*Note
dell'Autore*: Ho notato il 'leggero scompiglio' che ha creato il
capitolo precedente...sono proprio curiosa di sapere cosa direte di
questo ahahah! ;) un abbraccio e grazie mille come sempre <3 vi
adoro
FELICITY
-Fliss,
ti prego, parlami-
Fissai
di fronte a me, incapace di guardare altrove, e così era da
circa 20
minuti.
-Capisco
che quello che è successo deve averti scombussolata
parecchio, ma
non puoi esserti trasformata in un vegetale, così, di punto
in
bianco!-
Finalmente
mi risvegliai appena il necessario per guardare Harry, senza trovare
le parole giuste da dire. Eravamo seduti in cucina uno di fronte
all'altro, separati dal tavolo tondo, e io non sapevo più
come
evitare le sue domande. Ma più che altro non avevo
più parole per
rispondergli! L'imbarazzo nel parlare con lui di quello che era
successo al concerto era troppo grande per me e lui proprio non
voleva capirlo. Ed era decisamente molto preoccupato.
-Oh,
andiamo!-
Feci
per aprir bocca ma la porta si spalancò.
-Grazie
Tom! Ero quasi riuscito a farla parlare-
-Felicity!
Stai bene?-
In
due nanosecondi Tom mi era addosso e mi scrollava le spalle. Manco
avessi appena rischiato di morire in qualche tragico frangente.
-Tom
lasciala stare-
-Ma
senti chi ha parlato, io sono suo parente!-
-Tom,
non dire stupidaggini che sei suo cugino-
-E
non è un parente il cugino?! Razzista-
-Ma
vuoi stare zitto?!-
-Oh,mi
stai facendo perdere la pazienza!-
-State
un po' zitti-
Entrambi
si zittirono all'istante e mi fissarono attoniti mentre mi
massaggiavo le tempie.
–Mi
state facendo venire il mal di testa -
Tom
non perse tempo e si sedette di corsa nella sedia accanto ad Harry.
Due contro uno. Ottimo. La scena che segui fu insieme una delle
più
assurde, comiche e imbarazzanti della mia vita: nel silenzio
più
totale entrambi continuarono a fissarmi negli occhi, protesi sul
tavolo verso di me, la fronte corrucciata nella stessa identica
espressione preoccupata per esattamente 20 MINUTI. Lo so. L'orologio
era nella parete subito dietro di loro. E io non sapevo più
dove
guardare.
Persi
la pazienza.
-Si
può sapere cosa volete?-
Sbuffai
scocciata.
-Come
stai?-
Guardai
Tom incredula.
-Ma
come volete che stia?! Bene! -
-So
che non stai bene-
-Ma
tu cosa ne vuoi sapere Harry?-
-So
che ti piace Danny-
Mi
bloccai senza sapere cosa dire. Brancai velocemente il bicchiere
d'acqua che avevo di fronte e ne presi una lunga sorsata, sentendo
improvvisamente la bocca asciutta. Mise una mano sopra la mia.
-Tesoro,
oramai ti conosco come le mie tasche, e da subito si vedeva che
qualcosa tra voi c'era. Almeno, da parte tua sicuramente-
Rimasi
sempre più senza parole. Era davvero così ovvio?
Abbassai lo
sguardo imbarazzata. Cercai subito dopo lo sguardo di Tom. Con lui
era decisamente inutile mentire ancora più che con Harry, e
quando
trovai i suoi occhi ci vidi dentro tutto quello di cui non avevo
bisogno: ansia. Mi coprii gli occhi con le mani e buttai la testa sul
tavolo, sbattendola più volte contro il legno.
-Ok,
ok, ok. Manteniamo la calma-
-Oh,
Tom, mantienila tu la calma!-
Mi
vergognavo come una ladra, tutti sapevano della mia cotta mondiale
per Danny e chissà quanto devo essere stata ridicola per
mesi. MESI!
La frustrazione era alle stelle. Ma come si fa porca vacca ad essere
sempre così idioti...
-Qua
bisogna capire cosa fare –
Improvvisamente
mi rialzai e strabuzzai gli occhi.
-Cosa
scusa?-
-Bisogna
capire come risolvere la situazione!-
-Ma
quale situazione Tom, direi che dovrei essere io a decidere cosa fare
no?-
-E
quindi cosa vuoi fare con Dougie?-
Cosa?!
-Dougie?!
Ma voi siete tutti fissati!-
-Tutti
chi?!-
-Fliss,
calmati per favore-
Harry
cercò di portare un po' di calma ma senza troppi risultati,
ero
troppo arrabbiata per sentire ragioni.
-Ma
calmati che cosa, ora sono stufa!-
-Vogliamo
solo aiutarti-
-Me
la cavo da sola-
Mi
alzai spingendo indietro la sedia rumorosamente, decisa a levarmi da
tutta quella confusione.
