho
risposto, poiché l'ho ritenuta una questione piuttosto delicata,
per la quale non c'era tempo da perdere. È di mio cugino, Mr.
Collins, che, quando sarò morto, potrà cacciarvi di casa
non appena lo vorrà."
"Oh! mio caro",
esclamò Mrs. Hooper, "Non sopporto di sentirlo nominare. Ti
prego di non parlare di quell'uomo odioso. Credo che sia la cosa
più penosa al mondo, che una proprietà sia vincolata ad
altri anziché alle proprie figlie, e di sicuro se fossi stata al
tuo posto avrei provato da tempo a fare qualcosa al riguardo."
"È sicuramente una
faccenda estremamente ingiusta", disse Mr. Hooper, "e nulla può
assolvere Mr. Collins dalla colpa di essere l'erede di Longbourn. Ma,
se starai a sentire quello che dice nella lettera, forse la sua maniera
di esprimersi ti ammorbidirà un pochino."
"No, sicuramente no. E
credo che sia una vera e propria sfacciataggine da parte sua anche il
solo scriverti. Detesto simili falsi amici. Perché mai non
continua a litigare con te come faceva il padre prima di lui?"
"Be', in verità sembra che abbia avuto in testa un qualche scrupolo filiale, come sentirai."
Egregio Signore,
Le
divergenze esistenti tra voi e il mio defunto e onorato padre mi hanno
sempre molto turbato e, da quando ho avuto la sventura di perderlo, ho
spesso desiderato di ricomporre il dissidio; per diverso tempo,
tuttavia, sono stato trattenuto dai miei dubbi, dal timore che da parte
mia potesse sembrare irrispettoso per la sua memoria essere in rapporti
amichevoli con una persona con la quale lui aveva preferito essere in
disaccordo. - "Ecco, Mrs. Hooper." - Il mio animo, tuttavia, ha ormai
deciso al riguardo, poiché, avendo preso gli ordini a Pasqua,
sono stato così fortunato da essere onorato dal favore
dell'Illustrissimo Lord De Bourgh la cui munificenza e
generosità hanno preferito me per la preziosa carica di rettore
di questa parrocchia. Come ecclesiastico, inoltre, considero mio dovere
promuovere e instaurare la benedizione della pace in tutte le famiglie
all'interno della mia sfera d'influenza, e, in questo ambito, mi
lusingo di credere che la mia attuale professione di buona
volontà sia altamente encomiabile, e che la circostanza di
essere il prossimo erede della proprietà di Longbourn possa
essere da parte vostra superata, senza indurvi a rifiutare il
ramoscello d'olivo che vi offro. Non posso essere altro che turbato per
ritrovarmi a essere fonte di un danno per le vostre amabili figlie, e
vi prego di permettermi di farvi le mie scuse per questo. Qualora non
aveste nulla in contrario a ricevermi a casa vostra, mi propongo di
concedermi la gioia di far visita a voi e alla vostra famiglia per
lunedì 18 novembre alle quattro, e ho intenzione di abusare
della vostra ospitalità fino al sabato della settimana
successiva. Resto, egregio signore, con i rispettosi ossequi alla
vostra signora e alle vostre figlie, il vostro devoto amico,
Tom Collins.
"Alle quattro dobbiamo
quindi aspettarci questo gentiluomo apportatore di pace", disse Mr.
Hooper, ripiegando la lettera. "Parola mia, sembra un giovanotto molto
coscienzioso e beneducato, e non ho dubbi che si rivelerà una
conoscenza preziosa, specialmente se Lord De Bourgh sarà
così indulgente da permettergli di tornare di nuovo a trovarci."
"C'è comunque una
certa dose di buonsenso in quello che dice riguardo alle nostre
ragazze, e se è disposto a fare ammenda nei loro confronti non
sarò certo io a scoraggiarlo."
"Sebbene sia difficile",
disse Mary, "immaginare in che modo intenda quel risarcimento che pensa
ci sia dovuto, il desiderio va certamente a suo onore."
Molly era rimasta colpita soprattutto dalla straordinaria deferenza per Lord De Bourgh.
"Dev'essere un tipo strano,
credo", disse. "Non riesco a capirlo. C'è qualcosa di molto
pomposo nel suo stile. E che cosa vorrà dire scusandosi per
essere il titolare del vincolo? Non si può certo supporre che
voglia rinunciarvi, anche se potesse. Lo credete un uomo intelligente,
signore?"
"No, mia cara, non credo.
Nutro grandi speranza di trovarlo esattamente l'opposto. Nella sua
lettera c'è un miscuglio di servilismo e presunzione che
promette bene. Non vedo l'ora di conoscerlo."
"Dal punto di vista dello
stile", disse Sally, "la lettera non sembra scritta male. Forse l'idea
del ramoscello d'olivo non è molto originale, ma credo sia ben
espressa."
Quanto alla madre, la
lettera di Mr. Collins aveva fatto svanire molto del suo rancore, ed
era propensa a conoscerlo con una grado di padronanza di sé che
stupì il marito e le figlie.
Mr. Collins arrivò
puntuale all'ora fissata e fu ricevuto con grande cortesia dall'intera
famiglia. Era un giovanotto di venticinque anni, di corporatura esile
ed aveva maniere molto formali. Non appena seduto si complimentò
con Mrs. Hooper per avere delle figlie così graziose e aggiunse
di non avere dubbi sul fatto di vedere tutte loro, nei tempi dovuti,
felicemente sposate. Mrs. Hooper, che non trovava mai da ridire sui
complimenti, rispose con molta prontezza.
"Siete davvero molto
gentile, signore, e mi auguro con tutto il cuore che possa essere
così, perché altrimenti si troverebbero quasi
nell'indigenza. Le cose sono messe in modo così strano."
"Forse alludete al vincolo di questa proprietà."
"Ah! signore, è
proprio così. È una faccenda dolorosa per le mie povere
ragazze, dovete ammetterlo. Non che intenda dare la colpa a voi,
perché in queste cose so che al mondo è tutto affidato al
caso."
"Sono perfettamente
consapevole, signora, delle difficoltà delle mie belle cugine, e
potrei dire molto sull'argomento, se non temessi di apparire sfacciato
e precipitoso. Ma posso assicurare le signorine di essere venuto
preparato ad ammirarle. Al momento non voglio dire di più, ma
forse quando ci saremo conosciuti meglio..."
Fu interrotto dall'annuncio del pranzo.
14
Durante il pranzo Mr.
Hooper non disse quasi una parola, ma quando i domestici si furono
ritirati pensò che fosse giunto il momento di fare conversazione
con il suo ospite, e quindi iniziò con un argomento nel quale si
aspettava che lui brillasse, osservando come avesse avuto molta fortuna
con il suo patrono. Mr. Hooper non avrebbe potuto scegliere meglio. Mr.
Collins fu eloquente nei suoi elogi. L'argomento lo portava a essere
più solenne del solito, e con un'aria di estrema importanza
dichiarò che in vita sua non era mai stato testimone di un
comportamento simile in una persona di rango, tanta affabilità,
tanta condiscendenza, da lui stesso sperimentata. Si era graziosamente
compiaciuto di approvare entrambi i sermoni che aveva già avuto
l'onore di pronunciare in sua presenza. Lo aveva anche invitato due
volte a Rosings. Lord De Bourgh era considerato pieno d'orgoglio da
molte persone di sua conoscenza, ma lui non aveva mai visto altro che
affabilità. Si era sempre rivolto a lui come a qualsiasi altro
gentiluomo; non aveva sollevato la minima obiezione a che lui
frequentasse la società del dintorni, né che lasciasse
occasionalmente la parrocchia per una settimana o due, per far visita
ai suoi parenti. Aveva persino avuto la condiscendenza di consigliargli
di sposarsi il prima possibile, a patto che scegliesse con giudizio, e
una volta gli aveva fatto visita nella sua umile canonica.
"Tutto davvero molto
appropriato e cortese, certamente", disse Mrs. Hooper, "e credo proprio
che sia un uomo molto amabile. Abita vicino a voi, signore?"
"Il giardino in cui si
trova la mia umile dimora è separato solo da un sentiero da
Rosings Park, la residenza di sua signoria."
"Mi sembra che abbiate detto che è vedovo, signore; ha figli?"
"Ha solo una figlia, l'erede di Rosings e di una proprietà molto estesa."
"Ah!", disse Mrs. Hooper
scuotendo la testa, "allora è messa meglio di tante ragazze. E
che genere di signorina è? È bella?"
"È una signorina
veramente incantevole. Lo stesso Lord De Bourgh dice che, quanto a vera
bellezza, Miss Sarah de Bourgh è di gran lunga superiore alle
più belle del suo sesso, poiché c'è quel certo non
so che nei suoi lineamenti che denota una signorina di nobili natali.
Sfortunatamente è di debole costituzione, il che le ha impedito
di fare quei progressi in molti campi che altrimenti non avrebbe
mancato di fare."
"È stata presentata a corte? Non ricordo il suo nome tra quelli delle altre signore."
"Sfortunatamente il suo
cagionevole stato di salute le impedisce di stare in città, e
questo, come un giorno ho detto a Lord De Bourgh, ha privato la corte
britannica del suo più fulgido ornamento. Sua signoria mi
è parso compiaciuto all'idea, e potete immaginare come io sia
felice di offrire in ogni occasione questi piccoli e delicati omaggi."
"Una considerazione molto
appropriata", disse Mr. Hooper, "ed è una fortuna per voi
possedere il talento di adulare con delicatezza. Posso chiedervi se
queste piacevoli attenzioni sorgono da un impulso del momento, o se
sono il risultato di una preparazione precedente?"
"Derivano principalmente da
ciò che succede al momento, e sebbene talvolta mi diverta a
ideare e predisporre dei piccoli omaggi eleganti che possano essere
adattati alle occasioni più frequenti, mi sforzo sempre di dar
loro, per quanto possibile, un'aria naturale."
Le aspettative di Mr.
Hooper trovarono piena conferma. Il cugino era tanto ridicolo quanto
aveva sperato, e lo ascoltò con il massimo godimento, mantenendo
allo stesso tempo un'assoluta impassibilità.
15
Mr. Collins non era un uomo
intelligente, e le deficienze naturali erano state ben poco alleviate
dall'educazione o dai rapporti sociali, visto che aveva trascorso gran
parte della sua vita sotto la guida di un padre illetterato e
spilorcio. Per un caso fortunato era stato raccomandato a Lord de
Bourgh, e il rispetto che egli provava per l'altezza del suo rango, e
la venerazione che aveva per lui come suo benefattore, unita all'ottima
opinione che aveva di se stesso, della sua autorità di
ecclesiastico e dei suoi diritti di rettore, lo avevano trasformato in
un misto di orgoglio e ossequiosità, di boria e umiltà.
Avendo ora una bella casa e
una rendita più che sufficiente, aveva intenzione di sposarsi, e
cercando una riconciliazione con la famiglia di Longbourn aveva in
mente una moglie, visto che intendeva sceglierne una tra le figlie, se
le avesse trovate belle e simpatiche come generalmente si diceva.
Il progetto non subì
modifiche una volta che le ebbe conosciute. L'adorabile viso di Miss
Hooper confermava i suoi propositi, ed era confacente alle sue
più rigide convinzioni su ciò che fosse dovuto alla
primogenitura; così, per la prima sera, fu lei la prescelta. Il
mattino dopo, tuttavia, causò una variazione, poiché un
tête-à-tête di un quarto d'ora con Mrs. Hooper prima
di colazione, una conversazione partita dalla canonica, che aveva
condotto in modo naturale alla confessione della propria speranza di
poter trovare a Longbourn una padrona di casa per essa, produsse in
lei, tra sorrisi compiaciuti e un generale incoraggiamento, un invito
alla prudenza proprio verso quella Mary che lui aveva scelto. Riguardo
alle figlie minori non era a conoscenza di nessuna predilezione; quanto
alla figlia maggiore, aveva il dovere di dirlo... si sentiva obbligata
ad accennarlo, era probabile che molto presto si sarebbe fidanzata.
