Cominciamo
col dire che questa è la mia prima Fanfiction Sterek ed in
generale la prima Fanfiction che scrivo, di solito scrivo original, ma
con un altro account.
È
una OS di 1200 e qualcosa parole senza troppe pretese, spero che vi
piaccia. Diciamo che è come mi piacerebbe finisse la
Sterek...
Il
titolo viene dalla canzone “Romeo & Juliet”
dei Dire Straits.
It
was just that the Time was wrong
Derek
era tornato. Scott l'aveva chiamato, pregandolo di tornare per aiutarli
con un clan di vampiri che aveva deciso di conquistare Beacon Hills. E
Derek era venuto, senza batter ciglio, senza lamentarsi. Era tornato ad
aiutarli e per Stiles rivederlo, così maturo, senza
quell'oscurità mescolata al senso di colpa, che gli avevano
sempre annebbiato gli occhi di quel colore indescrivibile,
così vivo in un certo senso. Ecco, per Stiles vederlo
così era stato un po' come morire.
Con
Malia non aveva funzionato, ovviamente, era stato tutto sbagliato fin
dall'inizio, soprattutto perché Malia era l'Hale sbagliata,
ma Stiles se ne era accorto troppo tardi. E l'Hale giusto, l'Hale che
voleva, se ne era andato, lasciandosi tutta quella merda alle spalle...
lasciandosi Stiles alle spalle. E, per questo, lui aveva pianto, aveva
passato notti silenziose a piangere piano, perché non aveva
più nessuno da proteggere e da cui essere protetto.
I
rapporti con Scott si erano leggermente raffreddati da quella storia di
Donovan. Da quando Stiles lo aveva pregato di credergli, di fidarsi ed
il suo migliore amico non lo aveva fatto, non aveva potuto non pensare
a Derek, perché il suo lupo gli avrebbe creduto.
Derek
era lì, davanti a loro e non era più rotto, aveva
trovato il suo posto nel mondo ed era lontano da lì, lontano
da Stiles.
Era
diventato il beta in seconda di un branco nell'est degli stati uniti e
la sua alfa gli aveva concesso di andare ad aiutarli. Infatti la prima
cosa che aveva detto dopo averli salutati era che non sarebbe mai
rimasto, che sarebbe tornato a casa, dal suo branco. E Stiles
sentendolo era morto ancora un po' di più.
Derek
gli aveva posato una mano sulla spalla e gli aveva detto
“Ciao, Stiles” guardandolo fisso negli occhi e
Stiles voleva piangere, aggrapparsi a lui e pregarlo di portarlo via
con sé, non lo avrebbe infastidito, avrebbe cercato di
renderlo felice. Ma rimase immobile e lo salutò con un
sorriso ed un cenno del capo.
Avevano
un piano, si sarebbero divisi e li avrebbero circondati prendendoli di
sorpresa, perché i vampiri non sapevano che Derek fosse
lì, lui ora era più forte, era un lupo completo.
I
vampiri non morivano semplicemente con la luce solare, o meglio, non
con quella che credevano loro. La luce del sole era il nome di una
pozione dagli ingredienti introvabili che creava una luce accecante che
li stordiva, per renderli vulnerabili in modo da attaccarli e potergli
strappare il cuore dal petto. L'unico modo per ucciderli... strappargli
il cuore dal petto.
Si
erano divisi in tre gruppi: Scott, Kira, Mason e Stiles; Lidya, Malia,
Jordan e Liam. Poi Derek, che li avrebbe attaccati alle spalle sotto
forma di lupo. Questo piano lo aveva escogitato proprio Derek, era
pericoloso, ma era l'unico modo di sconfiggerli.
Erano
pronti, tutti divisi e ai loro posti. Lidya, Mason e Stiles avevano la
pozione preparata da Deaton.
Derek
era pronto, al suo posto, lontano dagli altri, pronto ad attaccare.
Sentì uno scricchiolio ed un odore familiare invadergli le
narici. Si voltò e vide Stiles avvicinarsi, con la sua
fedele mazza da baseball e quella sua fottutissima felpa rossa che
secondo lui non era per niente ironica.
Stiles
lo fissava con i suoi occhi d'ambra che Derek aveva sognato troppe
volte, che lo tenevano ancorato alla realtà durante la luna
piena.
