IL MIO NOME
Quelle luci, sul Tamigi,
sono fioche, in lontananza,
dal quel treno, per Parigi,
sarā forte, la mancanza;
la mia ombra, che scandisce,
la coscienza, dei miei passi,
ma il silenzio, cosa ordisce,
forse trame, sconosciute,
colpi bassi.
La stazione, all'orizzonte,
e lo sguardo, č circondato,
tanti occhi, qui di fronte,
come abbraccio, appassionato;
una pioggia, di colori,
tramutata, nel sereno,
che si apre, come i fiori,
per spianarmi, vasti spazi,
di terreno.
Il mio nome, all'improvviso,
mostra i segni, di un eroe,
l'imbarazzo, prende il viso,
quando il cuore, si ritrae;
mani in cerca, di un saluto,
come orgoglio, di bandiera,
solo il lasso, di un minuto,
poi il pensiero, lascia indietro
la frontiera.
DA "L'AMORE TRADOTTO"
Luca Clementi |