Ueda si avvicinò di corsa,unendo le mani sul corpo della sua
bambina e provando a curarla … niente … niente
… niente,non ci riusciva.
Ci provò assieme a Maru ed al cristallo della regina,ma non
succedeva niente.
Naoki incominciò a piangere,scostando Maru e prendendo tra
le braccia il corpo della sua amata ormai freddo e senza
vita,cullandolo dolcemente tra le sue braccia.
In quel momento sembrava che il mondo avesse perso il suo sole.
Passarono vari mesi da quel giorno e la vita dei nostri amici tra
concerti e nuovi singoli andò avanti
,nessuno,però, si era accorto che i sorrisi dei 6 fossero
tirati,gli occhi sempre velati dalla tristezza, i loro movimenti
più incerti …
Erano depressi e tristi.
La causa di quella tristezza non era solo la morte della
fata,però, ma anche la decisione di Naoki di
seguirla,donando tutti i suoi poteri e la sua linfa vitale alle piante
del bosco dove era stata rapita la sua amata, in ricordo del suo amore
per lei.
Era accaduto qualche settimana prima ed Ueda,venuto a scoprire la
faccenda,aveva smesso di mangiare e di parlare; quando non dovevano
registrare, lui continuava imperterrito a guardare il cielo ,isolandosi
dal mondo.
Junno aveva fatto il possibile per farlo sorridere,ma non era mai stato
molto bravo e la cosa non giocava a suo favore …
Poi,però, arrivò una notizia che
riuscì a rincuorare tutti ed a farli tornare come una volta.
Loro erano rinati,erano tornati a vivere sotto forma di esseri umani,o
almeno così aveva detto il re delle fate, venuto
appositamente a dare la notizia ai ragazzi.
< Mi è venuta voglia di un viaggio nel tempo
… vi va di venire con me?>
2025 – Tokyo
“Tatsuya aspettami!” urlò Junno
dall’altra parte del parco,inseguendo il suo ragazzo.
Ueda si voltò a guardarlo, per poi sedersi su una panchina
lì vicino ad attenderlo.
Si ritrovò a pensare ai tempi ormai andati.
I KAT-TUN erano un ricordo del passato,ormai avevano tutti passato i 40
e la loro fama era solo un vago ricordo,ora la gente non li assaliva
più per strada,erano solo delle persone comuni.
Koki e Maru vivevano ancora insieme ed avevano aperto un bar, che
andava a gonfie vele ed era diventato molto famoso; Kame,dopo che Jin
se n’era andato in America,era diventato un fantasma,aveva
smesso di mangiare ed aveva incominciato ad andare in gay-bar
,costringendo Koki ad accompagnarlo e incominciando ad uscire con
chiunque.
Quando Jin l’aveva saputo era tornato subito in Giappone,era
stato un periodo duro quello … Litigavano di continuo
… ma alla fine si erano riappacificati e si erano ripromessi
di andare a vivere insieme a LA,appena il contratto di Kame si fosse
concluso …
Erano ormai 10 anni che abitavano là,Kame lo informava di
tutto, gli spediva almeno una cartolina al mese.
Junno finalmente era arrivato e si sedette vicino a Tatsuya,
stringendogli la mano e contemplando i ciliegi in fiore.
Ueda si ridestò dai suoi pensieri,guardando
l’amato e poi porgendo la sua attenzione ai petali di
ciliegio al vento. Strinse più forte la sua mano. Loro erano
rimasti insieme,sempre,avevano anche viaggiato molto per tutta
l’ Europa, Junno amava l’Italia e così
avevano comprato una piccola casetta sul mare,dove vi passavano
l’intera estate.
“E’ quasi ora” disse Junno facendo alzare
il fidanzato dalla panchina “i ragazzi ci stanno
aspettando”
“Ritrovarsi tutti dopo 10 anni, non so se sia
prudente” disse Ueda continuando a guardare Junno,che sorrise
“Già,siamo una banda di matti” disse
ridendo felice.
Ueda si era perso nella contemplazione del suo sorriso,quando
sentì qualcuno venirgli addosso,seguito da un piccolo tonfo.
Guardò la bambina vestita di bianco che,senza volerlo,gli
era venuta addosso e che ora tratteneva a stento le lacrime,che
volevano uscire dai suoi grandi occhi azzurri. All’incirca
doveva avere 4 anni. I genitori erano lontani e stavano accorrendo.
Tatsuya si inginocchiò e gli accarezzò il capo
riccioluto
“Ciao piccola,ti sei fatta male?”
La bambina scosse la testa,facendo dondolare i boccoli castani che gli
arrivavano alle spalle
“Brava piccola,come ti chiami?”
“Chiara desu” rispose mostrando i dentini
bianchi,scoperti da un piccolo sorriso
“Eeeh,ma che bel nome che hai Chiara!”
esclamò Junno chinandosi e sorridendo a sua volta alla
piccola
“Arigatou onichan” rispose lei facendo ridere
l’uomo
“AhAhAh sono troppo vecchio per essere il tuo
onichan,chiamami Junnogichan” disse tutto contento del suo
nuovo soprannome,guadagnandosi un coppino dal fidanzato,sentendosi
preso in causa,dato che era il più grande dei due
“Ti sembra che io sia così vecchio da poter essere
chiamato nonno?!” chiese con uno sguardo assassino dipinto
sul volto,facendo ridere la piccola
“Signore,tu come ti chiami?” chiese guardandolo
negli occhi
“Tatsuya”
“Chiara,Chiara,eccoti finalmente!” disse la madre
della bambina arrivando di corsa con il marito,che spingeva una
carrozzina
Ueda e Taguchi alzarono il volto dalla piccola,per salutare i
genitori,ma non riuscirono a fare niente quando si ritrovarono davanti
le copie esatte di Silvia e Naoki
“Scusate,nostra figlia vi ha recato disturbo,siamo
tremendamente dispiaciuti” disse
l’uomo,inchinandosi e toccando con il naso il passeggino
“Non si preoccupi,è una bambina
adorabile” rispose Junno sorridendo come anche Ueda,che a
stento tratteneva le lacrime
“Si sente bene?”chiese la donna avvicinandosi e
dandogli un fazzoletto
“Si,ora si,grazie”
“Bene. Chiara saluta,dobbiamo andare”
“Ciao Junnogichan”disse aggrappandosi alle mani dei
genitori e poi sorridendo a Ueda “Ciao Tatogichan”
“Ciao piccola” disse Tatsuya
versando,finalmente,calde lacrime di gioia guardando la famigliola
ripercorrere felice il parco tra i petali di ciliegio. Junno lo strinse
forte a sé,anche lui commosso dall’inatteso
incontro
- Mezzora dopo al bar di Koki e Maru -
“Ragazzi” urlò Ueda ,entrando e vedendo
la gran confusione che già aleggiava nel locale per colpa di
un certo neo americano e il padrone del locale che discutevano
animatamente per qualche stupido motivo.
Kame e Maru salutarono Ueda e Junno,uno intento a contemplare i nuovi
occhiali griffati,l’altro preparando un cocktail. Anche i 2
litiganti,finito di battibeccare, si accorsero della loro presenza
“Che c’è Uepopi,sembri più
felice del solito”
“Koki,ragazzi,non sapete chi abbiamo incontrato!!!”
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