“Cosa
ci fai qui? Dovresti essere nel gruppo di Scott” disse e
sentì il tipico aroma di vaniglia e cannella che
caratterizzava Stiles mischiarsi a quello acido del limone, era agitato
e Derek avrebbe fatto di tutto per calmarlo e farlo sorridere. Vide
Stiles prendere un profondo respiro “Sono dove so che voglio
essere, Derek... e con chi voglio essere” sussurrò
con gli occhi piantati nei suoi, che brillavano limpidi e con quella
forza che aveva sempre caratterizzato l'umano. Il suo cuore batteva
forte e regolare, non aveva mentito, era vero. Tutto ciò che
aveva detto era vero.
Derek
lo guardò e sulle labbra comparve, piano, un sorriso dolce,
negli occhi un'emozione profonda ed indescrivibile “Anche io,
ora, sono dove voglio essere e con chi voglio essere” gli
rispose, allungando poco una mano verso di lui.
Il
cuore di Derek perse un battito, perché Stiles gli stava
sorridendo ed era splendido, la cosa più luminosa che avesse
mai visto. Stiles avvicinò la mano tremante alla sua e Derek
la strinse forte, per assorbirne il calore. Erano felici, non c'era
bisogno d'altro. Erano felici e completi ed insieme scesero in
battaglia.
Avevano
vinto, erano stanchi, con qualche ferita, ma erano vivi ed avevano
vinto.
Due
giorni dopo Derek era pronto per partire e tornare a casa,
perché non apparteneva più a Beacon Hills,
perché non sarebbe mai appartenuto a Stiles.
Erano
tutti lì, davanti a lui a salutarlo. Derek sorrise,
abbracciò le ragazze e diede pacche sulle spalle ai ragazzi.
Si fermò davanti a Stiles e lo guardò dolcemente.
“L'anno prossimo andrai al MIT, vero?” gli chiese e
Stiles annuì senza dire nulla
“Congratulazioni” mormorò sorridendogli,
sfiorandogli la spalla, salendo in macchina e partendo per tornare dal
suo branco, lontano da Stiles e per Stiles vederlo andare via fu un po'
come morire.
Sette
mesi dopo erano tutti pronti per partire e dividersi. Il branco si
sarebbe sciolto, sarebbero stati uniti, sempre, ma divisi, ognuno di
loro avrebbe seguito la propria strada. Scott era diretto a Berkeley
insieme a Kira; Liam e Mason andavano ancora al liceo insieme a Malia.
Lidya ad Harvard e Jordan a Beacon Hills, ma sarebbero durati,
perché si amavano.
Stiles
era pronto, tutte le cose che voleva portarsi erano chiuse in scatoloni
che erano stati già spediti. Suo padre lo
abbracciò forte e gli sorrise come se stesse nascondendo
qualcosa, ma non indagò, salì sull'aereo e parti
per Boston.
Qualche
ora dopo era lì, pronto ad iniziare un nuovo capitolo della
sua vita. Ritirò il bagaglio ed oltrepasso la porta per
uscire dalla zona controllata dell'aeroporto. Una coppietta vicino a
lui si baciava, si erano appena riuniti.
“Stiles”
sentì una voce profonda e familiare chiamarlo e si
paralizzò, perché davanti a lui c'era Derek, il
suo Derek che lo fissava con negli occhi le stesse emozioni di quella
battaglia lontana.
Stiles
lasciò andare la valigia e gli corse in contro saltandogli
addosso e Derek lo strinse a se, assorbendo il suo odore ancora una
volta. “Cosa ci fai qui?” chiese Stiles incredulo
“Il mio branco è di Boston. E tuo padre mi ha
detto che saresti arrivato oggi. Quindi eccomi qui” gli
sorrise accarezzandogli una guancia. Stiles pensò al sorriso
di suo padre, ora capiva perché era così felice,
quel traditore. “Tu vivi qui” disse Stiles con voce
tremante premendo la guancia contro la mano calda di Derek, che
annuì “Tu vivi qui” ripeté
con le lacrime che gli rendevano gli occhi lucidi “Vivo
qui... e se vuoi la mia Alfa è pronta a darti il benvenuto
nel nostro branco” lo informò, poggiando la fronte
contro la sua “Sì, voglio entrare nel tuo branco!
Mi sei mancato così tanto!” singhiozzò
stringendolo forte, non riuscendo a trattenere le lacrime, che Derek
gli asciugò con i pollici carezzandogli gli zigomi e
guardandolo innamorato “Mi sei mancato anche tu, Stiles...
più di quanto tu possa immaginare.” gli
sussurrò all'orecchio. Si abbracciarono ancora
più forte, perché questa volta non si sarebbero
separati. Derek non avrebbe mai più abbandonato la sua
ancora e Stiles si sentiva vivo, più vivo che mai.
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