Fandom:
Star Wars TFA
Rating: Verde
Personaggi/Pairing:
StormPilot, Finn, Poe Dameron.
Tipologia:
Flash-fiction
Genere: Fluff, Sentimentale
Avvertimenti:
Dedicata a Ely, Fra, Serena e a tutte le ragazze StormPilot del mio
cuoricino oscuro.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e
tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho
elaborato la
seguente storia, non mi appartengono.
LAUNDRY
DAY
“Guarda,
Finn, la tua giacca è talmente sporca che cammina da
sola!”
“No,
Poe, non è così sporca. E poi lì sotto
c'è BB-8, ammettilo!”
Il
familiare range di suoni tipico del piccolo droide si fece sentire
attutito da sotto il pesante indumento di pelle, che venne raccolto
in fretta da Poe Dameron, il quale la buttò poco
cerimoniosamente in
un catino pieno di altri vestiti, tutti nelle medesime, pietose
condizioni: “Abbiamo già abbastanza da fare senza
preoccuparci
anche di un'epidemia di pidocchi e pulci.” rise il pilota,
evitando
agilmente una gomma lanciata a tutta velocità verso di lui,
“Ti ho
preso altri vestiti, sono nell'armadio. Vedrai che presto
tornerà
come nuova. Dopo un giro o due di centrifuga.”
esclamò lui,
uscendo di volata dall'appartamento che divideva con Finn a bordo di
una delle ammiraglie della Resistenza.
Sbuffando,
l'ex Stormtrooper si risedette piccato al tavolino ingombro di fogli
e libri, stringendosi nelle spalle per un'improvvisa corrente
proveniente da chissà dove che gli fece accapponare la pelle
sotto
la stretta canotta aderente: “Dannato Poe, qui fa
freddo!”
esclamò irritato, prima di ributtarsi anima e corpo negli
studi:
aveva qualche decennio di realtà da recuperare e mezza
biblioteca
del Generale Organa da saccheggiare.
§§§
Al
proprio ritorno, dopo un'improvvisa convocazione di tutti i
capisquadriglia dai capoccioni delle alte sfere, Poe si
stupì nel
trovare l'appartamento completamente al buio e, almeno apparentemente
deserto.
Dubbioso,
guardò l'orologio, notando l'ora fin troppo tarda: e aveva
di nuovo
dimenticato di cenare.
Dandosi
mentalmente dello stupido e preparandosi ad una ramanzina coi
contro-fiocchi da parte di Finn, Dameron raggiunse a tentoni il letto
tra uno sbadiglio e l'altro, pronto a infilarsi sotto le coperte e a
concedersi almeno qualche ora di sonno ristoratore; ma al tatto, lo
trovò freddo e deserto, di Finn neppure la minima traccia.
Furono
una lieve luminescenza e un paio di inconfondibili suoni robotici ad
attirare la sua attenzione nella stanza accanto, dove trovò
il fido
BB-8 roteare attorno ai piedi del compagno profondamente addormentato
al tavolo dove ormai trascorreva quasi tutti i suoi giorni, immerso
nella lettura e negli studi, spalle e braccia nude incuranti della
temperatura decisamente bassa lì dentro.
Sospirando,
Poe si passò una mano tra i capelli: “Cosa devo
fare con te, eh,
Finn?” sussurrò tra sé e sé
con espressione affettuosa;
orientandosi grazie alla debole luce della piccola lampada da tavolo,
il pilota trovò una vecchia coperta abbandonata in un angolo
e
gliela drappeggiò sulle spalle, assicurandosi che stesse al
caldo.
“Buonanotte.”
mormorò soltanto, uscendo dalla stanza.
Sul
volto di Finn, nel sonno, comparve un sorriso.
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