Ora
sentiva di non esserle semplicemente vicino,
ma
che non sapeva dove egli finisse e lei iniziasse
-
Leo
Tolstoj
1.
Katara
si strinse le braccia al petto, seduta sul letto e con gli occhi
colmi di lacrime.
Non
riusciva ad accettarlo, non poteva credere che suo padre se n'era
andato, lasciando lei e suo fratello, soli per sempre.
“ Papà...”
mormorò con voce tremante, osservando la luce filtrare tra le
grate dorate della finestra.
Erano
giorni che era rinchiusa in quella stanza, Aang così come Toph
e lo stesso Sokka non riuscivano a farla uscire e se ci provavano lei
li minacciava con il dominio.
Inoltre,
Zuko era diventato il nuovo Signore del Fuoco e Mei aveva lasciato la
nazione abbandonandolo.
Lui
aveva accettato la realtà delle cose, era molto più
coraggioso di lei.
Sorrise,
pensando a come si era evoluto il loro rapporto in quegli ultimi
mesi, erano diventati molto amici, nonostante le loro continue
divergenze, tenevano molto l'uno all'altra.
Un
rapporto solido ma confuso, su cui lei rifletteva spesso.
Troppo
spesso.
Poco
dopo finì per addormentarsi a causa del pianto.
Sentì
un fruscio e aprì gli occhi di scatto, pronta ad attaccare, ma
lui le bloccò la mano in alto sul cuscino.
“ Zuko...cosa
vuoi?” il tono le uscì più sconquassato di quanto
volesse, lui le lasciò il polso.
“ Una
pessima idea la tua Katara, comunque, volevo accertarmi che stessi
bene. La sua cerimonia funebre è avvenuta all'alba, poco fa ”
lo sguardo apprensivo era puntato in quello di lei.
“ Lo
so, prima mi ero alzata ed ero uscita, senza che nessuno mi vedesse.
Avevo fatto una medaglietta di ghiaccio con il simbolo della nostra
tribù, ma quando ero in procinto del cimitero, si è
sciolta” scoppiò a piangere sommessamente.
“ Vieni
qui” lui l'abbracciò, accarezzandole la schiena e i
capelli dolcemente.
Poi
prese due dita e le alzò il mento, i loro sguardi si
attraevano come due calamite e pian piano le loro labbra si
sfiorarono, lei non si sottrasse, i loro cuori battevano come le ali
di un colibrì.
Il
bacio si fece più intenso e appassionato, Zuko le afferrò
i fianchi e la coricò sul letto.
Prima
la guardò di nuovo come per dirle che se lei non voleva poteva
sottrarsi, lei allungò entrambe le mani sulle sue guance e lo
attirò di nuovo a sé, come per risponderle alla sua
muta domanda.
Il
corpo di Katara fremeva contro quello ardente del ragazzo, i baci
erano roventi, le carezzò la schiena nuda con le mani,
esitanti ma con una tenerezza disarmante.
Zuko
la osservò mentre lei timidamente gli sfiorava il viso
sfregiato per poi posarvi un delicato bacio, i loro occhi trasudavano
amore e paura al tempo stesso.
Persero
la percezione di ogni cosa, poi si distesero sotto le coperte, Zuko
la abbracciava da dietro.
“ Katara?”.
“ Sì?”
domandò lei piano, senza voltarsi.
“ Io
ti amo” ammise lui, con voce calda e profonda.
NOTE
DELL'AUTRICE: Questo primo capitolo mi è stato ispirato dalla
canzone Completely di Jennifer Day e inoltre alcuni pezzi della
storia sono stati tratti da un magnifico film in cui lei ha
contribuito alla colonna sonora che si chiama – qui dove batte
il cuore - .
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