La
confessione idiota di un'idiota
Un
altro giorno un altra sfida.
Sin da
quando si son incontrati Hinata e Kageyama fanno a gara per qualsiasi
cosa. Chi finisce di mangiare per primo il pranzo, chi pulisce
velocemente la lavagna, chi corre velocemente fino a scuola, chi
riesce a fare più palleggi, chi riesce a trattenere il fiato a
lungo, chi riesce ad uscire velocemente dalla classe alla fine delle
lezioni, chi si cambia velocemente ed inizia ad allenarsi in palestra
e così via.
Non
esiste una tregua o una fine a questa loro scemenza. Sono sempre in
competizione l'un con l'altro per ogni cosa, su ogni cosa.
Quel
giorno Hinata si era assentato a scuola.
Il suo
posto era vuoto. Kageyama rimase a fissare quel banco accanto alla
finestra vuoto fino all'arrivo del professore in aula.
Hinata
sarà assente per qualche giorno, aveva la febbre alta, spiegò il
professore della prima ora.
Kageyama
realizzò che il giorno precedente loro due avevano dimenticato
entrambi l'ombrello e fecero a gara chi fra i due sarebbe tornato a
casa prima correndo sotto la pioggia. Si era dimenticato che Hinata
abitava lontano e che ogni mattina pedalava per mezz'ora per venire a
scuola.
Si
sentì un po' in colpa.
Non
è colpa mia se quell'idiota ha dimenticato l'ombrello a casa e si è
ammalato.
Si,
non era affatto colpa sua se Hinata era stato stupido da dimenticare
l'ombrello ed aver corso fino a casa sotto quella fredda pioggia.
Eppure
avvertì una strana sensazione crescergli nel petto nel vedere quel
banco vuoto.
Durante
l'ora di ginnastica quando i suoi compagni, durante l'esercizio, si
divisero tutti in coppie lui rimase solo. Non si era mai accorto fino
a quel giorno che lui non aveva legato molto con i suoi compagni di
classe. Hinata era quello che era sempre circondato da persone.
Hinata era sempre quello che faceva a coppia con lui, non solo
durante l'ora di ginnastica.
Anche
durante gli allenamenti erano sempre in coppia.
"Hey
Kageyama tutto bene?" chiese Yamaguchi preoccupato.
"Lascialo
in pace. Non vedi che la vedova è afflitto per la scomparsa di suo
marito?" ironizzò Tsukishima vedendolo afflitto.
"CHI
SAREBBE LA VEDOVA SCUSA?"
"Su,
su calma ragazzi, Kageyama oggi ti allenerai con me." propose
Sugawara cercando di calmare i ragazzi, ma l'idea nel dover allenarsi
con un altra persona che non sia Hinata non rendeva affatto felice
Kageyama.
Anche
durante gli allenamenti...Hinata era sempre stato il suo compagno,
Hinata era sempre stato con lui, in ogni momento. Fino ad oggi non si
era mai sentito solo, nemmeno quando i suoi vecchi compagni di
squadra s'ammutinarono contro di lui, non si era sentito affatto
solo, ma senza Hinata era tutta un'altra cosa.
"Uhm...K-Kageyama?!"
il richiamo di Sugawara lo riportò alla realtà.
"Oh,
si scusa!" prese la rincorsa e batté la palla mandandolo
dall'altra parte della rete dove Sugawara era in attesa di ricevere.
Il
giorno dopo quando alla rappresentante di classe fu assegnato il
compito di consegnare i compiti svolti in classe a Hinata, Kageyama
si offrì volontario di consegnarlo lui stesso. La rappresentante non
si fece pregare due volte, lo sguardo deciso da serial killer sul
volto di Kageyama la intimorì tanto che non osò controbattere.
Siccome
nessuna linea di autobus arriva fino a casa di Hinata Yamaguchi gli
prestò, molto contento, la sua bici a Kageyama, ora aveva una scusa
per farsi dare un passaggio in bici da Tsukishima.
Idiota
di un Hinata, ma fra tutti i posti al mondo, proprio in cima a un
monte dovevi abitare?
