La fuga

di gigliofucsia
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La fuga

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano le una di notte. La foresta era immensa e la luna si accendeva nel cielo scuro. Il vento fischiava e il mio fiato si faceva pesante. Correvo saltando: cespugli, erba e foglie; mentre sentivo delle voci inferocite echeggiare fra i pini marittimi. Fiaccole tremolavano alle mie spalle e più le guardavo e più mi sembravano vicine.

Mi accorsi tutto ad un tratto che, anche se correvo da ore, non mi sentivo stanco. Avrei continuato ancora per molto ma non potevo correre all'infinito. Dovevo trovare un posto dove nascondermi, in fretta.

Mi fermai. Con un groppo in gola, mi guardai intorno.

Non vidi altro che oscurità. Le voci si fecero ancora più vicine. Il mio respiro si faceva ad ogni secondo più pesante. Mi decisi, con uno scatto uscì dal sentiero, insinuandomi tra l'erba alta, i cespugli, le ortiche e i rovi. In pochi minuti ero pieno di graffi. Sentivo le grida degli inseguitori affievolirsi mentre mi addentravo sempre di più nella vegetazione. Ad un tratto L'ombra di un edificio in rovina si erse davanti ai miei occhi come una fortezza.

Mi guardai alle spalle. Le fiaccole brillavano ancora sul sentiero. Mi voltai ed entrai tra le mura delle rovine.

Appoggiai le spalle e respirai. Quando sentì le voci allontanarsi mi sedetti. Alzai lo sguardo, verso il soffitto crollato. Poi chiusi gli occhi e cullandomi tra i sospiri del vento e il fruscio delle fronde, mi addormentai.





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