Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
{La
vita non è acquistare e avere, ma dare e essere
K.
Kruse
1.
DONARE IL DOMINIO
Aang
attraversò il portale di luce, ritrovandosi nel mondo degli
spiriti dopo ben quattro anni dall'ultima volta.
Momo
raggomitolò la coda alla sua testa, gli occhi verdi
osservavano guardinghi la foresta intorno a loro.
“ Tranquillo
amico è stato Roku a richiamarmi qui” sorrise
all'animale accarezzandogli la testa.
I
due si misero in cammino, alla ricerca dell'avatar che lo aveva
preceduto.
Aang
sentiva il suo spirito nella sua mente, lo stava guidando da lui.
Intanto
a Ba Sing Se, nella sala da tè di Iroh regnava la pace
assoluta.
L'ex
generale suonava il suo adorato corno, riempendo la stanza di una
rilassante melodia.
Toph
aveva chiuso gli occhi, era seduta sul portico mentre con i piedi
testava il rumore della fontana vicino a lei e gli uccellini che
cinguettavano.
Sokka
e Suki era abbracciati contro il tatami e discutevano animatamente ma
senza fare troppo rumore per non disturbare, su che nome avrebbe
dovuto avere il loro primo figlio.
Katara
era seduta sulle ginocchia, sul morbido cuscino di seta e osservava
distrattamente il the dentro la tazzina.
Appa
era coricato fuori nel cortile e ogni tanto Toph lo accarezzava,
dandogli qualche bacca.
Ad
un tratto, Iroh, seduto vicino a lei, smise di suonare.
“
Qualcosa
non va, mia cara?”.
“
Sono
solo preoccupata per Aang, spero stia bene, lo so che tra di noi le
cose non sono andate esattamente come dovevano andare però,
rimane pur sempre una delle persone più importanti della mia
vita” affermò sicura, osservando l'anziano con un
espressione corrucciata.
Questo
le sorrise, “ dimentichi che è l' Avatar ed ha passato
momenti più peggiori di un viaggio di pellegrinaggio,
probabilmente è nel mondo degli spiriti, ora come ora”
la rassicurò.
“
Forse
ha ragione, d'accordo! Forza banda di fannulloni, organizziamogli una
festa per il loro ritorno e che qualcuno avvisi anche Zuko”.
Tutti
esclamarono un sì allegro, alzando i pugni in aria.
“
Credo
non ce ne sia bisogno “ li informò Iroh, indicando la
persona sullo stipite della porta, ricoperta di saliva di Appa.
“
Zuko?
Non dovresti essere a Palazzo?” domandò Katara sorpresa,
l'entusiasmo venne smorzato dalla curiosità dei presenti.
“
Qualcuno
è molto arrabbiato “ canzonò Toph con un sorriso,
percependo per prima le emozioni del giovane sovrano.
“
Per
una volta Toph, non leggermi dentro!” borbottò il nuovo
arrivato, lanciando sul pavimento il suo sacco da viaggio e sedendosi
a gambe incrociate “ comunque, visto che state tutti morendo
dalla voglia di sapere perchè sono qui, semplicemente , non ve
lo dirò ” confessò, guardando un punto lontano.
Silenzio,
fu la dominatrice dell'acqua a parlare per prima.
“
Molto
bene, chi vuole giocare a Paishou?” batte le mani insieme,
smorzando il disagio del momento.
Il
discorso di Zuko cadette lì ma quest'ultima decise di
parlargli più tardi, si vedeva lontano un miglio che quel
ragazzo così orgoglioso e cocciuto doveva sfogarsi se no le
conseguenze sarebbero state catastrofiche.
Come
quella pericolosa fiamma che era comparsa misteriosamente nel palmo
della sua mano.
Katara
utilizzò il the nella tazzina per spegnerla.
“
Mi
dispiace “ mormorò il ragazzo sconcertato, rivolto solo
a lei come se si fosse risvegliato dal suo stato di trance.
Gli
altri, ignari dell'accaduto incominciarono a prendere i cuscini e
riunirsi intorno al tavolo da gioco.
“
Ah-ah!
Chi vuole sfidarmi per primo?” Iroh guardò fintamente
minaccioso uno per uno i concorrenti.
“
Non
io “ scherzò Toph e gli altri risero.
“
Sarò
io!” esclamò Sokka.
“
Vai
amore!” lo incoraggiò Suki seguito da un “ forza
uomo della carne!” di Toph.
Katara
offrì una mano a Zuko, lui la guardò interrogativo.
“
Ti
và di parlare?” gli domandò con un sorriso.
Lui
non accettò la sua mano ma si alzò da solo.
“
D'accordo,
ma non qui, andiamo fuori “.
Aang
arrivò nella radura come gli aveva mostrato Roku, quest'ultimo
allargò le braccia.
“ Roku!”
il giovane si tuffò nelle sue braccia per poi attraversarlo,
ricordandosi che era uno spirito.
“ Quanta
irruenza” scherzò l'anziano.
“ Ahio”
bofonchiò massaggiandosi il bernoccolo sulla testa.
