Strip Me?
Coppia:
GrimmjowxIchigo.
I personaggi
sono tutti maggiorenni e non sono stati creati da me ma dalla geniale
mente di Tite Kubo.
Postilla:
salve
a tutti!!! Allora, dopo giorni e giorni che ci rifletto su, ho deciso
di postare questa fan fiction XDXD Già presente su manga.it
ho ricevuto qualche commentino e devo dire che è piaciuta.
Ho cercato di non essere troppo volgare e comunque ho deciso di
metterla sotto rating arancione anche perché sono abituata a
ben peggio. Se mai dovesse risultare Rating rosso avvisatemi e
cercherò di modificare il tutto^^
diciamo
che questa fiction la dedico ad una ragazza che scrive da dio! La mia
amatissima radiali_Running *_* mi piacciono troppo le sue storie e
visto che continua a dire che Le ichixgrimm rullano ne aggiungo un
altra, sperando che la legga XD mi aspetto qualche commento, neh?? E
dora vi lascio alla lettura!!
Bacioni!
Estate.
Sete.
Il rumore dei
locali notturni nelle orecchie mentre cammini veloce per le strade
della città, la gola secca che grida ed anela a quella birra
che non hai ancora tra le mani..
C’è
chi ti fissa.
Ti guarda,
affamato.
E tu
girovaghi, senza una meta precisa.
Si sa, poi,
alla fine, cosa fa un ragazzo in una calda sera estiva, in una
città che vive solo di notte, dove la persona più
calma e quieta, nel momento in cui cala
l’oscurità, si trasforma nelle peggiori tra le
creature della notte.
Va
lì, dove sesso e perversione ne fanno da padroni.
Dove chi entra
come lavoratore lascia la propria vita diurna dietro alle spalle,
diventando l’ombra di ciò che è in
realtà.
Per mia
fortuna, non è così.
Mi limito a
fissare.
Come hanno
fatto sia donne che uomini poco prima con me.
Persone che,
per paura del mio sguardo, mi evitavano.
Tsk.
Idioti.
Ma, alla fine,
che mi importa di loro?
Nulla.
Ed allora
anche io, come loro, mi trasformo.
In una bestia
affamata di carne e di sesso.
Una bestia
che, chissà, forse troverà un corpo in cui
finalmente si sentirà sazio…
Non era
certamente la prima volta che entrava in quel locale. Orami,
lì dentro, lo conoscevano abbastanza bene. Sapevano poco di
lui. Il nome, Grimmjow, e che voleva essere lasciato stare,
lì, in quella poltrona. Da solo.
Ad osservare
chi o cosa non lo capiva mai il proprietario dello strip-club.
O quasi…
Non ci sarebbe
certo voluto un genio per capire che osservava lui, la star del locale.
Ichigo…
Sapeva
muoversi bene il rossino.
Il suo
ondeggiare attorno al palo partiva dalla testa, i capelli corti che
sfioravano di tanto in tanto il collo, lenti, tremendamente lenti. Per
arrivare fino ai piedi, le ginocchia piegate mentre si accucciava
lentamente, preso da quella musica che cambiava ogni sera.
E lui lo
fissava quel angelo che sapeva di dannazione. Lo fissava e rimirava per
delle ore intere, leccandosi le labbra quando qualche goccia di birra
colava su di esse.
Sempre
dietro a trangugiare alcool… per dimenticare cosa, poi?
Chi lo
sa…
Aspettava
chissà quanto perché quegli occhi nocciola che,
invece di trasmettere lussuria, trasmettevano solitudine, lo cercassero.
Tristezza.
Ogni sera
aveva l’impulso di avvicinarsi, di chiedere al proprietario
se poteva… “Affittarlo” per un
po’. Ma si bloccava. Sempre. Forse beveva troppo poco per
trovare il coraggio. O forse era semplicemente un coniglio e basta.
