Otppurefuckingmagic
è
un'autrice straniera, il link alla sua pagina originale è
inserito
nelle note dell'account, che è attualmente gestito dalla
persona che
traduce le sue storie, con il suo consenso.
Una
Buona Reazione
Ispirata
a questo prompt: "Sportivo!Alec e Nerd!Magnus. AU in cui ad Alec serve
un tutor in chimica e passa da figo che fa sport a idiota balbettante
quando sta con Magnus. Ne ho bisogno per dei motivi."
"Dove
vai, Lightwood?" urlò Jace dall'altra parte del campo. Alec
si
limitò a mostrargli il medio, anzichè
rispondergli,
sapendo che il suo migliore amico lo stava solo prendendo in giro
perchè doveva andarsene prima dagli allenamenti di rugby per
incontrare il suo tutor. Ma il loro coach incrociò lo
sguardo
del moro e gli fece segno di andarsene, urlando a Jace di chiudere
quella fogna e concentrarsi sulla palla.
Lui pensava che l'idea delle ripetizioni fosse buona (era uno di quei
coach che stressavano i giocatori sui buoni voti quanto sul gioco di
squadra) e Alec aveva davvero bisogno di aiuto.
Il
corso di chimica gli stava dando seri problemi e, se i suoi voti non
fossero migliorati, avrebbero potuto davvero cacciarlo dalla squadra di
rugby.
Si
mise il borsone a spalla, attraversò il cortile e si diresse
verso l'edificio della scienza. Era una struttura nuova, fatta di vetro
e metallo che si ergeva al centro del campus e, per quanto suggestiva,
Alec ne odiava la sola vista.
Non
era mai stato particolarmente bravo in niente che avesse a che fare con
la matematica avanzata, ma era sempre riuscito a cavarsela da solo
– fino ad ora. Non riusciva a bilanciare le reazioni, non era
in
grado di ricordare cosa fosse acido e cosa basico ed era certo che,
prima o poi, avrebbe accidentalmente dato fuoco al palazzo
della scienza dal valore di qualche milione di dollari, mischiando le
sostanze
sbagliate. Ed era frustrante, perchè con il rugby se la
cavava.
Avrebbe potuto scegliere più o meno qualsiasi
sport e cavarsela bene – football, calcio, basket, tiro con
l'arco... Ma bastava metterlo in un laboratorio e i suoi occhi, il suo
cervello e le sue mani smettevano di comunicare gli uni con gli altri,
figuriamoci coordinarsi.
Gli
venne indicato come raggiungere l'aula dedicata allo studio dalla donna
al bancone dell'ingresso e lui seguì le istruzioni. Era
ancora
sudato per l'allenamento, ma non così tanto. Se non fosse
stato
un po' in ritardo, si sarebbe tolto l'uniforme, inclusi la protezione
per le ginocchia e le scarpe con i tacchetti, ma in quel momento era in
ritardo di cinque minuti e lui odiava esserlo.
Quando
arrivò dall'altra parte dell'edificio, era esausto. Odiava
la
chimica, odiava quell'edificio e odiava esser stato costretto a
prendere un tutor. Aveva il viso torvo, le sopracciglia corrugate e le
spalle ricurve in avanti...
Ma
la sua visione della vita si ravvivò nell'istante in cui
vide
l'uomo in piedi sulla soglia della sala studio con un Ipad in mano.
L'uomo
aveva dita lunghe e le sue unghie erano decorate come la tavola
periodica degli elementi. Indossava degli occhiali neri e i suoi
capelli erano pettinati come se avesse passato tutta la mattin a
perfezionare un look alla sono
appena uscito dal letto.
La sua pelle ricordava ad Alec il caldo e l'estate. Indossava una
camicia tutta colorata dalle tonalità sgargianti, con i
primi
due bottoni slacciati e le maniche arrotolate sugli avambracci
–
che esponevano più muscoli di quanti Alec ne avrebbe
attribuiti
ad un esperto di chimica.