Mr. Collins doveva solo
scambiare Mary con Molly, e fu presto fatto... fatto mentre Mrs. Hooper
stava attizzando il fuoco. Molly, che veniva subito dopo Mary per
nascita e bellezza, le subentrò senza scosse.
L'intenzione di Janine di
fare una passeggiata a Meryton non era stata dimenticata; tutte le
sorelle eccetto Sally acconsentirono ad andare con lei, e Mr. Collins
le avrebbe accompagnate su richiesta di Mr. Hooper, che era molto
ansioso di sbarazzarsi di lui.
In pompose nullità
da parte sua, e in cortesi cenni di assenso delle cugine, passarono il
tempo fino all'ingresso a Meryton. Da quel momento per lui non fu
più possibile ottenere l'attenzione delle più giovani. I
loro sguardi cominciarono immediatamente ad aggirarsi per le vie in
cerca di ufficiali, e nulla di meno di un cappellino davvero molto
elegante, o di una mussolina appena messa in vetrina, riusciva ad
attirarle.
Ma
l'attenzione di tutte le signore fu presto catturata da un giovanotto,
che non avevano mai visto prima, di aspetto molto distinto, a passeggio
con un ufficiale dall'altro lato della strada. L'ufficiale era proprio
Mr. Denny del cui ritorno da Londra Janine era venuta a informarsi, e
che fece un inchino mentre passavano. Tutte furono colpite dall'aspetto
del forestiero, tutte si chiedevano chi fosse, e Philippa e Janine,
decise a fare il possibile per scoprirlo, attraversarono la strada col
pretesto di avere bisogno di qualcosa nel negozio di fronte, ed ebbero
la fortuna di essere appena giunte sul marciapiede quando i due
gentiluomini, tornando indietro, si ritrovarono nel medesimo punto. Mr.
Denny rivolse subito loro la parola, e chiese il permesso di presentare
il suo amico, Mr. Moriarty, tornato con lui il giorno prima dalla
città, che, era felice di dirlo, si era dichiarato disposto ad
acquistare un brevetto da ufficiale nel loro reggimento. Era proprio
quello che ci voleva, poiché al giovanotto mancava solo la
divisa per completarne il fascino. L'aspetto era senz'altro a suo
favore; aveva tutto quello che si può chiedere alla bellezza, un
bel volto, una bella figura e modi molto piacevoli. Dopo essere stato
presentato rivelò subito la sua disinvoltura di conversatore,
una disinvoltura allo stesso tempo perfettamente corretta e senza
pretese; e tutta la compagnia era ancora intenta a chiacchierare molto
gradevolmente quando sentirono un rumore di cavalli, e videro
avvicinarsi lungo la strada Holmes e Watson in sella. Riconoscendo nel
gruppo le signore, i due gentiluomini si diressero subito verso di loro
e iniziarono i consueti convenevoli. Watson era quello che parlava di
più, e Miss Hooper la principale destinataria della sue parole.
Disse che stava andando proprio a Longbourn per chiedere notizie di
lei. Mr. Holmes lo confermò con un inchino, e stava imponendosi
di non fissare lo sguardo su Molly quando fu raggelato dalla vista del
forestiero, e Molly, avendo visto per caso l'espressione di entrambi
mentre si fissavano l'un l'altro, rimase davvero stupefatta dagli
effetti di quell'incontro. Tutti e due cambiarono colore, uno
diventò bianco, l'altro rosso. Mr. Moriarty, dopo qualche
istante, si toccò il cappello, un saluto che Mr. Holmes si
degnò a malapena di ricambiare. Che cosa poteva significare?
Un minuto dopo Mr. Watson,
senza dare l'impressione di aver visto ciò che era accaduto,
prese congedo e continuò a cavalcare insieme all'amico.
Mr. Moriarty passeggiò con le signorine fino alla porta di Mrs. Phillips e poi si congedò con un inchino.
Mrs. Phillips era sempre
contenta di vedere le nipoti; le due più grandi poi, data la
loro recente assenza, furono particolarmente benvenute, e stava
esprimendo con vivacità la sua sorpresa per il loro improvviso
ritorno a casa, quando la sua cortesia fu chiamata a rivolgersi a Mr.
Collins dalla presentazione di quest'ultimo da parte di Mary. Lei lo
accolse con la massima gentilezza, che lui ricambiò molto
ampiamente. Mrs. Phillips fu completamente sopraffatta da un tale
eccesso di buona educazione, ma dovette presto mettere da parte le sue
riflessioni su quel forestiero per le rumorose domande sull'altro, del
quale, tuttavia, poteva solo dire alle nipoti quello che già
sapevano. Disse che era stata per un'ora a osservarlo mentre
passeggiava avanti e indietro, e se Mr. Moriarty fosse apparso Philippa
e Janine avrebbero certamente continuato a fare lo stesso, ma
sfortunatamente nessuno passò sotto le finestre salvo qualcuno
degli ufficiali, che, a paragone con il forestiero, erano diventati
"persone stupide e antipatiche". Alcuni di loro avrebbero pranzato con
i Phillips il giorno successivo, e la zia promise di mandare lo zio a
far visita a Moriarty per invitare anche lui, se la famiglia di
Longbourn fosse venuta nel pomeriggio. L'invito fu accettato e si
salutarono tutti di ottimo umore.
Tornando a casa, Molly
informò Mary su quello che aveva visto succedere tra i due
gentiluomini, ma benché Mary fosse disposta a difendere ciascuno
dei due, o anche entrambi se fosse emerso che erano in torto, non fu in
grado di spiegare un simile comportamento più della sorella.
16
Visto che non fu mossa
nessuna obiezione circa l'impegno delle ragazze con la zia, e che gli
scrupoli di Mr. Collins nel lasciare da soli Mr. e Mrs. Hooper furono
respinti con molta fermezza, la carrozza portò lui e le sue
cugine a Meryton, e le ragazze ebbero il piacere di sentire, non appena
entrate in salotto, che Mr. Moriarty aveva accettato l'invito dello zio
ed era già in casa.
Apparvero i signori, e
quando Mr. Moriarty entrò nella stanza, Molly si rese conto che
l'ammirazione provata al primo incontro, e poi ripensando a lui, non
era minimamente irragionevole.
Mr. Moriarty fu il
fortunato a cui si rivolsero quasi tutti gli sguardi femminili, e Molly
fu la fortunata accanto alla quale lui si sedette alla fine, e il modo
gradevole con cui lui iniziò immediatamente a conversare, anche
se riguardava solo l'umidità della serata e le
probabilità di una stagione piovosa, le fecero capire come gli
argomenti più triti, noiosi e banali potessero essere resi
interessanti dall'abilità di chi ne parla.
Furono sistemati i tavoli
da gioco. Mr. Moriarty non giocava a whist, e fu accolto con molto
piacere all'altro tavolo, tra Molly e Janine. Dapprima sembrava esserci
il pericolo che fosse accaparrato interamente da Janine, dato che era
una parlatrice molto risoluta; ma visto che era anche estremamente
attratta dalla lotteria, si mostrò subito più interessata
al gioco. Pur lasciandosi coinvolgere dal gioco quel tanto che bastava,
Mr. Moriarty fu perciò libero di chiacchierare con Molly, e lei
era dispostissima ad ascoltarlo, anche se avrebbe desiderato
soprattutto ascoltare ciò che non sperava potesse essere detto,
la storia della sua conoscenza con Mr. Holmes. La sua curiosità
tuttavia venne appagata in modo inaspettato. Fu lo stesso Mr. Moriarty
a introdurre l'argomento. Si informò sulla distanza tra
Netherfield e Meryton e, dopo aver ottenuto la risposta, chiese con
fare esitante da quanto tempo Mr. Holmes fosse lì.
"Da circa un mese", disse
Molly; e poi, restia a lasciar cadere l'argomento, aggiunse, "è
una persona con proprietà molto estese nel Derbyshire, da quanto
ho capito."
"Sì", rispose Mr.
Moriarty; "la sua tenuta lì è enorme. Diecimila sterline
nette all'anno. Non avreste potuto incontrare una persona più
adatta di me a darvi informazioni certe in proposito, poiché ho
avuto rapporti molto stretti con la sua famiglia fin dall'infanzia."
Molly non poté fare a meno di mostrarsi sorpresa.
"Potete ben essere
sorpresa, Miss Hooper, da un'affermazione del genere, dopo aver visto
la freddezza del nostro incontro di ieri. Conoscete bene Mr. Holmes?"
"Quel tanto che mi basta",
esclamò Molly con molto calore, "ho passato quattro giorni nella
stessa casa insieme a lui, e lo ritengo molto antipatico."
"Non ho nessun diritto di
esprimere la mia opinione", disse Moriarty, "sul suo essere simpatico o
meno. Lo conosco da troppo tempo e troppo bene per essere un buon
giudice. Sarebbe impossibile per me essere imparziale. Ma credo che la
vostra opinione su di lui stupirebbe quasi tutti, e forse non la
esprimereste in modo così deciso da nessun'altra parte. Qui
siete in famiglia."
"Parola mia, non sto
dicendo qui quello che non direi in qualunque altra casa nei dintorni,
salvo Netherfield. Non è affatto popolare nell'Hertfordshire.
Sono tutti disgustati dal suo orgoglio. "
"Non posso certo fingere di
essere dispiaciuto", disse Moriarty, dopo una breve pausa, "del fatto
che lui o chiunque altro sia giudicato come merita; ma con lui credo
che non accada spesso. Il mondo è accecato dalla sua ricchezza e
dalla sua importanza, o intimorito dai suoi modi alteri e perentori, e
lo vede solo come lui vuole essere visto."
"Io lo giudicherei, per
quel poco che lo conosco, un uomo con un pessimo carattere." Moriarty
si limitò a scuotere la testa.
"Mi domando", disse lui,
non appena ebbe di nuovo l'opportunità di parlare, "se è
probabile che si fermi ancora a lungo in questa zona."
"Non ne ho la minima idea. Spero che i vostri progetti non saranno influenzati dalla sua presenza da queste parti."
"Oh! no, non spetta a me
andare via a causa di Mr. Holmes. Non siamo in rapporti amichevoli, e
mi è sempre penoso incontrarlo, ma non ho nessun motivo per
evitarlo se non ciò che potrei affermare di fronte al mondo
intero; la consapevolezza di aver subito un trattamento crudele. Il
padre, Miss Holmes, il defunto Mr. Holmes, era uno degli uomini
migliori mai esistiti, e l'amico più sincero che io abbia mai
avuto; e non potrò mai ritrovarmi in compagnia di Mr. Holmes
senza sentire nel profondo dell'anima il tormento di mille teneri
ricordi. Il suo comportamento verso di me è stato scandaloso, ma
credo sinceramente che potrei perdonargli tutto salvo aver tradito le
speranze e infangato la memoria del padre."
L'interesse di Molly cresceva ma la delicatezza dell'argomento le impedì ulteriori domande.
Mr. Moriarty cominciò a parlare di cose più generiche.
"È stata
principalmente la prospettiva di conoscenze stabili, di buone
conoscenze", aggiunse, "che mi ha indotto a entrare in questo
reggimento. Sapevo che era molto rispettabile e piacevole. Ho subito
una delusione e il mio spirito non sopporta la solitudine. La vita
militare non è ciò a cui ero destinato. La chiesa doveva
diventare la mia professione. Ero stato cresciuto per la chiesa, e a
quest'ora avrei dovuto essere in possesso di un ottimo beneficio
ecclesiastico, se così avesse voluto il gentiluomo di cui stiamo
parlando."
