TonTon knocks always twice

di Fantachan
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Tonton knocks always twice


Prologo
Parigi, Luglio 1975
Madame Rousseau era una persona realista e, come tale, non credeva nel caso.
A ottant’anni suonati, ormai, sapeva che dietro ogni avvenimento e ogni azione umana c’era sempre una ragione e non il “caso” come molti affermavano per non accettare la realtà dei fatti.
Quindi, non credendo nella maniera più assoluta nel caso, Madame Rousseau poté affermare con certezza che dietro i sette omicidi che avevano sconvolto la vita parigina si nascondeva qualcosa di diverso da un serial killer, come invece riportavano i giornali.
E proprio leggendo l’articolo di cronaca nera che descriveva accuratamente l’albero di Montmartre in cui erano stati trovati i sette corpi impiccati, Madame Rousseau vide quel sottile filo che collegava quella tragica vicenda a ciò che era accaduto settant’anni prima nella tranquilla cittadina della Louisiana francese in cui viveva da bambina.
Non era certo un caso se i due avvenimenti avevano la stessa dinamica.
E chi, se non la stessa persona, avrebbe potuto eseguire quei quattordici delitti in modo così identico?
Non poteva essere un emulatore! 
Tra l’altro Madame Rousseau era sicura che la notizia degli insoliti omicidi di settant’anni prima non avesse superato i confini della cittadina di Maurice.
Ah no, dietro i due casi si celava sicuramente Tonton Macoute. E lei ne era fermamente convinta!
Come mai?
Semplice: era stata proprio lei, a soli dieci anni, a trovare i corpi impiccati mentre cercava un luogo in cui gli amici con cui stava giocando a nascondino non potessero trovarla.
Non avrebbe mai dimenticato il panico e il groppo in gola che le impedivano di urlare.
E non avrebbe mai dimenticato il ghigno soddisfatto dell’uomo che guardava per l’ultima volta i cadaveri penzolare dall’albero mentre si allontanava con il suo sacco sulle spalle ed il grande cappello calato sul viso.
Solo dopo aveva ricollegato la figura di quell’uomo ai racconti della nonna che cercava di spaventarla con il leggendario Tonton Macoute, l’uomo nero.
Rise fra se rileggendo il vecchio ritaglio di giornale ingiallito.
Se avesse raccontato il tutto a qualcuno sicuramente l’avrebbe presa per una vecchia squinternata e le avrebbe riso in faccia.
Sospirò e guardò l’orologio; era veramente tardi!
Si alzò dalla poltrona su cui aveva passato la maggior parte della serata decisa a dirigersi nella sua camera da letto, ma si fermò in mezzo al salottino quando sentì bussare per due volte alla porta.
Sbuffò scocciata: chi era il maleducato che la disturbava a quell’ora? 
Si avviò all’ingresso sbuffando e aprì.
Sgranò gli occhi davanti alla figura che le stava davanti e impallidì.
Solo allora si ricordò le parole della sua anziana nonna, ma ormai era troppo tardi..

“…E ricordati Marine: se sentirai bussare per ben due volte 
rintanati sotto le coperte e non alzarti fino a che non vedrai il sole sorgere. 
O alla porta troverai Tonton Macoute che viene a prendere i bambini disobbedienti 
e a nasconderli nel sacco di iuta che porta in spalla..”




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