RUNAWAY CANDY
– Il
dolce prezzo dell’amore
Capitolo
I
Era
passata oramai più di una settimana da quando Sakura aveva
ricevuto
quell’invito.
Era
passata
oramai più di una settimana da quando la sua concentrazione
al lavoro era
andata a farsi fottere.
La giovane dottoressa non riusciva a
capacitarsi di
come una semplice carta rigida color pesca avesse potuto risvegliare in
lei
fantasmi e ferite mai cicatrizzate.
La ragazza era totalmente investita da
ricordi, dolori e sofferenze e non prestava minimamente attenzione alla
persona
all’interno del suo studio.
Poteva
citare il contenuto della lettera a memoria, non che fosse
particolarmente
difficile, per la frequenza con cui era solita prenderla, leggerla e
tenerla
fra le dita.
“
Sakura Haruno e Compagno. Il Signor e la Signora Haruno hanno
l’estremo piacere
di invitarla al matrimonio della loro figlia Ino con Sai Yamanaka, il
Sabato 25
Giugno alle 15:00 nella Chiesa Parrocchiale di San Paolo. Gli Sposi
saranno
lieti di salutare parenti ed amici nella settimana precedente alle
nozze presso
Villa Haruno. E’ gradita gentile conferma.”
La
sola idea di tornare a Suna, a casa la destabilizzava.
Ancora dopo cinque anni
non era pronta a rivedere gli occhi delusi di suo padre e quelli severi
di sua
madre arresa, da tempo, all’idea che non sarebbe mai riuscita
a cambiarla, a
renderla perfetta, a renderla Ino.
Non sarebbe voluta tornare neanche per
il
matrimonio di sua sorella.
Sin
da bambine chiunque le avesse viste insieme avrebbe fatto fatica a
dirle
sorelle, a rintracciare dei tratti comuni. Effettivamente Sakura ed Ino
erano,
pressoché, il giorno e la notte. Lei corti ed insoliti
capelli rosa, occhi
verdi, snella e poco formosa; l’altra lunghi capelli biondi,
occhi azzurrissimi,
sinuosa e provocante nelle sue giunoniche forme.
Se già
nell’aspetto fisico erano agli antipodi, le differenze
maggiori continuavano
a palesarsi ancor di più a livello caratteriale. La rosa era
una ragazza
all’apparenza timida, riservata, diligente e per lo
più restia ai ricchi
salotti cui la sua benestante famiglia era solita partecipare. La
bionda, al
contrario, sembrava nata per vivere in quell’ambiente
sfarzoso in cui il suo
essere esuberante, carismatico e seducente si muoveva perfettamente.
A
causa della sua natura titubante e riservata la madre aveva, per lungo
tempo,
cercato di rendere Sakura presentabile ed adatta all’alta
società ma il risultato
fu uno scandalo ed un fiasco senza precedenti.
Una sconfitta talmente grande
che aveva portato la ragazza ad andarsene da casa, a trasferirsi a
Konoha ed ad
iniziare qui una nuova vita in cui fosse semplicemente Sakura, e non la
strana
e fuori luogo figlia dei ricchi coniugi Haruno.
Impugnando quella
partecipazione nuziale, la ragazza poteva solo immaginare la faccia
compiaciuta
di sua madre nel far apprendere a tutti che la figlia prediletta
finalmente
convolava a nozze, dopo un lungo fidanzamento, con il giovane e ricco
rampollo
Yamanaka.
Sakura sognava solo che un giorno
quello sguardo pieno di
soddisfazione sarebbe potuto esser rivolto anche a lei.
Lo scappare a Konoha,
però, cinque anni fa aveva reso questo desiderio
impossibile. A posteriori,
sicuramente, non era stata la scelta giusta ma l’aveva fatto
principalmente per
i suoi genitori e non l’avrebbero mai saputo.
A Konoha, Sakura aveva finalmente
trovato la
sua dimensione, lontana dalle malelingue che l’avevano
giudicata senza ritegno
dopo il misfatto.
Naturalmente,
all’inizio non fu semplice badare a sé, senza
poter contare sugli agi, i
comfort ed i soldi della sua famiglia ma la ragazza riuscì a
tirar fuori una forza
sovrumana che non credeva di avere, raggiungendo in breve tempo, tutti
gli
obiettivi che si era prefissata.
A
Konoha era così riuscita ad imporsi, laureandosi a pieni
voti in medicina e diventando
poi, sotto l’ala protettrice del miglior medico della
città Tsunade, un’importantissima
e nota primario, seconda a nessuno nonostante la giovane
età.