"Davvero!"
"Sì; il defunto Mr.
Holmes mi aveva lasciato in eredità il miglior beneficio in suo
possesso. Era il mio padrino, e mi era estremamente affezionato. Aveva
intenzione di provvedere ampiamente a me, e pensava di averlo fatto; ma
quando il beneficio si rese disponibile, fu dato a un altro."
"Giusto cielo!"
esclamò Molly; "ma come è potuto succedere? Come è
stato possibile ignorare la sua volontà? Perché non avete
seguito le vie legali?"
"C'era un specie di piccola
irregolarità formale nei termini del lascito che non mi lasciava
speranze di fronte alla legge. Un uomo d'onore non avrebbe avuto dubbi
su quali fossero le intenzioni, ma Mr. Holmes preferì averli, o
considerarle come una semplice raccomandazione condizionata, asserendo
anche che avevo perso ogni diritto a causa della mia stravaganza, della
mia leggerezza, per farla breve di tutto e di niente. Ho un carattere
focoso, avventato, e forse posso talvolta aver espresso con troppa
libertà la mia opinione su di lui, e a lui. Ma il fatto è
che siamo persone molto diverse, e che lui mi odia."
"Ma è terribile! Merita di essere svergognato pubblicamente."
"Una volta o l'altra lo
sarà, ma non da me. Finché non sarò capace di
dimenticare il padre, non potrò mai sfidare o smascherare lui."
Molly gli rese onore per sentimenti del genere, e gli sembrò più bello che mai mentre li esprimeva.
"Ma", disse, dopo una breve pausa, "che cosa può averlo indotto a comportarsi in modo così crudele?"
"Una profonda, risoluta
antipatia verso di me, un'antipatia che non posso che attribuire in
qualche misura alla gelosia. Se il defunto Mr. Holmes mi avesse amato
di meno, il figlio mi avrebbe sopportato di più."
"Non ritenevo Mr. Holmes
così malvagio. Avevo immaginato che disprezzasse i suoi simili
in generale, ma non sospettavo che si abbassasse a una vendetta
così meschina, a un'ingiustizia, a una mancanza di
umanità come questa!"
Dopo qualche minuto di
riflessione, comunque, proseguì, "Ricordo, però, come un
giorno, a Netherfield, si sia vantato dell'implacabilità del suo
risentimento, di un carattere che non perdona. Deve avere un'indole
terribile."
"Non sono affidabile su questo argomento", replicò Moriarty, "non posso essere imparziale nei suoi confronti."
Molly si immerse di nuovo
nei propri pensieri, e dopo un po' esclamò, "Trattare in questa
maniera il figlioccio del padre!" Avrebbe potuto aggiungere, "Un
giovanotto come voi, poi, che solo a guardarlo si capisce quanto sia
amabile", ma si accontentò con "E qualcuno, poi, che è
stato probabilmente suo compagno fin dall'infanzia, legato, come credo
abbiate detto, in modo così intimo!"
"Siamo nati nella stessa
parrocchia, abbiamo passato insieme gran parte della nostra
gioventù; insieme nella stessa casa, condividendo gli stessi
giochi, entrambi oggetto delle stesse cure paterne. Mio padre
rinunciò a tutto per dedicare tutto il suo tempo a occuparsi
della proprietà di Pemberley. Era stimato moltissimo da Mr.
Holmes e spesso Mr. Holmes riconosceva di dovere moltissimo alla
solerte supervisione di mio padre, e quando, immediatamente prima della
morte di mio padre, Mr. Holmes gli fece spontaneamente la promessa di
provvedere a me, mi ero convinto che si sentisse tanto in debito di
gratitudine con lui, quanto affezionato a me."
"Com'è strano!"
esclamò Molly, "Com'è disgustoso! Mi meraviglio di come
lo stesso orgoglio di Mr. Holmes non l'abbia condotto a essere giusto
con voi! Se non per un motivo migliore, almeno perché era troppo
orgoglioso per essere disonesto, perché posso chiamarla solo
disonestà."
"C'è di che
meravigliarsi", ripose Moriarty, "poiché quasi tutte le sue
azioni sono riconducibili all'orgoglio; e l'orgoglio è stato
spesso il suo miglior amico. Ma nessuno di noi è coerente, e nel
suo comportamento verso di me hanno agito impulsi più forti
persino dell'orgoglio."
"Può mai un orgoglio così abominevole avergli fatto fare del bene?"
"Sì. Lo ha spesso
condotto a essere munifico e generoso, a elargire il suo denaro con
liberalità, a mostrarsi ospitale, ad aiutare i suoi affittuari e
a soccorrere i poveri. L'orgoglio familiare, e l'orgoglio filiale,
hanno reso possibili queste cose. Non apparire come colui che disonora
la famiglia o far scadere l'influenza della famiglia di Pemberley, sono
motivazioni potenti. Ha anche l'orgoglio fraterno, che unito a una
sorta di affetto fraterno, lo rende un tutore molto gentile e attento
della sorella."
"Che genere di ragazza è Miss Holmes?"
Lui scosse la testa.
"Vorrei poterla definire amabile. Ma lei è troppo simile al
fratello, molto, molto orgogliosa. Da bambina, era affettuosa e
simpatica, ed estremamente attaccata a me; e io dedicavo ore e ore a
farla divertire. Ma ormai non è più niente per me.
È una ragazza attraente, di quindici o sedici anni, e so che
è molto istruita. Dalla morte del padre la sua casa è
stata Londra, dove una signora vive con lei e sovrintende alla sua
educazione."
Dopo molti silenzi e molti
tentativi di altri argomenti, Molly non poté fare a meno di
riprendere una volta ancora il primo, dicendo,
"Sono stupita dalla sua
intimità con Mr. Watson! Come può Mr. Watson, che sembra
la personificazione della bontà, ed è, lo credo davvero,
sinceramente amabile, essere amico di un uomo simile? Conoscete Mr.
Watson?"
"Per niente."
"È un uomo con un carattere dolce, amabile, incantevole. Non può sapere chi è Mr. Holmes."
"Probabilmente no; ma Mr.
Holmes se vuole può essere un compagno socievole, se pensa che
ne valga la pena. Tra coloro che gli sono pari in importanza è
un uomo molto diverso da quello che è con i meno fortunati. "
Poco dopo il tavolo di
whist si sciolse, i giocatori si riunirono intorno a un altro tavolo e
Mr. Collins prese posto tra sua cugina Molly e Mrs. Phillips.
Quest'ultima gli fece le usuali domande sulla sua fortuna al gioco. Non
era stata molta; aveva perduto sempre; Mrs. Phillips cominciò a
esprimere il suo rincrescimento.
"So benissimo, signora",
disse Mr. Collins, "che quando una persona si siede a un tavolo da
gioco, dev'essere consapevole di affidarsi al caso, e per fortuna non
sono in condizioni tali da ritenere importanti cinque scellini. Senza
dubbio ce ne sono molti che non potrebbero dire lo stesso ma, grazie a
Lord de Bourgh, sono ben lungi dal dovermi preoccupare di queste
piccolezze."
Queste parole attirarono
l'attenzione di Mr. Moriarty; e dopo aver osservato Mr. Collins per
qualche istante, chiese a bassa voce a Molly se il suo parente
conoscesse bene la famiglia de Bourgh.
"Lord de Bourgh", rispose lei, "gli ha concesso molto di recente un beneficio. "
"Saprete certamente che
Lord de Bourgh e Lady Holmes erano fratelli; di conseguenza lui
è lo zio dell'attuale Mr. Holmes."
"No davvero, non lo sapevo."
"La figlia, Miss de Bourgh, avrà una vasta fortuna, e si dice che lei e il cugino uniranno le due proprietà."
Questa informazione fece sorridere Molly, pensando alla povera Miss Watson.
"Mr. Collins", disse lei,
"parla con grandissima stima di Lord de Bourgh e della figlia; ma da
alcuni particolari che ha raccontato di sua signoria, sospetto che la
sua gratitudine lo porti fuori strada, e che nonostante sia il suo
benefattore, sia un uomo arrogante e presuntuoso."
"Credo che sia
abbondantemente fornito di entrambe le qualità", rispose
Moriarty; "non lo vedo da molti anni, ma ricordo benissimo che non mi
è mai piaciuto, e che i suoi modi erano dittatoriali e
insolenti. Ha la reputazione di essere notevolmente saggio e
intelligente, ma io credo invece che parte delle sue qualità
derivino dal rango e dalla ricchezza."
Molly ammise che aveva
fornito un resoconto molto credibile, e continuarono a chiacchierare
con reciproca soddisfazione finché la cena non mise fine alle
carte e diede modo al resto delle signore di condividere le attenzioni
di Moriarty. Molly se ne andò con la testa piena di lui.
17
Il giorno dopo Molly
raccontò a Mary quello che si erano detti lei e Mr. Moriarty.
Mary ascoltò stupita e turbata; non riusciva a credere che Mr.
Holmes potesse essere così indegno della stima di Mr. Watson;
eppure, non era nella sua natura mettere in questione la
sincerità di un giovanotto dall'aspetto tanto amabile come Mr.
Moriarty. La possibilità che fosse stato davvero vittima di una
tale crudeltà bastava a colpire tutti i suoi sentimenti
più teneri e, quindi, non c'era nulla da fare se non pensar bene
di tutti e due, difendere la condotta di entrambi, e attribuire a un
caso o a un malinteso tutto ciò che non poteva essere spiegato
altrimenti.
"Credo proprio che tutti e
due", disse, "siano stati ingannati, in qualche modo che non ci
è possibile immaginare. Forse delle persone interessate li hanno
messi in cattiva luce l'uno con l'altro.''
"Verissimo, certo; e ora,
mia cara Mary, che cosa hai da dire nei riguardi delle persone
interessate che sono state probabilmente coinvolte nella faccenda? Devi
assolvere anche loro, altrimenti saremmo costrette a pensar male di
qualcuno."
"Ridi di me quanto vuoi, ma
non riuscirai a farmi cambiare opinione. Mia carissima Molly, devi
considerare in che pessima luce viene messo Mr. Holmes, nel trattare in
questo modo il prediletto del padre. È impossibile. Possono i
suoi amici più cari ingannarsi così nei suoi confronti?
oh! no."
"Mi riesce molto più
facile credere che Mr. Watson sia stato ingannato, piuttosto che Mr.
Moriarty si sia inventato una storia come quella che mi ha raccontato
ieri sera."
"È davvero difficile, è penoso. Non si sa che cosa pensare."
"Perdonami, ma si sa benissimo che cosa pensare."
Le due signorine furono
richiamate dal boschetto, dove si era svolta questa conversazione,
dall'arrivo di alcune delle persone delle quali stavano parlando. Mr.
Watson e la sorella erano venuti a consegnare di persona l'invito per
il tanto atteso ballo a Netherfield, fissato per il martedì
successivo.
La prospettiva del ballo di
Netherfield era estremamente gradita a tutte le donne della famiglia.
Mrs. Hooper decise di considerarlo un omaggio alla figlia maggiore, e
fu particolarmente lusingata di aver ricevuto l'invito da Mr. Watson in
persona, anziché con un cerimonioso biglietto. Mary si
immaginava una bellissima serata in compagnia della sua amica e al
centro delle attenzioni di Mr. Watson, e Molly si riprometteva con
piacere di ballare a lungo con Mr. Moriarty e di vedere tutto
confermato dallo sguardo e dal modo di fare di Mr. Holmes. La
felicità pregustata da Philippa e Janine era meno legata a
eventi particolari, o a singole persone, poiché sebbene
entrambe, come Molly, avessero intenzione di ballare per metà
della serata con Mr. Moriarty, egli non era certo l'unico cavaliere che
potesse appagarle, e poi un ballo era sempre un ballo. E persino Sally
assicurò alla sua famiglia che non era affatto restia a
partecipare.
