Ultima
revisione e riscrittura: 12 maggio 2021
DISCLAIMER: i
personaggi di Kung Fu Panda non appartengono a me. Tutti i diritti sono
riservati alla Dreamworks LLC.
Dawn e La Fiamma del Drago by Gloria Lovely is
licensed under CC BY-NC-SA 4.0
- Capitolo
1 -
Maestro
Croc mi disse di andare al Palazzo di Giada a consegnare un messaggio.
La pergamena era bella grande, ma le mie zampe pelose bianche sarebbero
state capaci di trasportarla fin laggiù. “Non fare tardi,
piccola Jia Li”, concluse lui, per poi ritirarsi nella
pagoda. Il mio vero nome è Jia Li, ma il paesotto dove
abitavo mi chiamava Dawn. Ero nata all'alba, motivo per cui mi avevano
dato quel soprannome ed ero mattiniera come tanti altri abitanti.
Distava molto dalla Valle della Pace, il cammino sarebbe stato lungo e
tortuoso, ma se c'era una cosa che il Maestro Croc mi aveva insegnato
era stato quello di continuare fin quando le mie zampe mi avrebbero
sostenuta. Ero molto giovane, per cui avrei potuto anche raggiungere
Goldmin con le stesse energie di tutti i giorni.
Gli abitanti della Valle
mi guardavano male, come se fossi una minaccia o uno scagnozzo di Lord
Shen, ma io ero l'allieva di un maestro di kung fu molto conosciuto
laggiù. Che fosse per via del colore dei miei occhi era
scontato da dire, ricordavamo molto quelli del pavone, ma io ero una
pacifista. Non amavo sfruttare il kung fu per ferire qualcuno,
piuttosto li proteggevo.
Vidi un ristorante, mi fermai e
chiesi un piatto di ravioli. La camminata mi aveva prosciugato le
energie. A servirmi era stata un'oca dall'aspetto anziano, le piume
grigiastre e un camice sporco.
“Lei deve
essere il signor Ping, vero?”
Lui mosse un
sopracciglio. “S-sì. Come fa a saperlo,
ehm...”
“Dawn.”
Prima di rispondere, mi
squadrò da capo a piedi girandomi intorno. Le oche erano tutte
così sospettose? “Ehm... certo. Dawn.
Sei buona o cattiva?”
“Sono
buona. Perché questa domanda?”
“Hai
gli stessi occhi di qualcuno, ma non ricordo chi. Quella specie di
deparavato scappato di prigione.”
“Tai
Lung? No, non sono una sua parente.”
Perché
stavamo parlando di lui? Dopotutto era esiliato nel regno degli
spiriti. Non era più una minaccia. Lui
preparava e intanto che passava il tempo, finii di pranzare e lascia
una lauta mancia. I
ravioli erano deliziosi. Avevo sentito parlare del suo ristorante e di
suo figlio, chiesi di lui e il signor Ping mi disse che non viveva
più con lui. “Dove vive
ora?” gli chiesi con una certa curiosità.
“Al Palazzo di Giada, con i suoi... ehm... amici.”
Ecco, me ne stavo quasi dimenticando! –
“Sa dirmi come posso raggiungere il Palazzo, devo consegnare
un messaggio.”
“Vai dritto e sali le scale. Ah, e se vedi mio figlio,
portagli i miei saluti.”
Lasciando il piatto vuoto e qualche moneta,
seguii le sue indicazioni e mi trovai davanti dieci chilometri di scale. Mi salì il pranzo in
gola. Come
diavolo faceva la gente a fare tutte quelle scalinate?
Non ci pensai e le salii una per una, con il ritmo
giusto e senza preoccuparmi troppo dell'altezza. Cominciai ad avere il fiatone
appena arrivata davanti la porta, incredibile che quelle scalinate non
mi avevo stancata, giusto un pochino. Arrivai dopo qualche minuto
buono, ripresi un po' di fiato e bussai la porta educatamente.
Neanche avessero previsto il mio arrivo, si aprì
all'improvviso e vidi un panda, quel panda che ha sconfitto
Tai Lung e Lord Shen.
“Salve, tu sei..?” chiese,
guardandomi senza farsi troppe domande.
“Mi chiamo Dawn e ho un messaggio da
parte del Maestro Croc.”