L'uomo
alzò lo sguardo e il ragazzo ebbe modo di vedere il colore
giallo-verde dei suoi occhi, semi-nascosti dalla montatura nera da
hipster e incorniciati da una sfumatura di kajal che aveva un effetto
devastante.
"Sei
Alexander Lightwood?"
Alec
giocò nervosamente con la cinghia della sua borsa e
provò
a dire qualcosa, ma emise solo una sorta di semi-lamento e
arrossì, cercando di ritrovare un po' di compostezza. Un
po'
sarebbe stata fantastica, in quel momento. "Cos…
Chi…
Già… Uh… Ciao. Sì. Sono,
um, Alec."
Le
labbra dell'uomo guizzarono, come se stesse cercando di trattenere un
sorriso. "Sei in ritardo, Alexander."
"Mi
dispiace. Sono venuto via prima dall'allenamento" indicò la
sua
divisa per provare il punto e, questa volta, l'uomo sorrise, facendo
pensare ad Alec che non fosse affatto giusto che il suo tutor fosse
così bello "... e ho cercato di arrivare in tempo. Ma non ci
sono riuscito. E mi dispiace. Mi dispiace davvero. Scusa se ti ho fatto
aspettare. Ecco."
"Nessun
problema" disse lui, lasciando vagare lo sguardo sul ragazzo. "Sono
Magnus Bane, dottorando in chimica teorica. Sarò il tuo
tutor."
Alec
aprì la bocca per rispondere, ma semplicemente non
ci riuscì.
Magnus stava provocando qualsiasi tipo di reazione possibile nel suo
corpo. Se pensava che essere bocciato in chimica fosse pericoloso,
avere lui come tutor lo sarebbe stato ancora di più.
"Tu
puoi insegnarmi tutto quello che vuoi" disse improvvisamente, bisognoso
di riempire il silenzio teso che aleggiava nell'aria. Rimpianse subito
di essere nato.
Le
sopracciglia di Magnus si sollevarono. "Buono a sapersi."
Digitò
qualcosa sull'Ipad, poi indicò la porta. "Cominciamo."
Magnus
sapeva che Alec era agitato. Lo sguardo del ragazzo continuava a
passare sulle sue labbra e seguiva ogni movimento delle sue mani. Era
seduto sull'orlo della sedia e si sporgeva verso di lui, rapito. L'uomo
era sicuro che non fosse il libro di testo che aveva davanti a
catturare la sua attenzione. Sapeva riconoscere l'attrazione, quando la
vedeva.
Ma
era raro che la percepisse anche da parte sua.
Per
quanto potesse apparire tranquillo, spontaneo e distaccatao, in quel
momento non lo era affatto. Di solito non gli piacevano i tipi sportivi
– troppo testosterone e troppo poco cervello – ma
Alec non
rientrava in quella categoria.
Dalle
domande che faceva, sembrava sorprendentemente intelligente e riusciva
a vedere i collegamenti tra concetti che altri ragazzi impiegavano anni
per notare. Semplicemente, il suo cervello non era portato per
l'algebra*. Così Magnus cambiò approccio, usando
più spunti visivi del solito e il ragazzo iniziò
a
rilassarsi. Rise persino, quando Magnus fece un gioco di parole
particolarmente brutto su acidi e basi.
Nessuno
rideva mai ai suoi brillanti giochi di parole – soprattutto
non
Catarina o Ragnor – ma Alec si comportava come se
riconoscesse le
sue capacità comiche. E questo era allo stesso tempo
dolcissimo
ed eccitante.
Magnus
non era fiero del modo in cui il suo ego era alimentato da quella
risata.
Ma
la felicità di Alec durò poco e il ragazzo
tornò a
corrugare le sopracciglia, con la mascella tesa. Magnus mise una mano
sulla sua e la testa del moro si sollevò di scatto.
"Alexander"
disse Magnus, "questi concetti non sono semplici."
"Lo
sono per te!"
Lui
allontanò la mano. L'aveva lasciata su quella dell'altro per
più tempo di quanto fosse opportuno. "Ognuno di noi ha
qualcosa
in cui eccelle. Per me è la chimica. Per te credo siano...
gli
sport?"