Fatto stava che rimaneva sempre lì, senza fare nulla.
Fissando
l’altro danzare per le signorine che si accalcavano attorno
alla piattaforma dove stava. Per poi, fare cosa?
Puff…
Sparire.
Andando a fare la puttana chissà dove, chissà con
chi… Magari gli piaceva anche.
Ma in
realtà, non gli piaceva per niente.
Ed appena
quello spariva, il ragazzo dai capelli dal colore turchese se ne
tornava in quel suo squallido appartamentino di periferia dove rimaneva
delle ore a rimuginare su di lui e ad imprecare contro quel dannato mal
di testa che martellava il suo povero cervello ogni santa mattina.
Ma quella sera
in quella stessa testa era scattato un qualcosa.
Una molla che
l’aveva fatto ammattire del tutto?
O forse, per
una volta, aveva bevuto abbastanza surrogato di coraggio formato drink
superalcolico?
Può
darsi.
Ma in
realtà era la musica che sentiva a farlo andare in
ebollizione. Vederlo ballare sulle note “Fire (Sexy
Dance)” gli aveva mandato il sangue al cervello!
Aveva
aspettato due ore prima di alzarsi. Continuando ad osservarlo mentre
ballava. Portandolo sull’orlo della disperazione e del
desiderio. La lingua che leccava le labbra ancora una volta rendendole
lucide e decisamente allettanti. La lingua di Ichigo. La lingua di
quella creatura lussuriosa che voleva tanto assaporare.
Fece un cenno
al proprietario del locale, che fu ben contento della proposta.
“Pago quello che vuoi. Ma
lasciamelo per tutta la notte.”
E
così fu.
Quell’uomo
era avido, non si sarebbe certamente lasciato sfuggire una preda del
genere!
Un uomo
affamato sa essere decisamente poco lucido.
E quando
finalmente arrivò il suo turno, non poté
fare a meno di rimanere a fissarlo mentre scendeva dal palco,
dal retro.
Sembrava il
condannato che si dirigeva verso il patibolo…
“Sta notte sei suo. Guai a te se
non fai il tuo dovere.”
E lui aveva
annuito, rassegnato.
La cosa a
Grimmjow non era piaciuta per niente. Sapeva che l’altro non
era una semplice… Puttana. No. Non lo era. Lo capiva da quei
dannati occhi che lo fissavano quando si girava verso di lui, per
vedere se gli stava dietro. Si muoveva veloce in quelle ale del
retrobottega. Dove l’oscurità ed i gemiti dei
commensali ne facevano da padroni.
Una
puttana non ti guarda in quel modo, vero?
Dannazione!
Dannazione,
dannazione, dannazione!
Non doveva
guardarlo con tanta tristezza e compassione, anche!
Non lui.
“Eccoci…”
Un soffio. Un
sussurro.
La
prima volta che sentì quella voce.
Nessuno, con
un semplice sussurro riusciva a farlo stare così. A fargli
venire i brividi come se gli avessero lanciato contro una secchiata
d’acqua gelata. Come se qualcuno l’avesse sfiorato
nel profondo…
Un sonoro
“CLANG!” lo fece ridestare da quei suoi pensieri
poco casti che aleggiavano nella sua testa matta, facendolo tornare a
quella realtà che sapeva di prossimo orgasmo. La stanza
però, nonostante fosse nuovamente con i piedi per terra, era
l’ultimo dei suoi pensieri. Chiuse la porta, voltandosi poi
di scatto.
Rimase senza
fiato, il cuore in gola ed i battiti sempre più accelerati.
Ichigo, non
seppe dire come, si era steso sul letto, gattonando probabilmente,
l’indice sulle labbra rosse e sensuali, i capelli color rame
spettinati, a coprire lievemente gli occhi.
Voglia.
Lussuria.
Desiderio.
Grimmjow
chiuse gli occhi e sospirò.
“Non sei la mia
puttana…” mormorò,
fissandolo.