"Se posso avere le
mattinate per me", disse, "mi basta. Credo che non sia un sacrificio
unirsi di tanto in tanto a intrattenimenti serali. È la vita
sociale a esigerlo da tutti noi, e io mi ritengo tra coloro che
considerano desiderabili per tutti le pause di svago e divertimento."
In questa occasione l'umore
di Molly era così eccitato che, sebbene non rivolgesse spesso la
parola a Mr. Collins senza necessità, non poté fare a
meno di chiedergli se avesse intenzione di accettare l'invito di Mr.
Watson, e se fosse così, se non considerasse inappropriato
unirsi a una serata dedicata al divertimento; ma rimase piuttosto
sorpresa nello scoprire come non gli fosse venuto in mente il
benché minimo scrupolo, e che era ben lungi dal temere un
rimprovero dell'arcivescovo, o di Lord de Bourgh, azzardandosi ad
andare a un ballo.
"Vi assicuro di non essere
affatto dell'opinione", disse, "che un ballo di questo genere, dato da
un giovanotto di ottima reputazione per delle persone rispettabili,
possa avere una qualche tendenza maligna; e sono talmente lontano
dall'avere qualcosa in contrario a ballare io stesso che spero, nel
corso della serata, di essere onorato dalla mano di tutte le mie belle
cugine, e colgo l'occasione per sollecitare la vostra, Miss Molly, in
particolare per i primi due giri di danza."
Molly si sentì presa
in trappola senza scampo. Per la prima volta fu colpita dal fatto che
potesse essere lei la prescelta, tra le sorelle, come degna di fare da
padrona di casa nella canonica di Hunsford e da riempitivo per il
tavolo di quadriglia a Rosings, in mancanza di ospiti più
idonei. L'idea si trasformò presto in certezza, osservando le
sempre crescenti cortesie che lui le tributava, e sentendo i suoi
frequenti tentativi di complimentarsi con lei per la sua intelligenza e
la sua vivacità; e sebbene fosse più sbalordita che
gratificata da quell'effetto del proprio fascino, non ci volle molto
prima che la madre le facesse capire come la possibilità di quel
matrimonio le fosse estremamente gradita.
18
Fino a quando Molly non fu
entrata nel salotto di Netherfield, e non ebbe cercato invano Mr.
Moriarty tra i gruppi di divise rosse lì radunate, non aveva mai
avuto dubbi sulla sua presenza. La certezza di incontrarlo non era
stata scossa da nessuna di quelle riflessioni che avrebbero potuto a
ragione metterla in allarme. Ma un istante dopo si affacciò il
terribile sospetto che fosse stato volutamente omesso, per far piacere
a Mr. Holmes, dalla lista degli ufficiali invitati da Mr. Watson; e
sebbene le cose non stessero esattamente così, la conferma
definitiva della sua assenza venne dal suo amico Denny, al quale Janine
si rivolse con fervore, e che disse loro che Moriarty era stato
costretto il giorno prima a recarsi a Londra per affari, e non era
ancora tornato, aggiungendo, con un sorriso significativo,
"Non credo che i suoi
affari l'avrebbero richiamato proprio ora, se non avesse desiderato
evitare un certo gentiluomo qui presente."
Questa parte
dell'informazione, anche se sfuggita a Janine, fu colta da Molly, e
poiché confermava che Holmes non fosse meno responsabile
dell'assenza di Mr. Watson rispetto a quello che aveva ipotizzato
prima, tutta l'antipatia verso il primo si acutizzò talmente a
causa della subitanea delusione, che riuscì a malapena a
rispondere con accettabile educazione alle cortesi domande che lui
subito dopo si avvicinò per farle. Decise di evitare qualsiasi
conversazione con lui, e si allontanò talmente di cattivo umore
che non riuscì a superarlo completamente nemmeno parlando con
Mr. Watson, la cui cieca parzialità la indispettiva.
Ma Molly non era fatta per
essere di cattivo umore, e sebbene tutte le prospettive circa la serata
fossero sfumate, la cosa non poteva a lungo albergare nel suo animo e,
dopo aver raccontato le sue pene a Meena Lucas, fu presto in grado di
passare, di sua spontanea volontà, alle stranezze del cugino,
facendole notare in modo particolare all'amica. I primi due giri di
danza, tuttavia, la riportarono a quella pena; furono due giri
mortificanti.
Ballò i due
successivi con un ufficiale, ed ebbe il sollievo di parlare di
Moriarty, e di sentire come fosse simpatico a tutti. Una volta
terminate le due danze tornò da Meena Lucas, e stava conversando
con lei, quando si sentì all'improvviso rivolgere la parola da
Mr. Holmes, che la prese così di sorpresa chiedendole di ballare
che, senza sapere ciò che stava facendo, accettò. Lui si
allontanò immediatamente, lasciandola ad affliggersi per la
propria mancanza di presenza di spirito; Meena cercò di
consolarla.
"Credo proprio che lo troverai molto gradevole."
"Il cielo non voglia! Trovare gradevole un uomo che si è decisi a detestare! Non augurarmi una disgrazia del genere."
Quando ricominciarono le
danze, tuttavia, e Holmes si avvicinò per reclamare la sua mano,
Meena non poté fare a meno di metterla in guardia, sussurrandole
di non fare la sciocca e di non permettere che il suo capriccio per
Moriarty la facesse apparire antipatica a un uomo dieci volte
più importante di lui. Molly non rispose, e prese posto nel
gruppo. Per un po' non dissero una parola; lei cominciò a
credere che il silenzio sarebbe continuato per l'intera durata dei due
giri di danza, e in un primo momento aveva deciso di non interromperlo,
finché all'improvviso, immaginando che la punizione più
grande per il suo cavaliere sarebbe stata costringerlo a parlare, fece
qualche osservazione insignificante sul ballo. Lui replicò, e
rimase di nuovo in silenzio. Dopo una pausa di qualche minuto si
rivolse a lui per la seconda volta con "Ora è il vostro turno di
dire qualcosa, Mr. Holmes. Io ho parlato del ballo, e voi dovete fare
una qualche osservazione sulle dimensioni della sala, o sul numero di
coppie."
Lui sorrise, e le assicurò che qualsiasi cosa avesse desiderato fargli dire sarebbe stata detta.
"Benissimo. Questa risposta
può andare, per il momento. Forse tra un po' io potrei osservare
che i balli privati sono molto più piacevoli di quelli pubblici.
Ma ora possiamo restare in silenzio."
"Parlate seguendo delle regole, mentre ballate?"
"A volte. Un po' si deve
parlare, sapete. Mi sembrerebbe strano restare insieme per mezzora
completamente in silenzio, eppure, nell'interesse di qualcuno, la
conversazione dovrebbe essere organizzata in modo da far sì che
si dica il minimo indispensabile."
"Nel caso presente state tenendo conto dei vostri desideri, o immaginate di fare piacere ai miei?"
"Tutte e due le cose",
rispose Molly maliziosamente; "poiché ho sempre notato una
notevole affinità nelle nostre menti. Abbiamo entrambi un
temperamento poco socievole e taciturno, poco propenso a parlare, a
meno che non ci si proponga di dire qualcosa che farà colpo su
tutta la sala."
"Sono certo che in questo
non ci sia molta affinità con il vostro carattere", disse lui.
"Quanto possa essere vicino al mio, non posso essere io a dirlo. Voi lo
considerate senza dubbio un ritratto fedele."
"Non devo essere io a giudicare le mie esibizioni."
Lui non rispose, e rimasero
di nuovo in silenzio fino al termine del primo giro, quando lui le
chiese se lei e le sorelle andassero molto spesso a Meryton. Lei
rispose affermativamente e, incapace di resistere alla tentazione,
aggiunse, "Quando l'altro giorno ci siamo incontrati, stavamo giusto
facendo una nuova conoscenza."
L'effetto fu immediato.
Un'ombra di alterigia ancora più profonda si impossessò
dei suoi lineamenti, ma non disse una parola, e Molly, sebbene
rimproverandosi la propria debolezza, non riuscì a proseguire.
Alla fine Holmes parlò, e, con un tono forzato, disse,
"Mr. Moriarty ha in dote
dei modi così piacevoli da garantirgli di fare amicizie, se sia
ugualmente capace di mantenerle, è meno certo."
"È stato così
sfortunato da perdere la vostra amicizia", replicò Molly con
enfasi, "e in un modo che probabilmente lo farà soffrire per
tutta la vita."
Holmes non rispose, e sembrava desideroso di cambiare argomento.
"Ricordo di avervi sentito
dire una volta, Mr. Holmes, che non perdonate quasi mai, che il vostro
risentimento una volta nato è implacabile. Siete molto accorto,
immagino, nel farlo nascere."
"Lo sono", disse lui, con voce ferma.
"E non vi lasciate mai accecare dal pregiudizio?"
"Spero di no."
"È di particolare
importanza, per quelli che non cambiano mai opinione, essere certi di
giudicare in modo appropriato fin dall'inizio."
"Posso chiedere a che cosa mirano queste domande?"
"Solo a chiarire il vostro
carattere", disse lei, con uno sforzo per liberarsi della sua aria
grave. "Sto cercando di farlo emergere."
"E ci state riuscendo?"
Lei scosse la testa. "Non
ho fatto nemmeno un passo avanti. Sento parlare di voi in modi
così diversi da farmi sentire estremamente perplessa."
"Sono pronto a credere",
rispose lui gravemente, "che si possano dire cose molte diverse su di
me; e vorrei sperare, Miss Hooper, che non vi mettiate a delineare il
mio carattere in questo momento, perché ho ragione di credere
che il risultato non farebbe onore né a voi né a me."
"Ma se il vostro ritratto non lo faccio adesso, potrei non avere più un'altra opportunità."
"Non vorrei in nessun caso
interrompere un vostro passatempo", replicò lui freddamente. Lei
non disse altro, e una volta terminato il secondo giro si separarono in
silenzio ed entrambi insoddisfatti, anche se non allo stesso modo,
poiché nel cuore di Holmes c'era un sentimento piuttosto forte
nei confronti di lei, che lo indusse presto a perdonarla e a dirigere
tutta la sua collera verso un altro.
Non si erano separati da
molto quando Miss Watson si diresse verso di lei, e con un'espressione
di cortese disprezzo la apostrofò in questo modo,
"E così, Miss Molly,
ho sentito che siete entusiasta di Jim Moriarty! Me ne ha parlato
vostra sorella e mi sembra che il giovanotto si sia completamente
dimenticato di dirvi, tra le altre cose, che era il figlio del vecchio
Moriarty, l'amministratore del defunto Mr. Holmes. Permettete che vi
raccomandi, tuttavia, da amica, di non credere a priori a tutte le sue
affermazioni, poiché il fatto che Mr. Holmes l'abbia trattato
male è completamente falso; al contrario, è sempre stato
straordinariamente gentile con lui, sebbene Jim Moriarty si sia
comportato in maniera infame con Mr. Holmes. Non conosco i particolari,
ma so benissimo che Mr. Holmes non è minimamente da biasimare,
che non sopporta di sentir nominare Jim Moriarty, e che sebbene mio
fratello abbia ritenuto di non poter evitare di includerlo nel suo
invito agli ufficiali, è stato estremamente lieto di scoprire
che ci aveva pensato lui stesso a tenersi lontano. Il solo fatto che
sia venuto da queste parti dimostra la massima insolenza, e mi chiedo
come abbia osato farlo. Mi rincresce, Miss Molly, che abbiate scoperto
le colpe del vostro favorito, ma in realtà, considerando le sue
origini, non ci si poteva aspettare molto di meglio."
