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Camus si alzò di
botto ancora scosso del terribile sogno che aveva avuto. Non era la prima volta
che gli succedeva di svegliarsi in mezzo alla notte, scosso e frastornato per
via di un incubo.
In questo suo
sogno ricorrente c’era una donna, i suoi lunghi capelli lilla ricadevano lungo
la schiena, portava un lungo vestito bianco e camminava sola lungo una strada
buia.
Il cavaliere non
era mai riuscito a scorgerla in viso, neanche un momento, e anche se cercava
ogni notte di parlarle e di avvicinarsi a lei quella ragazza sembrava
sfuggirgli. Non si voltava indietro e non prestava ascolto alle sue parole come
se non lo sentisse e non lo vedesse affatto.
“Era solo un
sogno” pensò sedendosi sul letto e tentando di respirare normalmente “è solo un
sogno”
Ma dentro di se
sentiva che quello non poteva essere solo un sogno.. prima di tutto chi
diavolo era quella ragazza? Non gli ricordava nessuno di già visto eppure
sembrava avere qualcosa di.. magico.. come se la sua figura fosse avvolta da un
cosmo caldo e potente.
Chiuse gli occhi
per far riaffiorare i ricordi legati a quel sogno che stava ormai diventato un
ossessione, però si accorse di non riuscirci, quella figura sfuggente stava pian
piano scomparendo ricacciata prepotentemente nel suo subconscio.
Qualche sera era
addirittura arrivato a pensare che fosse rimorso il suo, infondo era un
cavaliere di Atena, un cavaliere d’oro e aveva le sue responsabilità.
Aveva ucciso
molte persone durante la sua vita, però era sicuro di non aver mai fatto del
male ad una donna, non era certo nel suo stile uccidere degli innocenti.
Si alzò e si
avvicinò lentamente alla finestra, fuori era buio, incredibilmente buio come se
le stelle avessero improvvisamente smesso di brillare.
Ultimamente non
riusciva a trovare pace, nemmeno nei propri sogni.
Era inutile
tormentarsi, Camus era fermamente convinto che non avrebbe mai scoperto
l’identità di quella ragazza che lo tormentava, così decise di rimettersi a
dormire ed entro breve cadde in un sonno senza sogni.
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Camus guardò le
fredde colonne dell’undicesima casa che incombevano su di lui come una prigione,
non riusciva a sentirsi a suo agio in questo posto ed era per questo che non
passava mai troppo tempo al Grande Tempio.
Da quando era
scoppiata la battaglia contro quei cinque ragazzini che avevano rubato
l’armatura del Sagittario aveva iniziato ad essere assalito dai dubbi.
Era come se
qualcosa si fosse ghiacciato nel suo cuore.
Non riusciva a
darsi pace.
Non riusciva a
trovare una spiegazione.
Chi stava
sbagliando?
Tra quei ribelli,
che al Grande Tempio ormai tutti chiamavamo traditori, c’era anche Hyoga..
Hyoga…
Hyoga era
l’allievo del suo stesso allievo, il maestro dei ghiacci, e probabilmente
avrebbe dovuto combattervi contro.. combattere contro il ragazzino di
quattordici anni a cui Crystal* era tanto legato.
Avrebbe trovato
il coraggio necessario per ucciderlo?
Ma infondo come
poteva lui giudicare?
Era un cavaliere
di Atena e avrebbe seguito il volere della sua Dea fino alla morte, e quel
volere veniva dal Grande Sacerdote che ora chiedeva la guerra.
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Here we are stuck by this river
You and I underneath a sky
That's ever falling down down down
Ever falling down
Through the day as if on an ocean
Waiting here always failing to remember
Why we came came came
I wonder why we came
You talk to me as if from a distance
And I reply with impressions chosen
From another time time time
From another time.
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per Crystal intendo il maestro dei ghiacci non
Hyoga!
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La canzone è “By this river” di Brian Eno
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