Gli occhi
nocciola di Ichigo si spalancarono in un urlo di muta sorpresa. Per poi
socchiuderli quando la mano dell’altro passò il
dorso della mano sul suo viso. Era calda, morbida. E stranamente
delicata.
“Chi ti dice che non voglia
esserlo?”
Le labbra che
pronunciano quelle parole si avvicinarono pericolosamente alle
sue… invitanti. E fu uno solo il momento in cui le
rubò.
Un solo attimo.
La lingua che
cerca vogliosa quella del rosso, divorandola ed abbracciandola.
Volendola e facendola sua. Il fiato corto, mozzato e rarefatto da
quello dell’altro. Sembrava un lotta la loro. La lotta per la
supremazia in quella danza. Le mani che si cercavano, per poi
abbracciare, sfiorare e toccare il corpo
dell’altro, tentando di levare quei dannati vestiti di
dosso…
E rieccola, la
canzone scatenante.
L’inno
alla lussuria.
Fire…
Un moto che ti
porta sempre più giù nel baratro della follia.
I wanna play with fire
Even
in the pouring rain
Even
in the stars above
I'm
here with you again
Even
if we're not in love
We'll
dance together in the dark
I
know how to light the spark
I'm
burning up with my desire
I
wanna play with fire
Ah
Ah Ah
I
wanna play with fire
Ah
Ah Ah
Fuoco…
Come quei
capelli morbidi e setosi. Da stringere e sfiorare. Da tirare anche,
quando l’altro fugge. Per unirlo ancora alle sue labbra.
Non
c’è tempo per respirare…
E via quei
pantaloni di pelle, così attillati da non lasciare spazio
all’immaginazione.
Via maglietta,
jeans e scarpe.
Ed anche quel
perizoma rosso scuro, così tanto da risaltare furbetto sulla
pelle lattea…
Guess this is where it
all beging
When
we let the music play
Wanna
drag me in
Taste
me like champagne
And
let your hands go everywhere
On
my body, through my hair
Your
moves are so amazing
You
know it makes me crazy
Ah
Ah Ah
I
wanna play with fire
Ah
Ah Ah
I
wanna play with fire
La lingua che
ti sfiora, ti lacera la pelle al suo passaggio… ti brucia
con un semplice sfiorarti… segni umidi e semi-invisibili,
scie bollenti che ti donano piacere. Labbra che rubano le tue, che ti
sfiorano la pelle.
E
lasciano un marchio rosso dietro di sé.
Mio,
mio, mio!
E tu che tenti
di render pan per focaccia, graffiando, gemendo e stuzzicando
là dove è più sensibile…
Con le mani,
con le gambe… strusciandoti addosso a quel corpo nudo che
sembra non volerti dare soddisfazione. Strusciandoti contro quella mano
che ti tocca, senza farlo veramente. Che sfiora la tua punta, senza
liberarti dall’insoddisfazione.
Per poi
fissarti e ghignare, allargandoti le gambe.
Cotto
a puntino…!
Penetrandoti e
facendoti urlare dal piacere…
Don't stop it no,
surrender to the beat just you and me
Just
like it used to be, set your heart free when you surrender
Don't
stop it no, cause I can feel the heat of you and me
Just
like it used to be, set your heart free when you surrender
(I
can barely breathe.......I can not believe
There's
only you and me.....Moving
Desperatly.....Suddenly
dance the dance)
(El
beso.....Otro beso
Nada
se compara...only you to me
Nothing
means more to me)
Gemiti.
Fremiti.
Passione.
Desiderio.
Lacrime che
scendono, mentre il piacere si diffonde, il sudore che cola, corre
dalla fronte e passa sul viso, lungo il collo, fino al
petto… cadendo sul suo amante ad ogni spinta.
Più
forte, più forte, più forte!