"Le sue colpe e le sue
origini, a quanto dite, sembrano essere la stessa cosa", disse Molly
con rabbia, "poiché non vi ho sentito accusarlo di nulla di
peggio che essere il figlio dell'amministratore di Mr. Holmes, e di
questo, ve l'assicuro, mi aveva informato lui stesso."
"Vi chiedo scusa,"
replicò Miss Watson, allontanandosi con un sorriso beffardo.
"Perdonate la mia intromissione. Voleva essere una gentilezza."
"Insolente!" disse Molly
tra sé. "Ti stai sbagliando se credi di influenzarmi con un
attacco meschino come questo. Non ci vedo nulla se non la tua caparbia
ignoranza e la cattiveria di Mr. Holmes." Poi si mise a cercare la
sorella maggiore, che si era incaricata di raccogliere informazioni da
Watson sullo stesso argomento. Mary la raggiunse con un sorriso
così dolcemente soddisfatto, illuminata da un'espressione
così felice, che faceva capire a sufficienza come fosse
contentissima degli avvenimenti della serata.
"Vorrei sapere", disse, con
un volto non meno sorridente della sorella, "che cosa hai appreso circa
Mr. Moriarty. Ma forse sei stata troppo piacevolmente occupata per
pensare a qualche altra persona; in questo caso puoi essere certa del
mio perdono."
"No", rispose Mary, "non
l'ho dimenticato, ma non ho nulla di soddisfacente da raccontarti. Mr.
Watson non conosce tutta la storia; ma si rende garante della condotta
irreprensibile, della rettitudine e del senso dell'onore del suo amico,
ed è assolutamente convinto che Mr. Moriarty meritasse molte
meno attenzioni di quelle ricevute da Mr. Holmes, e mi dispiace dover
dire che, da quanto dicono lui e la sorella, Mr. Moriarty non è
affatto un giovanotto rispettabile."
"Mr. Watson conosce di persona Mr. Moriarty?"
"No; non l'aveva mai visto fino all'altro giorno a Meryton."
"Allora ha ripetuto quello che gli è stato detto da Mr. Holmes. Ma che cosa dice del beneficio?"
"Non ricorda esattamente le
circostanze, anche se ne ha sentito parlare più di una volta da
Mr. Holmes, ma crede che il lascito fosse solo a certe condizioni."
"Non ho alcun dubbio sulla
sincerità di Mr. Watson", disse Molly con calore; "ma devi
scusarmi se non mi lascio convincere da semplici assicurazioni. Di
certo la difesa del suo amico da parte di Mr. Watson è molto
abile, ma visto che lui non è a conoscenza di diverse parti
della storia, e che il resto l'ha appreso dal suo amico, mi permetto di
restare ancora della stessa opinione di prima sui due gentiluomini."
Quando Mr. Watson le
raggiunse, Molly si allontanò verso Miss Lucas, e stava appena
iniziando a rispondere alle sue domande circa la piacevolezza del suo
ultimo cavaliere, quando arrivò Mr. Collins e le disse con
grande esultanza che aveva appena avuto la fortuna di fare
un'importante scoperta.
"Ho scoperto", disse, "per
uno strano caso, che in sala c'è uno stretto parente del mio
benefattore. Mi è capitato di sentire di sfuggita il signore in
questione menzionare alla signorina che fa gli onori di casa i nomi di
sua cugina, Miss de Bourgh, e del padre Lord de Bourgh. È
incredibile come succedano queste cose! Chi avrebbe mai immaginato il
mio incontro con, forse, un nipote di Lord de Bourgh in questa sede!
Sono molto grato alla sorte di aver fatto questa scoperta in tempo per
porgergli i miei omaggi, cosa che sto per fare, e confido che mi
scuserà per non averlo fatto prima. La mia totale ignoranza di
questa parentela avrà certo un peso nel giustificarmi."
"Non starete andando a presentarvi da solo a Mr. Holmes?"
"Ma certo. Lo
pregherò di scusarmi per non averlo fatto prima. Sarò in
grado di assicurargli che sua signoria una settimana fa era in ottima
salute."
Molly cercò
energicamente di dissuaderlo da un progetto del genere, assicurandogli
che Mr. Holmes avrebbe considerato quel rivolgersi a lui senza
presentazione una impertinente libertà, più che un
omaggio allo zio; che non era affatto necessario che si conoscessero e
che, se fosse accaduto, sarebbe spettato a Mr. Holmes, in quanto di
rango superiore, fare il primo passo per quella conoscenza. Mr. Collins
la ascoltò con l'aria ostinata di chi vuol fare di testa
propria, e quando lei smise di parlare, replicò in questo modo,
"Mia cara Miss Molly, ho la
più alta opinione al mondo del vostro eccellente giudizio su
tutte le materie all'interno della sfera che vi compete, ma
permettetemi di dire come vi sia una grande differenza tra le
formalità cerimoniali tra i laici e quelle che regolano il
clero; perciò concedetemi di osservare come io ritenga la
professione ecclesiastica pari in dignità al più alto
rango del regno, a patto che sia mantenuta nel contempo un'appropriata
umiltà di comportamento. Perdonatemi se trascuro di approfittare
del vostro consiglio, che su ogni altro argomento sarà la mia
guida costante, anche se nel caso che ci troviamo di fronte mi
considero, per istruzione e consuetudine allo studio, più adatto
a decidere ciò che è giusto rispetto a una signorina come
voi." E con un profondo inchino la lasciò per andare all'attacco
di Mr. Holmes, la cui accoglienza ai suoi approcci lei osservò
avidamente, e il cui stupore nell'essere così apostrofato
apparve molto evidente. La infastidiva vederlo esporsi così
davanti a un uomo del genere. Mr. Holmes lo fissava con non celata
meraviglia, e quando alla fine Mr. Collins gli diede tempo di parlare,
replicò con aria di distante cortesia. Mr. Collins, tuttavia,
non si fece scoraggiare e ricominciò a parlare, e il disprezzo
di Mr. Holmes sembrò aumentare abbondantemente con il
prolungarsi del secondo discorso; alla fine, fece solo un lieve
inchino, e si spostò da un'altra parte. Mr. Collins tornò
allora da Molly.
"Non ho alcun motivo, ve
l'assicuro", disse, "per essere insoddisfatto di come sono stato
accolto. Mr. Holmes è sembrato molto compiaciuto della mia
premura."
Dato che Molly non aveva
più nessun interesse personale da perseguire, rivolse la sua
attenzione quasi interamente alla sorella e a Mr. Watson, e la serie di
piacevoli riflessioni suscitate da quelle osservazioni la rese forse
quasi felice quanto Mary. Vide con chiarezza che i pensieri della madre
erano rivolti nella stessa direzione, e decise di non azzardarsi ad
andarle vicino, per paura di sentire troppo. Quando si sedettero per la
cena, considerò quindi una sorte maligna ritrovarsi separata da
lei solo da una persona, e si irritò profondamente vedendola
parlare liberamente e apertamente con Lady Lucas di nient'altro se non
della sua aspettativa che Mary si sposasse presto con Mr. Watson. Era
un argomento eccitante, e Mrs. Hooper sembrava incapace di stancarsi
nell'enumerare i vantaggi di quell'unione. Il fatto che lui fosse un
giovanotto affascinante, e così ricco, che abitasse ad appena
tre miglia da loro, erano i suoi principali motivi di soddisfazione.
Per di più, era una cosa molto promettente per le sue figlie
minori, dato che l'ottimo matrimonio di Mary avrebbe potuto dar loro
modo di frequentare altri uomini facoltosi. Concluse con molti fervidi
auguri affinché Lady Lucas potesse presto avere una fortuna
analoga, sebbene con l'evidente e trionfante certezza che non ci fosse
nessuna possibilità in tal senso.
Molly tentò invano
di frenare il rapido flusso di parole della madre, o di convincerla a
descrivere la sua felicità con un tono di voce meno udibile,
poiché, con inesprimibile irritazione, aveva notato che gran
parte del discorso era stato sentito da Mr. Holmes, che sedeva dalla
parte opposta rispetto a loro. La madre si limitò a
rimproverarla per aver detto delle sciocchezze.
"Ma scusa, chi è mai
Mr. Holmes per me, perché debba aver paura di lui? Sono certa
che non gli dobbiamo nessuna particolare cortesia come quella di essere
costretti a non dire nulla che possa non piacergli."
"Per l'amor del cielo,
signora, parlate più piano. Che vantaggio può derivarne a
offendere Mr. Holmes? Non vi raccomanderete certo al suo amico
comportandovi in questo modo."
Nulla di ciò che
poteva dire, tuttavia, ebbe la minima influenza. La madre
continuò a parlare dei suoi punti di vista con lo stesso tono
udibilissimo. Molly arrossì più volte per la vergogna e
l'irritazione. Non poteva fare a meno di lanciare frequenti occhiate a
Mr. Holmes, anche se ogni sguardo le confermava ciò che temeva,
poiché, sebbene non guardasse di continuo la madre, era convinta
che la sua attenzione fosse invariabilmente concentrata su di lei.
L'espressione del suo volto si trasformò gradualmente da un
indignato disprezzo a una composta e ferma serietà.
Alla fine, comunque, Mrs.
Hooper non ebbe altro da dire. Molly cominciò a riprendersi. Ma
l'intervallo di tranquillità non durò a lungo,
poiché, una volta finita la cena, si cominciò a parlare
di canto, e lei ebbe la mortificazione di vedere Sally prepararsi a
intrattenere la compagnia. Con molti sguardi significativi e mute
preghiere cercò di impedire una tale prova di cortesia, ma
invano; Sally non volle capire; una tale opportunità di esibirsi
per lei era una delizia, e iniziò a cantare. Lo sguardo di Molly
restò fisso su di lei con le più penose sensazioni, e
seguì il suo procedere attraverso le varie strofe con
un'impazienza che fu molto mal ripagata dalla conclusione, visto che
Sally, avendo ricevuto, tra i ringraziamenti della tavolata, un accenno
alla speranza che potesse essere persuasa a concedere di nuovo il suo
favore, dopo una pausa di nemmeno mezzo minuto ricominciò. Le
capacità di Sally erano assolutamente inadatte a un'esibizione
del genere. Per Molly era un supplizio. Guardò Mary, per vedere
come stesse reagendo; ma stava tranquillamente chiacchierando con
Watson. Guardò la sorella di lui, e vide che scambiava segni di
derisione verso Darcy, che tuttavia continuava a restare
impenetrabilmente serio. Guardò il padre per implorare il suo
intervento. Lui colse l'accenno, e quando Sally ebbe terminato il
secondo brano, disse ad alta voce,
"È stato molto bello, bambina mia. Ci hai deliziati abbastanza. Lascia che si esibiscano le altre signorine."
Sally rimase alquanto
sconcertata, e Molly, dispiaciuta per lei, e dispiaciuta per le parole
del padre, temette che la sua ansia non avesse portato a nulla di buono.
A Molly sembrò che
se la sua famiglia si fosse messa d'accordo per dare spettacolo durante
la serata, sarebbe stato impossibile per loro recitare la parte con
più spirito o con maggiore successo
Il resto della serata
produsse ben poco divertimento. Fu importunata da Mr. Collins, che
continuava a insistere per restarle accanto, e sebbene non fosse
riuscito a costringerla a ballare di nuovo con lui, le rese impossibile
ballare con altri. Il sollievo maggiore lo ebbe dalla sua amica Miss
Lucas, che spesso si unì a loro, e si impegnò
benevolmente ad attirare su di sé la conversazione di Mr.
Collins.