Appena
si sistemarono seduti uno di fronte all'altro, incominciò a
parlare.
“ So
che una tartaruga leone ti ha concesso il potere di sottrarre il
dominio”.
“ Sì
esatto”.
“ Bene,
devi sapere Aang che una nuova minaccia si sta per abbattere di nuovo
sul Mondo”.
“ Cosa?
Ma...” abbassò lo sguardo abbattuto, Momo si accucciò
tra le sue braccia.
“ Questa
volta non l'affronterai da solo, i tuoi amici dominatori hanno
bisogno di imparare un altro dominio oltre al loro, per questo sei
qui” allungò una mano, illuminata di verde verso il suo
cuore.
“ Io,
con l'accordo di tutti gli avatar che ti hanno preceduto e il mondo
degli spiriti, ti do la capacità di donare il dominio”
la luce svanì nel petto del ragazzo.
“ Saranno
obbligati ad accettarlo?” .
“ No,
la scelta spetta a loro ma avrete bisogno di diventare più
forti e l'unica soluzione al momento è questa”.
“ Capisco,
quindi avranno la possibilità di imparare un solo dominio
oltre al loro?”.
“ Esatto”.
“ Questo
non li renderebbe semi-avatar?”.
“ Se
fosse così il ciclo verrebbe stravolto”.
“ Ho
capito, posso sapere di più di questa minaccia?”.
“ No,
dovrai scoprirlo da solo” Roku svanì.
Aang
si alzò, “ wow” proclamò euforico, “
finalmente non mi sentirò più così tanto diverso
dagli altri, chissà che dominio sceglieranno” moriva
dalla curiosità, saltellando come una molla a destra e
sinistra.
Momo
lo guardò dubbioso.
“ Molto
bene amico è ora di tornare a Ba Sing Se!”.
Katara
e Zuko raggiunsero il giardino sul retro, sedendosi sulla fontana.
La
giovane posò le mani in grembo mentre il ragazzo le teneva ai
lati, appoggiandovisi sopra “ allora, cos'è successo?”
incominciò lei.
“
Mai,
mi ha lasciato. Abbiamo litigato, in realtà, era questione di
tempo. Si frequentava con un altro. Credo sia perchè l'ho
lasciata per unirmi a voi, non l'è mai andata giù
questa storia e così si è vendicata, illudendomi”
un sorriso amaro solcò il viso del ragazzo mentre tirò
indietro la testa per guardare le prime stelle sorgere e celare gli
occhi lucidi sotto i folti capelli scuri.
Ma
Katara se ne accorse, posò una mano sulla sua, “ Zuko,
siamo sulla stessa barca. Anche io e Aang non siamo più
insieme ma in realtà siamo rimasti buoni amici, non ci sono
stati rancori nella nostra decisione, però mi dispiace davvero
per te. Le poche volte che vi vedevo insieme, vedevo quanto tenevi a
lei”.
Il
ragazzo, rimasto nella stessa postura di prima, alzò la mano e
strinse quella dell'amica.
“
Ti
ringrazio, Katara “ soffiò senza guardarla, sorridendole
e lei notò una lacrima scendere dalla sua guancia.
Lei
capì, “ accidenti! Ha iniziato a piovere. Meglio vada
dentro “ sentenziò, come per annunciare che stava per
andarsene.
Zuko
trattenne il sorriso ancora per qualche istante, era fortunato ad
avere un'amica come lei.
Suo
zio poteva permettersi il lusso di vedere quella maschera di orgoglio
e serietà vacillare e vedere quello che c'era dietro ma solo
da poco anche Katara, o almeno, in parte.
Era
una ragazza straordinaria.
Altre
lacrime silenziose scivolarono via dal viso del giovane Signore del
Fuoco.
Katara
si chiuse la porta del tatami alle spalle.
Il
mattino seguente tutto tornò alla normalità, Sokka,
Suki e Toph si era alzati di buon ora per mettere in atto i
preparativi del ritorno di Aang.
“
Qui!”
esclamò Suki.
“
A
palazzo!” ribatte Sokka, dilatando le narici.
Toph
si avvicinò ai due piccioncini, “ già in guerra
di prima mattina?” li sbeffeggiò.
“
Stavamo
discutendo sul dove fare la festa di ritorno di Aang, e Suki insiste
nel farla qui, ma sono sicuro che lui tornerà al Palazzo
Reale”.
“
Scusatemi...”
Iroh si frappose tra i due fidanzati, “ perchè non
organizzate due feste? Una qui e una a Palazzo?”.
“
E
SECONDO LEI DOVE LO TROVIAMO IL DENARO?!” gli berciarono in
faccia all'unisono, voltandosi.
L'uomo
anziano rimase di stucco, “ bè...” esordì.
Toph
sghignazzò.
“
Quello
non è un problema, posso pensarci io” posò una
mano sulla spalla allo zio.
“
Zuko,
era ora alzassi il tuo sedere regale dal letto” lo prese in
giro Sokka, “ forza dammi una mano...yik-”.