Lo senti il
suo desiderio. Lo comprendi dalle unghie piantate nella schiena. E
socchiudi gli occhi, lasciando da parte la gentilezza.
Per fare,
finalmente, sesso come si deve.
And when we can't get
enough
And
history repeats
I
only hear the sounds
Of
your voice echoing
We'll
do it all again somehow
Because
it feels so good
We'll
do the things that everybody-
Else
wishes that they could
Ed il respiro
che si condensa sui vetri freddi, il calore dei corpi troppo alto per
essere trascurabile. Le mani che lo cercano, cercano colui che lo
possiede, che lo dilania a causa del troppo piacere,
dell’eccitazione che cresce ad ogni suo movimento, anche
minimo dentro di lui.
Lo senti.
Lo stringi
perché raggiunge il tuo paradiso, raggiunge là,
dove vuoi essere sfondato.
Don't stop it no,
surrender to the beat just you and me
Just
like it used to be, set your heart free when you surrender
Don't
stop it no, cause I can feel the heat of you and me
Just
like it used to be, set your heart free when you surrender
La voce che
esce da quelle labbra ti rende schiavo.
Inneggia alla
passione che ormai vi ha resi un tutt’uno.
Non
ti fermare…
Continua…!
E ti trasforma
in una bestia sempre più affamata di sesso, affamata del suo
corpo e del suo spirito.
Ed
all’ultima nota della canzone la mano che stringeva quei
capelli turchesi si accascia sul letto ed un sorriso si stampa sulle
labbra.
Soddisfazione.
Piacere.
Orgasmo.
Don't stop it no,
surrender to the beat just you and me
Just
like it used to be, set your heart free when you surrender
Don't
stop it no, cause I can feel the heat of you and me
Just
like it used to be, set your heart free when you surrender…
Era rimasto ad
osservarlo per ore, mentre dormiva.
Quante volte
l’avevano fatto, quella notte?
Due?
No, no.
Minimo tre.
Aveva perso il
conto.
Ma andava bene
così, infondo.
Si mosse nel
letto, arricciando le coperte e le lenzuola per averle tutte per
sé. Doveva avere freddo senza il suo corpo a
scaldarlo….
“Mhm…”
“Oh…
finalmente ti sei svegliato…” lo
stuzzicò il ragazzo dai capelli turchesi, punzecchiandogli
la guancia.
Rispose con un
semplice brontolio, mentre si tirava su le lenzuola, coprendosi del
tutto, stanco ed accaldato. Con nessun altro l’aveva mai
fatto. Di solito si alzava appena finito l’amplesso,
afferrando tutti i suoi vestiti e cambiandosi in fretta e furia.
Quel ragazzo
lo aveva sicuramente fatto impazzire…
“…
Non voglio alzarmi…” era stato davvero lui a
dirlo? Per davvero? Oddio.
Grimmjow
sorrise, accarezzandogli il viso.
“Per
sta notte sei mio… quindi puoi anche dormire.”
Disse, la voce un po’ maliziosa e cattivella.
L’altro
lo fissò con gli occhi nocciola intenso, non capendo se
stesse dicendo la verità o meno. Gli sorrise, in risposta.
È
tremendamente bello quando lo fa, vero?
Il ragazzo lo
baciò all’improvviso, dolce e passionale. Ichigo
rimase un po’ spiazzato, gli occhi socchiusi che si
chiudevano del tutto, lasciandosi trasportare.
Gli
accarezzò i capelli e le guance come poco prima, il dorso
della mano che esplorava il suo viso.
“Da
sta sera sei mio.”
Autoritario.
Come al solito.
“E
chi ti dice che sarà così?” chiese il
rosso, ghignando, coricandosi sopra di lui ed allacciando le braccia
attorno al suo collo.
“Mhm…
Una vocina….”
“Idiota.”
“Tu
lo sei di più.”
Si soffocarono
in un bacio, lottando tra di loro.
E
da quella sera fu solamente suo.
End.
|