Quoniam coniux mea non potes esse, arbor eris certe mea

di vali_
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Personaggi principali: Apollo, Dafne
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale
Avvertimenti: Nessuno
N° parole: 110
Note: Salve a tutti! Sono nuova in questo pezzo di mondo EFPiano ed entro quasi da intrusa, visto il motivo che mi ha spinto a scrivere questa drabble :)
Tra i miti che era possibile scegliere, quello di Dafne e Apollo mi aveva colpito particolarmente e così ho scritto una piccola interpretazione dei pensieri di Apollo… spero vi piaccia e di non aver fatto un buco nell’acqua. :)
Il titolo, su suggerimento della preziosissima Daisy_of_light, è un piccolo estratto dalle Metamorfosi di Ovidio. La traduzione è la seguente: “Se non puoi essere la sposa mia, sarai almeno la mia pianta”.
Spero che vi piaccia… buon weekend! :D
 

Quoniam coniux mea non potes esse, arbor eris certe mea

Abbraccia il tronco di quell’albero maestoso, la corteccia liscia e quasi priva di nodi.
Apollo alza il mento per osservarne la chioma, bella e rigogliosa, colma di foglie verde scuro. Appoggia l’orecchio sul legno ed ode il cuore della sua amata battere, un dolce suono ipnotico e ripetitivo. Avrebbe voluto ascoltarlo in ben altre occasioni, sentire la pelle viva di Dafne scorrere sotto le dita ed accarezzarla dolcemente.
Sorride mesto all’idea che questo non sarà mai possibile e si allunga per strappare una foglia ed annusarla, un forte aroma che gli arriva immediatamente alle narici.
D’ora in avanti proprio tu, che di loro avevi così paura, incoronerai ogni valoroso uomo. 





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