Il
fiore di ciliegio era finalmente fiorito. Sakura, dopo anni, si sentiva
fiera
di sé, e perfettamente a suo agio nei propri panni. Tutto
ciò che possedeva, lo
doveva solo ai suoi sforzi e ai suoi sacrifici.
La straordinaria e serena primavera
esistenziale nella quale viveva era stata, però, ora, come
un fulmine a ciel
sereno, scossa da un semplice e rigido foglio color pesca che aveva
riportato alla
luce il suo unico insuccesso, la sua più grande sconfitta,
il suo solo obiettivo
ancora da depennare: l’esser apprezzata dai suoi genitori per
il suo essere e
per le decisioni prese in passato.
Dopo
la fuga da Suna, la rosa aveva tagliato i ponti con tutti, tranne che
con sua
sorella.
Ino aveva mantenuto nei suoi confronti
quel solito atteggiamento
protettivo e difensivo che mostrava per la sorella sin da
bambine.
Nonostante
le mille differenze, le due erano, infatti, estremamente legate e
proprio in
virtù di questo forte e speciale legame, la giovane primario
era cosciente del
fatto di non poterle causare un tale dispiacere declinando il suo
invito e
rigettando la sua volontà di volerla come prima damigella in
un giorno per lei
così importante. Sakura sapeva quanto Ino silenziosamente
avesse, in quegli
anni, lavorato per riallacciare i rapporti fra lei ed i suoi genitori,
difendendola sempre a spada tratta sebbene fosse all’oscuro
dei motivi che cinque
anni fa l’avevano spinta ad intraprendere un passo
così avventato ed
inaspettato. L’aveva fatto e basta perché le
voleva bene.
Quell’invito
stesso, seppur così formale e distante da parte dei suoi
genitori era la prova
tangibile e concreta del suo operato. L’Haruno era quindi
cosciente che fosse
oramai giunto il momento di impugnare la cornetta e darle conferma.
Ino
lo meritava, le aveva già mentito abbastanza. La bionda
aveva, infatti, provato
più volte a raggiungere la sorella a Konoha ma Sakura, per
non crearle maggiori
problemi con i suoi, aveva inventato scuse su scuse per impedirle di
venire,
mettendo dapprima davanti i suoi impegni lavorati e poi una relazione
inesistente con un ragazzo perfetto che Ino bramava da tempo di
conoscere e che
a quanto pare auspicava di vedere alla sua cerimonia dato quel “e
compagno”
che affiancava il suo nome nella lettera di partecipazione.
Sakura in meno di 72 ore
doveva non solo preparare una scomoda valigia ma
doveva anche e soprattutto trovare un fidanzato all’altezza
delle sue bugie.
Era un labirinto di menzogne e segreti dal quale non era in grado di
uscire.
-S
A K U R A! Mi stai ascoltando?
Il
rimprovero di una donna bionda sulla cinquantina, ridestò
completamente Sakura
dallo stato di trance in cui era piombata, facendole cadere la rigida
carta
color pesca dalle mani.
La
ragazza guardò così finalmente il suo mentore
Tsunade negli occhi.
-Veramente
no, Signorina mi scusi.
-Dicevo. Sbuffò. Mi sembra chiaro che tu abbia un
problema.
E’ una settimana che ti osservo e non intenzione di lasciare
il tuo ufficio
finché non mi dirai cosa ti passa per la mente.
L’ospedale ha bisogno di te al
100%. Sono a tua completa disposizione.
Sakura
guardò la donna con occhi commossi e pieni di gratitudine.
Si era legata a
Tsunade sinceramente. A lei doveva tutto, il suo lavoro, il suo
benessere, la
sua serenità. Tutto era legato a quell’ospedale e
di conseguenza a Tsunade.
Nessuno aveva mai creduto tanto in lei.
Era
la persona più vicina ad un famigliare che ora avesse.
-E’ una
storia lunga e complicata… cominciò
la ragazza già con la voce rotta.
-Tranquilla
abbiamo tutto il tempo
di questo mondo.
In
quella stanza, all’interno dello studio di Sakura, le
gerarchie ospedaliere
erano venute meno, completamente sgretolate. C’erano solo due
donne che si
conoscevano, si volevano bene ed avevano fiducia l’una
nell’altra, non il
primario dell’ospedale e la sua caposala.
-Ok Signorina
Tsunade ora le dirò tutto, la
prego mi aiuti non so che fare!Ecco perché sono venuta a
Konoha. Questa
lettera, questa maledetta carta rigida pesca è il mio
problema!
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