Perlomeno si trovò
libera dall'insultante presenza di Mr. Holmes; sebbene si fosse trovato
spesso a breve distanza da lei, e completamente libero, non le si
avvicinò mai abbastanza per parlarle. La ritenne la probabile
conseguenza delle sue allusioni a Mr. Moriarty, e ne fu contenta.
Il gruppo di Longbourn fu
l'ultimo a partire, e quando finalmente si alzarono per prendere
congedo, Mrs. Hooper fu di una cortesia molto pressante nello sperare
di vedere l'intera famiglia presto a Longbourn; Watson si
impegnò prontamente a cogliere la prima opportunità di
farle visita, dopo il suo ritorno da Londra, dove era costretto a
recarsi il giorno seguente per un breve periodo.
Mrs. Hooper era
estremamente soddisfatta; e lasciò la casa con la deliziosa
convinzione che, tenuto conto dei necessari preparativi per il
contratto matrimoniale, per le carrozze nuove e il corredo di nozze,
avrebbe senza dubbio visto la figlia sistemarsi a Netherfield nel giro
di tre o quattro mesi. Che avrebbe avuto un'altra figlia sposata a Mr.
Collins lo pensava con pari certezza, e con considerevole, anche se non
pari, piacere.
19
Il giorno dopo a Longbourn
il sipario si aprì su una nuova scena. Mr. Collins fece la sua
dichiarazione formale. Subito dopo colazione, essendosi trovato con
Mrs. Hooper, Molly e una delle figlie minori, si rivolse alla madre con
queste parole,
"Posso sperare, signora,
nel vostro appoggio nei confronti della vostra bella figliola Molly,
nel sollecitare l'onore di un colloquio privato con lei nel corso della
mattinata?"
Prima che Molly avesse tempo per nient'altro che arrossire per la sorpresa, Mrs. Hooper aveva già risposto,
"Oh, mio Dio! Sì... certo. Vieni Philippa, ho bisogno di te di sopra."
Mrs. Watson e Philippa uscirono, e non appena andate via Mr. Collins cominciò.
"Credetemi, mia cara Miss
Molly, non potete certo avere dubbi sullo scopo del mio discorso, le
mie attenzioni sono state troppo evidenti per essere fraintese. Quasi
subito, una volta entrato in questa casa, ho scelto voi come la
compagna della mia vita futura. Ma prima di lasciarmi trasportare dai
miei sentimenti in proposito, forse sarà opportuno che esponga
le ragioni che ho per sposarmi, e, inoltre, quelle che mi hanno portato
nell'Hertfordshire con l'intento di trovare una moglie, come appunto ho
fatto."
L'idea di Mr. Collins, con
tutta la sua solenne compostezza, che si lasciava trasportare dai
sentimenti, fece talmente ridere dentro di sé Molly che non fu
in grado di approfittare della breve pausa che lui si era concesso per
provare a impedirgli di andare avanti, e lui proseguì:
"Le ragioni per sposarmi
sono, in primo luogo, che ritengo giusto per ogni ecclesiastico dare
l'esempio del matrimonio nella propria parrocchia. Secondo, sono
convinto che ciò contribuirà moltissimo alla mia
felicità; e terzo - ma forse avrei dovuto menzionarlo per primo
- che questo è stato il consiglio e la raccomandazione
particolare del nobilissimo signore che ho l'onore di chiamare mio
patrono. Due volte si è degnato di fornirmi la sua opinione su
questo argomento; ed è stato proprio il sabato sera precedente
la mia partenza da Hunsford, che ha detto, «Mr. Collins, dovete
sposarvi. Un ecclesiastico come voi deve sposarsi. Scegliete in modo
appropriato, scegliete una gentildonna per riguardo a me, e per
riguardo a voi, fate che sia una persona attiva ed efficiente, senza
troppe pretese, ma capace di far fruttare bene una piccola entrata.
Questo è il mio consiglio. Trovatevi una donna così il
più presto possibile, portatela a Hunsford e io le farò
visita.» A proposito, permettetemi di osservare. mia bella
cugina, come io non reputi certo le attenzioni e la gentilezza di Lord
de Bourgh tra i vantaggi di minore importanza che sono in grado di
offrire. Troverete i suoi modi superiori a qualsiasi possibile
descrizione; e la vostra intelligenza e vivacità credo gli
saranno sicuramente gradite, specialmente se moderate dal silenzio e
dal rispetto inevitabilmente stimolati dal suo rango. Questo per quanto
riguarda la mia propensione generale al matrimonio; resta da dire il
perché il mio sguardo si sia rivolto a Longbourn. Il fatto
è che essendo l'erede di questa proprietà dopo la morte
del vostro stimato padre, non avrei potuto ritenermi soddisfatto se non
avessi deciso di scegliere una moglie tra le sue figlie,
affinché la perdita per loro potesse essere ridotta il
più possibile, quando avrà luogo il triste evento. Questo
è stato il motivo, mia bella cugina, e mi lusingo che non mi
faccia scadere nella vostra stima. E ora non mi resta che assicurarvi
con le parole più appassionate la violenza del mio affetto."
A questo punto era assolutamente necessario interromperlo.
"Siete troppo frettoloso,
signore", esclamò lei. "Dimenticate che non ho dato nessuna
risposta. Accettate i miei ringraziamenti per l'omaggio che mi state
facendo. Sono consapevole dell'onore della vostra proposta, ma per me
è impossibile fare altro che rifiutarla."
"So bene", replicò
Mr. Collins, con un cerimonioso gesto della mano, "che tra le signorine
si usa respingere la proposta di un uomo che esse intendono
segretamente accettare, quando lui richiede per la prima volta i loro
favori. Non mi ritengo quindi minimamente scoraggiato da ciò che
avete appena detto, e spero di condurvi all'altare quanto prima."
"Parola mia, signore",
esclamò Molly, "la vostra speranza è piuttosto singolare
dopo la mia dichiarazione. Vi assicuro di non essere una di quelle
signorine così audaci da affidare la propria felicità
alla possibilità di una seconda proposta. Sono perfettamente
seria nel mio rifiuto. Voi non potreste rendere felice me, e sono
convinta di essere l'ultima donna al mondo che potrebbe rendere felice
voi. Facendomi questa proposta avete certamente soddisfatto la
delicatezza dei vostri sentimenti riguardo alla mia famiglia, e, a suo
tempo, potrete prendere possesso di Longbourn senza farvi nessun
rimprovero. La faccenda, quindi, può essere considerata
definitivamente conclusa." Ed essendosi alzata mentre stava parlando,
avrebbe lasciato la stanza, se Mr. Collins non si fosse rivolto a lei
in questo modo,
"Quando avrò l'onore
di parlare di questo argomento la prossima volta spero di ricevere una
risposta più favorevole di quella che mi avete dato ora
poiché so che è una radicata abitudine del vostro sesso
respingere un uomo in occasione della prima proposta, e forse finora
avete detto, per incoraggiare la mia causa, quanto basta a essere
conforme alla genuina delicatezza dell'animo femminile."
"Insomma, Mr. Collins",
esclamò Molly con una certa veemenza, "se ciò che ho
detto finora può apparirvi una forma di incoraggiamento, non so
proprio come esprimere il mio rifiuto in un modo che possa convincervi
che proprio di questo si tratta."
"Dovete consentirmi, mia
cara cugina, di ritenere che il vostro rifiuto sia solo una
convenzione. Non mi sembra che la mia mano sia indegna di essere
accettata. La mia posizione sociale, le mie relazioni con la famiglia
de Bourgh e la parentela con voi sono circostanze altamente in mio
favore; e dovete considerare, inoltre, che nonostante le vostre
molteplici attrattive, non è affatto certo che possiate ricevere
un'altra offerta di matrimonio. La vostra quota di eredità
è sfortunatamente così esigua che con tutta
probabilità annullerà gli effetti delle vostre
incantevoli e amabili qualità. Perciò, dovendo concludere
che non siate seriamente intenzionata a rifiutarmi, ritengo di poter
attribuire il rifiuto al vostro desiderio di accrescere il mio amore
con l'incertezza."
"Vi assicuro, signore, che
non ho nessuna pretesa verso quel tipo di eleganza che consiste nel
tormentare un uomo rispettabile. Vi ringrazio per l'ennesima volta per
l'onore che mi avete fatto con la vostra proposta, ma accettarla mi
è assolutamente impossibile. Ora non consideratemi come una
donna elegante che ha intenzione di tormentarvi, ma una creatura
razionale che dice la verità dal profondo del cuore."
"Siete sempre adorabile!"
esclamò lui, con aria di goffa galanteria; "e sono convinto che
una volta sanzionata dall'esplicita autorità di entrambi i
vostri eccellenti genitori, la mia proposta non mancherà di
essere accettata."
Di fronte a una tale
perseveranza nell'illudersi con caparbia determinazione, Molly non
trovò nessuna riposta, e si ritirò subito e in silenzio,
decisa, se lui avesse insistito nel considerare i suoi ripetuti rifiuti
come un lusinghiero incoraggiamento, a rivolgersi al padre, il cui
diniego poteva essere pronunciato in maniera tale da essere
inoppugnabile.
20
Mr. Collins non fu lasciato
per molto alla muta contemplazione del suo amore vittorioso,
poiché Mrs. Hooper, che si era gingillata nel vestibolo per
cogliere la conclusione dell'abboccamento, non appena vide Molly aprire
la porta e passarle rapidamente davanti verso le scale, entrò
nella stanza della colazione e si congratulò. Mr. Collins
accettò e ricambiò queste felicitazioni con pari gioia, e
poi procedette a riferire i particolari del colloquio, del cui
risultato era certo di avere tutte le ragioni di essere soddisfatto,
visto che il fermo rifiuto della cugina era da considerare come la
naturale conseguenza della sua timida modestia e della genuina
delicatezza del suo carattere.
Questa notizia, tuttavia, lasciò sbigottita Mrs. Hooper.
"Ma state certo, Mr.
Collins", aggiunse, "che Molly sarà riportata alla ragione.
Gliene parlerò io stessa immediatamente. È una ragazza
sciocca e molto testarda, e non capisce qual è il suo interesse,
ma glielo farò capire io."
"Perdonatemi se vi
interrompo, signora", esclamò Mr. Collins; "ma se è
davvero sciocca e testarda non so se tutto sommato possa essere una
moglie desiderabile per un uomo nella mia posizione. Se quindi dovesse
veramente persistere nel respingere la mia offerta, forse sarebbe
meglio non forzarla ad accettare, poiché se ha tali difetti di
carattere, non potrebbe contribuire molto alla mia felicità."
"Signore, mi avete
completamente fraintesa", disse Mrs. Hooper, allarmata. "Molly è
testarda solo in materie come questa. In tutto il resto è la
ragazza migliore che sia mai esistita. Andrò subito da Mr.
Hooper, e sono certa che sistemeremo tutto immediatamente."
Non gli dette tempo per replicare, ma si precipitò all'istante dal marito, gridando mentre entrava in biblioteca,
"Oh! Mr. Hooper, c'è
bisogno immediatamente di te; siamo in subbuglio. Devi andare e far
sposare Molly a Mr. Collins, perché lei giura che non lo vuole,
e se non ti sbrighi lui cambierà idea e non vorrà
più lei."
All'ingresso della moglie
Mr. Hooper alzò gli occhi dal libro, e la fissò in volto
con una tranquilla indifferenza che non fu minimamente alterata da
quella notizia.
"Non ho il piacere di comprenderti", disse, quando lei ebbe concluso la sua tirata. "Di che cosa stai parlando?"
"Di Mr. Collins e Molly. Molly dichiara di non volere Mr. Collins, e Mr. Collins comincia a dire di non volere Molly."
"E che cosa posso farci io? Sembra un caso disperato."
"Parlaci tu con Molly."
"Falla scendere. Sentirà quello che ho da dire."
Mrs. Hooper suonò il campanello, e Miss Molly fu convocata in biblioteca.