–Grazie
del bell'aiuto ragazzi, davvero!-
Uscii
inviperita, sbattendomi la porta alle spalle.
Ma
era mai possibile che in questa casa nessuno si facesse i fatti suoi?
Di
corsa salii le scale e infilai la porta della mia camera come una
furia, stufa di tutte queste illazioni che non facevano altro che
mettermi confusione in testa. La porta sbattè sui cardini e
io mi
buttai sul letto arrabbiata, a faccia in giù, cercando di
bloccare
fuori il mondo. Il tempo passava e pian piano che la rabbia lasciava
il posto alla stanchezza, stavo iniziando ad addormentarmi; questo
fino a che non sentii un peso accanto a me sul letto. Mi irrigidii
subito.
-Felicity?Dormi?-
Un
brivido mi percorse la schiena.
-No...-
Mi
girai fino ad incontrare i suoi occhi, ed erano una cosa davvero
meravigliosa.
-Dimmi-
Sapevo
che era il momento della resa dei conti. L'agitazione mi stava
mangiando viva ma io cercavo di fare in modo che lui non lo vedesse.
Mi sorrise, e imbarazzata mi misi a sedere.
-Come
stai?-
Alzai
gli occhi al cielo pensando a quante volte mi era stato chiesto quel
giorno, ma lui ovviamente non poteva saperlo.
-Vuoi
dire come sto dopo che mi hai baciato davanti a tutti dal nulla?-
Sorrise
imbarazzato e annuì, e quando vidi il suo sorriso dolce mi
sciolsi.
Era troppo meravigliosamente meraviglioso. Non potevo resistere. No,
proprio no.
-Bene-
Mi
fissò intensamente per qualche secondo. I suoi occhi blu
erano
piantati nei miei con una tale forza che iniziavo a non reggere
più
il confronto, ma non li avevo mai visti neanche così chiari,
così
sinceri. Alzò la mano e me la posò sulla guancia.
Poi scivolò fino
a sfiorarmi il collo e la appoggiò sulla nuca, senza mai
perdere il
contatto. In pochi secondi mi sentii trascinare verso di lui fino ad
essere entrambi ad una distanza di qualche centimetro l'uno
dall'altra. Trattenni il respiro.
-Muoio
dalla voglia di rifarlo-
Il
cuore impazzì e la mente si perse per qualche secondo nel
ricordo di
qualche ora prima. Deglutii e abbassai lo sguardo sulle sue labbra:
si muovevano sincronizzate con il suo respiro, lucide e umide,
corpose. Lo riguardai mentre il desiderio risaliva per la bocca dello
stomaco e mi esplodeva nel petto, in testa, rendendomi incapace di
ragionare.
-Fallo-
Qualcosa
passò nei suoi occhi, un lampo veloce. Neanche il tempo di
realizzare cosa avevo detto che mi avvicinò quel tanto che
bastava
ad accorciare le distanze e le sue labbra collisero con le mie,
stavolta più piano della prima volta, i nostri occhi subito
si
chiusero insieme. Nello stomaco è come se avessi avuto un
terremoto
in corso, sensazioni contrastanti che si accavallavano tra loro senza
lasciarmi il tempo di pensare, nella testa un unico pensiero: le sue
labbra. Oh donne mie, le labbra più carnosamente morsicabili
del
mondo. Erano così piene e morbide che non resistetti alla
tentazione, con i denti le mordicchiai delicatamente e fu la cosa
più
eccitante del secolo. Non fui l'unica a trovare quel mio gesto
eccitante: un mugolio gli scappò dalla bocca, e mi ritrovai
schiacciata contro il suo petto, le sue braccia ancorate alla mia
schiena e le sue mani che la percorrevano come impazzite. Inutile
dire che stavo andando totalmente fuori di testa.
Un'immagine
mi passò per la testa ma cercai di scacciarla subito;
assaporai
un'altra volta le sue labbra e cercai di imprimere quel momento nella
mia testa perché ci restasse per sempre...tutto sommato era
una vita
che aspettavo quel momento. E finalmente c'ero, lo stavo vivendo e
non potevo credere ai miei occhi. Ci staccammo lentamente, e le sue
mani scivolarono dalla mia schiena fino a prendere le mie appoggiate
sulle mie gambe. C'era però sempre quella sensazione che
stessi
vivendo una bolla che prima o poi sarebbe scoppiata, e anche a
rischio di rovinare il momento esitando presi coraggio e gli feci una
domanda che mi premeva fare.
-Cos'è?
E' solo attrazione?-
Serio
fece no con la testa.
-E
allora cos'è? Perchè mi sei sempre piaciuto
Danny, non posso
farcela ad essere presa in giro un'altra volta, io..-
Mi
arrestai quando le sue mani strinsero forte le mie.
-Penso
di essermi innamorato di te-
Quel
blu intenso non mentiva. Ed io mi sentii in paradiso.
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