Inverno
Los Angeles, Gennaio 2016
Nella città degli angeli era
finalmente arrivato l’inverno e le temperature si erano notevolmente abbassate:
dai trentatré gradi dell’estate si erano raggiunti i nove gradi e le piogge
avevano incominciato a bagnare le strade. Gli abitanti della città si coprivano con maglioni e vestiti pesanti per
sopportare meglio il freddo ma c’era una persona che proprio non sopportava
quella stagione.
-Odio l’inverno- si lamentò
Lucifer, steso sul divano e avvolto in una coperta pesante e calda – Mi manca
l’inferno in questo momento-
Era troppo abituato alle temperature sempre calde e alte del suo regno
per non risentire del cambiamento climatico del mondo umano
– Anche a me. Perché non ritorniamo a casa?- chiese Maze, intenta a
pulire il bancone e rivolgendo uno sguardo speranzoso a Lucifer.
Moriva dalla voglia di ritornare a casa tra i suoi simili ma sapeva
anche che Lucifer la pensava diversamente.
– Ne abbiamo già parlato, Maze. La mia risposta è no- rispose Lucifer,
rannichiandosi sotto la coperta che l’avvolgeva alla ricerca di altro calore e
strizzando gli occhi quando una fitta gli attraversò la testa.
Gesto
che non sfuggi allo sguardo vigile di Maze che, lasciando lo straccio sul
bancone, corse a inginocchiarsi di fronte al divano e le prime cose che notò
furono il pallore bianco del volto e il respiro affannoso di Lucifer.
– Lucifer,
cos’hai?- domandò la donna, appoggiando una mano sulla fronte e avvertendo
subito quanto fosse caldo – Sei bollente. Non è che hai contratto una qualche
malattia umana, per caso?-
- Forse sì. Il Diavolo che si ammala, non è divertente?- rise
Lucifer
- No, per niente. Che cosa facciamo adesso?-
- Chiama la Detective. Forse conosce qualche rimedio-
Maze stava per ribattere ma tutte le cattiverie che gli erano venute in
mente sparirono quando vide Lucifer chiudere gli occhi e il suo volto pallido.
Quando erano ancora gli Inferi, aveva promesso che avrebbe protetto il Re dei
demoni dai pericoli, anche se sapeva difendersi perfettamente da solo. Però
la situazione in cui si trovavano adesso era diversa e richiedeva un aiuto
esterno.
Chloe Decker si trovava seduta
alla sua scrivania al distretto quando senti il suo telefono suonare. Lo
recuperò dalla tasca del suo giubbetto e rimase stupita quando vide il numero
di Lucifer. E adesso che cosa voleva quell’idiota?
E
se fosse una cosa seria? disse una vocina nella sua testa e Chloe decise di
ascoltarla.
-Pronto?-
- Vieni subito al Lux. Lucifer sta male-
Bastarono quelle ultime tre
parole per farla scattare in piedi, recuperare le chiavi e il giubbetto e
partire alla volta del Lux. Appena arrivata, notò subito le luci spente del
locale e un cartello, attaccato alla porta, che diceva: close.. Apri
la porta e subito fu accolta dall’ambiente accogliente del locale. Guardandosi
intorno, vide la figura di Maze china sul divano e, dopo aver appeso il
giubbetto, la raggiunse Appena fu accanto a lei, Chloe notò la figura sudata e
tremante di Lucifer e, inginocchiandosi davanti a lui, chiese:- Che
cos’ha?-
- E’ caldo e
non ha smesso un attimo di tremare da quando ti ho chiamato. Puoi fare qualcosa
per lui?-
– Deve andare in ospedale. Ha la
febbre molto alta- rispose la donna che aveva posato una mano sulla fronte di
Lucifer.
–
No... niente ospedale…- mormorò Lucifer, aprendo leggermente gli occhi lucidi
per via della febbre
-
Lucifer, stai male. Hai bisogno di cure- replicò Chloe
- Curami tu, Detective. Ti prego- la pregò Lucifer, sotto lo sguardo
sbalordito di Maze.
Il
demone non aveva mai visto il Re pregare qualcuno, Mai.
Pochi minuti dopo, Lucifer
si trovava sdraiato sul suo letto con una pezza umida sulla fronte. Chloe era
al suo fianco e si occupava di ricambiare la pezzuola ogni cinque minuti. Maze,
invece, era andata a cercare del ghiaccio.
La
poliziotta, dopo l’ennesimo cambio, si era fermata un attimo a osservare la
figura dormiente dell’amico. Il volto pallido e madido di sudore, il petto che
si alzava e abbassava in modo irregolare e i capelli gli si erano attaccati
alla fronte. Gli faceva tenerezza in quello stato. Non sembrava nemmeno
lui.
Con un gesto
dolce, aveva bagnato un’altra volta la pezzuola e gli aveva scostato i capelli
dalla fronte. Prima di mettere la pezza al suo posto, aveva appoggiato una mano
sulla fronte dell’altro. Niente, la febbre non si era ancora abbassata.
Sospirò.
Non rimaneva altra scelta. Lucifer doveva fare un bagno ghiacciato e lo doveva
fare subito.
Sentendo dei
mugugni provenire dal letto, Chloe alzò gli occhi verso Lucifer e lo vide
aprire lentamente gli occhi.
– Detective. Dov’è andata
Maze?- sussurrò il demone, cercando di mettersi seduto ma fallendo miseramente.
Le ossa gli facevano un male cane per non parlare poi della testa e della gola.
–E’
andata a prendere del ghiaccio.- rispose Chloe, cambiando la pezza e asciugando
la fonte sudata dell’altro – Purtroppo, la febbre non si è ancora abbassata.
Dovremmo farti fare un bagno ghiacciato-
-
Che cosa? Non voglio - cercò di urlare Lucifer ma dalla sua bocca usci solo un
lieve mugugno. –
E’ l’unico modo, Lucifer.-
All’improvviso,
la poliziotta vide gli occhi dell’amico illuminarsi dalla gioia e le sue labbra
piegarsi in un sorriso. Sorriso che conosceva fin troppo bene.
– Se stai pensando che ti aiuterò a togliere i vestiti, ti avverto che
sei fuori strada-
- Come sei cattiva, detective. Non
vuoi fare questo favore a un povero Diavolo ammalato e condannato a letto?-
replicò Lucifer, facendo una faccia da cane bastonato.
– Come ho potuto accettare
una cosa del genere?- si ripeté sottovoce Chloe, mentre controllava un Lucifer
semi nudo e immerso in dell’acqua ghiacciata
– Perché sei un’umana buona e generosa-
rispose quest’ultimo, con gli occhi chiusi. - Per quanto tempo devo rimanere
immerso qui dentro? Inizio a non sentire più niente-
-In
questo caso, penso proprio che dovrai uscire.
Tieni-
- Grazie, detective- ringraziò Lucifer, alzandosi in piedi e prendendo l’asciugamano
che gli porgeva l’altra.
Quando
ritornarono in camera, il Diavolo si mise a letto e osservò Chloe dirigersi
verso la porta.
– Ehi, detective. Che ne dici di rimanere a farmi
compagnia?-
Sorrise sentendo l’altra sbuffare e dire:- Dormi, Lucifer - prima di
aprire la porta e chiudersela alle spalle.
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