“Sta
per cadere!”
Lo
hobbit sbatté le palpebre, notando di sfuggita il movimento
fulmineo di Itachi, il quale era passato nel giro di un secondo dal
sedere sul
divano al trovarsi a meno di un metro da sé. Il marito
teneva già in braccio il
bambino, stringendolo come se fosse riuscito per miracolo a salvarlo da
un
grave pericolo. Posò lo sguardo sul viso di Itachi,
schiudendo le labbra come
per parlare, metabolizzando prima quanto ancora riuscisse a stupirsi di
fronte
alla velocità del ragazzo. Itachi era e restava un ninja,
nel bene e nel male.
“Prego?”
Riuscì
poi a dire, inumidendosi appena le labbra, cercando
adesso di capire il motivo per cui era scattato così per
prendere il figlio in
braccio. Stava per cadere, aveva detto. Eppure era rimasto al suo
fianco mentre
il bambino stava camminando, osservandolo con occhi vigili pur
gustandosi il classico
momento dei primi passi. Itachi faceva lo stesso dal divano, ma con
sguardo
molto più preoccupato.
“Stava
perdendo l’equilibrio, Bilbo!”
Esclamò
Itachi, posando un bacio sulla fronte del piccolo,
cullandolo come per farlo calmare. Loro figlio pero, Aranel, non aveva
bisogno
di essere calmato. Rideva gioioso, emettendo dei vispi gorgoglii, come
a far
intendere che gli piaceva sentirsi alto tra le braccia del padre.
“Itachi…
non è così. Anzi, andava piuttosto bene per
essere
una delle prime volte. Ci sono io qui con lui, pensi che non sarei
intervenuto
nel caso?”
Il
ragazzo, perché pur il trascorso passato restava sempre
un ragazzo di quasi ventiquattro anni, guardò il marito con
titubanza.
“Stava
camminando per obliquo…”
“Amore,
ha poco più di un anno. Sta imparando ora a
camminare, è normale.”
“Si
era spaventato!”
Bilbo
inarcò un sopracciglio, osservando Aranel, vedendolo
vispo e sorridente come sempre. Inclinò il viso, facendo un
cenno verso il
bambino, come a dirgli che era tutto tranne che spaventato. Itachi
seguì il suo
sguardo, mordendosi il labbro, rilasciando un sospiro.
“Non
riesco a non preoccuparmi. È così
piccolo… non possiamo
continuare a tenerlo in braccio?”
Chiese supplicante,
accarezzando il figlio, donandogli altri baci.
“Itachi,
so perfettamente quanto hai paura che possa
succedergli qualcosa. Ma non gli accadrà niente.
È il corso della vita.”
“Ma…”
“Niente
ma. Sappiamo entrambi che ama stare in braccio, ma
deve imparare a camminare come tutti. Quindi la prossima volta niente
interventi, d’accordo?”
Itachi
si morse ancora il labbro, annuendo piano, non dando
alcun cenno di voler lasciare il figlio. Lo hobbit sospirò,
facendo però un
sorriso. Ormai erano quasi passati tre anni da quando aveva conosciuto
Itachi e
la sua vita aveva subito grandi cambiamenti. Alla fine aveva ritrovato
la pace
nella Contea, sposato quel ragazzo dal passato difficile e burrascoso,
curato
la sua malattia grazie all’aiuto di Legolas, e avuto un
figlio con lui. Dopo l’avventura
vissuta pensava di essere condannato a un’esistenza
solitaria. Non che non
vivesse da solo prima, ma dopo un anno passato a giro nella Terra di
Mezzo
aveva conosciuto tante persone e visitato posti indimenticabili. Era
troppo
pretendere di riuscire a vivere come aveva sempre fatto dopo che era
arrivato
qualcosa che ti aveva cambiato dentro, segnando la tua vita per sempre.
