Stavo ancora dormendo, o forse,quando mia madre mi butta giù dal letto e spalanca le finestre facendo entrare quella luce così tanto fastidiosa da non riuscire a guardarla.
-Sembra che oggi sia una fantastica giornata per viaggiare in auto fino al college- disse mia madre cercando ancora una volta di avvicinarsi a me, ma i suoi tentativi rimangono solo tentativi. Non è colpa mia se non riesco a toccarla, abbracciarla, sentirla vicina come madre. Lei non ha fatto nulla di grave se non portare quel mostro in casa, ed io sono ancora troppo stanca per farcela.
-Si, il sole ha deciso di spuntare anche a Londra- rispondo.
-Dai gioia, scendi a far colazione-dice mia madre procedendo verso le scale.
Vado in bagno portando con me intimo e i miei soliti vestiti neri.
Entro nella doccia per darmi una sciacquata veloce. Adoro lavarmi con un sottofondo musicale, ho messo nel bagno uno stereo. Faccio partire sempre i brani di Lana del rey o dei Bring me the horizon.
La musica mi è sempre stata accanto, non è come le persone, non tradisce, non ferisce e non ti abbandona. La musica ha più sentimenti delle persone. Non ho mai avuto un'amica che mi trattasse da tale, dopo un po si stancavano di me e trovavano una sostituta. Proprio per questo ho deciso di tagliare i fili con tutti gli amici che avevo. Avrebbero fatto lo stesso. Ho preferito prevenire che curare.
Esco dalla doccia e indosso l'intimo e i vestiti.
Scendo a fare colazione.
-Ti piacciono questi pancake?-
-Si-
Finisco i miei pancake per poi mettere il piatto nel lavandino.
-Vado a preparare le ultime cose-
Entro in salotto e vedo tutte le mie valigie. Sono due valigie, una borsa tracolla con dentro il mio portatile e uno scatolone con dentro lo stereo, gli album e i miei libri. Prendo lo zainetto e metto dentro i panini per il viaggio, l'acqua, le mie inseparabili cuffiette e le sigarette. Si fumo, e mia madre lo sa. Ha cercato di impedirlo ma sa quanto io ne abbia bisogno. Alla fine si è arresa. Prendo a poco a poco tutta la mia roba e la porto in macchina. Non mi giro a guardare la casa, non mi mancherà, troppi brutti ricordi li dentro,e li dentro devono restare. Devo imparare ad andare avanti, a fidarmi.
Mi scappa una piccola lacrimuccia pensando a tutte le miriade di cose brutte che frullano nella mia testa.
Salgo in auto e aspetto mia madre. Sale anche lei e mette in moto. Il viaggio dura un 4 ore, sono le 10:00, per le 14:00 saremo li. Ho scelto un college a 4 ore di strada da Londra.
Metto le cuffie e lascio che il sonno prende vita.
-Amanda!! Amandaaa!!-
-Oi ei..ehm si-
-Sono le 13:30, mangia quel panino-
-Ah, ho dormito così tanto? Scusami se ti ho lasciata sola-
No in realtà non mi dispiace affatto.
-Tranquilla, tieni-
Afferro il panino, tolgo la carta che lo avvolge e do il primo morso, poi il secondo..il terzo ed ho finito il panino e siamo davanti il cancello del parcheggio del college. Nel parcheggio non ci sono solo auto ma anche qualche "parcheggiatore" con le polo blu e lo stemma del college.
Uno di loro ci conduce ad un parcheggio libero. Scesa apro il cofano per prendere tutto.
-Posso aiutarla signorina?-
Saranno pagati anche per questo che prenda tutto, sono troppo stanca.
-Si grazie-
-Quale è il numero della stanza signorina?-
Prendo il cellulare e controllo.
-Stanza n* 20 ala B-
Fa cenno con il capo come a dire di aver capito e fa un altro cenno con la mano per far si che io e mia madre lo seguissimo.
-Ecco qui- ci dice chiunque lui sia.
Apro la stanza con il codice, hanno rimosso le chiavi per mettere dei codici. Okay boh.
Entro e trovo già un letto occupato da valigie, deduco sia già arrivata la mia compagna di stanza.
Metto tutte le mie cose vicino il mio letto.
-Grazie per avermi portato fin qui, scusami se ti chiedo di ritornare a casa ma sono stanca e vorrei dormire. Ci sentiamo il fine settimama-
-Okay cara, mi mancherai- mi abbraccia ed io mi irrigidisco. Esce dalla porta e butto fuori un sospiro.
Mi siedo sul letto e chiudo gli occhi.
-Vedo che sei arrivata- dice una voce femminile sconosciuta. Alzo le spalle dal letto e mi alzo porgendole la mano.
-Piacere Amanda-
-Sonia-
- Alle tre ci vogliono in palestra per parlare con noi, non solo con le matricole. Anche con quelli più grandi come me che vado al secondo o come quelli del quarto...ci sono certi fustacchioni-
-Verrò, ma non per i fustacchioni-
Mi guarda strana come se avessi bestemmiato.
Prevedo sia un amante del sesso.
Sesso.
No, devo sviare questo discorso.
-Perché sei imbarazzata? Sei vergine?-
-No.-
-Okaay-
E così finì la nostra conversazione. Strana la tipa.
Siamo tutti in palestra. Ascoltiamo.
-Buon giorno e benvenuti al vostro nuovo anno in questo college. Oggi sono qui per riportarvi una notizia. Elison Morris un'alunna del secondo anno, ottimi voti, ottima condotta, eccellente ragazza, è venuta a mancare dopo essere stata vittima di uno stupro. Vicenda molto dolorosa per parenti e anche per noi. Da dirigente scolastico ritenevo opportuno informarmi.Siamo qui per fare un minuto di silenzio.-
No, no. Porca merda. Guardo la folla, alcuni volti sconvolti, pochi con lacrime, altri indifferenti.
Devo scappare sento le lacrime agli occhi. Mi sto sentendo male.
Scappo e mi ritrovo dietro l'atrio della scuola. Mi appoggio ad un muro e crollo a terra. Scoppio in un pianto forte, necessitato, ho bisogno di un abbraccio ma sono maledettamente sola.
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