"Vieni qui, bambina mia",
esclamò il padre non appena la vide. "Ho saputo che Mr. Collins
ti ha fatto una proposta di matrimonio e questa proposta di matrimonio
tu l'hai rifiutata?"
"Si, signore."
"Molto bene. Ora veniamo al punto. Tua madre insiste affinché tu accetti. Non è vero, Mrs. Hooper?"
"Sì, altrimenti non la vorrò più vedere."
"Hai di fronte una triste
alternativa, Molly. Da oggi dovrai essere un'estranea per uno dei tuoi
genitori. Tua madre non vorrà più vederti se non sposi
Mr. Collins, e io non vorrò più vederti se lo sposi."
Molly non poté non
sorridere per quella conclusione dopo un simile inizio; ma Mrs. Hooper,
che si era convinta che il marito avrebbe condotto la faccenda nel modo
da lei desiderato, rimase estremamente delusa.
Tuttavia, nonostante la
delusione procuratale dal marito, lei non era disposta a lasciar cadere
l'argomento. Parlò ripetutamente con Molly; la blandì e
la minacciò a fasi alterne.
Mr. Collins, nel frattempo,
stava meditando in solitudine sull'accaduto. Aveva troppa stima di se
stesso per riuscire a comprendere per quali motivi la cugina potesse
rifiutarlo; e sebbene si sentisse ferito nell'orgoglio, non aveva altri
motivi di sofferenza. Il suo interesse per lei era stato del tutto
immaginario, e la possibilità che meritasse i rimproveri della
madre gli impedì di provare qualsiasi rammarico.
Mentre la famiglia era in
questa confusione, Meena Lucas arrivò per passare la giornata
con loro. Nel vestibolo incontrò Janine, che, correndole
incontro, esclamò con un mezzo bisbiglio, "sono contenta che tu
sia venuta, perché qui c'è talmente da divertirsi! Sai
che cosa è successo stamattina? Mr. Collins ha fatto una
proposta di matrimonio a Molly, e lei non lo vuole."
Prima che Meena avesse il
tempo di rispondere le raggiunse Philippa, che veniva a darle la stessa
notizia, e non fecero in tempo a entrare nella stanza della colazione,
dove c'era Mrs. Hooper da sola, che quest'ultima cominciò con lo
stesso argomento, invocando la compassione di Miss Lucas e pregandola
di convincere la sua amica Molly a uniformarsi ai desideri di tutta la
famiglia.
L'ingresso di Mary e Molly risparmiò a Meena la risposta.
"Eccola che viene",
proseguì Mrs. Hooper, "con la massima noncuranza. Ma voglio
dirti, cara Miss Molly, che se ti sei messa in testa di continuare a
rifiutare in questo modo ogni offerta di matrimonio, non troverai mai
marito, e non so proprio come farai a mantenerti quando tuo padre
sarà morto. Io non sarò in grado di farlo, sei avvisata.
Con te da oggi ho chiuso. Non mi piace parlare con figli disubbidienti.
In effetti, non è che mi faccia piacere parlare con chiunque
sia. La gente che, come me, soffre di disturbi nervosi non è
molto propensa a parlare. Nessuno sa quanto soffro! Ma è sempre
così. Quelli che non si lamentano non sono mai compatiti."
21
L'indomani non ci fu nessun
miglioramento nel malumore o nei malesseri di Mrs. Hooper e Mr. Collins
si rinchiuse in uno stato di orgogliosa irritazione. Molly aveva
sperato che il risentimento potesse abbreviare la visita, ma i piani
del cugino non sembravano affatto influenzati dall'accaduto.
Dopo la colazione le
ragazze fecero una passeggiata a Meryton per sapere se Mr. Moriarty
fosse tornato. Lui si unì a loro non appena entrate in
città e le accompagnò dalla zia, dove si parlò
ampiamente del suo rammarico e del suo disappunto, e del dispiacere di
tutti. Con Molly, tuttavia, riconobbe di essersi autoimposto la
necessità di tenersi lontano.
"Mi sono reso conto",
disse, "che avrei fatto meglio a non incontrare Mr. Holmes; che essere
nella stessa stanza, nello stesso ricevimento insieme a lui per
così tante ore sarebbe stato più di quanto potessi
sopportare, e che sarebbero potute succedere cose spiacevoli non solo
per me."
Lei approvò incondizionatamente la sua prudenza.
Subito dopo il loro ritorno
a Longbourn, fu consegnata una lettera a Miss Hooper; veniva da
Netherfield, e fu aperta immediatamente. La busta conteneva un
foglietto di elegante carta satinata, riempito con una bella e fluente
calligrafia femminile; Molly vide la sorella cambiare espressione
mentre lo leggeva. Mary si ricompose subito e con un'occhiata verso
Molly la invitò a seguirla di sopra. Una volta raggiunta la loro
stanza, Mary, tirando fuori la lettera, disse,
"È di Irene Watson.
A quest'ora l'intera comitiva ha lasciato Netherfield ed è sulla
strada di Londra, e senza nessuna intenzione di tornare. Senti che cosa
dice."
Lesse quindi la prima frase
a voce alta, con la notizia della loro decisione di seguire subito il
fratello in città. La seconda era in questi termini.
«Non
fingo di rimpiangere nulla di ciò che ho lasciato
nell'Hertfordshire, salvo la vostra compagnia, mia carissima amica; ma
speriamo di poter godere di nuovo molte volte di quei deliziosi
contatti che abbiamo avuto e, nel frattempo, potremo alleviare la pena
della separazione intrattenendo una corrispondenza assidua e aperta.»
Queste espressioni
altisonanti Molly le ascoltò con tutta l'indifferenza del
sospetto; e sebbene sorpresa dalla rapidità di quella partenza,
non ci vide nulla di realmente preoccupante; non c'era nulla che
facesse presumere che la loro assenza da Netherfield avrebbe impedito a
Mr. Watson di tornare.
"È una sfortuna",
disse, dopo una breve pausa, "che tu non sia stata in grado di vedere
la tua amica prima che lasciasse la campagna. Ma non possiamo forse
sperare che il periodo di futura felicità a cui guarda Miss
Watson arrivi prima di quanto ne sappia lei, e che i deliziosi contatti
che avete avuto da amiche saranno rinnovati con ancora più
soddisfazione come cognate? Mr. Watson non sarà certo trattenuto
a Londra da loro."
"Irene dice chiaramente che nessuno di loro tornerà nell'Hertfordshire questo inverno. Te lo leggerò."
«Quando
mio fratello ieri ci ha lasciate, presumeva che gli affari che
l'avevano condotto a Londra si potessero concludere in tre o quattro
giorni, ma siamo certe che non possa essere così, e allo stesso
tempo, dato che siamo convinte che una volta in città John non
avrà nessuna fretta di ripartire, abbiamo deciso di seguirlo.
Molte delle mie conoscenze sono già lì per l'inverno;
vorrei tanto poter sentire che voi, mia carissima amica, avete
intenzione di far parte della compagnia, ma su questo non ho
speranze.»
"Questo rende evidente", aggiunse Mary, "che lui non tornerà più per questo inverno."
"Rende evidente soltanto che Miss Watson non ha intenzione di farlo tornare."
"Perché la pensi
così? È solo lui a dover decidere. Ma non sai tutto. Ti
leggerò il passaggio che mi ha particolarmente ferita. "
«Mr.
Holmes è impaziente di rivedere la sorella e, a dire il vero,
noi non lo siamo di meno di lui. Sono davvero convinta che Harriet
Holmes non abbia uguali in fatto di bellezza, eleganza e
qualità, e l'affetto che mi ispira è intensificato dalla
speranza che oso nutrire di poterla in futuro avere come cognata. Mio
fratello l'ammira già moltissimo, e ora avrà spesso
l'opportunità di vederla nella massima familiarità; tutti
i parenti di lei desiderano quanto noi questa unione. Con tutte queste
circostanze a favore di un legame e nessuna che possa impedirlo, mi
sbaglio forse, mia carissima Mary, a indulgere nella speranza di un
evento che assicurerà la felicità di così tante
persone?»
"Che cosa ne pensi di
questa frase, mia cara Molly?" disse Mary una volta finito di leggere.
"Non è chiara abbastanza? Non dimostra esplicitamente che Irene
non si aspetta né si augura di essere mia cognata? che è
perfettamente convinta dell'indifferenza del fratello, e che se
sospetta la natura dei miei sentimenti verso di lui, abbia intenzione
(molto gentilmente!) di mettermi in guardia? Può esistere
un'opinione diversa in proposito?"
"Sì, può
esistere, poiché la mia è totalmente diversa. Miss Watson
si rende conto che il fratello è innamorato di te, e vuole che
sposi Miss Holmes. Lo segue in città nella speranza di
trattenerlo lì, e cerca di convincerti che a lui non importi
nulla di te."
Mary scosse la testa.
"Davvero, Mary, devi
credermi. Nessuno che vi abbia visti insieme può dubitare del
suo affetto. Sono certa che Miss Watson non possa farlo. Se avesse
visto metà di questo amore da parte di Mr. Holmes verso di lei
avrebbe già ordinato il corredo di nozze. Ma il problema
è questo. Noi non siamo né abbastanza ricche, né
abbastanza altolocate per loro; e lei è particolarmente
impaziente di ottenere Miss Holmes per il fratello, perché
ritiene che una volta combinato un matrimonio in famiglia avrà
meno difficoltà a combinarne un secondo. Ma, mia carissima Mary,
non puoi seriamente immaginare che siccome Miss Watson ti dice che il
fratello ammira moltissimo Miss Holmes, lui sia minimamente meno
sensibile ai tuoi meriti di quando ha preso congedo da te
martedì, o che lei abbia il potere di convincerlo che invece di
essere innamorato di te sia follemente innamorato della sua amica."
"Se la pensassimo allo
stesso modo su Miss Watson", replicò Mary, "la tua
rappresentazione dei fatti potrebbe tranquillizzarmi. Ma so che i
presupposti sono sbagliati. Irene è incapace di ingannare
deliberatamente qualcuno; e tutto ciò che posso sperare in
questo caso è che si stia ingannando lei stessa."
"Giusto. Non avresti potuto
escogitare un'idea migliore, visto che non vuoi trarre conforto dalla
mia. Credi pure che si stia senz'altro ingannando. Ora hai fatto il tuo
dovere verso di lei, e non devi più affliggerti."
Molly riteneva totalmente
improponibile l'idea che lui non sarebbe tornato. La considerava solo
un indizio dei desideri interessati di Irene, e non poteva immaginare
neppure per un istante che quei desideri potessero influenzare un
giovanotto che non dipendeva da nessuno.
Espresse alla sorella con
la maggiore forza possibile ciò che sentiva in proposito, ed
ebbe presto il piacere di vederne i felici effetti.
Si misero d'accordo di far
sapere a Mrs. Hooper solo della partenza della famiglia ma persino
questa informazione parziale le diede moltissimo di cui preoccuparsi.
Tuttavia, dopo essersene lamentata per un po', ebbe la consolazione di
pensare che Mr. Watson sarebbe presto tornato e avrebbe presto pranzato
a Longbourn.
22
Gli Hooper erano stati
invitati a pranzo dai Lucas, e per la maggior parte della giornata Miss
Lucas fu ancora così gentile da prestare ascolto a Mr. Collins.