Itachi
era riuscito e riportare stabilità, nonostante il suo
carattere fosse ormai
rimasto in gran parte più Took che Baggins. Il ninja
d’altro canto era tornato
a vivere e non più a sopravvivere. Si era aperto per quanto
un carattere come
il suo lo permettesse, lasciato andare ai sentimenti ed era felice. La
paura di
perdere la famiglia che di nuovo aveva, un marito e un figlio, restava
però
forte e pungente nel suo cuore. Era protettivo al massimo verso il
figlio,
geloso di qualsiasi persona posasse gli occhi su Bilbo. Itachi Uchiha
era
cambiato, o forse era semplicemente potuto venire allo scoperto. Lo
hobbit era
il suo mondo, l’aria che respirava ogni giorno e
l’amore che assorbiva e
consumava ogni notte.
Bilbo
si avvicinò, sporgendosi verso il figlio, sorridendo.
“Papà
Itachi ti ama cosi tanto che non riesce a lasciarti, ma
dopo io e te senza dirgli niente ci facciamo un’altra
camminatina!”
Esordì,
baciandogli il morbido naso. Aranel lo arricciò
subito, gorgogliando una risata, muovendo le piccole gambe con
entusiasmo.
Itachi
sospirò, guardando il marito sconsolato.
“Oh,
su.”
Disse
Bilbo con tono premuroso, alzandosi poi in punta di
piedi. Fece chinare il marito, dandogli un delicato bacio sulle labbra.
“Vuoi
un altro figlio, ricordi? Preparati dunque a impazzire
se con uno fai così.”
Disse
con una risata, vedendo Itachi imbronciarsi. Si sentì
mordere piano il labbro, avvertendo poi le sue labbra formare un
sorriso contro
le proprie.
“Vogliamo un altro
figlio, Signor Uchiha.”
“Baggins.
Resto un Baggins di casa Baggins.”
Lo
ammonì scherzosamente, scostandosi per poterlo guardare.
“Sei
mio marito, questo fa di te un Uchiha.”
“Allora,
Baggins-Uchiha. Con un pizzico abbondante di Took.”
Dichiarò
lo hobbit, arricciando il naso, annuendo convinto.
Un
gorgoglio acuto di Aranel li fece focalizzare su di lui,
notando il bambino ancora più vispo, sentendolo iniziare a
parlicchiare come
ormai aveva imparato. Ripeteva i loro cognomi, elargendo poi delle
frasi dolci
che sentiva in primis verso di sé ogni giorno, allungandosi
verso Bilbo,
richiedendo un bacio.
Lo
hobbit rise dolcemente, accarezzando il viso del figlio,
baciandogli la guancia. Vide Itachi allora posargli Aranel tra le
braccia,
prendendolo con un sorriso, sbattendo le palpebre nel sentirsi prendere
in
braccio dal marito, scoppiando a ridere.
“Ora
capisco perché mi hai sposato, formiamo una scala
perfetta.”
Scherzò,
tenendo il figlio al petto, vedendo Itachi ridere a
sua volta. Si sentì baciare i capelli, pensando davvero che
ormai gli piaceva
molto essere preso in braccio dal marito.
“Solo
con te, Bilbo. Sei il solo e l’unico.”
Lo
hobbit sorrise, arricciando il naso con imbarazzo,
stringendosi al marito. Aveva scritto un libro sulla sua avventura,
pagine che
sembravano raccontare una favola conclusa con un lieto fine. Era anche
per
quello, perché Thorin, Fili e Kili erano sopravvissuti che
poteva rileggere il
suo libro con un sorriso. E ora, osservando gli occhi neri del marito e
quelli
verdi del figlio, sentiva di poter scrivere ancora tanto.
Era
indubbiamente giunto il momento di raccontare chi era
diventato Bilbo Baggins all’età di cinquantatre
anni.
…
Ebbene sì, Aranel è il
figlio naturale di Bilbo e Itachi.
Ricordo che in questa serie sto raggruppando storie che narrano di
momenti che
hanno vissuto nel corso nel tempo, dal primo incontro a un futuro che
ancora è
in corso. Siccome il tutto è nato come role e continua come
role tra me (che
ruolo Bilbo) e la mia partner di role (che ruola Itachi) da alcuni
anni,
chiunque non ci avesse mai seguito di sicuro potrebbe avere delle
difficoltà a
comprendere qualche tassello. Nel caso se siete interessati domandate
pure per
qualsiasi cosa. Vi ringrazio per la lettura! ^ ^
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