Maledisse
Hinata per tutte le salite che si trovò a pedalare per consegnargli
degli stupidi appunti. Maledisse anche sé stesso per essersi offerto
volontario. A metà strada stava per rinunciare e girò la bici per
tornarsene a casa quando una macchinasi fermò abbassando il
finestrino.
"Ohh,
ma quello è la stessa uniforme della scuola di Shoyo." udì la
voce di un uomo provenire dalla macchina che lo guardava sorpreso
tanto quanto lui. "Sei un compagno di scuola di Shoyo?"
"Lei
conosce Hinata?"
"Sono
suo padre!" indicò sé stesso con un dito e con un sorriso
molto simile a quello di Hinata.
"Sono
un suo compagno di classe a dire il vero."
Si
fece dare un passaggio dal padre in macchina. Non si era mai sentito
così nervoso in vita sua. Fece conoscenza con il padre, il quale
sapeva tutto su di lui, a quanto pare quell'idiota dalla bocca larga
di Hinata raccontava tutto alla sua famiglia.
Quando,
entrati in casa, il signor Hinata annunciò che c'era un ospite per
Shoyo, Hinata corse fino alla porta per poi bloccarsi scioccato alla
presenza di Kageyama.
"Waaah,
Bakageyama che ci fai tu qui?"
"Vedo
che stai bene!" osservò Kageyama guardandolo truce.
"Oh
beh, son forte io, la febbre di solito non mi dura mai più di uno o
due giorni."
"Quindi
domani tornerai a scuola?"
"Ehh,
molto probabilmente no, mia madre vuole tenermi a letto per un altro
giorno per assicurarsi che non infetti nessuno."
"Ceerto
come no, vuoi che ti creda? O la tua è solo una scusa per saltare
scuola?"
"Ma
cosa dici scemo idiota?"
"Se
hai così tanta energia per urlare e prendermi in giro perchè non
torni domani a scuola?"
"Ma
sei venuto qui solo per prendermi in giro? Se è così potevi
risparmiarti il viaggio!"
"Non
sono venuto per prenderti in giro, sono qui per consegnarti gli
appunti e i compiti che ti sei perso in questi due giorni idiota!"
tirò fuori il quaderno degli appunti per Hinata lanciandoglielo
contro. "E se non torni domani a scuola io non ti parlerò mai
più, idiota! Lo sai come mi sono sentito in tutto questo tempo da
solo? Non devi mai più assentarti, non devi mai più ammalarti
altrimenti io mi preoccupo!" detto ciò Kageyama uscì di corsa
dalla casa stava per salire sulla bici quando Hinata lo chiamò
uscendo dalla porta.
"Aspetta
Tobio!"
Il
cuore di Kageyama si fermò, era la prima volta che Hinata che lo
chiamava per nome.
"Che
cosa intendi dire? Non capisco."
Preso
dal panico, Kageyama salì in sella alla bici, iniziò a pedalare
senza sosta.
"E'
perchè mi piaci idiota!" urlò a un Hinata confuso che rimase a
guardarlo mentre scappava via pedalando con tutta la forza che aveva
in corpo.
Non
voleva farsi vedere che era diventato tutto rosso.
Il
giorno dopo, quando arrivò a scuola, presto come al solito, fu
sorpreso quando trovò Hinata in classe seduto sul suo banco.
"Che
ci fai qui?"
"Ma
come? Non sei contento che sono tornato?"
Kageyama
aggrottò la fronte.
"Uffa,
sono tornato perché non volevo che il mio compagno si sentisse solo
senza di me."
Kageyama
arrossì.
"Ah
e un altra cosa, non puoi ordinarmi di non ammalarmi è una cosa che
non posso controllare."
"Ma
lo puoi prevenire!" disse incrociando le braccia.
"E
senti un po' a causa di chi è che mi sono beccato la febbre?"
"Solamente
tua, sei così stupido che..."
"Uffa
e dire che ieri eri così dolce, oggi invece sei tornato il
Bakageyama di sempre."
"Io?
Ieri? Cosa?"
Hinata
spazientito prese Kageyama per la sua uniforme tirandolo verso di sé,
gli diede un bacio soffice sulle sue labbra facendolo arrossire come
un pomodoro.
"Idiota!"
"Si,
il tuo idiota preferito!"
Kageyama
sorrise stringendolo a sé.
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