Molly colse l'occasione per ringraziarla e Meena rassicurò
l'amica sulla gioia che provava nell'esserle utile. C'era di che
apprezzarla, ma la gentilezza di Meena andava al di là di quanto
potesse immaginare Molly; il suo scopo non era altro che quello di
mettere al riparo l'amica da ulteriori proposte di Mr. Collins,
attirandole su di sé. Era questo il piano di Miss Lucas, e le
apparenze erano così favorevoli che quando la sera si separarono
lei sarebbe stata quasi sicura del successo, se lui non avesse dovuto
lasciare l'Hertfordshire così presto. Ma in questo non rese
giustizia all'ardore e all'intraprendenza del carattere di lui, che il
mattino dopo lo condusse a dileguarsi da Longbourn House con ammirevole
destrezza, e ad affrettarsi a Lucas Lodge per gettarsi ai suoi piedi.
Nel tempo più breve
concesso dai lunghi discorsi di Mr. Collins, tutto fu sistemato con
soddisfazione da entrambe le parti e, quando entrarono in casa, lui la
pregò con ardore di fissare il giorno che l'avrebbe reso il
più felice degli uomini; e sebbene una tale istanza dovesse per
il momento essere differita, la signorina non provava nessun impulso a
gingillarsi con la propria felicità.
Sir William e Lady Lucas
furono rapidamente interpellati per il loro consenso, che fu concesso
con gioiosa solerzia. Lady Lucas cominciò subito a calcolare
quanti anni sarebbero probabilmente restati da vivere a Mr. Hooper, e
Sir William era risoluto nel ritenere che non appena Mr. Collins avesse
preso possesso della proprietà di Longbourn, sarebbe stato
opportuno che sia lui che la moglie venissero introdotti a corte.
Meena era abbastanza
tranquilla. Certo, Mr. Collins non era né intelligente né
piacevole; era una compagnia noiosa, e il suo affetto puramente
immaginario. Ma comunque sarebbe stato un marito. Senza aspettarsi
molto dagli uomini e dal matrimonio, sposarsi era sempre stato il suo
obiettivo; era l'unica soluzione onorevole per una signorina istruita e
di scarsi mezzi, era sicuramente il modo più piacevole per
proteggersi dalla miseria. La parte meno gradevole della faccenda era
la sorpresa che avrebbe suscitato in Molly Hooper, alla cui amicizia
teneva più che a quella di chiunque altro. Decise di darle lei
stessa la notizia, e perciò raccomandò a Mr. Collins di
non farsi sfuggire nulla di ciò che era successo di fronte a
nessuno della famiglia, una volta tornato a Longbourn per il pranzo.
Siccome il suo viaggio
sarebbe iniziato troppo presto al mattino per vedere qualcuno della
famiglia, la cerimonia del commiato si svolse quando le signore si
ritirarono per la notte, e Mrs. Hooper disse come sarebbe stata felice
di rivederlo a Longbourn.
"Mia cara signora", rispose
lui, "questo invito mi è particolarmente gradito, poiché
è quello che avevo sperato di ricevere, e potete star certa che
ne approfitterò non appena mi sarà possibile."
Le signore quindi si
ritirarono con gli appropriati convenevoli, tutte ugualmente sorprese
nell'apprendere che lui meditasse un ritorno a così breve
scadenza. Mrs. Hooper accarezzò il desiderio che volesse
rivolgere le sue attenzioni e una delle figlie minori, e Sally poteva
essere indotta ad accettarle. Tra tutte, era quella che aveva il
più alto grado di stima verso le qualità del cugino; era
rimasta spesso colpita dalla solidità delle sue riflessioni, e
sebbene non lo considerasse certo intelligente quanto lei, riteneva che
se incoraggiato a leggere e a migliorarsi da un esempio come quello che
poteva dargli lei, avrebbe potuto diventare un compagno piacevole. Ma
il mattino successivo ogni speranza di questo genere svanì. Miss
Lucas arrivò subito dopo la colazione, e in un colloquio a tu
per tu con Molly la mise al corrente degli avvenimenti del giorno
precedente.
"Fidanzata con Mr. Collins! Mia cara Meena... è impossibile!"
Il contegno che Meena si
era imposta nel raccontarle la vicenda ebbe un momentaneo cedimento,
nel ricevere un rimprovero così diretto; ma, visto che non era
nulla di più di quanto si fosse aspettata, si riprese subito e
replicò con calma,
"Perché mai ti
sorprendi, mia cara Molly? Ritieni incredibile che Mr. Collins possa
essere capace di procurarsi la stima di una donna solo perché
non è stato così fortunato da meritarsi la tua?"
Ma Molly si era ormai
ricomposta e, facendo uno sforzo enorme, fu in grado di assicurarle con
discreta fermezza che la prospettiva di quel legame le era gradita, e
che le augurava tutta la felicità immaginabile.
"So quello che provi",
replicò Meena, "sei sorpresa. Ma quando avrai avuto il tempo di
rifletterci un po' su, spero che capirai quello che ho fatto. Non sono
romantica, lo sai. Voglio solo una casa confortevole, e considerando il
carattere, le relazioni sociali e la posizione di Mr. Collins, sono
convinta che le possibilità di essere felice con lui siano
favorevoli quanto quelle della maggior parte delle persone che iniziano
la loro vita matrimoniale."
Molly rispose pacatamente
"Senza dubbio", e dopo una pausa imbarazzata, tornarono dal resto della
famiglia. Meena non restò a lungo, e Molly fu quindi lasciata
alle sue riflessioni su quanto aveva appreso. Aveva sempre intuito che
l'opinione di Meena nei confronti del matrimonio non fosse esattamente
come la sua, ma non avrebbe mai immaginato la possibilità che
avrebbe sacrificato ogni suo sentimento migliore a favore di vantaggi
materiali. E alla sofferenza di vedere un'amica abbassarsi e perdere la
sua stima, si aggiungeva la penosa convinzione che sarebbe stato
impossibile per quell'amica essere anche solo in parte felice nel
destino che si era scelta.
23
Molly era seduta con la
madre e le sorelle quando apparve Sir William Lucas in persona, mandato
dalla figlia ad annunciare il fidanzamento alla famiglia. Con molti
convenevoli, e molto autocompiacimento per la prospettiva di una
parentela tra le due famiglie, espose la faccenda a un uditorio non
solo meravigliato ma soprattutto incredulo; Mrs. Hooper affermò
che doveva essersi completamente sbagliato, e Janine, sempre impulsiva
e spesso sgarbata, esclamò con impeto,
"Buon Dio! Sir William, come potete raccontare una storia del genere? Non lo sapete che Mr. Collins vuole sposare Molly?"
Molly, sentendosi in dovere
di sollevarlo da una situazione così spiacevole, si fece avanti
per confermare il racconto e sforzandosi di mettere un freno alle
esclamazioni della madre e delle sorelle con fervide congratulazioni a
Sir William, alle quali si unì subito Mary.
Mrs. Hooper era in effetti
troppo sopraffatta per dire un granché durante la visita di Sir
William; ma non appena lui se ne fu andato diede subito la stura ai
suoi sentimenti. Due conclusioni, tuttavia, si potevano chiaramente
trarre dall'intera vicenda; una, che Molly era stata la vera causa di
quel pasticcio, e l'altra, che lei stessa era stata trattata da tutti
loro in modo vergognoso; e per il resto della giornata indugiò
soprattutto su questi due punti.
Tra Molly e Meena si
instaurò un riserbo che le portò a mantenere il silenzio
sull'argomento, e Molly si convinse che tra loro non avrebbe più
potuto esserci una vera confidenza. La delusione nei confronti di Meena
la fece rivolgere con maggiore affetto alla sorella e ogni giorno
più ansiosa per la sua felicità, dato che Watson era
ormai partito da una settimana e non si era saputo nulla sul suo
ritorno.
Mary aveva mandato a Irene
una breve risposta alla sua lettera, e contava i giorni entro i quali
poteva ragionevolmente sperare di risentirla.
Note Autore:
Se siete riuscite/i ad arrivare fino
a qui, innanzitutto complimenti e grazie per il tempo che avete
dedicato a questa mia strana idea.
Ad onor del vero, devo ammettere che
questa idea mi girovaga per la mente già da un po' di tempo e
che, al di là di tutto, sono contenta di essere riuscita a
metterla in pratica e soprattutto di averla resa diversa da quelle che
(solo successivamente ad avere iniziato a “scrivere”) ho
scoperto esserci in giro, anche se principalmente in inglese.
Ho letto questo romanzo molte volte,
percependo sempre qualcosa di nuovo e capendo che si tratta di qualcosa
che va molto al di là della banale “storia
romantica”; è un romanzo che parla di reali cambiamenti e
ammissioni di colpa, cose che, ammettiamolo, capitano molto raramente.
Come non pensare a Sherlock quando si parla di cambiamenti? E come non
pensare a lui quando viene descritto Mr Darcy? E lui ma in abiti
austeniani!
La cosa più divertente
è stata associare ad ogni personaggio della Austen uno di
Sherlock e, avendone il secondo un numero decisamente più
esiguo, non è stato facilissimo ma alla fine credo di avere
trovato un valido compromesso e mi sono anche divertita.
Ora sta a voi scoprirli tutti! ^^
MA....se non avete voglia o tempo (cose altamente possibili) di
mettervi a ricreare tutte le connessioni, vi lascio una lista qui
infondo che vi chiarirà le cose anche se, ad onor del vero,
spero non la leggiate adesso perché vi rovinereste un po' di
sorprese.
Tutto ciò che posso dire,
prima di lasciarvi alla lista, è grazie ancora di aver letto e
spero vi sia piaciuto questo primo Volume e scusatemi se qualcosa non
è chiaro. Volevo dirvi un'infinità di cose e la
metà sono certa di essermele dimenticate, perdonatemi.
Ovviamente ogni commento e critica sono ben accetti per non dire
sperati (a brevissimo risponderò a tutti i commenti sulle altre
storie a cui ancora non ho risposto per timore di offese e pomodori per
la mia scomparsa) e spero anche di riuscire ad avere qualche spunto per
chiacchierare un po' sia di Sherlock che di Orgoglio e Pregiudizio.
A presto,
Anne ^^
ps. Vi posso assicurare che sto
lavorando a "L''errore di Sherrinford Holmes" ma si sta rivelando molto
più complicato del previsto. Voi siete sempre gentili ed oneste
con me ed è per questo che non voglio deludere né voi
né me concludendo questa storia in maniera deludente o
raffazzonata. Capisco quanto sia snervante aspettare tutto questo tempo
e vi assicuro che mi dispiace realmente (come mi dispiace replicare ai
vostri commenti con ritardi assurdi ma non ho il cuore di rispondervi
subito sapendo di lasciiarvi poi per chissà quanto tempo...sono
vile, l'ho già detto?!) ma vi prego di pazientare ancora
un po'. La mia speranza è di riuscire a concluderla durante
queste tre settimane di "Orgolio e Pregiudizio" per poi pubblicarla. Vi
chiedo sinceramente scusa.
Personaggio Austen/ Personaggio Sherlock:
Fitzwilliam Darcy/ Sherlock Holmes;
Elizabeth Bennet/ Molly Hooper; George Bingley/ John Watson; Jane
Bennet/ Mary Mostrand; George Wickhan/ Jim Moriarty; Mr Collins/Tom;
Charlotte Lucas/ Meena (tecnicamente Meena esiste solo nel blog di
Molly ma comunque credo rientri nel cast...?); Lady Chatrine de Bourgh/
Mycroft Holmes; Miss Bingley/ Irene Adler; Lydia Bennet/ Janine; Mr e
Mrs Gardiner/ Mrs Hudson (con marito e il suo cartello della droga XD);
Mary Bennet/ Sally Donovan; Kitty Bennet/ Philip Anderson; Georgiana
Darcy/ Harriet Watson (sorella di John); Anne de Bourgh/ Sarah (ex di
John); colonello Fitzwilliam/ Greg Lestrade.
n.a. Nessun personaggio mi
appartiene (ovviamente) nè per quanto riguarda l'opera di
Jane Austen né tantomento per Sherlock (BBC).
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