"Rugby"
specificò Alec e un'espressione beata gli si dipinse sul
viso. Era esilarante.
"Non
sono in questa squadra" continuò il ragazzo, arrossendo.
"All'università, intendo, sai. Qui."
"L'avevo
capito. Immagino questo voglia anche dire che sei bravo ad usare le
mani."
Alec
si fissò le mani, come se lì avesse potuto
trovare la
risposta. "Um, sì. È importante per il mio corso?"
Era
effettivamente importante per la chimica,
solo non per il tipo che Alec stava cercando di imparare in quel
momento. "Era solo un'osservazione." Magnus alzò le mani per
chiarire il punto. "Dovremmo smettere di divagare, visto che abbiamo
ancora poco tempo. Ma, prima, vuoi sentire altri giochi di parole?"
Alec
sorrise e si sporse verso di lui. "Um, forse?"
"Non
preoccuparti. Te li dirò solo... periodicamente."
Alec
rise e non importava che la battuta non fosse affatto divertente, lui
credeva che lo fosse. Questo gli fece pensare che fosse valsa la pena
di prestarsi a fare il tutor per quella sessione, per contro del suo
perennemente-ingrato amico Ragnor.
Alec
stava ridendo così forte che attirò l'attenzione
degli
altri alunni e tutor nella stanza e dovette coprirsi la bocca con le
mani. I suoi bicipiti si gonfiarono nel movimento e Magnus si
ritrovò ad interessarsi alla teoria delle particelle che si
erano fuse in modo tanto perfetto a creare quel particolare essere
umano.
Il
tutor si sistemò gli occhiali sul naso, lanciando uno
sguardo
accaldato ad Alec. "Il tuo sorriso è bello da togliere il
fiato.
Dovresti mostrarlo più spesso."
Sì,
non era stato per niente discreto, ma non riusciva a trovare la forza
per interessarsene – poi i lineamenti di Alec si indurirono e
il
ragazzo di spostò i capelli neri come l'inchiostro dal viso.
Tornò
nervoso in pochi istanti. "Magnus, io... non so quale sia il modo
migliore per dirlo, ma non so se sia una buona idea che tu continui ad
essere il mio tutor."
"In
queste circostanze? Nemmeno io penso che lo sia" concordò
Magnus. "Ma non dobbiamo preoccuparci di questo. Sto solo sostituendo
un amico per oggi. Questa è la prima e ultima sessione che
faccio con te."
Il
viso di Alec si oscurò. "Non lo sapevo... Immagino sperassi
che..." ricadde all'indietro sulla sua sedia. "Ok, allora."
Alec
sembrava positivamente impaziente e Magnus voleva solo baciare il
broncio che aveva sulle labbra. Si allungò sul tavolo e
chiuse
il libro di chimica con un colpo secco. "Questa è stata la
nostra ultima sessione ufficiale, ma..."
Il
ragazzo sollevò un sopracciglio "Ma?"
"Ti
andrebbe di andare a bere qualcosa insieme?"
Alec
gli mostrò il suo sorriso più sincero.
"Sì, sembra... sembra una buona idea. Quando?"
"Che
ne dici di ora?"
"Ok."
"Eccellente."
Magnus si alzò e iniziò mettere via le sue cose,
guardando Alec da sopra la sua spalla. "Ho ancora un sacco di giochi di
parole in serbo per te. Solo che non so se otterrò una buona
reazione."
Alec
si mise il borsone a spalla, alzando gli occhi al cielo. "Basta."
"Oh,
non ho intenzione di smetterla. Sono nel mio elemento."
Alec
sbuffò e scosse la testa affettuosamente. "Avanti. Andiamo a
bere qualcosa."
Note
della Traduttrice:
* In America, la chimica come materia è soprattutto
stechiometria, quindi si basa totalmente sull'algebra.
Un enorme grazie a Yvaine_ che
ha betato la storia *.*
Alla prossima,
Link alla storia originale:
http://archiveofourown.org/works/6269767
Traduttrice: Katerina
Hummel Di Angelo
(Qui potete trovare tutte
le altre storie che ho tradotto)
|