I suoi occhi diventarono diamanti e mi venne
incontro. “Non
ci credo, sei l'ultima allieva del Maestro Croc? Ommioddio, sei
proprio tu? In carne ed ossa?” esclamò
abbracciandomi in una maniera troppo affettuosa.
Quasi non respiravo, per non parlare della sua pancia grassa che mi
impediva di riprendere fiato dopo scale su scale.
“S-sì, sono io.”
“Che onore. Mi vergogno addirittura a stringerti la
mano.”
“Non fare il codardo, stringimela e basta.”
Dopo averlo fatto, mi guardò meglio. “Sei per caso
anche la sorella di Maestra Tigre?”
In effetti, io e lei avevamo lo stesso carattere: musone,
coraggiose e abili nelle mosse di kung fu, ma cresciute ed addestrate
da maestri diversi.
“Io sono una tigre bianca e non conosco nessuna Maestra
Tigre” precisai, stringendo la pergamena fra le zampe. Pesava
come un macigno, mi auguravo solamente che Shifu fosse a Palazzo.
"Lasciamo perdere. Accomodati, avverto Shifu che sei qui.”
Quando il panda aprì del tutto la porta,
lasciandomi entrare, puntai il naso all'insù. Il Palazzo di
giada era davvero immenso, rifiniture dorate e reliquie esposte
all'ingresso. Me lo
immaginavo diverso, più piccolo con una fontana a drago.
Invece era molto più grande, tante colonne e beni preziosi,
una piccola vasca e tante candele dietro. La pagoda dove abitavo io non
aveva nulla a che vedere con tutto quel lusso.
“Jia Li.” Sobbalzai nel sentire il mio nome di
battesimo con una voce profonda, riconducibile proprio al Maestro
Shifu. “Da quanto tempo non ci vediamo. Come mai da queste
parti?” mi chiese, accogliendomi davanti la vasca del dragone.
“Mi manda Maestro Croc, ho un messaggio da parte
sua.”
Gli consegnai la pergamena e lui la prese, senza mostrare un minimo di
sforzo. Mi massaggiai i polsi, contenta di avergliela data.
“Se vuoi, puoi restare.”
Il Maestro Croc mi aveva raccomandato di non tardare. “Mi
piacerebbe, ma...”
“Ti prego, Dawn, resta qui. Voglio un tuo
autografo!” Il panda tornò ad abbracciarmi, ancora
più affettuosamente di prima.
Sogghignai, la sua allegria era contagiosa. “Va bene, solo
per cinque minuti.”
Il
panda, ovvero Po, era davvero amichevole. Si era presentato subito dopo
avermi fatta riprendere ossigeo dopo quell'abbraccio. Nel mentre mi
riaccompagnava fuori dal Palazzo di Giada, quei cinque minuti promessi
passarono come nulla. Chiacchierammo a lungo e lui mi
raccontò della sua battaglia con Tai Lung, ne andava
orgoglioso. Certo, la prima battaglia non si scordava mai.
“Tu hai mai sconfitto qualcuno?” mi domando
curioso, gli occhi luminosi come due cristalli di ambra.
“Ho sconfitto il Demone di Fuoco insieme a Maestro Croc e mio
fratello. Era in grado di controllare la mente dei suoi avversari e
controllandoli, diventava sempre più forte. Il Demone voleva
controllare me, perché ero l'allieva più forte e
avevo una mente e un Chi davvero impressionanti” – Il racconto non fu
un granché, anche perché non mi andava di
raccontarlo. Era stata la mia ultima battaglia e avevo rischiato molto
quel giorno, più di quanto Po non avesse fatto con Lord Shen.
Lui ascoltava interessato. “E sei riuscito a
sconfiggerlo?”
“L'ho rispedito negli inferi, ma tornerà di
sicuro.”
Mi propose di passare la notte al Palazzo, ma io
non potevo. Dovevo mantenere fede alla parola del mio Maestro. Po ci rimase male, per tirarlo
su gli lasciai l'ultimo dei miei biscotti e glielo regalai come simbolo
della nostra nuova amicizia. Lui, invece, aveva ricambiato con un fiore
di loto. Piccolo, ma dai petali candidi e profumati. Rimesso lo zaino
in spalla, lasciai il Palazzo di Giada, lo sguardo del panda
malinconico. “A presto, Dawn!” mi
salutò, agitando la zampa.
|