“
COME
TI PERMETTI DI DARMI ORDINI TU EH?!” l'altro lo aveva afferrato
per il colletto della cassa, lo sguardo lanciava scintille, la bocca
era un ringhio e dal naso usciva un pericoloso vapore scuro.
“
Zuko...lasciami”
la vocina di Sokka era un bisbiglio.
“
Ehi,
voi due” Katara posò una mano sul braccio del moro.
“
Sorellina...”
gli occhi del fratello erano diventati grandi e acquosi.
“
Sì
può sapere che sta succedendo?” la terza voce fece
rimanere i presenti di sasso.
Appa
lanciò un gorgoglio acuto e tutti si voltarono ad osservare il
nuovo arrivato.
“
Piedi
rapidi!” fu Toph la prima a lanciarsi su di lui, stritolandolo
in un abbraccio.
“
Toph...soffoco”
la voce era sommessa.
Poi
tutti gli altri Iroh, Suki, Sokka e perfino Zuko, anche se un po' a
disagio.
“
Aang
che bello rivederti” Katara gli si avvicinò per poi
stringerlo a sé anche se un po' imbarazzata.
Si
riunirono tutti in cerchio.
“
Amici,
ho delle incredibili notizie...ma prima...chi vuole festeggiare la
nostra rimpatriata con un giro sulle apiasino?” il suo sorriso
era a trentadue denti.
I
presenti chinarono il capo basiti.
“
Ok,
ok...” Aang tossì, “ dunque, sono stato nei vari
tempi dell'aria e poi nel mondo degli spiriti dove ho incontrato
Roku. Mi ha informato che una minaccia sta per distruggere di nuovo
il mondo e che l'unico modo per fermarla era che i dominatori
imparino ad utilizzare un altro dominio oltre al loro”.
“
Coosa?”
urlò Toph, “ ma è una cosa...FIGHISSIMA!”
Katara
sembrò pensierosa e non rispose.
“
Temo
di non poterlo fare” proruppe Zuko, “ credo non sia
giusto che io che sono già il sovrano della nazione del Fuoco,
impari a controllare un altro dominio. Sarebbe come dimostrare di
essere, non lo so, egoista? Non voglio che le persone mi vedano come
un essere così avido di potere da mettermi a confronto con mio
padre”.
“
Non
sei obbligato Zuko, ma se decidi di cambiare idea...il mondo ha
bisogno di noi e sarebbe meglio che tu rifletta su questa
opportunità”.
Iroh
osservò attentamente il nipote mentre Aang si sorbiva
l'euforia di Toph, così come la finta rabbia di Sokka e Suki,
sapeva che c'era altro dietro.
Forse
suo nipote credeva di non esserne semplicemente all'altezza?
Katara
si alzò, lasciando i presenti stupefatti.
Non
disse nulla solo, “ Aang prendo Appa per un pò”.
Zuko
la guardò, “ vengo con te” si alzò
affiancandosi a lei.
“
Non
credo sia una buona idea” gli disse intimandolo a lasciarla
sola.
“
Credo
di doverti un favore” le sussurrò all'orecchio.
Katara
capì al volo che si stava riferendo all'altra sera.
Lo
prese per un polso, allontanandosi diversi metri dalla casa.
“
Allora
ti conviene cambiare abbigliamento, andiamo al Polo Sud”.
“
Ma
Katara la tua tribù si è spostata al Nord, non è
rimasto nessuno nel tuo Villaggio, cosa pensi di trovarci?”.
“
Non
vado per loro infatti” gli lasciò il polso dandogli le
spalle, “ vado per me stessa”.
“
D'accordo.
Prima lascia almeno che avvisi mio zio, qualcuno dovrà pure
occuparsi della Nazione mentre siamo via”.
“
Va
bene, prima promettimi che però non dirai nulla agli altri,
nemmeno al Generale Iroh”.
“
Ho
capito, vediamoci stasera all'entrata di Ba Sing Se” le disse
il ragazzo.
Lei
annuì e tornarono dentro.
“
Aang
insegnami il dominio dell'aria” proclamò Toph.
“
Va
bene, ma sarà parecchio difficile. Inoltre ci toccherà
prendere una mongolfiera per raggiungere il tempio dell'aria del
Sud”.
“
Ci
sto!”.
“
Verremmo
anche noi” dissero all'unisono Sokka e Suki.
“
Zio,
posso parlarti in privato?” Zuko, senza farsi vedere dagli
altri, toccò il braccio dell'uomo.
“
Ma
certo” questo si alzò seguendolo.
“
Ho
bisogno che vai a Palazzo e ti occupi per un po' della Nazione, io
devo partire”.
Iroh
decise di non chiedere nulla al nipote.
“
Non
che l'idea di scartoffie mi alletti ma se devo, va bene. Partirò
oggi stesso”.
“
Ti
ringrazio” chinò il capo lui per dare più enfasi
alle sue parole.
“
Zuko...”.
“
Sì,
zio?”.
L'altro
decise di aspettare il suo ritorno, “ nulla, fai attenzione mi
raccomando”.
Nel
frattempo che gli altri incominciavano a fare progetti e piani per le
imminenti partenze, il cielo si scurì.